mercoledì 15 ottobre 2014

NEL MERITO DEI PROGETTI

Sono stati esaminati elaborati messi a disposizione del pubblico contenuti in dispositivi informatici; la ns richiesta di prendere visione del cartaceo a tutt’oggi è rimasta inevasa. La ns richiesta si rivolgeva soprattutto ai progetti esecutivi per verificarne l’efficienza e la rispondenza alle criticità da noi già rilevate. In generale comunque si rileva quanto segue: . Viene costantemente ignorata la normale/corretta prassi di definire i vari gradi progetto come preliminare, di massima, definitivo. . Per ogni grado di progetto viene adottata la definizione di “definitivo” per cui gli studi valutativi sugli impatti risultano compiuti sempre, ma artificiosamente, sui progetti definitivi. . Risulta che incaricato dei progetti Tramvia è Italferr, un ente ferroviario del tutto inadeguato alla delicatezza del contesto fiorentino; infatti in una Relazione Storica parte integrante al Progetto Linea 2 dell’anno 2000/2003/2006, che prevedeva il transito dei vagoni attorno all’abside di S. Maria del Fiore, per via dell’Oriuolo, Via de’ Benci, Corso dei Tintori, Piazza dei Giudici, Piazza Beccaria, l’estensore non poteva fare a meno di rimarcare “ la ristrettezza delle strade che si fanno tortuose….nei pressi c’è l’anfiteatro romano…le strade sono buie..” abituato evidentemente a riferire di altri ambiti e ben altri spazi. . Non si può tacere sulle posizioni verbalizzate in sede di Conferenza di Servizi, e rese dalla Soprintendenza Archeologica e Soprintendenza B.C.A. per bocca dei funzionari delegati che si associavano unanimemente all’approvazione di tali sciagure, avanzando le rituali prescrizioni che, perciò che riguarda il percorso intrusivo nel cuore monumentale della Città, venivano “allegate” (V. dichiarazione dell’Arch. Vincenzo Vaccaro, documento peraltro non contenuto in quanto da noi esaminato). .Fortunatamente l’opposizione civile e culturale al progetto ha fermato tale intrusione ma si teme sia uno stop temporaneo, infatti il capolinea delle linee si attesta in Piazza dell’Unità d’Italia ad un passo dal cuore della Città, a fronteggiare l’abside della Basilica di Santa Maria Novella. L’impressione tratta dal complesso di documenti è di totale sconcerto perché, così come da prassi adottata in TUTTI gli strumenti urbanistici del Comune di Firenze, si premette sempre l’elencazione dei vincoli, delle tutele ( anche le più remote) delle criticità, nulla viene omesso, tutto viene esposto, ma a titolo MERAMENTE ESPOSITIVO; la voluta ripetitività dei termini vale a rappresentare i fatti, si espone e poi si procede senza alcun effetto conseguente. Ma non solo. Esame dei documenti riguardanti la Linea 3.1 ( Fortezza –Dalmazia), in particolare quanto prodotto da Ecosphera ( Palazzolo sull’Oglio BS. info@ecosphera.net). Progetto definitivo 2003. RG1- relazione geologica tecnica, geomorfologica, rischio sismico RG2- relazione idrogeologica RG3- relazione geotecnica RG4- relazione idrologica-idraulica Si può per capi molto sommari che da detti studi emerge una crescente preoccupazione per il nodo Fortezza-Statuto-Mugnone, (e per la zona Dalmazia) poiché tutta la tratta Linea 3.1 si sviluppa in zona prevalentemente a RISCHIO IDRAULICO MOLTO ELEVATO. RI4. ( perimetrata come tale anche nel Piano Strutturale, quindi non ignota agli Amministratori ndr.) Via XX Settembre e Viale Milton, in particolare, RI4. Le sponde del Mugnone sono zone di assoluta protezione del corso d’acqua. Forse a causa della raccomandazione reiteratamente esposta di ricostruire il Ponte Statuto sul Mugnone, attualmente a due campate con copertura rettilinea e con pilastro centrale, con un’unica campata ad arco per aumentare la portata, ci si accinge a costruire un’alternativa in ferro (Bailey) insistente proprio sulle sponde in assoluta protezione con relativo taglio di 8 platani secolari. A riguardo delle opere di “sviluppo della viabilità sotterranea” a ridosso della Fortezza e del corso del Mugnone si riporta per esteso: “ Il sottopasso dovrà essere subordinato ad una specifica verifica idrologica. Allo stato attuale è necessario prevedere la possibilità di eventi metereologici ricorrenti ( nubifragi. Ndr.) con cadenza annuale, durante i quali sia previsto l’arresto della circolazione tramviaria e veicolare con apposite sirene d’allarme……Bisogna prevedere per i sottopassi uno smaltimento delle acque piovane con casse di raccolta ed elettropompe…L’acqua può essere convogliata nel Mugnone..” ( E dove, altrimenti? E se il Mugnone fosse in piena?..ndr) Infine: RG2. “Per lo sgravio veicolare al di sotto della sede tramviaria, prima del Ponte sul Mugnone, si possono prevedere interferenze con circolazioni idriche sotterranee. I sondaggi W8 e W10 testimoniano livelli idrici a pochi metri al di sotto del piano di campagna ( 3,30-3,50). L’esecutivo del sottopasso dovrà essere subordinato ad una specifica indagine idrogeologica per la circolazione delle acque sotterranee…….. I sondaggi TAV indicano nell’area della Fortezza livelli idrici a 6-10 mt dal piano di campagna, però a cavallo della Fermata Lavagnini c’è un brusco salto idraulico a livello degli acquiferi superficiali fra l’area Fortezza ed il Mugnone per sprofondamento del fondo argilloso-limoso ed alla ricarica dell’acquifero ghiaioso-sabbioso del Mugnone.” A riguardo di questo corso d’acqua che, dalle Cure in poi, scorre in letto artificiale, alimentato dal Fosso di S.Gervasio ( ad opera del Poggi tombato e condotto fino al ponte ferroviario delle Cure ndr), si dice quanto segue: “L’Arno alimenta la falda freatica nelle stagioni secche, espandendosi sotto alla Città; pare che questo fenomeno cessi all’incirca a Bellariva… Il Mugnone drena la falda nel suo primo tratto di pianura ( zona Cure), più oltre perde la sua comunicazione…..però si riscontra una falda a filetti divergenti fra Piazza Savonarola fino a Piazza S.S. Annunziata: ciò indica una zona di alimentazione in corrispondenza della conoide del Mugnone. Il ventaglio descritto dalle isofreatiche indica che l’antico flusso continua nell’antica direzione del Torrente che si dirigeva verso l’attuale Piazza S. Marco per sfociare in Arno fra Ponte Vecchio e Ponte S.Trinita.” ( il rialzo della conoide su cui fu edificato il castrum nel 59 a.C.) Questo flusso verrà tagliato dal sottopasso Tav: che conseguenze vi saranno per la statica degli edifici ed i monumenti del centro della Città? In questo studio è evidente la preoccupazione: a quanto ci è dato di capire vi sono contenute le uniche indicazioni sui reali problemi che vanno a condizionare direttamente il progetto e che avrebbero dovuto essere PRELIMINARI, il vero studio di fattibilità del progetto. Le montagne di carte prodotte ed esaminate sono mera produzione di documenti riempitivi del nulla, e che non possono essere considerati valutativi dell’impatto delle opere. Si è tratta la certezza che i progetti ( tutti) siano operazioni preconcette, che si vogliono realizzare “a prescindere”. Infatti la Linea 3.1 scorre per intero in aree interessate da alluvioni nel 1991, 1992, 1993 (sulla base di dati raccolti fra il 1996 e il 1999) e la si vuole realizzare anche se le relazioni nel tempo fornite da Ecosphera contengono dati molto allarmanti, al punto di consigliare sirene d’allarme per avvertire i cittadini in transito. Una doverosa considerazione circa lo “stupore” espresso dopo i rilevamenti d’acqua a 3 metri dal piano di campagna in contrasto con i rilevamenti TAV sempre in zona Fortezza: la Fortezza era stata costruita spostando il letto del Mugnone, ed i suoi fossati erano alimentati anche dalle acque dei pozzi che pescavano nella falda; tale falda esiste dunque tutt’ora nonostante le colmate di riporto, nonostante il Poggi abbia ulteriormente allontanato il corso del torrente. A Sud la Città si è sviluppata a quota ben superiore e quindi le acque provenienti da Nord, nonostante le canalizzazioni effettuate 2000, 500, e 150 anni fa, trovano sempre modo di convergere nel punto più basso della Città, il punto della Fortezza, agevolate dalla disomogeneità del sottosuolo. Riportiamo un ulteriore passo tratto dalla Relazione idrologica idraulica: “In epoca storica gli interventi di bonifica e di regimazione delle acque divaganti nella pianura ( in particolare di Rifredi, V.Poggi op. cit.), avevano creato un sistema di arginature artificiali con la funzione di contenere le piene e di isolare delle aree per creare casse di laminazione e decantazione. L’intensa urbanizzazione dell’ultimo periodo ha alterato questo quadro obliterando le caratteristiche morfologiche, la natura e la distribuzione dei depositi alluvionali.” Quanto abbiamo esposto è la nostra manifesta preoccupazione per l’incolumità dei Monumenti e della Città intera; gli esponenti esprimiamo vivissima preoccupazione per gli ulteriori elevatissimi rischi che il tracciato TAV rappresenta nel suo laccio sotterraneo che sicuramente ha una interferenza con l’assetto idraulico-idrogeologico delle freatiche di Firenze che gli Amministratori, i progettisti in generale, ed Italferr hanno sottovalutato con assoluta, ferrea, irresponsabilità.

Nessun commento:

Posta un commento