Note contro chi propina veleno per uccidere i
popoli
Noi abbiamo depredato l'Africa? Noi continuiamo a
depredarla? Non va bene quel “noi, non è accettabile un indistinto “noi”. Se è
impossibile fare l'elenco di tutti i nomi e cognomi degli imputati , piuttosto che un indistinto "noi" applicato ad
un continente intero, sarebbe più utile un’analisi a scala ridotta ma
circostanziata: per un territorio, magari ristretto, tirare fuori nomi, cognomi, provenienza, mandanti , autori,
complici, basisti, senza omettere
circostanze e cause di altra origine.
Altrimenti quel "noi" serve solo a
mettere insieme colpevoli veri e veri innocenti: cosa ruba un disoccupato, un
vero povero, una famiglia delle tante famiglie povere italiane a un continente?
Proprio niente. Anzi.
Ansia di giustizia: esattamente ciò di cui per
secoli e secoli e secoli si è nutrita un’Italia depredata, devastata, bruciata
da tanti invasori, o se si preferisce, da migrazioni predatorie.
Leggiamo le cronache del passato, Sant'Ambrogio ad
esempio, che cita Parma come un mucchio di rovine annerite e un territorio
completamente abbandonato; sarebbe utile leggere che Aleramo ebbe da Carlo
Magno il titolo di Marchese del Vasto ( Vasto è la contrazione di Vastatum,
devastato) Marca che da Ivrea raggiungeva il Ponente ligure, tenendo a mente
che non era una situazione particolare
ma quanto mai diffusa e secolare di devastazione .
Bisognerebbe contare tutte le torri di
avvistamento che sorgono lungo TUTTE le nostre coste e le isole. Non erano
"belvedere", erano torri di avvistamento contro i “saraceni”, i
mussulmani; ricordare che le campane suonano ogni mezzogiorno, dal 1571, perché San Pio V voleva che si
ricordasse per sempre la vittoria di Lepanto. Ricordare che nel 1683 la Lega
Santa liberò Vienna dall’assedio turco, sospinta dal Beato Marco d’Aviano, e
poi Budapest, liberata dopo 150 anni di dominazione, e Belgrado nel 1688; si deve ricordare anche che
la Grecia sottomessa ai turchi nel 1453 riuscì a liberarsi solo nel 1832, e poi,
solo dopo aver ricordato tutto questo, forse qualcuno perderà la mania dell’
autoflagellazione, rimetterà i piedi per terra.
Quanto sangue dei nostri antenati è stato versato
per 1000 anni, più o meno. Non solo
italico: è faticoso perfino fare l'elenco di tutti i popoli che si sono
riversati su questa terra per conquistarla, per insediarsi, per stare al nostro
posto, per una sorta di infinito senso di invidia amore odio desiderio o di
essere come noi o di sostituirci, per stare al nostro posto, prendere o stare qui . Goti, Visigoti, Ostrogoti,
Vandali, Longobardi, Alamanni, Burgundi, Vikinghi,
Normanni, Arabi, Turchi, tralasciamo
tedeschi, spagnoli, francesi.
Nostro
posto. Sì , nostro, perché tre stirpi geneticamente individuate sono qui da
sempre : Liguri, Etruschi, Greci, da nord a sud, grazie a Dio, e grazie all'Impero di Roma. Per qualche secolo
la pax romana ha dato pace e un patrimonio di civiltà ed esperienze utili che
sono rimaste e sono state tramandate, per secoli e secoli: il medioevo non ha
praticamente inventato nulla. Columella, i gromatici, i testi salvati nelle
biblioteche dei Monasteri: sul sapere romano e greco piano piano tutto è tornato;
l’edilizia, la cultura, le colture, l'allevamento, il pane e il companatico, le
cattedrali, le arti: così la gente
fuggita, tornata attorno ai Monasteri e
sul suolo degli insediamenti abbandonati, ha rifondato ovunque la Rex
Publica, ma stavolta Christiana, luce accesa in tutta l’Europa. E qualcuno lo
vorrebbe chiamare ancora “buio Medioevo”.
La prima vera Crociata del X° secolo, contro i
saraceni di Frenet in Provenza, ha permesso la ripresa della navigazione e del
commercio nel Tirreno, e poi verso la Grecia, verso Costantinopoli e l'Oriente.
Accoglienza? quelli impalavano i cristiani e
bruciavano tutto. I Martiri di Otranto? Ma ce ne sono state decine di migliaia,
ovunque, da Costantinopoli ai Balcani,
ad Aosta, a Genova. Qualcuno ha letto “Il ponte sulla Drina” di Ivo Andric?
Che c'entrano gli africani? Ma benedetta
gente.......intanto c’è l’Africa del nord
e quella che sta più a sud.
Da qualche parte del centro Africa devono
cominciare a capire che anche noi abbiamo avuto i guai nostri, e che guai! Da qualche parte devono capire che i
Missionari non sono stregoni che trovano l'acqua sottoterra, ma che l'acqua in
Africa c'è, sotto. Si mettano assieme e scavino pozzi, facciano cooperative,
irrighino quella fertilissima terra (come in Europa ce la sogniamo), si
conquistino l' autosufficienza alimentare! E imparino a difendersi, santo
Cielo! Quei giovanottoni muscolosi che arrivano qui! Che difendano la propria
terra, la casa, la famiglia, il villaggio, si diano coraggio! E poi qualcuno deve spiegare che va a fare la Cina in Africa?? Nei vari appelli al dialogo e
all’accoglienza, accattivanti ma privi di ogni sostanza, l'argomento non viene
neppure sfiorato, ma si sa che la Cina compra terra, enormi spazi, costruisce
città disabitate, perfettamente rifinite e vuote. E compra tantissima terra.
Perché andare a comprare una terra se è tanto
disgraziata? La Cina costruisce intere enormi città, esporta attività, apre
scuole in cui si insegna il cinese agli africani, fa tv, in cinese, fa
informazione, in cinese, e compra e compra.
Perché?? Se è terra arida, dove non si può vivere, un
clima da spavento, guerre e stragi e pestilenze da cui si può e si vuole solo scappare,
perché??
Perché fanno tutte quelle città vuote ma già
fornite di strisce pedonali, parcheggi, semafori spenti?? Perché le popoleranno, con tanti cinesini che
si metteranno a lavorare come formiche e faranno tutto quello che i nativi non
hanno mai fatto, disciplinatamente, così come hanno costruito quelle città.
A noi viene un dubbio, che in Africa , fertile e
generosa e grande, ci si voglia trasferire mezza Cina.
E che tanti flussi migratori verso l'Europa a
cavallo di gommoni cinesi che si sgonfiano e affondano, sospinti da motori
finti Mercury da 5 cavalli che bruciano e opportunamente si spengono, siano
leggermente agevolati dal lontanissimo oriente. Che pensare? Cinesi?
O dai Francesi sempre ben dispiegati e in forze, o al solito dalle multinazionali, termine onnicomprensivo,
anonimo, uno slogan, un’ etichetta.
Ma mezza Africa qui proprio non può venire: in
Italia c'è lo stesso numero di abitanti che in Francia e in Germania, ma su un
territorio grande la metà, montagnoso. Stiamo già affollati qui, siamo in tanti, e abbiamo 5 milioni di poveri.
Si dirà che la povertà africana è
diversa, lo sappiamo, ma i poveri qui ci sono e tali restano, bambini italiani
poveri, famiglie povere, vecchi poveri. Abbiamo tanti disoccupati, abbiamo i nostri
"migranti", diplomati o ultra laureati; ci sono costate un sacco di soldi quelle
lauree: abbiamo preparato a spese di
stato e famiglie tanti giovani che qui non hanno nulla e vanno nel mondo,
perfino in Australia, in Finlandia, ovunque. Sono i nostri
"migranti".
Ma non fa
rabbia?? 150 mila l'anno per cui qui non c'è un lavoro decente al di sopra dei
2/3 euro l'ora.
Ma non fa
rabbia?? Se la risposta è sì allora chiamiamo per favore le cose col loro nome
e smettiamola di dire che noi deprediamo qualcuno. Si facciano i nomi. Enrico
Mattei non andava a depredare l'Algeria, la Libia, la Tunisia, la Persia. Ci
andava qualcun altro, che lo ha ammazzato. Noi non abbiamo ammazzato Gheddafi:
quando lui buttò fuori tutti gli italiani dalla Libia con una sola valigia in
mano, nel 1970 noi non abbiamo bombardato nessuno, nemmeno protestato. Noi non abbiamo fomentato dittature e tagliagole in centro
Africa e in Sud Africa, nelle ex colonie altrui, non sono state architettate in
Italia le cosiddette “primavere arabe”! Non sono state progettate in Italia le
squadracce dei Boko Haram, lo “stato islamico”, e orrori del genere! Si ricordi che le uniche opere pubbliche che restano
ancora in piedi, seppure a brandelli, cadenti e bombardate in molte contrade
africane le hanno costruite gli italiani.
Nos frères italiens......gli algerini ci chiamano ancora
così. E perfino molti libici.
E finalmente diciamo che per i mussulmani noi
siamo "dhimmi", ovvero coloro che devono sottomettersi e pagare per vivere,
senza diritti, o morire. Loro non
possono, pena la scomunica ( ovvero la morte) mescolarsi con noi, integrarsi e
tanto meno assimilarsi. Loro non
vogliono e non possono integrarsi. Perché allora tanta fanfara sull’argomento? Loro non vogliono e stanno a parte, ovunque in
formazioni chiuse, e vogliono spazi, pezzi di territorio dove vige il loro
diritto, la sharìa, sempre di più. La
loro religione non è compatibile con la nostra e con la nostra civiltà del Diritto; il loro
diritto è religione, inscritto nel Corano: e il loro dio non è il nostro. Nossignore, non lo è, piaccia o meno a Sua Santità e ai tanti
dialoganti che lo seguono in spericolate e ridicole acrobazie
“ecumeniche”, non lo è.
Vengono integrati i popoli che non hanno una forte identità: i
mussulmani la hanno, fortissima, noi NO,
l’abbiamo perduta, e presto ci troveremo nella stessa situazione dei cristiani d’oriente che sono ancora cristiani perché dal VII
secolo hanno difeso col sangue la
propria fede, la propria identità. Lo faremo? Quanti saranno disposti a farlo?
I cristiani
sono diventati minoranza: da dove i popoli d’Italia e d’Europa trarranno la forza necessaria
per non essere assimilati , o su quali valori i popoli europei scristianizzati
si appoggeranno ? Sulle nostre
Costituzioni che qualcuno ha preso a picconate? Sui trattati? Sulle Logge
framassoniche? Sulle banche e sui
banchieri? Sull’euro? Sulla civiltà di
internet? Sulle “famiglie arcobaleno”? Sulle leggi pro LGBT?
Sui gay pride? Sui suicidi “assistiti”?
Sull’umanitarismo senza se e senza ma? Sulle Croci rimosse? Su quel che si vuole insegnare sul sesso e
sulle sue devianze ai bambini degli asili e delle elementari? Sulle Chiese vuote? Sui preti che non pregano
più e dicono ( anche dall’altare) e fanno,
ciò che un tempo li avrebbe portati diritti alla scomunica o in galera? Sulla nostra abiura? In queste condizioni che senso ha aprire le porte a chi considera
questa solo come una terra di conquista?
Se Cristo è uno sconosciuto, se non un nemico, per
intere nazioni, cosa abbiamo da dare ad un continente che soffre? Le case, i soldi, cosa? Loro vedono benissimo i nostri disvalori e ci
disprezzano, stanno a parte.
Da un lato alcuni di loro sanno che qui non c’è
niente da prendere a modello, comunque
pensano che quello che c’è ci sia sempre stato e sia stato gratis, ignorano
che è costato tanta fatica, tante guerre, secoli di guerre, sangue sudore e
lacrime; da un altro vogliono comunque un posto a tavola.
Piuttosto che risolvere le questioni col machete o
col kalashnikov, vedano di far fiorire la loro terra e non farsela rubare,
ancora, ancora e sempre, si liberino dalle oligarchie corrotte! Noi non abbiamo sensi di colpa, non li abbia
nessuno; ci si tolga l’ansia dall’anima, ma ci si convinca
che con le sole umane forze non si può salvare nessuno, nessuno può neppure salvare se stesso, con le nostre forze non salviamo il
mondo. Diamo quello che possiamo, certamente,
ogni volta, ma nessuno di noi può pensare di salvare il mondo, non siamo
onnipotenti. Ma se sappiamo che Tizio o Caio hanno fatto del male abbiamo il compito
di dirlo dai tetti, la verità va detta, senza fare di tutta l’erba un fascio e
intorbidare le acque, dove i pesci predatori nuotano ancora meglio, e la
propaganda politica prospera senza che neppure ci se ne accorga. Ma chi predica
intorbidando non solo se ne accorge, ma
lo sa benissimo, rende bene.
Infine si può notare un’ultima cosa: non ci sono
problemi di convivenza con tanti immigrati “economici” del Perù, della Polonia,
delle Filippine: perché? Hanno avuto ingressi regolari o si sono regolarizzati
appena avuto un lavoro, loro hanno permessi di soggiorno per lavoro, loro
pagano le tasse e versano i contributi (
loro sì). Sarà forse perché sono cristiani?? È
stato chiesto a giornalisti tunisini e marocchini perché tanti loro
connazionali e vicini di casa preferiscono saltare su un gommone a rischio
della vita piuttosto che andare in un consolato e fare documenti d’ingresso,
c’è pieno ovunque di consoli e consolati. La
risposta dei giornalisti è stata che per
lo meno i loro connazionali preferiscono la via del gommone proprio per non
seguire percorsi regolari: è una
strategia, una scelta furba, perché se uno è irregolare “ va dove vuole e fa
quello che vuole”, altrimenti deve vivere “regolarmente”. La notizia
dell’intervista è vera e documentata.
Perciò: se
si ha qualcosa da dire lo si dica ma in modo preciso e circostanziato, e si
guardi bene che le armi si vendono perché c’è chi compra, avendo ben chiaro che
quella moltitudine qui trova poco o niente, oltre a quello che è
nostro, ci si scusi la parola, e quando,
e se, tornassero a casa là non
troverebbero davvero più niente, tutt’al
più la stessa precisa situazione che
hanno lasciato.
OTTIMO, COMPLIMENTI E GRAZIE
RispondiEliminaLUCIANA ZANCHINI
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