LA STRATEGIA POLITICA E’ SPECULARE ALLE STRATEGIE
BELLICHE.
Che cosa ha spinto Trump ad eliminare il generale
Sulaymani e il suo seguito?
Ecco riassunti i due aspetti principali :
1
1) Bloccare chiunque si opponga ( anche
con la morte )al progetto egemonico e globalizzatore degli USA.
2
2)Mantenere attivo il principio, stabilito dal deep
State Usa, di guerra permanente( dopo l’11 Settembre 2001) e gettare nel
caos i paesi che non vogliono la globalizzazione o che si presentano come
alleati al multipolarismo di Cina e Russia
L’azione USA con l’uccisione del generale Sulaymani
ha ottenuto l’effetto contrario cioè quello di rinsaldare l’alleanza dell’Iran
con Cina e Russia.
Tant’è che questo paese(l’Iran), minacciato più
volte dagli USA come paese “canaglia” perché, secondo loro, costituisce una
minaccia per l’equilibrio e l’incolumità di Israele, aveva costruito una
cintura di sicurezza marittima iniziando esercitazioni navali congiunte con
Cina e Russia. Non solo, per aggirare le sanzioni USA, l’Iran ha aperto alla
Cina per la costruzione di una ferrovia Pechino-Teheran che rientra nel
progetto cinese delle “nuove vie della seta”. Quindi l’uccisione del generale è
stato un avvertimento: gli interessi geostrategici ed economici USA legati al
valore del petrodollaro, come moneta di scambio globale, non possono essere
cambiati. Pertanto le ripercussioni, causate da quest’intervento degli USA,
negli Emirati arabi e nell’Arabia Saudita e in tutta l’area mediterranea con la
Libia ancora nel caos sono da interpretare in questo senso:
Il conflitto libico, dopo l’eliminazione cruenta
di Gheddafi, fra la coalizione di Al Serraj, sostenuta da UE e USA, e quella di
Haftar, appoggiata dall’Egitto ed ora anche dall’Arabia Saudita e
dagli Emirati arabi (cioè dai più importanti produttori di petrolio del
territorio), si è riacceso più violento.
L’Italia è il primo paese che è stato attaccato
nei suoi interessi (vedi Eni) da questa crisi bellica creata dall’impero USA e company.
Per questo motivo diventa necessario per l’attuale governo italiano interloquire
con chi in questo momento in Libia ha raggiunto un certo potere strategico
territoriale accaparrandosi con le ultime battaglie la Sirte. Pertanto chi ha criticato
attraverso i mass-media con varie epiteti l’incontro fra Conte ed Haftar non
tiene conto della mutata situazione. Per questo diviene importante ricordarsi
della linea geostrategica sull’energia tracciata dal geniale E. Mattei
presidente dell’Eni e continuata dai politici della prima Repubblica.
L’intervento turco in Libia con jadisti dell’Isis
prelevati dalla Siria e fatti sbarcare a Tripoli per sostenere Al Serraj apre
nuovi e inquietanti scenari. Dunque l’uccisione del generale Sulaymani,
divenuto martire per gli Sciti, rientra in questo assestamento strategico USA. Per
adesso le ritorsioni iraniane sono state molto limitate e le contro reazioni
USA si sono momentaneamente fermate in quanto deve essere riformulata la sua
strategia del “caos infinto”. Questo perché le guerre non sono più di
occupazione territoriale ma servono per lasciare i paesi in guerre fra bande
jadiste da cui il caos e per accaparrarsi le risorse energetiche.
I Paesi amici e nemici di Washington devono
prendere atto di questa realtà e attuare le contromisure per impedire lo
scontro finale fatale per tutta l’umanità.
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