giovedì 25 febbraio 2016

IDA PER L'ITALIA

  • Difendere l'ItaliaÈ morta Ida Magli, qualche giorno fa

La sua somparsa lascia un vuoto nel mondo dell'antropologia culturale e della filosofia italiana
Ida Magli è stata la più grande antropologa italiana,femminista, studiosa di fama mondiale, una mente da premio Nobel e pubblicazioni tradotte in molte lingue. Però si era macchiata di una grave colpa. A partire dagli anni Novanta, aveva infatti osato imboccare la strada del “non politicamente corretto
I media  hanno passato sotto silenzio la morte di Ida Magli. Quasi un ordine  impartito dal quel potere mondialista che lei aveva definito “laboratorio per la distruzione”. Una sorta di “damnatio memoriae” nell’era della comunicazione di massa.
IERI  è stata celebrata la morte di Umberto Eco un  uomo politicamente e culturalmente corretto .Ai suoi funerali erano presenti cariche dello STATO, il tutto è stato trasmesso dalle tv nazionali con una gran folla accalcata nel cortile del castello sforzesco con tanti abbracci e strette di mano; un giorno quella massa di gente potrà dire:- sì lì cero  anchio-.
La sua eredità politica e culturale si srotola tutta allinterno dell editoria italiana e nelluniversità.Una delle sue scelte più importanti è stata quella di lasciare il gruppo editoriale della famiglia Berlusconi; questa decisione ha probabilmente origine nelle posizioni che Eco prese durante il ventennio del Cavaliere. Come garante di Libertà e Giustizia,UMBERTO ECO fu sempre in prima fila nel denunciare gli eccessi politici e personali del premier. "Noi credevamo che il nostro presidente del Consiglio avesse con Mubarak in comune solo una nipote, ma invece ha anche il vizietto di non voler dare le dimissioni" diceva nel 2011 a Firenze.
INTUITO GENIALE, INFATTI DI Lì A POCO ECCO ARRIVARE MARIO MONTI AL GOVERNO……..

IDA MAGLI INVECE COSA CI LASCIA? L’AMORE PER L’ITALIA E GLI ITALIANI ED E’ PER QUESTO CHE METTEVA IL CUORE IN OGNI RIGA CHE SCRIVEVA
e in ogni frase che pronunciava. Le sue indagini rigorose, un coraggio da leone, l’arma acuminata della parola, e un amore sconfinato per la civiltà italiana, per il nostro genio creativo: così ha combattuto il regime oscuro che ci domina tutti. Per gli italiani, progettava la fuga dalle carceri orwelliane. In fondo, non ha mai smesso di credere che prima o poi qualcosa di buono sarebbe accaduto. Nonostante sia rimasta delusa prima dalla sinistra, poi dalla destra, infine dai 5 stelle. Avrebbe imbracciato volentieri il fucile, se ancora ne avesse avuto la forza. E forse, seppure anziana, quella forza l’avrebbe trovata davvero. Perché, da antropologa, si rendeva conto che la nostra cultura era un dono troppo prezioso per non preoccuparsi di tutelarlo. Millenni di splendore intellettuale arenato sulle secche dell’usura, e del malaffare: un epilogo tanto tragico non poteva accettarlo. Allora correva ai ripari, a caccia di argomentazioni affilate e immagini efficaci, per spiegare la tempesta che le attraversava l’anima. Sin dall’inizio strenua avversaria di Maastricht, aveva ravvisato nelle scelte sciagurate ad opera dei governanti europei e dei loro cloni seduti al Parlamento italiano, il pericolo più grave per l’integrità di un popolo. Considerava infatti demenziale, autolesionista, e contro-natura la rinuncia alla sovranità territoriale e monetaria, condannava la perdita di identità culturale, guardava con diffidenza e sospetto alle ondate migratorie che soffocano il Vecchio Continente, era contraria al melting-pot globale e, per lei, “le missioni di pace” erano semplicemente guerre. E ora i suoi ragionamenti lucidissimi brillano come stelle che indicano ai naviganti la via per non sfracellarsi contro gli scogli.








giovedì 18 febbraio 2016

ADDIO MARE NOSTRUM



L’ITALIA CONTINUA A PERDERE, GRAZIE AI SUOI GOVERNANTI, PEZZI DI  SOVRANITA’. CEDERE AD ALTRI  “IL POTERE SOVRANO”  DEL POPOLO ITALIANO  E’ DIVENTATO  IL NUOVO SPORT .TUTTO  E’ INIZIATO CON LA DEINDUSTRALIZZAZIONE FORZATA PER ARRIVARE ALLA SVENDITA E PRIVATIZZAZIONE DELLE ATTIVITA’ ECONOMICHE PUBBLICHE E SERVIZI  DI  STATO. LA PERDITA DELLA SOVRANITA’ MONETARIA  E’ STATA  LA BOTTA FINALE, COSI’ SEMBRAVA. INVECE……” LA COSA” NON E’ FINITA….. 
Il 21 marzo 2015, i Ministri degli Esteri di Italia e Francia hanno concluso un clamoroso accordo che prevede la cessione di enormi porzioni di territorio marittimo a nord della Sardegna. Gli incontri bilaterali erano iniziati nel 2006 con Prodi e si sono svolti nel completo segreto dei media e del Parlamento. A farlo venire alla luce è stata la vicenda dei pescatori sardi e liguri, fermati dalle autorità francesi per sconfinamento marittimo, i quali ora si lamentano di aver perso una zona redditizia per la loro attività ittica. Per il Parlamento italiano l'accordo però non è ancora entrato in vigore, perché non ancora ratificato a Roma

Di segreto c’è ben poco, visto che le foto della firma del trattato e la cartina dei nuovi confini sono stati pubblicati sul sito del Service hydrographique  et océanographique de la Marine (Shom), che si occupa della materia per conto del ministero degli esteri francese, e che il Parlamento francese lo ha già ratificato. Il problema è che il trattato di Caen al Parlamento italiano non ha nemmeno iniziato l’iter di ratifica e che nessun parlamentare italiano si era preso la briga di capire cosa avessero firmato quasi un anno fa Fabius e Gentiloni in Bassa Normandia, almeno fino a che non è stato fermato il peschereccio ligure e poi rimandati indietro quelli sardi. I pescatori liguri avevano accusato la Gendarmerie francese di comportamento piratesco e anche la Guardia Costiera e la Regione Liguria dicono di non essere state informate del trattato sui nuovi confini marittimi. E’ quindi scoppiato un caso diplomatico e politico sulla cessione di questa porzione di Mar Ligure, ricca di risorse ittiche, alla Francia. L’eurodeputata del PD Renata Briano( anche essa all’oscuro del trattato), ex assessore all’ambiente della Liguria e facente parte della commissione pesca a Strasburgo, ha portato il caso fino al Parlamento europeo.


ECCO COME SI SONO SVOLTI I FATTI :
 Le autorità francesi, nel mese di gennaio, non ci hanno pensato due volte a fermare e sequestrare il peschereccio italiano “Mina” con tutti i danni economici per i proprietari della barca, diretti ed indiretti, derivanti da questa vicenda, sia per la cauzione che è stata pagata per il rilascio, sia per il mancato incasso del pescato.
A seguito dell'accaduto, ci sono state delle interrogazioni parlamentari che hanno fatto scoprire l'esistenza di un accordo internazionale bilaterale, tra Italia e Francia, già ratificato da Parigi,ma non ancora da Roma, tenuto fino ad ieri segreto all'opinione pubblica italiana, siglato il 21 marzo 2015 all'Abbaye aux Dames de Caen, in Basse – Normandie, dal Ministro degli esteri francese Fabius e da quello italiano Gentiloni per la cessione di porzioni di mare alla Francia al largo della costa sarda, verso la Corsica, guarda caso, proprio quelle aree notoriamente più pescose.
Precisamente, l'accordo per la ridefinizione dei confini marini fra Italia e Francia, prevede la cessione di mare ai Transalpini in cambio di altre aree marine. In particolare, la “Fossa del Cimitero”, (dove è stato fermato il peschereccio ligure) e un pezzo di mare al Nord della Sardegna, vanno alla Francia (sul versante settentrionale della Sardegna, il limite della Corsica passa, addirittura, dalle 12 miglia ad oltre 40 miglia), e, in compenso, l'Italia amplia la sua sovranità marittima nel Canale di Corsica, al largo delle isole d'Elba e di Capraia.
Tutto ciò è avvenuto senza la necessaria approvazione del Parlamento italiano e senza consultare le Regioni interessate.
I nostri confini sono cambiati, abbiamo perso decine di miglia di acque territoriali al largo delle coste della Liguria e della Sardegna. E forse anche in altre coste di cui ancora non sappiamo nulla. Non per un fenomeno geologico o per un atto ostile da uno Stato straniero. Della cessione di acque territoriali non è stato informato il Parlamento. E questo è un vulnus gravissimo per le nostre regole democratiche. L’Italia non è un PAESE con un uomo solo al comando, quanto meno non ancora nella situazione dove un dittatore può decidere di cedere ad un altro Stato un pezzo del proprio territorio. E una cosa del genere non avverrebbe neppure in nessuna delle monarchie occidentali, dove il re o la regina informerebbero certamente il primo ministro e il Parlamento chiedendo loro di esprimersi in proposito.
 STRANA QUESTA EUROPA CHE PRIMA ELIMINA LE BARRIERE FRA GLI STATI CON IL PRETESTO DEL LIBERO COMMERCIO E LA LIBERA CIRCOLAZIONE DELLE MERCI E DELLE GENTI E NEL CONTEMPO PERMETTE ALLA FRANCIA IL CONTROLLO SULLE ACQUE MARINE PROLUNGANDO I CONFINI  DELLE ACQUE TERRITORIALI A DANNO DEL NOSTRO BEL PAESE. CHISSA’ SE POI FARANNO PAGARE UN BIGLIETTO D’INGRESSO ALLE NAVI CHE  DOVRANNO TRANSITARE PER QUELLE ACQUE?