giovedì 9 gennaio 2020

RIFLESSIONI SU TEATRI DI GUERRA E GEOPOLITICA


LA STRATEGIA POLITICA E’ SPECULARE ALLE STRATEGIE BELLICHE.


Che cosa ha spinto Trump ad eliminare il generale Sulaymani e il suo seguito?
Ecco riassunti i due aspetti principali :
     1)     Bloccare chiunque si opponga ( anche con la morte )al progetto egemonico e globalizzatore degli USA.
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     2)Mantenere attivo il principio, stabilito dal deep State Usa, di guerra permanente( dopo l’11 Settembre 2001) e gettare nel caos i paesi che non vogliono la globalizzazione o che si presentano come alleati al multipolarismo di Cina e Russia


L’azione USA con l’uccisione del generale Sulaymani ha ottenuto l’effetto contrario cioè quello di rinsaldare l’alleanza dell’Iran con Cina e Russia.
Tant’è che questo paese(l’Iran), minacciato più volte dagli USA come paese “canaglia” perché, secondo loro, costituisce una minaccia per l’equilibrio e l’incolumità di Israele, aveva costruito una cintura di sicurezza marittima iniziando esercitazioni navali congiunte con Cina e Russia. Non solo, per aggirare le sanzioni USA, l’Iran ha aperto alla Cina per la costruzione di una ferrovia Pechino-Teheran che rientra nel progetto cinese delle “nuove vie della seta”. Quindi l’uccisione del generale è stato un avvertimento: gli interessi geostrategici ed economici USA legati al valore del petrodollaro, come moneta di scambio globale, non possono essere cambiati. Pertanto le ripercussioni, causate da quest’intervento degli USA, negli Emirati arabi e nell’Arabia Saudita e in tutta l’area mediterranea con la Libia ancora nel caos sono da interpretare in questo senso:

Il conflitto libico, dopo l’eliminazione cruenta di Gheddafi, fra la coalizione di Al Serraj, sostenuta da UE e USA, e quella di Haftar, appoggiata dall’Egitto ed ora anche dall’Arabia Saudita e dagli Emirati arabi (cioè dai più importanti produttori di petrolio del territorio), si è riacceso più violento.
L’Italia è il primo paese che è stato attaccato nei suoi interessi (vedi Eni) da questa crisi bellica creata dall’impero USA e company. Per questo motivo diventa necessario per l’attuale governo italiano interloquire con chi in questo momento in Libia ha raggiunto un certo potere strategico territoriale accaparrandosi con le ultime battaglie la Sirte. Pertanto chi ha criticato attraverso i mass-media con varie epiteti l’incontro fra Conte ed Haftar non tiene conto della mutata situazione. Per questo diviene importante ricordarsi della linea geostrategica sull’energia tracciata dal geniale E. Mattei presidente dell’Eni e continuata dai politici della prima Repubblica.
L’intervento turco in Libia con jadisti dell’Isis prelevati dalla Siria e fatti sbarcare a Tripoli per sostenere Al Serraj apre nuovi e inquietanti scenari. Dunque l’uccisione del generale Sulaymani, divenuto martire per gli Sciti, rientra in questo assestamento strategico USA. Per adesso le ritorsioni iraniane sono state molto limitate e le contro reazioni USA si sono momentaneamente fermate in quanto deve essere riformulata la sua strategia del “caos infinto”. Questo perché le guerre non sono più di occupazione territoriale ma servono per lasciare i paesi in guerre fra bande jadiste da cui il caos e per accaparrarsi le risorse energetiche.
I Paesi amici e nemici di Washington devono prendere atto di questa realtà e attuare le contromisure per impedire lo scontro finale fatale per tutta l’umanità.