venerdì 28 agosto 2015

NUOVE NOMINE DI DIRETTORI STRANIERI A CAPO DEI NOSTRI MUSEI



Risultato immagine per galleria degli uffizi



"Salone dei 500? Dei 200? Ponte Vecchio? Corridoio Vasariano?" "Mah, intanto andiamo, tanto non sono ancora arrivate le Escorts...le Museine...senza loro un' pagano!" 


  
Come leggiamo e interpretiamo la vicenda delle nomine dei 20 nuovi direttori di Musei italiani?
Il neo direttore della Galleria dell’Accademia di Brera, l’anglo canadese James Bradburne, in una intervista rilasciata a caldo
D’altra parte fra i suoi titoli ( che non paiono eccelsi) egli accampa quello di aver diretto le attività della Fondazione Palazzo Strozzi, palazzo che come tutti sanno è uno spazio espositivo, non un Museo; quindi quello che sa fare è allestire mostre d’arte senza occuparsi d’altro, cioè dell’altro importantissimo compito, quello
E che dire dell’argomento “studio”? A chi risulta che qualche volta il Restauro di un’opera d’arte in Italia non sia stato accompagnato da studi e non sia stato una operazione di studio? A chi risulta che detti studi non siano mai stati pubblicati? A chi risulta che le opere, anche quelle dei depositi non siano accessibili agli studiosi ( senza escludere le opere delle collezioni)?
I Musei sono nati da raccolte e collezioni ( anche spoliando il patrimonio ecclesiastico) e le nostre leggi hanno configurato,
Poi il Codice dei Beni Culturali ha sciaguratamente introdotto
La valorizzazione dei Musei ha comportato l’apertura di caffetterie, di book shop, e di attività commerciali al loro interno.
Ma in cosa sarebbe consistito l’aumento di valore del Patrimonio Artistico Culturale del Popolo italiano che è il proprietario?
Le greggi di visitatori che vengono portati in coda dentro alle sale dei Musei ( ma sì, pensiamo agli Uffizi, tanto per far prima, al Museo dell’Accademia…) cosa vedono, cosa imparano e cosa capiscono !?
Questo tipo di presenza ha manifestato interesse
Ma quando mai…………
Quindi cosa faranno i prelodati neo Direttori? Seguiranno i disegni ed i programmi di chi li ha nominati: questo è facile supporlo; dunque il Direttore si occuperà di esporre (
Freschissima la notizia (*) che il neodirettore degli Uffizi Eike Schmidt pensa già di affittare alcune sale del Museo per “eventi dei privati”, “cosa che del resto si faceva anche nel ‘700 e nell’800”, dice, e questo per lui sarebbe il nuovo?
La Valorizzazione? Risottino e spaghettini davanti a Filippo Lippi? Sfilate di sculettanti e ignude ragazze davanti alle Madonne in Maestà? Per quattro soldi in più?
Ci permettiamo ancora un’ ipotesi:
Ci ricordiamo anche che a qualcuno era venuto in mente di
Passo passo si va alla privatizzazione del nostro Patrimonio,
Ma a chi ci legge vogliamo far rilevare che il Patrimonio Culturale Pubblico fa parte del Demanio Culturale come definito dal Codice Civile e soggetto a particolari disposizioni e tutele, anche se il famoso Decreto “sblocca Italia” sta cercando di alterarne natura e contenuti, cominciando ad alienare immobili fino a ieri inalienabili.
Quindi, cari dodici lettori, temiamo che questo sia il progetto, che purtroppo di questi tempi va in parallelo con operazioni meno eleganti come la spoliazione del Patrimonio pubblico e del Demanio greco (isole, aeroporti, porti…..)
Qui non si sta molto meglio e la “ripresa” è solo nelle visioni di qualcuno: che si stia andando a raschiare il fondo del barile cominciando da quello che è
Ad un Direttore non italiano, che gliene importa della roba nostra? Però come ha scritto Umberto Cecchi, ad Hermann Goering in un “certo senso” gliene importava, tanto, ma tanto, che
D’altro canto anche Napoleone e i Lanzichenecchi, di ritorno a casa, per mesi hanno portato via la roba nostra; e
D’altra parte sempre i Greci ne sanno qualcosa di Tedeschi e Inglesi amanti dell’ Arte, Fidia sta sempre in Inghilterra.
E questa, cari dodici lettori, è storia.
 

mercoledì 5 agosto 2015

ITALIA TERRA DI CONQUISTA

Un altro caso a supporto della teoria che la Germania deve comprarsi il substrato industriale dei paesi suoi competitors prima che l’euro crolli: la vendita del franchising di Snaidero

Ecco un altro esempio: Snaidero vende ai tedeschi il proprio franchising, la proprietà italiana probabilmente stufa di combattere con la burocrazia italiana fatta di tassatori, di enorme farraginosità che rischia di derivare in vera e propria ingiustizia e di amministrazione fine a se stessa lascia e vende al tedesco di turno, vedasi nota di stampa tratta da
A parte la tristezza personale quando un ‘azienda nazionale – per di più storica come Snaidero – vende anche solo una parte (importante) allo straniero, posso solo soffermarmi sulle conseguenze, pur sempre rispettando le scelte dell’imprenditore a cui va tutta la mia stima e rispetto per quanto fatto negli anni e comunque anche per la
Faccio presente che i tedeschi, come nel caso di Italcementi* [vedasi l'illuminante articolo proposto, in nota], devono comprare prima che l’euro crolli al fine di impossessarsi del substrato produttivo del proprio concorrente (l’Italia è il principale concorrente manifatturiero della Germania, superiore per molti versi alla stessa Germania, vedasi grafico)
Il sistema tedesco per altro brinda, gli utili verranno spostati all’estero ossia le tasse pagate a Berlino finanzieranno le spese tedesche, le pensioni tedesche ed in Italia resteranno solo i costi! E le pensioni da pagare….Complimenti! Io almeno mi espongo e chiarisco il mio pensiero ed il rischio che si corre, non venite poi a piangere in futuro quando vi sarete resi conto di essere diventati poco più di moderni schiavi
In ogni caso va chiarito che il problema prospettico della Germania è rappresentato dall’esempio di quando l’Italia era nella lira e poteva svalutare e dunque competere, il prof. M. Fortis della Cattolica ce lo spiega bene in un suo intervento a Mantova da dove sono tratte le due slides proposte
FireShot Screen Capture #143 - 'LE LEVE DI FORZA DELL’ITALIA Intervento di Marco Fortis (Fondazione Edison e Università Cattolica) - Fortis-COME-USCIRE-DALLA-CRISI-Mantova-3-giugno-2014_2-64585_pdf' -
Ed in relazione al caso Snaidero, ad indagare, scopriremmo magari che i debiti del venditore dovevano essere riequilibrati, certamente la crisi del consumo in Italia ha pesato anche sui conti del gruppo friulano, ricordando che la debacle dei consumi nazionali è indubitabilmente legata all’austerity inagurata da M. Monti ossia ai dettami dell’Europa che l’ha imposta e persevera nella forzatura a vantaggio tedesco, come spiegato in precedenti interventi*** (…).
Per intanto, tornando all’oggetto, ecco un altro segno dei tempi, una proprietà italiana rinomatissima che vende e lascia il passo allo straniero. Così facendo diventeremo solo una massa di operai non risparmianti, solo consumanti: la ciccia, gli utili, la competenza e fin anche i prodotti andranno in Germania.
Italia moderno terreno di conquista, come sempre.
Spero che il Governo, Renzi in particolare che si ritiene così lungimirante e scaltro, capisca cosa sta succedendo( Le politiche e le riforme attuate dal governo sono funzionali al compimento di questo disegno di destrutturazione:vedi come vengono collocati  gli amici leopoldini nei posti chiave.Inoltre non si ravvisa alcuna intenzione di chiamare a raccolta le forze sane del paese per iniziare una contro-offensiva di riappropriazione dei settori strategico- economici per ricreare una super struttura industrial-manifatturiera che funzioni all’occorrenza come banca.Commento del  curatore del blog), gli servirà per difendersi dagli inevitabili attacchi futuri, sono certissimo che le colpe saranno tutte e solo sue, troppo indifeso, troppo giovane (in tutti i sensi), troppo poco inserito, insomma una perfetta vittima sacrificale rispetto ai suoi predecessori che, in forza delle enormi relazioni accumulate potrebbero fare male nelle proprie postreazioni nei confronti di chi vuole la fine dell’Italia come paese benestante (e dell’Europa come soggetto equo e solidale). Chiaro che tale proterva e scorretta entità ha un nome, e non faccio fatica a pronunciarlo: si chiama Germania.
Vedremo a settembre che succederà.

Jetlag
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– http://scenarieconomici.it/neocolonialismo-tedesco-gli-squilibri-bilancio-europei-se-renzi-fallisce-nel-convincere-germania-rinnegare-lausterity-leuropa-destinata-baratro/
– http://scenarieconomici.it/come-la-grecia-e-arrivata-al-default-un-piccola-crono-sintesi-per-capire-cosa-ci-sta-dietro-ed-evidenziare-gli-interessi-esteri-finalizzati-a


sabato 1 agosto 2015

”TRA DIECI ANNI, L’ITALIA NON ESISTERA’ PIU’


Redazione | 31-07-2015 Categoria: Società Stampa

LONDON SCHOOL OF ECONOMICS: ”TRA DIECI ANNI, L’ITALIA NON ESISTERA’ PIU’, TOTALMENTE DISTRUTTA DALL’EURO E DALLA UE”

“Gli storici del futuro probabilmente guarderanno all’Italia come un caso perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di nazione prospera e leader industriale in soli vent’anni in una condizione di desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica, di rampate terzomondializzazione, di caduta verticale della produzione culturale e di un completo caos politico istituzionale. Lo scenario di un serio crollo delle finanze dello Stato italiano sta crescendo, con i ricavi dalla tassazione diretta diminuiti del 7% in luglio, un rapporto deficit/Pil maggiore del 3% e un debito pubblico ben al di sopra del 130%. E peggiorerà”.
Così Roberto Orsi, professore italiano emigrato a Londra per lavorare presso la London School of Economics, prevede il prossimo futuro del Belpaese.

Il termometro più indicativo della crisi italiana, secondo Orsi, è lo smantellamento del sistema manufatturiero, vera peculiarità del made in Italy a tutti i livelli: “Il 15% del settore manifatturiero in Italia, prima della crisi il più grande in Europa dopo la Germania, è stato distrutto e circa 32.000 aziende sono scomparse. Questo dato da solo dimostra l’immensa quantità di danni irreparabili che il Paese subisce. Questa situazione ha le sue radici nella cultura politica enormemente degradata dell’élite del Paese, che, negli ultimi decenni, ha negoziato e firmato numerosi accordi e trattati internazionali, senza mai considerare il reale interesse economico del Paese e senza alcuna pianificazione significativa del futuro della nazione”.
“L’Italia – prosegue lo studioso della prestigiosa London School of Economics – non avrebbe potuto affrontare l’ultima ondata di globalizzazione in condizioni peggiori. La leadership del Paese non ha mai riconosciuto che l’apertura indiscriminata di prodotti industriali a basso costo dell’Asia avrebbe distrutto industrie una volta leader in Italia negli stessi settori. Ha firmato i trattati sull’Euro promettendo ai partner europei riforme mai attuate, ma impegnandosi in politiche di austerità. Ha firmato il regolamento di Dublino sui confini dell’UE sapendo perfettamente che l’Italia non è neanche lontanamente in grado (come dimostra il continuo afflusso di immigrati clandestini a Lampedusa e gli inevitabili incidenti mortali) di pattugliare e proteggere i suoi confini. Di conseguenza, l’Italia si è rinchiusa in una rete di strutture giuridiche che rendono la scomparsa completa della nazione un fatto certo”.
Degrado di Roma
Quando si tratta di individuare le responsabilità, Orsi non ha dubbi nel puntare il dito contro la politica: “L’Italia è entrata in un periodo di anomalia costituzionale. Perché i politici di partito hanno portato il Paese ad un quasi collasso nel 2011, un evento che avrebbe avuto gravi conseguenze a livello globale.
Il Paese è stato essenzialmente governato da tecnocrati provenienti dall’ufficio dell’ex Presidente Repubblica, i burocrati di diversi ministeri chiave e la Banca d’Italia. Il loro compito è quello di garantire la stabilità in Italia nei confronti dell’UE e dei mercati finanziari a qualsiasi costo. Questo è stato finora raggiunto emarginando sia i partiti politici sia il Parlamento a livelli senza precedenti, e con un interventismo onnipresente e costituzionalmente discutibile del Presidente della Repubblica , che ha esteso i suoi poteri ben oltre i confini dell’ordine repubblicano”.
piazzale-partigiani-Degrado
“L’interventismo dell’ex Presidente è stato particolarmente evidente – prosegue il professor Orsi – nella creazione del governo Monti e dei due successivi esecutivi, che sono entrambi espressione diretta del Quirinale. L’illusione ormai diffusa, che molti italiani coltivano, è credere che il Presidente, la Banca d’Italia e la burocrazia sappiano come salvare il Paese. Saranno amaramente delusi. L’attuale leadership non ha la capacità, e forse neppure l’intenzione, di salvare il Paese dalla rovina. Sarebbe facile sostenere che solo Monti ha aggravato la già grave recessione. Chi lo ha sostituito ha seguito esattamente lo stesso percorso: tutto deve essere sacrificato in nome della stabilità. I tecnocrati condividono le stesse origini culturali dei partiti politici e, in simbiosi con loro, sono riusciti ad elevarsi alle loro posizioni attuali: è quindi inutile pensare che otterranno risultati migliori, dal momento che non sono neppure in grado di avere una visione a lungo termine per il Paese. Sono in realtà i garanti della scomparsa dell’Italia”.
Micidiale.
Fonte: www.quifinanza.it – che ringraziamo.
Tratto da Il Nord