lunedì 23 luglio 2018

LA LIBERTÀ NON È GRATIS E OBBLIGA A SCEGLIERE


Note contro chi propina veleno per uccidere i popoli

Noi abbiamo depredato l'Africa? Noi continuiamo a depredarla? Non va bene quel “noi, non è accettabile un indistinto “noi”. Se è impossibile fare l'elenco di tutti i nomi e cognomi degli imputati ,  piuttosto  che un indistinto "noi" applicato ad un continente intero, sarebbe più utile un’analisi a scala ridotta ma circostanziata:  per un  territorio, magari ristretto,  tirare fuori  nomi, cognomi,  provenienza,  mandanti ,  autori,  complici,  basisti, senza omettere circostanze e cause di altra origine.
Altrimenti quel "noi" serve solo a mettere insieme colpevoli veri e veri innocenti: cosa ruba un disoccupato, un vero povero, una famiglia delle tante famiglie povere italiane a un continente? Proprio niente. Anzi.
Ansia di giustizia: esattamente ciò di cui per secoli e secoli e secoli si è nutrita un’Italia depredata, devastata, bruciata da tanti invasori, o se si preferisce, da migrazioni predatorie.
Leggiamo le cronache del passato, Sant'Ambrogio ad esempio, che cita Parma come un mucchio di rovine annerite e un territorio completamente abbandonato; sarebbe utile leggere che Aleramo ebbe da Carlo Magno il titolo di Marchese del Vasto ( Vasto è la contrazione di Vastatum, devastato) Marca che da Ivrea  raggiungeva il Ponente ligure, tenendo a mente che non  era una situazione particolare ma quanto mai diffusa e secolare di devastazione .


Bisognerebbe contare tutte le torri di avvistamento che sorgono lungo TUTTE le nostre coste e le isole. Non erano "belvedere", erano torri di avvistamento contro i “saraceni”, i mussulmani; ricordare che le campane suonano ogni mezzogiorno,  dal 1571, perché San Pio V voleva che si ricordasse per sempre la vittoria di Lepanto. Ricordare che nel 1683 la Lega Santa liberò Vienna dall’assedio turco, sospinta dal Beato Marco d’Aviano, e poi  Budapest,  liberata dopo 150 anni di dominazione, e  Belgrado nel 1688; si deve ricordare anche che la Grecia sottomessa ai turchi nel 1453 riuscì a liberarsi solo nel 1832, e poi, solo dopo aver ricordato tutto questo, forse  qualcuno perderà la mania dell’ autoflagellazione, rimetterà i piedi per terra.
Quanto sangue dei nostri antenati è stato versato per 1000 anni, più o meno. Non solo italico: è faticoso perfino fare l'elenco di tutti i popoli che si sono riversati su questa terra per conquistarla, per insediarsi, per stare al nostro posto, per una sorta di infinito senso di invidia amore odio desiderio o di essere come noi o di sostituirci, per stare al nostro posto, prendere o stare qui . Goti, Visigoti, Ostrogoti, Vandali, Longobardi, Alamanni, Burgundi, Vikinghi, 

Normanni, Arabi, Turchi, tralasciamo tedeschi, spagnoli, francesi.
Nostro posto. Sì , nostro, perché  tre  stirpi geneticamente individuate sono qui da sempre : Liguri, Etruschi, Greci, da nord a sud,  grazie a Dio, e  grazie all'Impero di Roma. Per qualche secolo la pax romana ha dato pace e un patrimonio di civiltà ed esperienze utili che sono rimaste e sono state tramandate, per secoli e secoli: il medioevo non ha praticamente inventato nulla. Columella, i gromatici, i testi salvati nelle biblioteche dei Monasteri: sul sapere romano e greco piano piano tutto è tornato; l’edilizia, la cultura, le colture,  l'allevamento, il pane e il companatico, le cattedrali, le arti:  così la gente fuggita, tornata attorno ai Monasteri e  sul suolo degli insediamenti abbandonati, ha rifondato ovunque la Rex Publica, ma stavolta Christiana, luce accesa in tutta l’Europa. E qualcuno lo vorrebbe chiamare ancora “buio Medioevo”.

La prima vera Crociata del X° secolo, contro i saraceni di Frenet in Provenza,  ha permesso la ripresa della navigazione e del commercio nel Tirreno, e poi verso la Grecia, verso Costantinopoli e l'Oriente.
Accoglienza? quelli impalavano i cristiani e bruciavano tutto. I Martiri di Otranto? Ma ce ne sono state decine di migliaia, ovunque, da Costantinopoli  ai Balcani, ad Aosta, a Genova. Qualcuno ha letto “Il ponte sulla Drina” di Ivo Andric?
Che c'entrano gli africani? Ma benedetta gente.......intanto c’è l’Africa del nord  e quella che sta più a sud.
Da qualche parte del centro Africa devono cominciare a capire che anche noi abbiamo avuto i guai nostri, e che guai!  Da qualche parte devono capire che i Missionari non sono stregoni che trovano l'acqua sottoterra, ma che l'acqua in Africa c'è, sotto. Si mettano assieme e scavino pozzi, facciano cooperative, irrighino quella fertilissima terra (come in Europa ce la sogniamo), si conquistino l' autosufficienza alimentare! E imparino a difendersi, santo Cielo! Quei giovanottoni muscolosi che arrivano qui! Che difendano la propria terra, la casa, la famiglia, il villaggio, si diano coraggio!  E poi qualcuno deve spiegare che va a fare la Cina in Africa??  Nei vari appelli al dialogo e all’accoglienza, accattivanti ma privi di ogni sostanza, l'argomento non viene neppure sfiorato, ma si sa che la Cina compra terra, enormi spazi, costruisce città disabitate, perfettamente rifinite e vuote. E compra tantissima terra.

Perché andare a comprare una terra se è tanto disgraziata? La Cina costruisce intere enormi città, esporta attività, apre scuole in cui si insegna il cinese agli africani, fa tv, in cinese, fa informazione, in cinese,  e compra e  compra.
Perché??   Se è terra arida, dove non si può vivere, un clima da spavento, guerre e stragi e pestilenze  da cui si può e si vuole solo scappare, perché??
Perché fanno tutte quelle città vuote ma già fornite di strisce pedonali, parcheggi, semafori spenti??  Perché le popoleranno, con tanti cinesini che si metteranno a lavorare come formiche e faranno tutto quello che i nativi non hanno mai fatto, disciplinatamente, così come hanno costruito  quelle città.
A noi viene un dubbio, che in Africa , fertile e generosa e grande, ci si voglia trasferire mezza Cina.
E che tanti flussi migratori verso l'Europa a cavallo di gommoni cinesi che si sgonfiano e affondano, sospinti da motori finti Mercury da 5 cavalli che bruciano e opportunamente si spengono, siano leggermente agevolati dal lontanissimo oriente. Che pensare?  Cinesi?  O dai Francesi sempre ben dispiegati e in forze, o al solito dalle  multinazionali, termine onnicomprensivo, anonimo, uno slogan, un’ etichetta.   


Ma mezza Africa qui proprio non può venire: in Italia c'è lo stesso numero di abitanti che in Francia e in Germania, ma su un territorio grande la metà, montagnoso.  Stiamo già affollati  qui,  siamo in tanti, e abbiamo 5 milioni di poveri. Si dirà che la povertà  africana è diversa, lo sappiamo, ma i poveri qui ci sono e tali restano, bambini italiani poveri, famiglie povere, vecchi poveri. Abbiamo tanti disoccupati, abbiamo i nostri "migranti", diplomati o ultra laureati;  ci sono costate un sacco di soldi quelle lauree: abbiamo preparato a spese di stato e famiglie tanti giovani che qui non hanno nulla e vanno nel mondo, perfino in Australia, in Finlandia, ovunque. Sono i nostri "migranti".
Ma non  fa rabbia?? 150 mila l'anno per cui qui non c'è un lavoro decente al di sopra dei 2/3 euro l'ora.
Ma non  fa rabbia?? Se la risposta è sì allora chiamiamo per favore le cose col loro nome e smettiamola di dire che noi deprediamo qualcuno. Si facciano i nomi. Enrico Mattei non andava a depredare l'Algeria, la Libia, la Tunisia, la Persia. Ci andava qualcun altro, che lo ha ammazzato. Noi non abbiamo ammazzato Gheddafi: quando lui buttò fuori tutti gli italiani dalla Libia con una sola valigia in mano, nel 1970 noi non abbiamo bombardato nessuno, nemmeno protestato.  Noi non abbiamo  fomentato dittature e tagliagole in centro Africa e in Sud Africa, nelle ex colonie altrui, non sono state architettate in Italia le cosiddette “primavere arabe”! Non sono state progettate in Italia le squadracce dei Boko Haram, lo “stato islamico”, e orrori del genere!  Si ricordi che le uniche opere pubbliche che restano ancora in piedi, seppure a brandelli, cadenti e bombardate in molte contrade africane le hanno costruite gli italiani.
Nos frères  italiens......gli algerini ci chiamano ancora così. E perfino molti libici.

E finalmente diciamo che per i mussulmani noi siamo "dhimmi", ovvero coloro che  devono sottomettersi e pagare per vivere, senza diritti,  o morire. Loro non possono, pena la scomunica ( ovvero la morte) mescolarsi con noi, integrarsi e tanto meno  assimilarsi. Loro non vogliono e non possono integrarsi. Perché allora tanta fanfara sull’argomento?  Loro non vogliono e stanno a parte, ovunque in formazioni chiuse, e vogliono spazi, pezzi di territorio dove vige il loro diritto, la sharìa, sempre di più. La loro religione non è compatibile con la nostra e  con la nostra civiltà del Diritto; il loro diritto è religione, inscritto nel Corano: e il loro dio non è il nostro.  Nossignore, non lo è,  piaccia o meno a Sua Santità e ai tanti dialoganti che lo seguono  in  spericolate e ridicole acrobazie “ecumeniche”, non lo è.
Vengono integrati  i popoli che non hanno una forte identità: i mussulmani  la hanno, fortissima, noi NO, l’abbiamo perduta, e presto ci troveremo nella stessa situazione  dei cristiani d’oriente  che sono ancora cristiani perché dal VII secolo  hanno difeso col sangue la propria fede, la propria identità. Lo faremo? Quanti saranno disposti a farlo?
I cristiani  sono diventati minoranza:  da dove i popoli  d’Italia e d’Europa trarranno la forza necessaria per non essere assimilati , o su quali valori i popoli europei scristianizzati si appoggeranno ?  Sulle nostre Costituzioni che qualcuno ha preso a picconate? Sui trattati? Sulle Logge framassoniche?  Sulle banche e sui banchieri?  Sull’euro? Sulla civiltà di internet?  Sulle “famiglie arcobaleno”? Sulle leggi pro LGBT? Sui gay pride?  Sui suicidi “assistiti”? Sull’umanitarismo senza se e senza ma? Sulle Croci rimosse?  Su quel che si vuole insegnare sul sesso e sulle sue devianze ai bambini degli asili e delle elementari?  Sulle Chiese vuote? Sui preti che non pregano più e dicono ( anche dall’altare) e fanno,  ciò che un tempo li avrebbe portati diritti  alla scomunica o in galera?  Sulla nostra abiura? In queste condizioni che senso ha aprire le porte a chi considera questa solo come una terra di conquista?
Se Cristo  è uno sconosciuto, se non un nemico, per intere nazioni, cosa abbiamo da dare ad un continente che soffre?  Le case, i soldi, cosa? Loro  vedono benissimo i nostri disvalori e ci disprezzano, stanno a parte.
Da un lato alcuni di loro sanno che qui non c’è niente da prendere a modello, comunque pensano  che quello che c’è  ci sia sempre stato e sia stato gratis, ignorano che è costato tanta fatica, tante guerre, secoli di guerre, sangue sudore e lacrime; da un altro vogliono comunque un posto a tavola.

Piuttosto che risolvere le questioni col machete o col kalashnikov, vedano di far fiorire la loro terra e non farsela rubare, ancora, ancora e sempre, si liberino dalle oligarchie corrotte!  Noi non abbiamo sensi di colpa, non li abbia nessuno; ci si  tolga l’ansia dall’anima, ma ci si convinca che con le sole umane forze non si può salvare nessuno,  nessuno può  neppure salvare se stesso,  con le nostre forze non salviamo il mondo.  Diamo quello che possiamo, certamente, ogni volta, ma nessuno di noi può pensare di salvare il mondo, non siamo 
onnipotenti. Ma se sappiamo che Tizio o Caio hanno fatto del male abbiamo il compito di dirlo dai tetti, la verità va detta, senza fare di tutta l’erba un fascio e intorbidare le acque, dove i pesci predatori nuotano ancora meglio, e la propaganda politica prospera senza che  neppure ci se ne accorga. Ma chi predica intorbidando  non solo se ne accorge, ma lo sa benissimo, rende bene.
Infine si può notare un’ultima cosa: non ci sono problemi di convivenza con tanti immigrati “economici” del Perù, della Polonia, delle Filippine: perché? Hanno avuto ingressi regolari o si sono regolarizzati appena avuto un lavoro, loro hanno permessi di soggiorno per lavoro, loro pagano le tasse  e versano  i contributi ( loro sì). Sarà forse perché sono cristiani?? È stato chiesto a giornalisti tunisini e marocchini perché tanti loro connazionali e vicini di casa preferiscono saltare su un gommone a rischio della vita piuttosto che andare in un consolato e fare documenti d’ingresso, c’è pieno ovunque  di consoli e consolati.   La risposta dei giornalisti  è stata che per lo meno i loro connazionali preferiscono la via del gommone proprio per non seguire  percorsi regolari: è una strategia, una scelta furba, perché se uno è irregolare “ va dove vuole e fa quello che vuole”, altrimenti deve vivere “regolarmente”. La notizia dell’intervista è vera e documentata.
Perciò:  se si ha qualcosa da dire lo si dica ma in modo preciso e circostanziato, e si guardi bene che le armi si vendono perché c’è chi compra, avendo ben chiaro che quella moltitudine qui trova poco o niente, oltre a quello che è nostro, ci si  scusi la parola, e quando, e se, tornassero a casa là non troverebbero davvero più niente, tutt’al più la stessa precisa situazione che hanno lasciato.