Perché
questo trattato mette Francia e Germania a capo dell’UE? Il senso è che
vogliono comandare solo loro. L’asse politico-economico Parigi-Berlino prefigura
addirittura l‘integrazione territoriale franco-tedesca. Si presenta come un
doppio potere a senso unico sul continente che esclude gli altri stati membri
dell’UE. Infatti i due Paesi puntano ad una politica estera comune, alla
convergenza di norme fiscali, economiche e sociali, al coordinamento tra i
ministeri, rendendo così inutili gli organi comunitari.
A questo punto si prefigura lo smantellamento
della Nato e, in previsione del fallimento del progetto europeo, si cerca di
porre la basi per una nuova alleanza. Sempre nella linea dell’egemonia franco-tedesca,
la Francia si impegnerà perché la Germania possa ottenere un seggio nel
consiglio di sicurezza permanente dell’ONU (posto riservato solo agli stati vincitori della
seconda guerra mondiale). Si badi bene, alla Germania e non all’Unione europea ;
quindi il resto dell’UE a questo punto è al servizio di questi nuovi signori
del vapore.Inoltre i due paesi poi si accorderanno per lo sviluppo del
bilinguismo franco tedesco e la diffusione dello stesso, con università
bilingue nei territori di frontiera che diventeranno distretti industriali
comuni.
Questo trattato cambia il grande gioco geopolitico
tra le potenze atomiche: Macron, in difficoltà smascherato in Africa (vedi le
denunce sul FCA), cerca l’intervento tedesco anche a costo di cedere persino il
posto della Francia nel consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Siamo oggi di fronte ad un colpo di mano contro i
popoli europei. Un trattato che abbandona letteralmente a se stessi gli altri
paesi dell’Unione europea. Sicuramente Berlino non farà sconti a nessuno,
imporrà le sue scelte e difenderà i suoi interessi come ha sempre fatto.
Il trattato, infine, dedica ampio spazio ai
rapporti dei settori della difesa di Francia e Germania ( comprese le armi
atomiche francesi) e “contribuirà alla creazione di un esercito europeo(??)”,così
ha spiegato la Merkel. I due Paesi si impegnano a “prestare aiuto e assistenza
reciproca con tutti i mezzi a loro disposizione, comprese le forze armate, in
caso di aggressione contro il loro territorio”, anche in caso di terrorismo.
Sebbene questa solidarietà sia già prevista nel quadro della Nato, l’obiettivo
di Francia e Germania è anche quello di “rafforzare ulteriormente la
cooperazione tra le loro forze armate” e “di procedere solo a schieramenti
congiunti”. Parigi e Berlino. A questo scopo, “istituiscono il Consiglio di
difesa e sicurezza franco-tedesco come organo politico adibito a gestire questi
reciproci impegni” tutto al di fuori dei trattati UE.
Silenziosamente
la Germania sta costruendo il potenziale nucleo di una futura forza
armata dell’Unione Europea, ovviamente sotto il suo comando.
Con la firma del Patto di Aquisgrana è avvenuto un
salto di qualità. L'asse si consolida, diviene un vero e proprio sodalizio
strategico. L'élite europeista italiana, messa davanti al fatto compiuto, è in
forte imbarazzo, e come sempre tenta di
sminuire la portata del patto sottovalutando la sua pericolosità. Ciò può
essere inteso anche come gesto tattico di contrasto in vista delle elezioni
europee ai rinascenti nazionalismi e populismi ed infine come consacrazione
della "Unione a due velocità". Ma non è così.
Al netto degli aspetti tecnici, economici e militari, comunque rilevanti, del
nuovo trattato, esso rivela la visione e le determinazioni delle fazioni
capitalistico-finanziarie dominanti nei due paesi, da soli fanno il 50% del Pil
dell' Eurozona e nei decenni hanno accresciuto senza soste la loro
interrelazione economica.
Il Patto di
Aquisgrana contiene due cose : da una parte il messaggio alle tre
grandi potenze mondiali (USA, Cina e Russia) che Germania e Francia rafforzano
la loro intesa e saranno protagoniste della contesa imperialista mondiale
perché hanno un proprio autonomo armamento atomico; dall'altra lanciano un vero e
proprio ultimatum agli attuali recalcitranti partner dell'Unione: ” dovete
aggregare i vostri scassati vagoni alla nostra locomotiva (rinunciando alle vostre vacue pretese
sovrane), oppure, d'ora in avanti, vi considereremo zone ostili da colonizzare “.
Un ultimatum rivolto non solo ai paesi dell'Est Europa (che tra l'incudine
tedesca ed il martello russo invocano come vassalli la protezione americana). Anche l'élite italiana, è posta davanti al dilemma: essere la piattaforma mediterranea del blocco carolingio
o continuare a fungere da longa manus degli americani?
L'élite italiota pare divisa: una gran parte, quella di dogmatica fede
europeista (non solo piddina) tifa per l'asse carolingia, un'altra, più
tradizionalista, pende per restare sotto tutela americana. E il "governo
populista"? E' in stato confusionale, balbetta, parla d'altro. Più che
navigare a vista si fa portare dalle correnti. Ma le correnti spingono in
direzioni opposte, direzioni che potrebbero accentuare il dissidio tra Cinque
Stelle e Lega portando alla fine il "governo populista".
TANTO PER ESSERE CHIARI
Il Patto di
Aquisgrana rafforza di molto gli istituti comuni tra i due paesi, tra cui il
Consiglio dei ministri franco-tedesco e quello per la Difesa e la sicurezza.
Quindi una maggiore cooperazione militare ed una più stringente cooperazione
economica. I due paesi si sono garantiti assistenza militare e poliziesca in
caso di aggressione armata (!), quindi la cooperazione delle forze armate e
delle industrie attive nel settore della difesa sarà più stretta. Sul piano
squisitamente economico, il Patto sancisce la creazione di una "zona
economica franco-tedesca dotata di regole comuni" per "favorire la
convergenza tra i due paesi e accrescere la competitività" verso gli altri paesi europei e soprattutto a sfavore dell'Italia. Viene creato un
Consiglio comune di esperti economici e stabilito un coordinamento per
politiche neo-colonialiste comuni verso l'Africa. Infine (di qui la
protesta dei Gilet Gialli) la trasformazione delle zone transfrontaliere (Alsazia e Lorena) in zone "speciali" come laboratori per
sperimentare e avviare quella che a noi pare una vera e propria fusione federale
futura tra i due stati.
La Germania è il primo partner
commerciale della Francia e il secondo più grande investitore estero nel Paese,
oltre 4mila imprese tedesche operano in Francia con una forza lavoro di oltre
le 310mila unità ed un giro d'affari di 140miliardi di euro. Da parte sua la
Francia è un partner decisivo per la Germania: il secondo dopo gli Stati Uniti
per esportazioni (106miliardi di euro nel 2017 e il terzo per importazioni dopo
Cina e Olanda, 64miliardi). Secondo l'INSEE (l'istituto francese di statistica)
2.700 imprese francesi sono presenti in Germania dando lavoro a 363mila
addetti.