domenica 13 dicembre 2015

L' ASCESA DI MATTEO

LA RESISTIBILE ASCESA DI MATTEO UI.

Ma chi lo avrebbe mai detto!…………………………………però, fin dal liceo arruolava i compagni di scuola per lavoretti serali ( distribuzione giornali, materiale pubblicitario alle edicole), per l’azienda di papà; poi una volta cresciuto e in carriera sempre compagni di scuola convocati per avere ispirazioni innovative con cui infarcire i suoi prolissi programmi politici. Poi una volta eletto……..

ELETTO?    Ma dove, ma da chi? Ma nelle liste Pd!

Certo, quelli da quando la politica è uscita dalle sezioni e dalle case del popolo ( quanti decenni fa?) devono raccattare quello che trovano, o vengono raccattati.
Questo è appunto un caso, uno fra i tantissimi ormai, di come sono stati raccattati e involtolati per bene, da uno fra i tanti che s’era fatto “du’ conti” col babbo e ha raccattato tutto il pacco. Ci sono poi quelli che lo hanno seguito ,come l’amico Dario che aveva scritto: “Mi sono laureato, ma non avendo alle viste uno sbocco professionale decente mi do alla politica, vediamo se ho più fortuna. Me lo date il voto?” E CI AVEVA PURE MESSO LA FOTO, e lo avevano votato……

Ma dove, ma da chi? Ma nelle liste Pd! E ora fa il Sindaco.

Vabbé, parliamo d’altro, parliamo del Comunale e della NIKILA INVEST LDT. Già, di chi ha comperato un Teatro glorioso, destinato alla demolizione. ( Macchè, chi se ne frega, facciamone uno novo in uno scatolone di plastica grigia,” che gliè meglio!” Accanto al puzzo del Fosso Macinante, “du’ panche, du’  sordi d’arberi e ciccia”!).
Domanda alla Cassa Depositi e Prestiti: se ad un Ente Statale, si presenta una tale e si fa ricevere da Claudio Costamagna e dice: “Buon giorno, sono la Nikila Invest LTD, società costituita a Londra < dove con 50.000 euro si costituisce qualsiasi cosa in qualsiasi modo> e le porto 25 milioni di euro e compro il demolendo Teatro Comunale di Firenze”,  l’Ente Statale che maneggia enormi patrimoni pubblici non fa la seguente domandina:….”Scusi, Signora Nikila, ma lei dove li ha presi? Me lo fa vedere?”
No, alla Signora Nikila, nessuno ha fatto domande del genere. EVIDENTEMENTE NON ERA IL CASO, PROPRIO NON ERA IL CASO, DEL TUTTO FUORI LUOGO.
Però perfino  una casalinga  di Compiobbi avrebbe voluto vedere cosa bolle in pentola. Ma Cassa depositi e Prestiti, Claudio Costamagna, ha valutato che le credenziali presentate fossero più che sufficienti, anzi abbondanti: una Società molto brillante registrata in Victory House 99-101 Regent Street W1B4EZ,  diretta da Ilaria Niccolai ( business woman, Company Director),  che ha come collaboratori nell’area di interesse due Società ( Società, non persone):

London Corporate Consultants Limited, con ruolo dirigenziale, nazionalità sconosciuta, costituita il 28/10/2013;

London Corporate Consultants LTD, con ruolo secondario,  nazionalità sconosciuta costituita il 5/08/2013;

Una scatola con dentro due scatole, questo tanto per cominciare, poi quello che sta
venendo fuori lo stiamo leggendo. Per ora la casalinga di Compiobbi ha alzato un  solo coperchio e basta, però che fumo e che puzzo! Pure il Casamonti! “Ma un si poteano pigliare”un geometra incensurato, uno sconosciuto, una Niccolai, “ma la sarà ingegnere? icché tu dici? Boh?"

 Risultati immagini per teatro comunale firenze

 IL TEATRO COMUNALE DI FIRENZE venduto alla NIKILA Invest LDT

ALL'INTERNO DELL'EX STAZIONE LEOPOLDA DI FIRENZE OGGI 13 DICEMBRE SI RIUNISCONO GLI APPARTENENTI AL GIGLIO MAGICO E BRINDANO AI LORO AFFARI;HA BRINDATO PERFINO IL MINISTRO BOSCHI.....ALL'ESTERNO IN PIAZZA MANIFESTANO I PENSIONATI  RIDOTTI IN POVERTA' DA BANCA ETRURIA CHE HA PORTATO VIA TUTTI I LORO RISPARMI.

domenica 29 novembre 2015

CHI LE SPARA PIU' GROSSE SI BECCA LA MEDAGLIA

LETTERA UNESCO :  CHI LE SPARA PIU' GROSSE SI BECCA LA MEDAGLIA

ORA BASTA, PRIMO POPOLO FA CHIAREZZA

DI fronte ai numerosi tentativi  di esponenti politici fiorentini di attribuirsi ora il merito di aver suscitato l’interessamento  di Unesco-ICOMOS verso i rischi a cui la Città ed il suo Patrimonio storico culturale, sono esposti,  desideriamo chiarire definitivamente la questione.
L’iniziativa è maturata poco più di un anno fa  in seno a Primo Popolo di Florentia, una pagina blog di confronto e informazione che ha prodotto una ricerca approfondita sulle fonti e sui documenti pubblici e  si è sintetizzata in un Documento/Esposto inviato il 10 marzo agli uffici Unesco/ICOMOS a Parigi.
L’iniziativa è stata sottoscritta da 16 cittadini ed esponenti della cultura e della scienza, fiorentini di nascita o di adozione.
Tale documento è stato immediatamente pubblicato su Primopopolodiflorentia.blogspot.it ed è in nostro possesso con le firme autentiche dei firmatari che ci hanno rilasciato anche  una dichiarazione liberatoria.
A tale documento, recante la richiesta di porre Firenze nella “Lista dei Patrimoni in pericolo”, Unesco ha risposto il 27 maggio inviando al Sindaco la lettera che solo in questi giorni è stata rivelata. Solo dopo l’intervista di Christian Campiche, giornalista svizzero,  pubblicata da  “WWW.Sept.info” ,  all’Assessore all’Urbanistica Perra,  il Sindaco evidentemente molto preoccupato e senza esserne richiesto, ha dato la notizia della famosa lettera di Unesco.
E’  assai spiacevole vedere la corsa ad acchiappare meriti e ad intestarsi risultati da parte di alcuni personaggi che in questi anni, pur avendo fatto tante inutili interpellanze ed  inutili proclami, non sono stati in grado di fare l’unica cosa sensata e utile, fatta e spedita  da cittadini avvertiti ed informati.  Costoro non sanno fare evidentemente altro che andare a rimorchio e appuntarsi sul bavero medaglie di latta.     


Primopopolo di florentia.

sabato 21 novembre 2015

LA LETTERA NASCOSTA


LA  LETTERA  SVELATA

Il testo della lettera(sotto riprodotta) INVIATA DALL’UNESCO al Comune di FIRENZE è molto chiaro, si tratta di una sostanziale bocciatura delle “grandi opere “e mutazioni urbanistiche messe in atto dalla politica fiorentina negli ultimi venti anni. Il sindaco tenta,in questi ultimi giorni, di coinvolgere i cittadini in una “maratona partecipativa” che è la solita farsa in cui ad ascoltare sono solo i cittadini, mentre le decisioni importanti sono prese fuori dal consiglio comunale, nei salotti “buoni”ove le lobbies dominano incontrastate.





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 United Nations
Educational Scientific and                                                                   
Cultural Organization
Cultural Sector                                                                   
Division for Heritage
                                                                                                
 Signora Vincenza Lomonaco
 Ambasciatore Permanente
   Delegato dell’Italia
   Presso UNESCO
   Hotel de Gallifet
   73, rue de Grenelle
    75007 Paris                                         

                                                                                                  


                                                                                                
Ref: CLT/HER/WHC/7960/IT/AS/KR                          27 maggio 2015

Oggetto: Esame tecnico da parte dell’ICOMOS della relazione sullo stato di conservazione del  “Centro Storico di Firenze”  Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Gentile  Ambasciatrice                                       

In aggiunta alla nostra precedente lettera dello scorso 6 maggio, le allego un esame tecnico redatto dall’ICOMOS della relazione sullo stato di conservazione del Centro Storico di Firenze”  Patrimonio Mondiale dell’Umanità, presentato dalle autorità italiane al Centro per il Patrimonio Mondiale il 30 gennaio 2015.

Dopo questo esame l’ICOMOS raccomanda che altri documenti, includenti dettagli tecnici e valutazioni di impatto per tutti i progetti di infrastrutture che possono interessare il Patrimonio in oggetto o le sue immediate vicinanze, siano presentati dalle autorità italiane al più presto possibile, in modo che ICOMOS possa valutare questi progetti in dettaglio.

ICOMOS inoltre, in base alle informazioni fornite,  ritiene che lo Stato Italiano potrebbe accogliere nel Centro Storico di Firenze una Missione di Consulenza  per consentire agli esperti ICOMOS di delineare possibili misure mitigative e in particolare misure mirate a contenere le vibrazioni e i rischi alluvione per le infrastrutture sotterranee.

Mi sia permesso chiedere alle autorità italiane di presentare al Centro  del Patrimonio Mondiale tutte le informazioni e i documenti richiesti che possano permettere a ICOMOS di valutare lo stato di conservazione del patrimonio in oggetto.

Desidero cogliere l’opportunità di ringraziarla per la collaborazione e il sostegno per l’attuazione della Convezione del Word Heritage Convention.


La prego di accettare, gentile ambasciatrice, i sensi della mia più alta stima

                                                                                        Kishore Rao
                                                                                        Direttore Centro World Heritage
                                                                                                                                                   
Allegati 1
cc. alla Commissione Nazionale per l’Unesco in Italia
     Punto Focale Nazionale per Word Heritage
     ICOMOS International



                                                         Esame tecnico ICOMOS

Sito: Centro Storico di Firenze
Stato: Italia
ID Sito: 174
Data iscrizione: 1982
Criteri: (i)(ii)(iii)(iv)(vi)
Progetto: Gennaio 2015 rapporto sullo stato di conservazione




1.         Identificazione
Centro storico di Firenze Italia iscritto dal 1982 sotto i criteri (i).(ii).(iii).(iv).(vi)

I progetti e i temi valutati in questo esame tecnico riguardano:
•          la realizzazione delle linee tranviarie attraverso il centro storico di Firenze;
•          la realizzazione dei tunnel per i treni alta velocità sotto la città di Firenze;
•          la vendita di complessi monumentali pubblici o semipubblici (palazzi, conventi e persino la Rotonda Brunelleschi) a soggetti privati e il loro cambio di destinazione di uso (ad esempio a fini residenziali);
•          l’edificazione di due costruzioni sotterranee per parcheggio;
•          il progetto di realizzazione di una linea tranviaria sotterranea attraverso il centro storico di Firenze.

2.         Background

La retrospettiva Dichiarazione di Eccezionale Valore Universale (EVU) è stata adottata nel 2014 nel corso della 38.ma Sessione del Comitato per il Patrimonio Mondiale e ha stabilito che: “Il Centro Storico di Firenze può essere percepito come una realizzazione unica sotto il profilo sociale e urbano, frutto di una creazione continua e protratta per secoli, che include musei, chiese, edifici e opere d’arte di incommensurabile valore. Firenze ha avuto una influenza predominante sullo sviluppo dell’architettura e delle arti, prima in Italia e poi in Europa.  E’ nel contesto di Firenze che ha avuto origine il concetto di Rinascimento. Tale eredità conferisce a Firenze delle qualità storiche ed estetiche uniche.”


Sommario dei progetti da valutare e dei problemi sorti

Dall’inizio del 2014 il Centro per il Patrimonio Mondiale ha ricevuto delle lettere che riguardavano diversi problemi relativi al Centro Storico di Firenze, che riguardano:
•          la costruzione delle linee 2 e 3 della tranvia, che passerebbero vicino ad alcuni monumenti  vale a dire la Fortezza da Basso, la Piazza S. Marco con il Convento e la Chiesa, l’area della Galleria dell’Accademia;
•          i progetti per una tranvia sotterranea o mini-metro sotto il centro storico (con fermate previste nei punti di maggiore interesse dello stesso;
•          la costruzione dei tunnel per il Treno ad Alta Velocità che connette Napoli con Milano. Il tragitto dei tunnel attraversa il centro storico sotto i bastioni della Fortezza da Basso e prosegue lungo i confini del centro storico per alcuni chilometri;
•          l’eccessiva pressione del turismo unita alla insufficiente gestione del flusso turistico e ad una mancanza di strategie in questo senso che si rivolga a differenti tipi di visitatori  valutati intorno ai 16.000.000 all’anno;
•          la vendita e il cambio di destinazione di uso/frazionamento  di molti palazzi  o complessi storici pubblici o semipubblici e il caso particolare di S. Maria degli Angeli, un importante complesso a più livelli con una significativa fase rinascimentale, al quale è collegata la Rotonda del Brunelleschi, un prototipo sperimentale in scala ridotta della cupola di S. Maria del Fiore.


Documentazione consultata per questo esame tecnico

In aggiunta alla documentazione ricevuta dal Centro per il Patrimonio Mondiale nel febbraio 2015  ICOMOS ha esaminato la sezione II del questionario del rapporto periodico e il Piano Strutturale per il Centro Storico di Firenze. Inoltre per avere più dettagli sui progetti, sulla pressione del turismo e sulla vendita e trasformazione di complessi monumentali di proprietà pubblica all’interno del centro Storico Patrimonio dell’Umanità, ICOMOS ha consultato anche i seguenti siti web:


http://centrostudituristicifirenze.it/blog/turismo-nella-citta-metropolitana-di-firenze-nel-2014/
http://mobilita.comune.fi.it/tramvia/
http://www.comune.fi.it/materiali/tramvia/0092_C11-PE-PMA-RL-003_r04_POMA.o.pdf
http://osservatorioambientale.nododifirenze.it
http://pianostrutturale.comune.fi.it/progetto_parcheggio_brunelleschi.html
http://notavfirenze.blogspot


Per concludere ICOMOS intende sottolineare  che le immagini inserite nella relazione sullo Stato di Conservazione presentata dallo Stato Italiano hanno una definizione molto bassa che rende difficile leggere la documentazione grafica, per cui è stato necessario per ICOMOS cercare informazioni aggiuntive.

3.  Analisi

Le linee 2 e 3 della tramvia

Il progetto era già stato reso noto al pubblico dal 2008, quando fu tenuto un referendum comunale per far emergere  la posizione dei cittadini in favore o contro il progetto tramvia. I lavori per la costruzione sono iniziati nel maggio 2014. Una delle linee, la 2,  dovrà attraversare l’area del Centro Storico vicino alla Fortezza da Basso, proseguire lungo l’anello dei viali, (che coincide con i confini del Centro) per terminare vicino all’Accademia, attraverso via La Pira, Piazza San Marco e via Cavour. Dall’altra parte, la linea 3 si fermerà alla Stazione di Santa Maria Novella senza entrare nel Centro Storico, ma costeggiandolo lungo la Fortezza da Basso.

Lo Stato Italiano riferisce che la soluzione attualmente adottata per la linea 2  della tramvia è frutto di una modifica al progetto originario (che inizialmente prevedeva di passare accanto al Battistero e al Duomo), in modo da evitare il cuore del Centro Storico, conseguentemente alla richiesta di una alternativa progettuale, fatta da una Commissione Interministeriale responsabile per i finanziamenti.

ICOMOS fa notare anche che il tracciato della tramvia include tratti sotterranei, come risulta dalle informazioni riferite nella lettera all’UNESCO del 10 marzo 2015 e confermate dal sito del Comune di Firenze (http://mobilita.comune.fi.it/tramvia.)

ICOMOS nota che il centro storico di Firenze è sottoposto a rischio inondazione e la lettera 10 marzo 2015 informa anche che la situazione idrogeologica di  vaste parti della città che comprendono il centro cittadino sono classificate a rischio molto alto ( R4). Queste condizioni di particolare rischio sono riportate  in importanti strumenti di Pianificazione territoriale così come in Relazioni Geologiche, Idrogeologiche ed Idrauliche allegate ai progetti per la tramvia e per i tunnel dell’alta velocità (v. più avanti).

Sarà necessario fornire altri dettagli per questo progetto che includano approfondimenti tecnici e valutazioni di impatto per consentire una analisi complessiva sull’impatto che potrebbe subire questo sito di Eccezionale Valore Universale.

Progetto per la tranvia sotterranea o mini-metro

La lettera  inviata al Centro per il Patrimonio Mondiale da un gruppo di cittadini nel marzo 2015 menziona l’esistenza di progetti per la costruzione di una tranvia sotterranea passante sotto il centro storico di Firenze; la stampa italiana conferma che questi progetti esistono davvero anche se non sono forniti maggiori dettagli. La stampa informa anche che esistono delle alternative alla tranvia sotterranea secondo uno sviluppo lungo l’anello dei viali.

ICOMOS considera che un simile progetto, in particolare se associato agli altri già approvati e in corso di attuazione, potrebbe avere un impatto potenzialmente negativo sul Sito, a causa di consistenti escavazioni richieste dal progetto sotto il centro storico di Firenze; escavazioni che si aggiungerebbero ad altre significative operazioni di scavo già previste e in parte realizzati per i tunnel dei treni AV, oltre che  per il traffico veicolare e per la tranvia.
Attualmente è sconosciuto quale sia il grado dell’impatto.


ICOMOS rileva anche che la pianificazione di ulteriori ampie escavazioni sotto il centro storico di Firenze in aggiunta a quelle già progettate (presso la Fortezza da Basso e entro l’anello dei viali) potrebbe minacciare la stabilità dei monumenti fiorentini sia durante i lavori, che dopo, a causa delle vibrazioni, ma soprattutto per la modificazione degli assetti geologici e idrogeologici, a meno che non siano previste adeguate misure anti vibrazione.

Sarà necessario fornire altri dettagli per questo progetto che includano approfondimenti tecnici e valutazioni di impatto per consentire una analisi complessiva sull’impatto che potrebbe subire questo sito di Eccezionale Valore Universale.

I tunnel per l’Alta Velocità e nuova stazione ferroviaria.

I tunnel proposti sono connessi al progetto di costruzione di una nuova stazione per i treni ad alta velocità, distinta dalla Stazione di S. Maria Novella, dalla quale oggi partono e arrivano i treni dell’alta velocità.


ICOMOS  nota che il progetto dei tunnel per i treni AV include la valutazione del potenziale impatto sull’integrità di parti della Fortezza da Basso e sono previste per alcuni settori dei suoi bastioni o un monitoraggio continuo o un’osservazione dello stato strutturale prima dell’inizio degli scavi (vedi Disegni tecnici al sito web http://osservatorioambientale.nododifirenze.it/). Lo Stato Italiano informa che attualmente i lavori sono stati interrotti a causa di indagini giudiziari oltre che per problemi tecnici.

Inoltre diversi comitati, che sono contro l’attuazione di questi progetti, si sono mobilitati in Firenze nel tentativo di fermare i lavori proponendo soluzioni particolareggiate per il passaggio dei treni ad alta velocità in Firenze.

ICOMOS considera che l’arresto imposto dalle inchieste giudiziarie e dai problemi tecnici potrebbe essere certamente una opportunità per lo Stato Italiano per corredare questo progetto di maggiori dettagli e informazioni tecniche, oltre alla valutazione di impatto, in modo da consentire una stima completa dei potenziali danni sugli edifici appartenenti al Centro Storico e in generale all’inestimabile valore del Sito, prima che ricomincino i lavori.

La pressione del turismo e il cambio di proprietà e della destinazione d’uso di complessi monumentali pubblici.

Nella lettera mandata nel marzo 2015 viene riferito che 13 grandi edifici storici sono in vendita o sono stati venduti, compresa la Rotonda del Brunelleschi e che il Piano Strutturale per Firenze (2010-2014) consente trasformazioni sostanziali, cambiamenti di destinazione d’uso  e frazionamenti di palazzi e di ex conventi: sembra che le superfici oggetto di trasformazione nel centro storico superino i 110.000 mq e possano raggiungere anche i 200.000 mq.

Una così fatta trasformazione potrebbe avere un impatto negativo sulla integrità di questi edifici e sulla comprensione di quello che fu il loro uso e contributo originario al complessivo paesaggio urbano di Firenze. ICOMOS ritiene che, se Firenze è definita come “unica realizzazione artistica” in base al criterio (i), ed ha esercitato una influenza mondiale grazie al modo in cui ha diffuso i principi architettonici, molti dei suoi edifici importanti devono essere considerati come capolavori dell’architettura e devono essere preservati come monumenti.

Ulteriori dettagli devono essere forniti per quanto riguarda la considerazione globale del Sito in termini di approccio all’uso dei singoli edifici e al modo per assicurare l’integrità dei suoi capolavori.

Conclusioni

ICOMOS osserva che da molto tempo sono stati pianificati e avviati diversi progetti su larga e media scala potenzialmente impattanti sull’Eccezionale Valore Universale del Sito Patrimonio Mondiale dell’Umanità, oltre che sui suoi valori, integrità e autenticità, senza  informare preventivamente il Comitato WH, attraverso il suo Segretariato, come richiesto dal paragrafo 172 delle Linee Guida Operative .

ICOMOS rileva che un gran numero di questi progetti infrastrutturali è connesso a opere nel sottosuolo. Alcuni di questi progetti si sviluppano direttamente sotto monumenti importanti (per esempio la Fortezza da Basso) mentre altri progetti programmati (la mini-metro) prevedono il sottoattraversamento del Centro Storico.

Dalle informazioni raccolte non è possibile valutare pienamente questi progetti. ICOMOS rileva che dettagli completi, compresi quelli tecnici e di impatto, dovrebbero essere presentati al più presto possibile per tutti i progetti infrastrutturali, che impattano sul Sito o sulle sue immediate vicinanze. ICOMOS inoltre considera che, sulla scorta delle informazioni ricevute, potrebbe essere utile l’intervento di una Missione  di Consulenti in modo da permettere agli esperti di ottenere dettagli particolareggiati circa le misure di mitigazione proposte e in particolare quelle che si riferiscono alle vibrazioni e al rischio di inondazione per le costruzioni sotterranee.

4.         Raccomandazioni

Sulla base dei risultati delle analisi degli argomenti e della relativa documentazione disponibile, e considerando che il Comitato non è stato mai informato su questi progetti dallo Stato Italiano, ICOMOS considera che c’è un bisogno urgente di ricevere una maggiore informazione dettagliata sui progetti su menzionati, che includa una adeguata documentazione tecnica e valutazioni di impatto, oltre che le misure proposte per la mitigazione nel caso di progetti sotterranei, mirati a contenere gli effetti delle vibrazioni e i rischi delle inondazioni.

Per quanto riguarda le proposte di vendere monumenti importanti ai privati ICOMOS considera che bisogna che siano forniti maggiori dettagli circa una visione complessiva del Sito, per preservare l’integrità di questi capolavori architettonici e siano forniti specifici dettagli per singoli monumenti.

Infine ICOMOS osserva che in base agli ulteriori dettagli forniti, una Missione di Consulenza nel Sito è auspicabile per permettere a degli esperti di grande competenza di valutare pienamente questi progetti e proposte in tutta la loro complessità.

A questo riguardo ICOMOS esprime la sua disponibilità e volontà ad assistere lo Stato Italiano. 



ICOMOS, Charenton-le-Pont

maggio 2015

sabato 14 novembre 2015

Il Centro Storico di Firenze in pericolo

                                         Firenze, aiuto!
                          Il Centro Storico di Firenze in pericolo

Di Christian Campiche   
Foto di Adriana Tuzzo



Pubblicato su “www.Sept.info”  Rivista di giornalismo d’inchiesta .  11/11/2015.
Il rapido partito da Milano, 90 minuti più tardi bucò l’ultimo tunnel per fermarsi alla Stazione di Firenze; continuerà verso Roma e Napoli ma non andrò più lontano. Giovanna mi sta attendendo alla testa del binario. Sarà la mia guida, il mio cicerone in questa avventura fiorentina.
Tutto è cominciato da una mail ricevuta nella primavera 2015. Venivo informato che 16 cittadini di Firenze, ivi stabiliti o nati da antiche famiglie, avevano scritto una lettera all’Unesco (http://fr.unesco.org/) a Parigi.
Noi sottoscritti chiediamo che il Centro Storico di Firenze, patrimonio dell’umanità, sia iscritto nella lista dei siti in pericolo con urgenza”. Il documento non è tenero verso l’Amministrazione. Segnala fra gli altri pericoli quello di consegnare il Centro Storico agli interessi immobiliari, ne’ più ne’ meno.
I firmatari sono allarmati per le destinazioni consentite al patrimonio tutelato: certo, palazzi e conventi, sovente di valore inestimabile, saranno conservati. Grazie a Dio.
Per contro, alcuni di essi corrono il rischio di essere trasformati per usi abitativi. Questo mutamento delle destinazioni d’uso implica una ristrutturazione degli interni secondo criteri difformi dal gusto degli architetti del Rinascimento. Il gruppo dei 16 insorge inoltre contro l’escavazione di parcheggi e dei tunnel destinati al passaggio dei treni ad alta velocità, la Tav (http://notavfirenze.bolgspot.it/) e di una nuova Tramvia.
Questi progetti, accusa il documento, sono suscettibili di “mettere in pericolo l’integrità del patrimonio artistico del Centro della città. Inoltre non sono compatibili con le normative europee e si rivelano per essere obsoleti prima ancora della loro messa in funzione”.
Fra i monumenti tutelati e minacciati, figura l’antico Monastero di Santa Maria degli Angeli (http://www.conservatorioangeli.it/) che comprende come è noto la Rotonda  del Brunelleschi, oltre alla incomparabile Cattedrale di Santa Maria del Fiore.(http://www.ilgrandemuseodelduomo.it/monumenti/1-cattedrale).
La lettura della lettera all’Unesco mi toglie il fiato: le fondazioni del Duomo rischiano di subire le vibrazioni delle opere di escavazione di gallerie sotto al Centro Storico.
Ma non è tutto: i firmatari aggiungono che dopo un accurato esame dei progetti, hanno tratto la convinzione che la Fortezza da Basso, eminente luogo di cultura edificato nel Rinascimento, non uscirà indenne dalle perforazioni dei tunnel.
Il quadro è terrificante anche perché i firmatari indicano un altro pericolo d’ordine idraulico. In seguito alle opere tramviarie le esondazioni del Torrente Mugnone, un affluente dell’Arno, potrebbero danneggiare la Chiesa Russa.
Concepita dalla figlia dello Zar Nicola I, questo edificio dai caleidoscopici riflessi è molto frequentato dalla Comunità Ortodossa. Non senza ragione e a più riprese i cittadini del Quartiere Vittoria-Statuto-Romito, una zona molto popolosa, hanno manifestato la propria preoccupazione.
Provenendo da una città svizzera, Losanna, che non è un buon esempio in materia urbanistica, dove, per la speculazione  immobiliare,  le scelte in fatto di architettura danno l’impressione di essere del tutto casuali, ho sempre considerato con rispetto lo sforzo che l’Italia ha tradizionalmente fatto per la conservazione del proprio patrimonio, e non penso di essere il solo d’altronde. E’ per questo che l’Appello dei 16 mi ha interpellato fortemente:  possibile che Firenze, città delle mille meraviglie, possa avere  la stessa sorte di Angkor in Cambogia?
Ho voluto accertarmene personalmente, così come ho creduto logico riservare il primo appuntamento al Sindaco o ad uno dei suoi collaboratori. Dapprima mi sono imbattuto in un ostacolo: l’ Assessore alla mobilità e alle nuove infrastrutture riceve la stampa solo il giovedì, purtroppo il giorno in cui avrei lasciato Firenze. Dopo qualche incertezza tuttavia mi è stata data conferma: vi sarebbero stati due interlocutori sia l’Assessore all’Urbanistica  che quello alle Nuove Infrastrutture.
Nutrivo qualche apprensione, perché Giovanna mi aveva avvertito:” La stampa del nostro paese è piuttosto  controllata e  subalterna: come se fosse proibito parlare di quel che avviene qui! Perfino la stampa americana tace…..! “
In breve, non mi attendevo di essere ricevuto col tappeto rosso da parte della Municipalità, ma avrei sperato in un atteggiamento meno sfrontato.
L’Amministrazione Comunale attualmente occupa uno dei più belli edifici di Firenze, il Palazzo Medici Riccardi (http//:www.palazzo-medici.it/),infatti una Vergine col Bambino accoglie  il visitatore al primo piano, dove gli amministratori concedono udienza; ritrovata da Giuseppe Poggi negli scantinati di un ospedale psichiatrico, la tavola dipinta ha vissuto un lungo purgatorio. Avrà sofferto a causa della cattiva reputazione del suo autore, fra’ Filippo Lippi? Quel frate aveva ingravidato una  splendida monaca di neppure vent’anni. La tavola è stata giustamente riportata alla luce sotto lo sguardo protettivo di quattro Medici ricoperti dai loro manti d’ermellino.
Dall’alto punto di osservazione, i mecenati nei loro sontuosi abiti sembrano molto distanti dalla realtà: realizzano la deriva della città che governarono? Ai loro piedi su uno schermo che trasmette il dibattito comunale in atto, si stanno spolmonando i rappresentanti del popolo di Firenze; nessuno sa se gli astanti stiano ascoltando, un vecchio  cronista annota freneticamente.
Mi fanno segno di passare in una sala vicina, mi siedo ad un lungo tavolo, attorno a cui ordinariamente siedono gli amministratori della città. Arriva l’ Assessore all’Urbanistica  affiancato dalla sua portavoce.
Non lo conosco!”.  L’Assessore non è informato della missiva dei 16.
Manifesto il mio stupore: nel maggio 2015 avevo infatti contattato l’Unesco chiedendo come intendessero pronunciarsi sul documento, e la Direttrice PetyaTotcharova aveva riscontrato scrivendomi:
“ La prego di prender nota che  l’Unesco ha ricevuto recentemente delle comunicazioni da parte della società civile riguardanti il Centro Storico di Firenze, sito iscritto sulla lista (http://whc.unesco.org/it/list/) del Patrimonio Mondiale dal 1982. In conformità alla regole in vigore, il Centro del patrimonio mondiale ha comunicato le informazioni ricevute alle autorità italiane per verifiche e commenti”.
E’ possibile dire che la Municipalità di Firenze non sa nulla delle preoccupazioni dei propri amministrati? La mia perplessità aumenta quando entrano nella sala due persone, una donna e un uomo che mi viene presentato come il rappresentante ……..dell’Unesco a Firenze. Gli propongo di prendere parte alla discussione, ma lui con un gesto declina l’invito. Installatosi su una seggiola all’altro capo della sala, il personaggio non può perdere una sola parola della discussione che ho con l’Assessore, il quale rifiuta di entrare nel merito della lettera dei 16.
La scorre in fretta e non raccoglie il mio invito a fotocopiare il documento al fine di potersi pronunciare. Mi dichiara tuttavia che le opere di rinnovamento trovano la propria giustificazione nel “recupero” e nella “valorizzazione” di immobili abbandonati, caserme, sedi non più operative di banche, edifici industriali dismessi; quanto alle tramvie esse permettono di diminuire gli ingorghi di traffico secondo il modello dell’antico Sindaco di Londra Ken Livingstone.
Stabilito questo l’Assessore mi saluta senza neppure attendere che io mi alzi e lascia la sala seguito dalla sua collaboratrice il cui sguardo non esprime l’empatia di una Madonna del Pinturicchio. Non vedrò mai il secondo Assessore.
Nel 2017 il traffico urbano sarà diminuito del 60%”.
Durante tutto il mio soggiorno fiorentino la frase dell’assessore continuerà a girarmi nella testa: da ora a quella data, quanti alberi saranno abbattuti, quanti parchi disboscati?  “ Ieri una Città nelle mani dei Santi. E oggi?”,  così titolavano nel 2008 gli architetti fiorentini Delfo Del Bino e Alessandro Dini.
Essi pubblicarono una analisi molto completa, divenuta oggetto di riferimento, purtroppo snobbata dagli amministratori. I due autori chiedevano in sostanza di rinunciare ad un progetto “devastante” e proponevano una soluzione più leggera, suscettibile di risparmiare i gioielli architettonici del Centro Storico e della città moderna, nel suo sviluppo fra il XIX e il XX secolo.
Le alternative non furono prese in considerazione e, agli occhi dei visitatori, molti luoghi si presentano ormai come privi di alberature: visibilmente i responsabili delle opere pubbliche hanno intrapreso la scelta dell’autostrada amazzonica, il ricorso intensivo alla motosega.


Il primo a farne le spese è il Leccio, l’albero emblema di Firenze, sotto al quale ci si difende dalla canicola e che sequestra le polluzioni: scomparsi i vecchi lecci da Via dello Statuto, l’arteria principale del quartiere Vittoria-Statuto-Romito. In sostituzione saranno piantati delle specie di peri cinesi che crescendo alla maniera dei cipressi non offriranno mai ombra agli spazi pubblici con le loro fronde generose.
Galletti come i nuovi progettisti della città. Aridi come Viale Morgagni, fino a qualche anno fa popolato da Alberi della Rimembranza, piantati per commemorare il sacrificio delle migliaia di soldati fiorentini caduti sui campi di battaglia della Prima Guerra Mondiale: è la loro seconda morte , anzi peggio, il loro oblio che suggella i progetti dei promotori.
Lo spazio di un pomeriggio, una piccola infedeltà a Giovanna, per seguire Roberto in un triplo periplo in taxi che ci porta subito a casa di Gabriella, in un quartiere popolare, là dove si trovavano gli Antichi Macelli. Dal tetto della sua casa in Via Zeffirini,  godiamo di una vista panoramica.
Ai nostri piedi un buco di 450 metri in lunghezza e 50 in larghezza, gru e scavatrici a perdita d’occhio: è qui che deve sprofondarsi a 25metri la TAV per risalire dall’altra parte della città, non senza aver sfrontatamente avvicinato la Fortezza da Basso ed essersi assunta il rischio di smuoverne gli storici bastioni.
Nonostante fossero di pregio, gli Antichi Macelli sono stati rasi al suolo assieme al giardino con i suoi grandi Cedri del Libano, i suoi pini, i platani, i fiori. Le escavazioni sono state sospese ad una profondità di circa 6 metri in attesa di una decisione della Magistratura che indaga su ipotesi di corruzione.
C’è un lago qui sotto, oltretutto qui convergono molte falde sotterranee”, commenta Roberto. Questo Architetto, un intellettuale che in tempi andati si sarebbe definito “organico al Partito” , i cui avi Budini e Gattai edificarono diverse opere fiorentine nel XIX secolo, milita da molti anni contro la TAV .(http://wordpress.comune.fi.it/Wpreda/passantefi/) . E’ instancabile nel denunciare questo progetto che costa un occhio al capoluogo toscano:
“ Fa tutto schifo, gli scavi, gli sforamenti dei preventivi di spesa, gli appalti. Il disastro è che non c’è alcuna vera valutazione dell’impatto che le opere avranno sulla città, non è mai stata ascoltata la cittadinanza che aveva rifiutato la tramvia in un referendum consultivo nel 2008”.
La scena successiva avrebbe potuto ben figurare in un film dei fratelli Marx: animato dalle nostre conversazioni, il secondo conducente di taxi, un personaggio sdentato e capelluto, si mette a urlare:” Non si devono tagliare gli alberi, non è giusto, non è giusto, soprattutto in una città medioevale. Ci stanno derubando!”.
Evidentemente crede di essere sul circuito di Monza e ci pilota volando verso l’Arco di Trionfo dei Lorena, Piazza della Libertà. Vedo fauni bronzei che sono al centro di una grande fontana circondata da alberi secolari, condannati a sparire perché qui sarà creato un doppio tunnel sull’asse Bologna –Roma della TAV; l’instabilità del sottosuolo ricco di falde minaccia anche gli immobili tutt’intorno, eleganti edifici stile“Haussmann”.
Dall’interno della terza vettura che ci trasporta verso il Centro Storico di Firenze, scorgiamo opere che forse non resisteranno al passaggio delle  due opere combinate TAV e Tramvia. Il Ponte al Pino è una di queste. Piazza Muratori e l’asse che porta a Piazza Leopoldo vedono all’opera le motoseghe. La Città non ha tenuto in debito conto le possibili alternative che avrebbero risparmiato il verde. “ Loro non ascoltano mai! ” ribatte Francesca, l’autista che non riesce a contenersi. A questo punto Roberto non resiste a raccontare la “profezia della monaca”, una suora del Convento di Santa Maria degli Angeli: annunciava che Firenze sarebbe stata distrutta da un mostro di ferro scaturito dal ventre della terra.
Entro al piano terreno del Palazzo Budini Gattai, una costruzione rinascimentale che sorge in Piazza SS. Annunziata: rotoli di disegni, vecchie planimetrie si mescolano e si impilano su una scrivania a mala pena rischiarata, quella di Roberto. Pare di essere in un quadro di Caravaggio.
L’uomo pare essere l’ultimo sopravvissuto di una razza di architetti che si esprimono ancora sulla carta: il padrone di casa svolge la carta più grande e punta il dito sulla regione nord della città, là dove si trova l’aeroporto, tutto un programma. Attualmente orientato in direzione nord-sud verso il Monte Morello, la pista sarà spostata per orientarsi in direzione est-ovest. Ciò implica  che prima di atterrare gli aerei sorvoleranno una buona parte della città, e tanto peggio se l’antica Etruria dispone già di un aeroporto internazionale distante solo 60 km.
Tempo fa era molto pratico per i fiorentini servirsi dell’aeroporto di Pisa: il check- in si faceva alla Stazione Centrale e un treno navetta trasportava i passeggeri praticamente a lato della pista. Queste comodità sono state soppresse, e qualcuno vede tutto ciò come una sleale concorrenza per favorire l’aeroporto del capoluogo. “Aggiunto alla Tav e alla Tramvia questo progetto per Firenze è esiziale”.
Per provare le sue affermazioni Roberto ha fatto venire Ilaria, una giovane urbanista ricercatrice presso l’Università di Bologna. Apprendo che nella Piana di Firenze, dove un tempo si producevano grano e verdure, ricca di canali e degli stagni cari a Boccaccio, vi sono grandi resistenze, e non solo in ragione della nocività determinata dall’ampliamento dell’aeroporto. Un movimento, detto delle “Mamme” si muove anche contro un inceneritore, ma senza successo. Vicini all’ex Sindaco Matteo Renzi i promotori hanno avuto l’ultima parola, come l’hanno nella maggior parte delle opere in atto in questi luoghi.  800.000 metri quadri proposti all’acquisto su un sito internet creato ad hoc, 70 pagine di immobili in vendita.
L’Amministrazione pubblica si è trasformata in agenzia immobiliare “ ironizza Ilaria; “  Il risultato non è un qualsiasi miglioramento dei quartieri popolari, è una lussificazione” senza mezzi termini. Spremuta come un limone, Firenze assomiglia a una città da giocarsi in Borsa. “ Senza alcun riguardo per la salute. “I fiorentini sono un popolo di bottegai, non faranno mai la rivoluzione” , ironizza Ilaria, “Renzi ci ha tolto la terra da sotto ai piedi, non c’è opposizione, i partiti politici non si relazionano con la cittadinanza”.
Mi torna in mente il titolo di un film di Francesco Rosi “Le mani sulla città”, girato a Napoli nel 1963. Sono passati più di 50 anni, ma le cose sono davvero cambiate?
Ho ritrovato Giovanna e il suo ombrello rosso per una passeggiata sotto una pioggia fine. Deanna, una studiosa di Storia, ci accompagna; ci dirigiamo lungo il Mugnone, il torrente che non si deve provocare. Uscendo dagli argini furiosamente nel 1992 inondò tutti gli scantinati e le strade dei dintorni, accatastando le auto contro i muri delle case. Gli abitanti ne sono ancora traumatizzati. Realizzano la dimensione dei cambiamenti annunciati? Dai due lati del torrente si ergono palizzate che nascondono la vista della Chiesa Ortodossa di cui non si vede altro che la cupoletta a bulbo dorata.
Indotta dai cantieri che sorgono nei pressi della Fortezza, una strana concentrazione di ostacoli al deflusso delle acque al piede dei ponti sul Mugnone alimenta il rischio inondazione, nel mentre  l’abbassamento della falda freatica priverà l’Opificio delle Pietre Dure, illustre centro di Restauro, la cui creazione risale ai Medici, delle risorse idriche necessarie alla climatizzazione per la conservazione delle opere d’arte.
Una automobile parcheggia accanto a noi recante queste tre lettere simboliche: CMB (Cooperativa Muratori e Braccianti) (http://www.cmbcarpi.it/it/default.aspx) .
Nel senso comune la cooperativa, un tempo comunista, in cui hanno lavorato migliaia di operai fra l’800 e il ‘900, ha perduto la propria vocazione sociale  originaria. Trasferitasi nel grande gioco degli appalti oggi evoca piuttosto gli intrallazzi. Lo sguardo nero, etrusco, di Deanna si infiamma: “Gli abitanti non possono mettere un fiore alla finestra per i vincoli esistenti mentre tutto viene consentito a questi progetti!..”
Addormentandomi ho ripensato alle orde di turisti che si incrociano nelle strade di Firenze, come formiche agglutinate seguono la pista tracciata da una di loro e non si scostano dai sentieri battuti.
Cosa resta dello spirito dei geni del Rinascimento? Quale eredità della visione di Giuseppe Poggi resta ancora? (http://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Poggi) Poggi, urbanista, architetto, ingegnere, codificò l’architettura dell’800 fiorentino, estendendo la città fino al Piazzale Michelangelo, non senza averla circondata con viali e giardini. Il turismo non è forse una piaga che favorisce sporcizia e malaffare?
La mia impressione è che ovunque passerà la Tramvia morirà un poco dell’anima di Firenze, triste da constatarsi sapendo l’utilità ecologica di questo mezzo!
Possibile che gli amministratori siano così privi d’immaginazione e di sensibilità per ignorare la bellezza? Con un po’ di buona volontà non avrebbero potuto evitare un massacro e ingraziarsi la popolazione? Così ora, eccoli trattati come “cervelli fusi”, “ignoranti”, paragonati agli iconoclasti di Palmyra.
“Cornuti e mazziati”, una espressione napoletana quasi intraducibile in francese, ma che significa più o meno “cocus et blousés”. Ebbene è quello che provano i fiorentini quando, all’ingresso della città, per esempio, affrontano tutti i giorni la vista di due complessi che tradiscono la megalomania  diffusa: il primo è il Palazzo di Giustizia, una successione di frecce nere verso il cielo. Per ottenere una visura, un atto, i visitatori devono percorrere centinaia di metri in spazi in cui i passi risuonano all’infinito; il secondo è la Scuola dei Carabinieri: migliaia di metri quadri devastati, una costruzione all’abbandono su cui vegliano un pugno di militi. Nessuno dubita che James Bond si divertirebbe in questa “città” della paura.
In passato quando  mi avvicinavo alla periferia di Firenze tornando da un viaggio, dalla mia ‘500 scorgevo la Cupola del Duomo, intravedevo i quartieri più ordinati, le ville delle colline, sapevo di essere a casa. Ora tutto è nascosto, non si riconosce più la nostra città”.
Allo scopo di consentirmi di avere una vista dell’insieme, Giovanna mi propone di terminare il nostro giro alle Cascine, il maggior Parco della città, con i Viali “la passeggiata dei fiorentini” nelle intenzioni di Giuseppe Poggi: sventrato dai piloni e dalle rotaie il polmone di Firenze fa una gran pena.
Un tempo dialogante con alberi secolari il monumento al re Vittorio Emanuele II non contempla altro che un muro di cemento e sogna forse di esiliarsi verso un’ altra collocazione più centrale.
La bellezza non conta più, contano solo i soldi”, sorride tristemente la mia guida con il dito puntato verso il nuovo Teatro dell’Opera, una costruzione monumentale dai muri bucherellati, posata a margine dell’ingresso alle Cascine, tal quale un  incongruo asteroide.
Che necessità c’era dal momento che Firenze disponeva già di un Teatro Comunale di alto livello? Il mistero regna, se non che si tratta dell’ultima realizzazione voluta da Matteo Renzi, l’uomo che ha regnato a Firenze dal 2009 al 2014 con l’appoggio di ricchi industriali, come Ferragamo e Frescobaldi. Colui che era detto “il bomba”, o “il rottamatore” o meglio “ il demolitore”, non ha solamente demolito la sinistra italiana, la sua parte politica, facendola esplodere in tanti pezzetti: ha “atomizzato” la fisionomia di Firenze; diventato primo ministro della Repubblica Italiana, continua a controllarne i più reconditi recessi grazie alla sua rete di seguaci.
Renzi non ha ancora 41 anni ma la sua ombra incombe sulla Toscana come un condor su Macchu Picchu.
Possa Firenze non conoscere lo stesso destino della capitale degli Incas, anch’essa inserita nella lista del Patrimonio Mondiale. Possa il Marchese de Sade non avere avuto ragione, lui che riteneva che Firenze fosse la città più corrotta del mondo.
Non si sta esagerando:  a un solo giorno dal mio ritorno in Svizzera, il Sindaco di Firenze ha organizzato una conferenza stampa per annunciare che Unesco tiene il Centro della città sotto osservazione speciale. Cosa voleva dire, esattamente? I media restano sibillini, un Consigliere fiorentino ha presentato interpellanza al Sindaco Dario Nardella.
Il sottosuolo acquifero di Firenze collide con le grandi opere al punto da costituire una minaccia per il patrimonio  storico? La rappresentante dell’Unesco a Parigi, a cui ho posto la domanda non ha risposto. In attesa di nuovi sviluppi resta viva nella mia memoria la frase dell’Assessore all’Urbanistica:
” Una lettera all’Unesco? Non la conosco!"
 

giovedì 5 novembre 2015

Crolla una trivella nel cantiere della Tramvia

L'UNESCO, SI MUOVE.....

INTANTO :
Crolla una trivella nel cantiere della Tramvia nei pressi di viale Guidoni. 

Su questo Blog è pubblicato dal marzo u.s. Il testo dell’Appello inviato all’Unesco-ICOMOS e sottoscritto da 16 cittadini di Firenze; l’Appello era stato inviato anche a Unesco Italia e secondo la prassi di Unesco era arrivato sui tavoli dell’Ufficio Unesco di Firenze e del Sindaco Nardella.
L’appello ha suscitato la reazione immediata dei tecnici Unesco ai più alti livelli e si è messa in moto a maggio la procedura prevista dai trattati: il motivo della reazione discende dai contenuti dell’appello che era stato strutturato secondo i Criteri delle Linee guida operative 2005-2012 e ne coglieva il senso.
Quindi non poteva non essere accolto.
Stanno emergendo i gravissimi rilievi che Unesco riscontra nel modo in cui per anni l’ Amministrazione Comunale ha proceduto, contravvenendo ai trattati e alle convenzioni, ad attuare le proprie politiche circa il patrimonio monumentale, storico-urbanistico,  ed i programmi di nuove infrastrutture.
Gli Amministratori che si sono succeduti alla guida del Comune (Patrimonio Comune!) non hanno mai informato Unesco dei propri programmi: non solo dei progetti, ma delle intenzioni! A questo erano tenuti a norma della Convenzione sottoscritta ed accettata  per l’iscrizione della Città di Firenze nella Lista World Heritage : i rapporti annuali che l’Ufficio Unesco di Firenze ha inviato negli anni a Parigi non riportavano altro che la situazione era ECCELLENTE a qualsiasi riguardo!
Emerge che i rilievi del Rapporto Ufficiale sono esattamente quelli contenuti nell’Appello dei 16 cittadini, ed emerge anche il patetico tentativo condotto in questi giorni dal Sindaco e dai Suoi per sminuire e sviare e confondere e disinformare: “la lettera riguarda il degrado”, “è una iniziativa dei Comitati”, “ Firenze non è iscritta nella lista dei siti in pericolo”, “facciamo un tavolo aperto, una maratona per raccogliere le osservazioni del degrado”………..
Informiamo: Il Sindaco è stato costretto a rivelare che Unesco ha iniziato la procedura per la messa in mora e Unesco procederà a verificare quanto i 16 cittadini hanno denunciato, verranno a vedere e verificare quei piani e progetti di cui erano stati tenuti all’oscuro.
Nulla di quanto denunciato nell’Appello ha a che vedere con il degrado, per scelta degli estensori: il degrado è reversibile, le trasformazioni del sottosuolo sono irreversibili, i cambi di destinazione d’uso sono irreversibili, i tunnel sono eterni, queste sono le minacce che attentano alla Città! 
Il degrado lo può rimediare e togliere chi lo ha permesso con la mala gestione, mentre le acque delle falde su cui sorge la Città una volta perdute sono perdute per sempre, il sottosuolo sprofonda, le fondamenta cedono, e cedono ovunque le acque mancano o sovrabbondano, a valle o a monte.
Ieri ha ceduto il terreno trivellato in fondo a Viale Guidoni: da mesi stanno lavorando alla linea della Tramvia che collegherà il nuovo, nefando e scellerato aeroporto con il centro.
E’ caduta una trivella da 120 tonnellate e non è morto nessuno, ma il fatto va descritto e interpretato:
1)- le trivelle si innalzano senza che vi siano distanze di sicurezza verso le migliaia e migliaia di auto in transito. Con quale rispetto per le norme di sicurezza? Chi sono i responsabili? Progettisti, relatori, committenti, legislatori? Chi ha mai letto le Relazioni di VIA? Dove è la SIA per la Linea 2?
2)- E’ palese e dimostrato che il terreno impregnato di acque CEDE: vogliamo provare anche in centro?

COMUNQUE AD OGGI IL SINDACO TIENE SECRETATO QUANTO NOTIFICATO DA UNESCO: inqualificabile.    

giovedì 29 ottobre 2015

LETTERE SEGRETE


LETTERE SCARLATTE, LETTERE SEGRETE






IL CORRIERE FIORENTINO DEL 29/10/2015 FA TRAPELARE ALCUNE NOTIZIE RIGUARDO AL CONTENUTO DI UNA CERTA LETTERA INVIATA AL SINDACO NARDELLA DAL COMITATO UNESCO DI PARIGI.
IL SINDACO NEI GIORNI SCORSI AVEVA DICHIARATO L'APERTURA DI UN PROCEDIMENTO DI SORVEGLIANZA SPECIALE RIGUARDANTE IL DEGRADO DELLA CITTA' ( IMMONDIZIE A STRASCICO PER LE STRADE, NEGOZIETTI VARI E SUPERMERCATINI ESOTICI).
IL CORRIERE FIORENTINO INCREMENTA QUESTO ELENCO INTRODUCENDO ALTRI ARGOMENTI BEN PIU' SERI: TUNNEL IN ESCAVAZIONE E IN PROGETTAZIONE.
TUTTAVIA LA LETTERA DI CUI TANTO SI PARLA E' ANCORA " CHIUSA A DOPPIA MANDATA NELL'UFFICIO DEL SINDACO".
IL CORRIERE FIORENTINO A RIGUARDO PIU' NIENTE LASCIA FILTRARE, MA SE VOLESSIMO FARE UNA IPOTESI REALISTICA SUL CONTENUTO POTREMMO DIRE ALCUNE COSE.
IL PROVVEDIMENTO DI  "SORVEGLIANZA SPECIALE" DISCENDE DALLE LINEE GUIDA OPERATIVE CHE IN QUESTI CASI VENGONO SEGUITE DAL COMITATO O DAL SEGRETARIATO UNESCO, QUANDO UN SITO INSERITO FRA I PATRIMONI MONDIALI DIVIENE " VULNERABILE PER EFFETTO DI MUTAZIONI IRREVERSIBILI".
NULL'ALTRO.
I CRITERI PER L'ISCRIZIONE DI UN PATRIMONIO MONDIALE NELLA LISTA DEI BENI IN PERICOLO SONO I SEGUENTI:


CRITERI PER L’ISCRIZIONE
Un bene del patrimonio mondiale può essere iscritto nella lista “in pericolo” quando il Comitato giudica che la situazione del bene stesso corrisponde almeno ad uno dei casi segg.
a)      Pericolo Provato il bene è minacciato da un danno provato, preciso e imminente come :
alterazione dei materiali (viii)
alterazione gravi delle strutture e/o delle decorazioni (ix)
alterazioni gravi della coerenza architettonica e urbanistica (x)
alterazione grave dello spazio urbano o rurale o degli spazi dell’intorno naturale(xi)
perdita significativa dell’autenticità storica (xii)

snaturamento grave del significato culturale (xiii)

     MESSA IN PERICOLO

 b)Il bene è esposto a minacce gravi che potrebbero avere effetti nocivi sulle sue caratteristiche essenziali come:
modifiche allo stato giuridico del bene di natura tale
da diminuire il grado della protezione (xiv)
carenza delle politiche di conservazione (xv)
minacce contenute in progetti di trasformazione del territorio (xvi)
minacce contenute in piani urbanistici (xvii)
conflitti armati ( xviii)
impatti minacciosi per fattori climatici, geologici, o d’altra natura simile (xix)
no naturale(xi)

perdita significativa dell’autenticità storica (xii)
snaturamento grave del significato culturale (xiii)


LA LETTERA INVIATA AL SINDACO DI FIRENZE RAPPRESENTA IL PRIMO PASSO UFFICIALE PER L'ISCRIZIONE NELLA LISTA DEI SITI IN PERICOLO A CUI FARà SICURAMENTE SEGUITO UNA RICHIESTA DI ESAME DEL PROGETTO GLOBALE  CHE STA TRASFORMANDO  IRREVERSIBILMENTE QUESTA CITTA':
TRAMVIE, TAV, AEROPORTO, SVENDITA DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE PUBBLICO.
TUTTI QUESTI PROGETTI VENGONO DA ANNI DENUNCIATI DAI CITTADINI, MA SONO PERVICACEMENTE PERSEGUITI DA CHI LI HA PROMOSSI, IN UN UNICO FOLLE DISEGNO; MA FINALMENTE QUALCUNO ORA VERRA' AD APRIRE I CASSETTI TENUTI CHIUSI A DOPPIA MANDATA.
INTANTO I GIORNALI SONO OBBLIGATI A PARLARNE.








venerdì 23 ottobre 2015

LA GRANDE FIERA DI FIRENZE E' INIZIATA





LA GRANDE FIERA DI FIRENZE E' INIZIATA:

SVENDITE-DEGRADO-CANTIERI-DECLASSAMENTO

Unesco: Puglisi, nessuna bocciatura per Firenze Smentita ogni ipotesi di declassamento

"Sono destituite di ogni fondamento le indiscrezioni pubblicate da alcuni organi di stampa relative a un declassamento della città di Firenze all’interno dei siti patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Firenze è e rimane un punto di prestigio e di forza del nostro asset culturale dentro e fuori dall’Unesco". È la dichiarazione lapidaria di Giovanni Puglisi, presidente della Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco.
Parole lapidarie ma inconcludenti e inconferenti rispetto alla situazione in cui si trova Firenze oggi.
Non si conosce il testo con il quale gli uffici di Unesco – Parigi abbiano notificato  al Sindaco Nardella l’avvio di un procedimento che, senza che nessuno l’abbia loro richiesto, lo stesso Nardella e il responsabile Unesco a Firenze hanno dichiarato rientri nel primo livello di attenzione che può determinare, a fine percorso, l’iscrizione di Firenze fra i siti in pericolo e l’esclusione dai siti World Heritage.
Fra un mese quel testo si conoscerà e si vedrà se contiene riferimenti al “degrado puro e semplice” in cui versa il Centro Storico, alla perdita di identità del commercio e delle attività artigianali, alla scia di sporcizia  e varie lordure che il turismo di massa lascia dietro di sé, oppure se quel testo attiene al contenuto di un esposto inviato nel marzo scorso a Parigi e Roma, da 16 cittadini di Firenze.
E’ noto e pubblicato che l’appello urgente a Parigi conteneva la denuncia di ben altro degrado, ovvero il rischio  a cui la città viene esposta da  grandi opere sul suolo e nel sottosuolo  urbano:  2  Tunnel TAV , 2 tramvie, anelli di tunnel veicolari, che tutti insieme comportano  una irreversibile intromissione e alterazione delle falde acquifere su cui la città è stata costruita; lesioni a monumenti tutelati da Unesco già date per certe; cedimenti  delle fondazioni dei principali monumenti che  un’opera ancora in fase di progetto, nientemeno che due linee di tunnel  di metropolitana sotto al Centro Storico, fa giustamente temere; un’operazione di vendite immobiliari di grandi edifici, per lo più storici e notificati,  accompagnate da  cambi di destinazione d’uso, vendite promosse sia dalla Regione che dal Comune ( su propri siti)
 Dunque, Firenze in vendita e sfigurata, come sono sfigurati i quartieri coinvolti dalle opere in corso, come saranno sfigurate le piazze del centro, anche entro la cerchia dei Viali, in cui saranno scavati almeno 12           parcheggi  , come sono state sfigurate le Cascine; basta vedere come il quartiere Vittoria Statuto è ridotto nel suo asse principale, radicato nella progettazione urbanistica di Giuseppe Poggi, come viene massacrato l’assetto da lui conferito al nodo della Fortezza/Viali/Mugnone/Statuto.
Basta vedere le soluzioni per Stazione S.M.N- Via Valfonda-Fortezza e i progetti prospettati in questi giorni per il cosiddetto Polo espositivo Congressuale della Fortezza: già si vede l’impianto di un cantiere all’interno del Giardino di Villa Vittoria in Via Valfonda, pronto per tagliare gli alberi secolari, abbattere il muro di cinta: bisogna fare spazio ai binari ( altrimenti la tramvia non passa, bel modo di progettare!); basta vedere i mucchi di porfido ( pavimentazione originaria di Piazza della Stazione) che saranno buttati per poter asfaltare; basta vedere la destinazione della Palazzina Reale di Michelucci ( un altro mangificio?); basta leggere che all’interno della Fortezza butteranno all’aria i Padiglioni Spadolini e Cavaniglia. Per il G7 del 2017.
Tanti, in Italia e all’estero, si domandano: ma la Soprintendenza se ne sta a guardare?
No, la Soprintendenza, il Ministero dei Beni Culturali, non stanno a guardare. Mai. Vedono, fanno alcune marginali osservazioni e approvano, ci mancherebbe altro, TUTTO APPROVATO. Ma con quale coscienza non si sa. E la tanto declamata Unesco Italia?
Abbiamo letto il comunicato del Prof. Puglisi: “

venerdì 28 agosto 2015

NUOVE NOMINE DI DIRETTORI STRANIERI A CAPO DEI NOSTRI MUSEI



Risultato immagine per galleria degli uffizi



"Salone dei 500? Dei 200? Ponte Vecchio? Corridoio Vasariano?" "Mah, intanto andiamo, tanto non sono ancora arrivate le Escorts...le Museine...senza loro un' pagano!" 


  
Come leggiamo e interpretiamo la vicenda delle nomine dei 20 nuovi direttori di Musei italiani?
Il neo direttore della Galleria dell’Accademia di Brera, l’anglo canadese James Bradburne, in una intervista rilasciata a caldo
D’altra parte fra i suoi titoli ( che non paiono eccelsi) egli accampa quello di aver diretto le attività della Fondazione Palazzo Strozzi, palazzo che come tutti sanno è uno spazio espositivo, non un Museo; quindi quello che sa fare è allestire mostre d’arte senza occuparsi d’altro, cioè dell’altro importantissimo compito, quello
E che dire dell’argomento “studio”? A chi risulta che qualche volta il Restauro di un’opera d’arte in Italia non sia stato accompagnato da studi e non sia stato una operazione di studio? A chi risulta che detti studi non siano mai stati pubblicati? A chi risulta che le opere, anche quelle dei depositi non siano accessibili agli studiosi ( senza escludere le opere delle collezioni)?
I Musei sono nati da raccolte e collezioni ( anche spoliando il patrimonio ecclesiastico) e le nostre leggi hanno configurato,
Poi il Codice dei Beni Culturali ha sciaguratamente introdotto
La valorizzazione dei Musei ha comportato l’apertura di caffetterie, di book shop, e di attività commerciali al loro interno.
Ma in cosa sarebbe consistito l’aumento di valore del Patrimonio Artistico Culturale del Popolo italiano che è il proprietario?
Le greggi di visitatori che vengono portati in coda dentro alle sale dei Musei ( ma sì, pensiamo agli Uffizi, tanto per far prima, al Museo dell’Accademia…) cosa vedono, cosa imparano e cosa capiscono !?
Questo tipo di presenza ha manifestato interesse
Ma quando mai…………
Quindi cosa faranno i prelodati neo Direttori? Seguiranno i disegni ed i programmi di chi li ha nominati: questo è facile supporlo; dunque il Direttore si occuperà di esporre (
Freschissima la notizia (*) che il neodirettore degli Uffizi Eike Schmidt pensa già di affittare alcune sale del Museo per “eventi dei privati”, “cosa che del resto si faceva anche nel ‘700 e nell’800”, dice, e questo per lui sarebbe il nuovo?
La Valorizzazione? Risottino e spaghettini davanti a Filippo Lippi? Sfilate di sculettanti e ignude ragazze davanti alle Madonne in Maestà? Per quattro soldi in più?
Ci permettiamo ancora un’ ipotesi:
Ci ricordiamo anche che a qualcuno era venuto in mente di
Passo passo si va alla privatizzazione del nostro Patrimonio,
Ma a chi ci legge vogliamo far rilevare che il Patrimonio Culturale Pubblico fa parte del Demanio Culturale come definito dal Codice Civile e soggetto a particolari disposizioni e tutele, anche se il famoso Decreto “sblocca Italia” sta cercando di alterarne natura e contenuti, cominciando ad alienare immobili fino a ieri inalienabili.
Quindi, cari dodici lettori, temiamo che questo sia il progetto, che purtroppo di questi tempi va in parallelo con operazioni meno eleganti come la spoliazione del Patrimonio pubblico e del Demanio greco (isole, aeroporti, porti…..)
Qui non si sta molto meglio e la “ripresa” è solo nelle visioni di qualcuno: che si stia andando a raschiare il fondo del barile cominciando da quello che è
Ad un Direttore non italiano, che gliene importa della roba nostra? Però come ha scritto Umberto Cecchi, ad Hermann Goering in un “certo senso” gliene importava, tanto, ma tanto, che
D’altro canto anche Napoleone e i Lanzichenecchi, di ritorno a casa, per mesi hanno portato via la roba nostra; e
D’altra parte sempre i Greci ne sanno qualcosa di Tedeschi e Inglesi amanti dell’ Arte, Fidia sta sempre in Inghilterra.
E questa, cari dodici lettori, è storia.