martedì 29 maggio 2018

VECCHIE FIGURE VESTITE COME NUOVI SALVATORI DELLA PATRIA SI RIPRESENTANO


C.V.D. COME VOLEVASI DIMOSTRARE.
L’avevamo scritto il 21maggio: non ci provate! L’abbiamo ribadito alle prime avvisaglie: ci stanno provando.


Il commissario Ue agli italiani: "I mercati  insegneranno all'Italia a votare giusto"

Tensioni in Borsa per l'incertezza politica. Lo spread sfonda i 320 punti. E il commissario tedesco minaccia gli italiani.

Ora possiamo dire che qualcuno è buon profeta in patria, ma senza alcuna soddisfazione perché raccogliendo ricordi e sensazioni strane ci sentiamo di dire che è appena cominciato l’ultimo atto della rappresentazione: come mai Pittibimbo si dimetteva sconfitto e bastonato e tuttavia sorrideva con il suo sorrisetto strafottente? Come a dire: forse a voi pare, ma io non ho perso, anzi ora comincia il bello. E dai con la storia del pop corn. Come mai tutto il Pd si sfascia ma nulla cambia e tutto resta fermo? Come a dire: non è  successo niente, calma e gesso. E dai con la farsa dei colloqui esplorativi saltati per aria a Rai 3. Come mai sua maestà presidenziale dopo le prime mosse comincia ad evocare il governo del presidente? E intanto lo “spread” manda i primi segnali, i giornali europei mandano insulti, arrivano avvertimenti ricattatori da chi comanda l’Europa, la stampa italiana e tutte le televisioni si schierano compatte a fare autentica e pura disinformazione; non dimentichiamo l’aiutino del N.Y. Times quello non manca mai. Poi il colpo di scena che sappiamo e, deus ex machina, cala dall’alto del trono presidenziale un pacchetto preconfezionato di  presidente del gran  consiglio e relativo governo: è chiaro, lo tenevano pronto da tempo. Mahhh, è un governo neutro, mahhh, per andare alle elezioni, fare solo qualche nomina. Qualcuno del gran consiglio, magari la stessa maestà presidenziale vuole DI GRAZIA spiegare alla plebe del terzo stato che succederebbe se alle elezioni si ripresentasse ( anche con un maggioranza assoluta dell’ 80 %) lo stesso schieramento politico, gli stessi eletti, lo stesso programma politico, la stessa proposta di governo? Si riproporrebbe la stessa sceneggiatura? No, questa è già la risposta che possiamo dare in largo anticipo, perché da giugno a settembre/ottobre succederà DI TUTTO, E LORO LO HANNO GIA’ pronto, surgelato, devono solo spacchettarlo e metterlo nel microonde.

Succederà di tutto, tutto quello che serve a spostare milioni di voti da un fronte all’altro, dal fronte Lega M5S, al Pd al Partito disponibile. PER QUESTO IL PITTIBIMBO AVEVA IL SORRISETTO SARCASTICO ANCHE SE IL SEDERE GLI DOLEVA, PER QUESTO HA TENUTO TUTTE LE BOCCE FERME, A COSTO DI FARSI PRENDERE A MALE PAROLE : LUI NON SCOPRIVA LE CARTE. I voti gli devono ritornare, lui lo sapeva, d’accordo col reuccio, con gli alti poteri che contano, quelli dei commissari non eletti, quelli nominati dalle banche, d’accordo con quelli che dispongono delle vite degli inconsapevoli povericristi che vanno a votare, o scendono in miniera, o girano in bici a consegnare cibo/scoria-azotata per 2 euro a consegna, studiano o insegnano, lavano e stirano, vanno in ufficio, curano, producono, o sono in miseria. VOI NON CONTATE UN C….! diceva IL MARCHESE DEL GRILLO. Cosa faranno per spostare milioni di voti? Di tutto, di più. Non siamo la Grecia ( Alma Mater) siamo meglio, siamo ciccia da spolpare, tanta ciccia. Perciò, come diceva Clemenza ( ne “il Padrino”) andiamo ai materassi. Primo: non credere ad una sola parola di giornali e tv, usare la testa; secondo: formare reti di solidarietà; terzo: svuotare i conti correnti prima che sia troppo tardi.




LETTERA APERTA DEL PROF. PAOLO SAVONA


LA RISPOSTA DEL PROF. PAOLO SAVONA


Ho subito un grave torto dalla massima istituzione del Paese sulla base di un paradossale processo alle intenzioni di voler uscire dall’euro e non a quelle che professo e che ho ripetuto nel mio Comunicato, criticato dalla maggior parte dei media senza neanche illustrarne i contenuti. Insieme alla solidarietà espressa da chi mi conosce e non distorce il mio pensiero, una particolare consolazione mi è venuta da Jean Paul Fitoussi sul Mattino di Napoli e da Wolfgang Münchau sul Financial Times. Il primo, con cui ho da decenni civili discussioni sul tema, afferma correttamente che non avrei mai messo in discussione l’euro, ma avrei chiesto all’Unione Europea di dare risposte alle esigenze di cambiamento che provengono dall’interno di tutti i paesi-membri; aggiungo che ciò si sarebbe dovuto svolgere secondo la strategia di negoziazione suggerita dalla teoria dei giochi che raccomanda di non rivelare i limiti dell’azione,perché altrimenti si è già sconfitti, un concetto da me ripetutamente espressopubblicamente. Nell’epoca dei like o don’t like anche la Presidenza della Repubblica segue questa moda.
Più incisivo e vicino al mio pensiero è il commento di Münchau. Nel suo commento egli analizza come deve essere l’euro per non subire la dominanza mondiale del dollaro e della geopolitica degli Stati Uniti, affermando che la moneta europea è stata mal costruita per colpa della miopia dei tedeschi. La Germania impedisce che l’euro divenga come il dollaro “una parte essenziale della politica estera”. Purtroppo, egli aggiunge, il dollaro ha perso questa caratteristica, l’euro non è in condizione di rimpiazzarlo o, quanto meno, svolgere un ruolo parallelo, e di conseguenza siamo nel caos delle relazioni economiche internazionali; queste volgono verso il protezionismo nazionalistico, non certo forierodi stabilità politica, sociale ed economica. È il tema che con Paolo Panerai ho toccato nel pamphlet recentemente pubblicato su Carli e il Trattato di Maastricht, dove emerge la lucida grandezza di Paolo Baffi. L’Italia registra fenomeni di povertà, minore reddito e maggiore disuguaglianze. Il 28 e 29 giugno si terrà un incontro importante tra Capi di Stato a Bruxelles: chi rappresenterà le istanze del popolo italiano? Non potrà andarci Mattarella, né può farlo Cottarelli. Se non avesse avuto veti inaccettabili, perché infondati, il Governo Conte avrebbe potuto contare sul sostegno di Macron, così incanalando le reazioni scomposte che provengono dall’interno di tutti indistintamente i paesi-membri europei verso decisioni che aiutino l’Italia a uscire dalla china verso cui è stata spinta. Münchaugiustamente afferma che “teme non vi sia un sostegno politico nel Nord Europa” e quindi non ci resta che patire gli effetti del protezionismo e dell’instabilità sociale. Si tratta di decidere se gli europeisti sono quelli che stanno creando le condizioni per la fine dell’UE o chi, come me, ne chiede la riforma per salvare gli obiettivi che si era prefissi.

Paolo Savona


 https://scenarieconomici.it/la-risposta-del-prof-paolo-savona/

lunedì 28 maggio 2018

COMUNICATO PROF. PAOLO SAVONA


ECCO LA VERITA'


Comunicato Prof. Paolo Savona 27 maggio 2018 h. 13.20
Non sono mai intervenuto in questi giorni nella scomposta polemica che si è svolta sulle mie idee in materia di Unione Europea e, in particolare, sul tema dell’euro, perché chiaramente espresse nelle mie memorie consegnate all’Editore il 31 dicembre 2017, circolate a stampa in questi giorni, in particolare alle pagine 126-127. Per il rispetto che porto alle Istituzioni, sento il dovere di riassumerle brevemente:
– Creare una scuola europea di ogni ordine e grado per pervenire a una cultura comune che consenta l’affermarsi di consenso alla nascita di un’unione politica …..
– Assegnare alla BCE le funzioni svolte dalle principali banche centrali del mondo per perseguire il duplice obiettivo della stabilità monetaria e della crescita reale ..…
– Attribuire al Parlamento europeo poteri legislativi sulle materie che non possono essere governate con pari efficacia a livello nazionale, …..
– Conferire alla Commissione Europea il potere di iniziativa legislativa sulle materie di cui all’art. 3 del Trattato di Lisbona …..
– Nella fase di attuazione, prima del suo scioglimento, assegnare al Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo compiti di vigilanza sulle istituzioni europee per garantire il rispetto degli obiettivi e l’uso dei poteri stabiliti dai nuovi accordi.
Per quanto riguarda la trasposizione di questi miei convincimenti nel programma di Governo non posso che riferirmi al contenuto del paragrafo 29, pagine 53-55, del Contratto stipulato tra la Lega e il M5S, nel quale vengono specificati gli intenti che verranno perseguiti dal Governo che si va costituendo “alla luce delle problematicità emerse negli ultimi anni“; queste inducono a chiedere all’Unione Europea “la piena attuazione degli obiettivi stabiliti nel 1992 con il Trattato di Maastricht, confermati nel 2007 con il Trattato di Lisbona, individuando gli strumenti da attivare per ciascun obiettivo” che nel testo che segue vengono specificati.
Anche per le preoccupazioni espresse nel dibattito sul debito pubblico e il deficit il riferimento d’obbligo è il paragrafo 8 di pagina 17 del Contratto in cui è chiaramente detto che “L’azione del Governo sarà mirata a un programma di riduzione del debito pubblico non già per mezzo di interventi basati su tasse e austerità – politiche che si sono rivelate errate ad ottenere tale obiettivo – bensì per il tramite della crescita del PIL, da ottenersi con un rilancio della domanda interna dal lato degli investimenti ad alto moltiplicatore e politiche di sostegno del potere di acquisto delle famiglie, sia della domanda estera, creando condizioni favorevoli alle esportazioni.”
Spero di aver contribuito a chiarire quali sono le mie posizioni sul tema dibattuto e quelle del Governo che si va costituendo interpretando correttamente la volontà del Paese.
Sintetizzo dicendo : Voglio un Europa diversa,più forte, ma più equa.

LINK https://scenarieconomici.it/comunicato-prof-paolo-savona/

LA COSTITUZIONE CAPOVOLTA


VERSO GOVERNI CONSENZIENTI ALL' EUROPA



L’Italia è chiusa in una gabbia d’acciaio calata fin dal ’92. Chi ha la chiave di questa gabbia è la BCE e la politica gestita dalla Germania. Per aprire i lucchetti delle sbarre occorre che il governo in carica abbia completamente in mano i ministeri chiave come quello dell’economia.Questo spiega il motivo per cui  il Pres. Mattarella ha detto no a Paolo Savona e giocando sulla libertà dai condizionamenti ha posto il veto sul ministro dell’economia. 


Ma la nostra Costituzione afferma tutt'altro : il governo acquisisce  il potere di legislatura dopo il voto di fiducia del parlamento.E’ al Parlamento che deve rendere conto del suo programma politico e non al Pres. della Rep. Il Pres. della Rep. Può solo consigliare ma non porre veti;la nomina dei ministri è un atto dovuto infatti sui documenti presidenziali c’è sempre la doppia firma in quanto il Pres. Della Rep.non ha mai responsabilità politica che in questo caso viene assunta dal Pres. del Consiglio incaricato. Inoltre il Pres. della Rep. ha posto il veto su Paolo Savona perché non ha lo stesso programma politico del Presidente. 


Questo non è concepibile nella nostra Costituzione in quanto spetta al Parlamento e non al Pres.della Rep. approvare o non approvare il programma politico del Governo.Il Presidente del Consiglio è stato costretto a rimettere il mandato per non essere sottomesso alle intromissioni al  Pres della Rep. Con questa azione molto pericolosa del Quirinale si tende a far entrare nella consuetudine costituzionale e nelle procedure la facoltà di creare governi graditi al Presidente e il potere di veto sulle scelte dei ministri al fine di avviarci verso una Repubblica Presidenziale di fatto,punto centrale del programma della Loggia P2.  





P.S.
Cottarelli L'economista convocato da Mattarella
Una carriera nel Fondo Monetario Internazionale, nel 2013 è stato chiamato da Enrico Letta a fare il commissario straordinario alla Spending Review.il solito curriculum dei signori della guerra finanziaria teleguidata da spread e mercati.




CHI COMANDA IN ITALIA?


Ci stanno provando
E lo fanno a muso duro, con tutto l'apparato di cui dispongono: informazione venduta e manipolatrice, " politici e tecnici" allevati in batteria, un po' di becchime e chicchirichì e poi ti tiro il collo. Quali sono gli interessi stranieri che condizionano il Presidente Mattarella : lo dica chiaro! Cari Italiani sono ricattato, non sono libero, non siamo liberi di fare il governo, neppure di nominare un ministro se non arriva il placet di tizio e caio!

Lo dica e non si nasconda dietro a discorsi che non gli competono. Se la Repubblica deve essere Presidenziale devono deciderlo i cittadini, non il Prof. Mattarella, i prelati della CEI, i figuri di Bruxelles.
Abbiamo respinto la riforma Renzi a calci nel sedere perché combinata con la riforma elettorale avrebbe dato al Pittibimbo tutti i poteri. Dio scampi l'Italia dalla Repubblica Presidenziale, viste le premesse e i tentativi striscianti o palesi.
Sarebbe stato tanto bello se IL PRESCELTO COTTARELLI avesse avuto un sussulto di dignità e avesse detto, no grazie. Ma avendo visto ormai di tutto vedremo che il neo Quisling ha già pronta la lista dei ministri, VELOCE! Un lampo, i collaborazionisti erano pronti da un pezzo. 
Vergogna.

lunedì 21 maggio 2018

NON CI PROVATE


NON CI PROVATE:
A non rispettare la volontà espressa dal popolo sovrano, accampando
prerogative tirate per i capelli; non ci provate, neppure a inventarvi
altro.
Abbiamo già visto di tutto;
aerei che cadono mentre a bordo ci sono i nostri capitani d'industria;
terrorismi variamente declinati e infiltrati;
tentati colpi di stato;
cianuri nella tazzina di caffè;
bombe in chiese, in banche e treni;
Statisti rapiti e uccisi da bande variamente declinate e infiltrate;
delegittimazione di capi di stato e di governo;
magistrati saltati per aria o fucilati;
battaglie aeree sui nostri cieli;
governi contrattati e accomodati per fare affari insieme;
secoli di invasioni, i barbari a Roma eravate voi!
decenni di rapine delle nostre industrie, dei nostri lavoratori, delle
nostre idee;
RICATTI DI OGNI GENERE E DA OGNI PARTE: non vi diamo più soldi, farete come la Grecia;
Mo' basta! come se dice a Roma........



Abbiamo già visto tutto perciò di questo vasto repertorio conosciamo il copione: potete inventare altro? Potete farlo ma non sottovalutate il
Popolo Italiano: abbiamo la storia più antica di tutti voi, la capacità di
venir fuori da immani e secolari tragedie, come si dice.....abbiamo la
schiena molto forte e abbiamo dimostrato infinite volte di ricominciare dalle macerie e lasciarvi indietro.
Voi siete bande d'affaristi, politicanti e giornalisti venduti,
organizzazioni di beneficienza ma con le mani sporche, banchieri col
grembiale, allevatori di sedicenti premier, e tanti altri organizzati in
raduni a porte chiuse............ma lo sappiamo di che parlate e che cosa
fate e cosa tramate.
Come se dice a Roma: .......core, nun ce prova'!
dopo Caporetto viene il Piave, dopo l'8 settembre viene il 25 aprile.
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sabato 19 maggio 2018

LA VERITA' VI RENDERA' LIBERI




Pareggio di bilancio, Orlando: “mi vergogno, la Bce ci ricattò” – da ricordare


(Ancora un copia-incolla: qui un articolo del 25/11/2017)

http://www.libreidee.org/2017/11/pareggio-di-bilancio-orlando-mi-vergogno-la-bce-ci-ricatto/

«Se non inserite il pareggio di bilancio nella Costituzione, vi tagliamo i viveri: restate a secco, senza stipendi». Così la Bce di Mario Draghi ricattò il governo, che dovette piegarsi: la norma ammazza-Italia fu varata l’8 maggio 2012 dall’esecutivo guidato dal super-tecnocrate Mario Monti, per avere effetto a partire dal 2014. A rivelarlo è il ministro della giustizia, Andrea Orlando. Lo ricorda “ByoBlu”, il video-blog di Claudio Messora, che rende pubblico un frammento della conversazione tra Orlando, il giurista Gustavo Zagrebelsky e la giornalista Silvia Truzzi, durante la festa del “Fatto Quotidiano” il 3 settembre 2016. «Speriamo che questa confessione muova gli elettori e i cittadini verso la scelta di governi più decisi nella tutela dei loro interessi», scrive “Scenari Economici”, riproponendo le dichiarazioni rese dal ministro, esponente del Pd. «Oggi noi stiamo vivendo un enorme conflitto tra democrazia ed economia. Oggi, sostanzialmente, i poteri sovranazionali sono in grado di bypassare completamente le democrazie nazionali», dice Orlando, in modo esplicito: «I fatti che si determinano a livello sovranazionale, i soggetti che si sono costituiti a livello sovranazionale, spesso non legittimati democraticamente, sono in grado di mettere le democrazie di fronte al fatto compiuto».
Aggiunge Orlando: «La modifica – devo dire abbastanza passata sotto silenzio – della Costituzione per quanto riguarda il tema dell’obbligo di pareggio di bilancio non fu il frutto di una discussione nel paese». Quella decisione, continua il ministro, «fu il Andrea Orlandofrutto del fatto che a un certo punto la Banca Centrale Europea, più o meno – ora la brutalizzo – disse: “O mettete questa clausola nella vostra Costituzione, o altrimenti chiudiamo i rubinetti e non ci sono gli stipendi alla fine del mese”». Nessuno aveva mai rivelato questo retroscena, perlomeno in termini così chiari. E spicca, anche nel passaggio seguente, la sincerità politica di Andrea Orlando: «Io devo dire che è una delle scelte di cui mi vergogno di più, mi vergogno di più di aver fatto». E insiste: «Io penso che sia stato un errore approvare quella modifica. Non tanto per il merito, che pure è contestabile, ma per il modo in cui si arrivò a quella modifica di carattere costituzionale». Commenta “Scenari Economici”, il newsmagazine di Antonio Maria Rinaldi: «Vi rendete conto del peso di queste parole? Un’entità non eletta da nessuno può ricattare e piegare un governo democraticamente eletto!».
E’ la drammatica verità, confessata – con insolita franchezza, per un politico – da un esponente del governo italiano: un’ammissione di completa impotenza. «I governi nazionali appaiono deboli fantocci nelle mani di poteri superiori», sintetizza “Scenari Economici”: «Nessun rispetto del popolo, nessun rispetto della Costituzione, solo sopraffazione e applicazione della legge del più forte! I politici appaiono solo come piccoli burattini senza coraggio». Il pareggio di bilancio è notoriamente una norma “suicida”, figlia dell’ideologia neoliberista e imposta per amputare, deliberatamente, la capacità di spesa, cioè di investimento. «Il deficit pubblico è, al netto, la ricchezza reale dei cittadini, imprese e famiglie», sottolinea Paolo Barnard. «Al contrario, il pareggio di bilancio prefigura un “saldo zero”: lo Stato non spende per i cittadini più di quanto i Bersani e D'Alemacittadini stessi non versino in tasse». Risultato: la morte clinica dello Stato come motore finanziario dell’economia nazionale privata. «E’ perfettamente inutile tagliare le tasse – ricorda l’economista Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt – se prima non si aumenta la spesa pubblica, senza la quale va in sofferenza il comparto economico privato».
Tra i silenziosi “approvatori” della norma-killer, per l’economia italiana, figura anche Pierluigi Bersani, allora leader del Pd, che impose al suo gruppo parlamentare di piegare la testa di fronte al ricatto dell’oligarchia eurocratica, pur sapendo che il pareggio di bilancio avrebbe compromesso quella stessa Costituzione in nome della quale, lo scorso 4 dicembre, si alzarono barricate contro la proposta renziana di porre fine al bicameralismo perfetto, sopprimendo il Senato elettivo. Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, ha più volte denunciato l’ipocrisia bersaniana: «Com’è possibile oggi appellarsi esplicitamente all’articolo 1 della Costituzione “fondata sul lavoro”, se si è votato per lesionarla, quella Carta costituzionale, impedendole di garantire posti di lavoro?». Dopo lo strappo con Renzi, Bersani e Speranza hanno dato vita a Mdp insieme a D’Alema, cioè l’uomo che si vantò – da premier – di aver fatto registrare il record europeo nelle privatizzazioni. Oggi, di fronte allo sbando generale della politica – nessun vero programma salva-Italia da Pd, Berlusconi e 5 Stelle – non può che stupire la franchezza di un politico come Andrea Orlando: abbiamo sbagliato, dice, e me ne vergogno.






HANNO LANCIATO LA GUERRA CONTRO L’ITALIA

Ricordo questo perché hanno svegliato la finanza speculativa, e la guerra contro l’Italia, la sua scelta democratica e sovranità, è cominciata.
Prima tappa: ci rendono insolventi alzando i tassi a lungo termine e facendo cadere i prestiti a 10 anni.

Si uccide il governo cercando attivamente di provocare il panico finanziario
Ubi Banca -4.5%, Banco BPM -4.9%, Bper Banca -4.3%, Intesa Sanpaolo -1.7%
Per preparare il terreno, la speculazione fa circolare queste tabelle, che indicano quali Paesi e banche estere detengono attivi sull’Italia, invitandoli a liberarsene.

Per esempio la Germania ha una esposizione di 90 miliardi, la Francia 310. Col panico, avvicinano  lo scenario che portò alla cacciata di Berlusconi e la messa al potere di Monti, che ha eseguiti il mandato europeo di spoliazione.
I dementi di Bruxelles e Francoforte, come sempre, vogliono che i “mercati” ci impongano la disciplina avvicinando deliberatamente la  possibilità di una crisi finanziaria.
  • Persino Wolfgang Munchau, il guru  liberista del Financial Times, ha ritenuto scema e  pericolosa l’idea di “stabilizzare i mercati avvicinando il loro breaking point”, come fanno i tedeschi contro  l’Italia:
“L’obiettivo non può essere quello di mantenere l’eurozona a tutti i costi, succeda quel che succeda. L’obiettivo è quello di creare un quadro economico che consenta ai popoli dell’Unione Europea di prosperare- L’Eurozona ha fallito in questo risultato, ed è lungi dall’esser chiaro come la ristrutturazione dei debiti possa risolvere  problemi. Sostenere che questo è meglio che uscire dall’euro, è come sostenere che la peste è meglio del colera.  Intrappolata in un dilemma irrisolvibile come è l’Eurozona, le alternative sono nude e crude: o risolvi i problemi con un forte grado di centralizzazione, come un titolo comune sicuro (Safe asset: gli Eurobond, che  la Germania non vuole, per non spartire i suoi profitti con le perdite altrui] o se questo non è possibile, meglio concludere che l’Eurozona  ha fallito verso i suoi cittadini. Ma un’altra accomodata senza la speranza di stabilizzare l’economia della zona euro  sarebbe delirante” (Eurointelligence, 28 marzo  2018. Citato da Cesaratto). 
E’ proprio questo che stanno tentando: dare una “accomodata”, ossia non rispondere alle richieste di necessarie riforme dell’euro avanzate dall’Italia,   ma sconfiggerci intimidendoci e provocando la nostra bancarotta –  o andandoci vicinissimo.  La confessione di Orlando  sopra riportata dice che sono pronti a tutto. Ci stanno trattando come la Grecia? Avvicinano il nostro Otto Settembre che farà collassare la UE con noi.
Come saprete già, Silvio Berlusconi si è offerto di fare il premier nel governo voluto dalla UE.


Governo, Berlusconi: ” Io pronto a fare il premier”

Nel caso fallisse l’accordo tra Lega e M5S. “C’è un certo Silvio Berlusconi che ha un’esperienza di 9 anni di governo del Paese che ha presieduto per tre volte il G7 ed è tornato disponibile”
“A Salvini ho consigliato di tornare a casa”


Non sanno di giocare col fuoco.

sabato 5 maggio 2018

RITROVARE FIRENZE


Alla ricerca della Firenze perduta e a nuova vita da restituire!
ponte del Romito

Mi spicco, in un sabato assolato, dalla rotonda del Romito, e attraverso il Ponte dal 2016 degli Alpini mi immetto sulla sopraelevata via caduti di Nassiriya: quest'ultima fa parte di un  pacchetto di opere accessorie per l'Alta Velocità, eseguite, pensate un po', solo 15 anni fa, che presenta ohimè il parapetto lato ferrovia  privo in gran parte delle lastre della cornice, in evidente stato di degrado.  Al termine della discesa ecco la postazione ecologica, indi il Piazzale Montelungo, dove si respirano per un tempo che sembra lunghissimo (e sono solo pochi minuti) gli effluvi  e le esalazioni di decine di bus extraurbani che qui sostano, spesso con i motori accesi, in attesa di ripartire con il loro carico di passeggeri, stipati sul marciapiedi  e  sotto l'unica pensilina, fino alla torre in laterizio che segna l'accesso alla rampa Gae Aulenti. Costruita quest'ultima per i mondiali di calcio "Italia 90" per collegare la Fortezza da Basso alla Stazione di S. Maria Novella, oggi  è divisa in un gate elettronico (E) a destra (accesso ai binari con biglietto ferroviario) e in un cunicolo stretto e transennato a sinistra che costituisce il  percorso pedonale per raggiungere il centro della città. 
palazzina Reale

Questo cunicolo, che si snoda attraverso il parcheggio delle Ferrovie,  immette su via Valfonda, poco prima della Palazzina Reale della quale non si può più godere la vista dell'esedra con la vasca e il gruppo statuario dell'Arno e la sua vallata: un'alta inferriata bianca  chiude infatti lo spazio scandito dagli ultimi grandi pini (affogati in cubi bianchi e altre installazioni), aperto sul piazzale  della stazione, lato Piazza Adua. 

selva di pali in p.za stazione

Quest'ultima, grazie alla costruzione delle recenti linee tranviarie, si è trasformata in una selva di pali neri (con il giglio in rosso) raccordanti una ragnatela di fili aerei, sospesi sui pochi, poveri alberelli, piantati in fretta e furia al posto dei grandi pini sui quali  stormi di storni neri disegnavano in inverno vivaci geometrie fantasmagoriche.  I pali neri e i fili  aerei (da ultimo oggetto da parte dei cittadini di aspre critiche, ma giudicati solo leggermente impattanti dall'ultima Missione Consultiva UNESCO/ICOMOS) si allungano fino a Piazza dell'Unità d'Italia (o Piazza Vecchia di Santa Maria Novella),  confondendosi con l'obelisco degli architetti Pini e Mazzanti  e  lacerando la sobrietà della facciata posteriore e del campanile di S. Maria Novella,  già ormai stabilmente guastati  dalla cartellonistica pubblicitaria (ora è il turno del manifesto Samsung) (vedi foto 1).  Attraverso la breve via degli Avelli (invasa dai turisti e dai venditori abusivi), che costeggia il Cimitero di Plaona,   
sempre pali

giungo in Piazza S. Maria Novella, dove un tempo si svolgevano le corse dei cocchi (gli obelischi segnavano il percorso), la Giostra del Saracino, il Giuoco del Calcio, ora privata della sua anima e arredata con panchine dal design a dir poco discutibile. Procedo veloce lungo il lato orientale della piazza tra folle di turisti in marcia nei due sensi  o sedute a ristorarsi nei diversi dehors (uno sguardo fugace alla facciata marmorea della Basilica, al Grand Hotel Minerva, alla loggia dell'antico Spedale di San Paolo)  e imbocco la  breve via del Sole, indi via degli Strozzi per giungere in Piazza della Repubblica. 
scavi in p.za Repubblica

Qui mi imbatto nei  lavori di  "Riqualificazione Piazza della Repubblica e via Pellicceria". Due cantieri chiusi da transenne e teli bianchi si allungano sui lati della Piazza invasi dai dehors dei caffè storici; ad occupare il restante spazio un piccolo luna park con una giostrina per bambini (e relativo  baracchino di manovra) tutta oro , lucine e ghirigori . Sul  lato occidentale domina maestoso  l'arco di trionfo dell'architetto Vincenzo Micheli sul quale  spicca l'iscrizione  "L'antico centro della città da secolare squallore a vita nuova restituito 1895", celebrativa piuttosto dello "sventramento" del centro storico,  una delle pagine più tristi della storia di Firenze!
Tra il 1888 e il 1895 caddero  sotto i colpi del piccone case, chiese, torri, logge medievali,  il Ghetto, il Mercato Vecchio, nonché le vestigia del  foro, dei templi, delle terme e delle abitazioni  della città romana: edifici e monumenti in parte illustrati nelle cartoline di Corinto Corinti, in parte conservati nei discutibili assemblaggi del cortile e del cortiletto dei Florentini ( Museo Archeologico Nazionale), in larga parte distrutti senza che se ne potesse conservare adeguata memoria.
ancora scavi

Durante gli attuali lavori di riqualificazione, subito sotto il lastricato ottocentesco, accanto ai resti della vecchia tramvia e dell'antica illuminazione a gas (vedi foto 2) ecco  tornare alla luce i resti della chiesa di S. Andrea con alcune sepolture, pozzi , cortili, cantine e case torri capitozzate nel cantiere meridionale;  le basi dell'antica loggia del Pesce, un grande edificio quadrangolare , le botteghe e la pavimentazione in cotto della piazza del Mercato Vecchio  nel cantiere settentrionale (foto 3). Un breve  saggio in profondità ha confermato l'esistenza di strutture romane a poco più di un metro dal piano attuale della piazza. Appena cominciati, ma già interrotti  gli scavi mirati a indagare la città distrutta! I due cantieri stanno per essere chiusi e la pavimentazione ripristinata  per permettere ai caffè storici che con i loro  dehors (al prezzo di  6000 euro ciascuno) occupano la Piazza, di portare avanti al meglio le loro attività commerciali. Ancora una volta la città ferita cerca di mandare segnali importanti e inequivocabili per riportare alla memoria  e quindi alla coscienza vie, piazze, monumenti e storie del passato (vedi anche la necropoli romana emersa in via Valfonda durante i lavori per la tramvia, o la fullonica in Piazza dell'Unità d'Italia, o ancora le vecchie botteghe in Piazza dei Ciompi),  ancora una volta la città  distratta (e impegnata a impiegare diversamente le risorse pubbliche) non sa e non vuole cogliere l'opportunità di proporre  e portare avanti un vero progetto culturale (basta per favore con le installazioni degli archistar o con l'organizzazione di eventi !) : tutti insieme, istituzioni pubbliche, operatori economici, cittadini,  uniti per una volta a domandare di conoscere la nostra storia. Una  storia da tramandare alle generazioni future, ma anche da raccontare, volendo, ad un turismo più selezionato e non a quelle orde  inconsapevoli e male educate che consumano la città, la mangiano, la bevono, non la fanno respirare. Sono passati quasi 30 anni dall'infausto epilogo degli scavi di Piazza della Signoria (ricoperti dopo gli ampi e circostanziati interventi effettuati tra il 1982 e il 1989), quando ancora una volta la città perse l'occasione di mettere mano alla ripavimentazione della Piazza, lasciando accessibili per il pubblico, con percorsi sotterranei attrezzati, alcune parti almeno del complesso archeologico ivi messo in luce: si affrontarono allora guelfi e ghibellini, cui si unirono le grida e i plausi di tanti studiosi e intellettuali italiani e non (molti protagonisti dell'epoca non ci sono più, mi piacerebbe, tuttavia, sentire  cosa pensano oggi quelli ancora sulla breccia), ma alla fine  prevalsero gli interessi di bottega dei tanti operatori  commerciali, infastiditi dai resti della città romana, dato che a parer loro i turisti erano attratti esclusivamente dalla "città dei Medici e degli Uffizi" (una miopia culturale tutta fiorentina nonostante in quegli stessi anni si concludeva brillantemente la "musealizzazione" delle fasi più antiche del Museo del Louvre, aumentandone così l'offerta culturale).
scavi in p.za Repubblica

“Non sospendiamo i lavori ma completiamo le opere dei cantieri attualmente aperti sulla base delle aree svicolate dalla Soprintendenza. Poi sulle altre zone interessate dal progetto di riqualificazione interverremo a ottobre in modo da liberare la piazza nel periodo estivo”. Così ha precisato in un comunicato qualche giorno fa l'assessore alla mobilità Stefano Giorgetti: gli archeologi, si sa , fanno saltare ogni programmazione, anche se si sapeva benissimo, e non da ora, quanto poteva celare il sottosuolo di Piazza della Repubblica; vediamo quindi  se  per una volta, unita, la città di Firenze torni a fare cultura, restituendo a nuova vita la città perduta, invece di subire le culture (o non culture) altrui.
Le premesse non sono molto incoraggianti, ma vale la pena  tentare!

Lucia Lepore
Archeologa



giostra in p.za Repubblica