Il nome che è stato dato alla autonoma aggregazione di liberi cittadini di "Primo Popolo di Florentia" nasce dal primo esperimento di democrazia popolare a Firenze nel 1292. Da questo blog partono idee ed iniziative per l'instaurarsi di una vera RES PUBLICA a Firenze.
sabato 28 febbraio 2015
Aeroporto di FIRENZE e Fosso Reale
Aeroporto di FIRENZE e Fosso Reale
La lotta per imporre o per
impedire il nuovo aeroporto della piana sarà lunga e difficile. I cittadini che
vorranno difendersi da questa incombente presenza dovranno conoscere e
approfondire tutte le questioni, senza limitarsi al problema, pur grave, del rumore.mercoledì 25 febbraio 2015
FERMIAMOLI
Cari amici, la petizione promossa dalle associazioni e dai comitati per la difesa
del patrimonio della nostra città è on line.
Firmiamo e inviamo la petizione a tutti quelli che conosciamo per fermare la DISSOLUZIONE culturale,storica,artistica e urbanistica della città di FIRENZE-flos colendi-fiore da coltivare e non fiore da spezzare e poi gettare dopo l'uso e l'abuso.
LINK
https://www.change.org/p/sergio-mattarella-chiediamo-al-sindaco-nardella-di-sospendere-le-grandi-opere-permanenti-e-invasive-in-costruzione-a-firenze-e-al-presidente-della-repubblica-sergio-mattarella-di-vigilare-su-firenze-patrimonio-dell-unesco
lunedì 9 febbraio 2015
UN PROGETTO ASSURDO VOGLIONO FINANZIARE LA TRAMVIA SOTTO IL CENTRO STORICO DI FIRENZE
Rendering* di una Stazione tipo della Tramvia sotto il Centro Storico di Firenze.
*(estratto da La Repubblica Firenze 6 febbraio 2014)
Il progetto di far passare la Tramvia nel sottosuolo del Centro
Storico sta procedendo: ogni tanto la stampa informa i Cittadini sui progressi
dell’opera, e ci regala ora una prima immagine di “stazione tipo” di cui forse
il Centro Monumentale potrà fregiarsi, di sorprendente bruttezza. Chi pensava
che le discese nel sottosuolo fossero discrete e seminascoste, segnalate con un
cartello, perda ogni speranza: non si era mai visto niente di più indegno, la
scomparsa pensilina di Toraldo di Francia alla Stazione
era niente, al confronto. Ci diranno che la stazione rappresentata non
riguarderà il Centro Storico, è probabile, bensì la linea 4 per Campi: ma
allora perché è sotterranea?
Del progetto, in sé, del vero e proprio progetto, l’Amministrazione
non ci informa secondo un consolidato costume; per sapere qualcosa di più
segnaliamo ai Cittadini il seguente indirizzo:
Diciamo subito che nel disegno del tracciato della Prometeo
manca il famoso “nodo b” cioè il tratto “ Piazza della Repubblica- Piazza della
Libertà”, ma non disperiamo di vederlo presto, dal momento che è previsto dal
Piano Strutturale, quindi è scontato.
E’ interessante che la
Prometeo Engineering spari immagini di
frese gigantesche accanto a frasi sulla bellezza di Firenze, meraviglioso!
Certamente quella fresa non produrrà vibrazioni da far tremare le vetrate di santa Maria Novella, il Battistero, la Cupola , le Torri del Bargello e di Palazzo Vecchio:
sarà come un soffio, una manina leggera, o magari la Prometeo si propone di scavare a
mano? Ma certo: il tunnel, d’altro canto, sarà tutto in terreno archeologico!
Rispetto, ci vuole, perbacco!!
Stanno preparando lo studio di fattibilità: ma vogliamo dire
a proposito qualcosa anche noi.
Tanti anni fa il Prof. Tito Arecchi, a proprie spese, aveva
proposto uno studio per una Metropolitana: ci ricordiamo benissimo che proclamarono ai quattro venti che nel
sottosuolo di Firenze NON SI POTEVA SCAVARE, e fecero addirittura volantinare
per strade e piazze, convocarono assemblee nelle Case del
Popolo, e convinsero tutti, o quasi, salvo poi, decidere esattamente il
contrario.
Si scava e si scaverà il doppio Tunnel della Tav ( dove passerà
e cosa comporterà ormai lo sanno perfino i sassi, e chi non lo sa si informi),
e la Tramvia avrà il
suo bel percorso sotterraneo nel Centro Monumentale della Città.
Quindi Firenze avrà nel sottosuolo una bella coppia di
barriere a compromettere il normale assetto delle falde acquifere, una a monte
e una vicina all’Arno, quindi il sottosuolo andrà totalmente in secca: i
geologi fiorentini a questo proposito non hanno niente da dire?
Si preoccuperanno sempre e solo dell’impatto che l’ambiente
avrà sulle opere, e non viceversa? Bene, tutti zitti e proni.
“Teniamo famiglia”: questa pare sia ormai la parola d’ordine
che circola.
Le conseguenze sulle fondazioni di tutti gli edifici saranno
disastrose ma, come accade in Italia, qualcuno già si frega le mani: quante
opere di restauro!! Quanti bei cantieri!! Quanti soldi!!
E non scordiamoci i 12 parcheggi sotterranei “pertinenziali”
agli appartamenti extralusso ricavati dal frazionamento dei Palazzi che stanno
vendendosi nel Centro Storico: Nardella e Rossi fanno gli agenti immobiliari e
stanno vendendo “l’argenteria di famiglia”.
www.investintuscany.com vedere per credere.
Come diceva Renzi? “Venghino signori venghino, vendiamo le
auto blu!!” (ma neppure una).
“Venghino signori venghino, vendiamo Palazzi, Conventi,
Rotonde, Chiese, si vende Firenze, sopra e sotto, vendiamo la terra, e quel che
c’è sotto, reperti e acque, tutto compreso, prezzi boni!!”( ma questi li
vendono per davvero).
Ma quando i giornalisti smetteranno di fare i lacché e
faranno un minimo di vera informazione?
Ma quando i Cittadini si riprenderanno la ragione? Il proprio
diritto di decidere del bene comune?
Questa terra tanti secoli fa è stata comprata col denaro dei
Cittadini, le libertà comunali sono state comperate a sacchetti d’oro per non
pagare più ai feudatari il diritto di entrare e uscire dalle porte delle città,
di costruire, di commerciare, di attingere acqua, di pescare, di macinare il
grano, di accendere il fuoco in casa…e di seppellire i propri morti sotto
terra: a questo era destinato il sottosuolo, principalmente.
Così sono nati i liberi Comuni, così è rinata la vita civile,
questi sono i veri diritti di cittadinanza: poter stabilire che cosa sono i
beni comuni ed il collettivo e comune interesse, e per questo la terra dentro
le mura fu comperata a peso d’oro, purché le Città fossero territorio libero e chi ci viveva
fosse libero di decidere: questi dovrebbero ancora essere diritti acquisiti, e invece si vive sotto un
potere senza opposizione, che decide delle sorti nostre e delle generazioni
future in forza di una “delega
irrevocabile” e rassegnata all’ occupazione del potere da parte di pochi potenti.
Le “ genti nove” di
Dante che ritornano.
Ma nessuno se ne ricorda più o non vuole vedere, e chi lo
sa, tace, nemmeno un sussulto di dignità.
venerdì 2 gennaio 2015
RACCONTO APPARENTEMENTE IMMAGINARIO
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO VOLENTIERI DA BARBARA D.
L’amico degli alberi
Farsa in più atti
Scena I
Un salottino privato, adiacente alla sala del trono
Il sovrano – con
forte accento napoletano, accostandosi appena al pesante tendaggio
della finestra, e poi allontanandosi di scatto dalla medesima.
Ma che vuole tutta chella ggente là, ma pecché strillano accussì.
Ciambellano, dicitemi nu poco, ce l’hanno cummé?
Ciambellano – cercando di tranquillizzarlo, in perfetto toscano
Sì e no, maestà, vedete, si risentono perché gli affari non vanno,
e gli scavi che state facendo in cerca di tesori sotterranei, proprio
a ridosso delle feste natalizie, non migliorano le cose. Dicono che
se volete scavare, sarebbe meglio che ve ne andaste in aperta
campagna, là per lo meno potreste trovare un poco d’acqua, visto
che in città pure quella comincia a scarseggiare.
Il sovrano – Hiii,
che esaggerazione. Ma vedete nu poco quanto si agita chilla femmina
bionda là, si sta avvicinando alla porta. Mamma mia che paura. Meno
male che mmò la guardia l’ha ricacciata inditro. Strilla, si
straccia le vesti, c’ha certi occhi che sembra uscita dall’inferno.
L’acqua dite, eh. Ebbene, se vogliono l’acqua facitela calà nu
poco d’acqua abascio, e vedimme si se danno una calmata tutti
quanti. Maronna mia, ma ch’avimmo a fà, la rivoluzione. Chiamate
il capoguardie, che voglio darli una rinfrescata a tutti quanti
stanno, sti masanielli inviperiti.
Ciambellano – Ma maestà, fuori fa freddo, la temperatura sta scendendo sotto lo zero e tra poco sarà notte.
Il sovrano – Nun me e fotte un fico, vogliono l’acqua, e l’acqua avranno. Facit’ampresso ciambellà, che mi voglio godere lo spettacolo, ca ggià mi sto noiando.
Ciambellano – Come
volete maestà, agli ordini.
(Esce. Torna dopo pochi istanti, accompagnato dal capoguardia)
Capoguardie– Agli ordini maestà
Il sovrano – (visibilmente annoiato, sdraiato su una poltrona, gioca con le frange. Parla senza guardare in viso il capoguardie, tra uno sbadiglio e l’altro)
Brigadie la sentite tutta sta gente inferocita qua abbascio? Dicono
che non hanno acqua? Arrovesciategli in testa una bella pentolata, ma
che sia bella fresca e non ne parliamo più che qua mi so scassato
u’cazzo de sta gazzarra tutti i santi ggiorni. Tra un poco
arriveranno i compratori cinesi, e vedete un poco se è il modo di
accoglierli, con la piazza del palazzo piena di facinorosi che
nemmeno le cinque giornate di Milano. E mica ci stanno gli Austriaci
qua, no?
Capoguardie – Sarà fatto, Maestà (esce).
Pochi minuti dopo si ode un grande scroscio, poi si avvertono grida,
pianti di bambini, donne che urlano, uomini che imprecano.
Il sovrano – Cosa fanno, se ne vanno? (Rivolto al ciambellano, che
si alza sulle punte di piedi per vedere meglio)
Ciambellano – Sì, stanno lasciando libera la piazza. Le guardie
cacciano gli ultimi, che si attardano, un bambino piange, perché ha
perduto la mamma.
Il sovrano _ Facimm’anpresso che i cinesi stanno arrivando.
(ESCONO)
Scena II
La sala del trono
Il compratore, accanto l’interprete, il re sotto al baldacchino.
Il sovrano, rivolto al ciambellano, in piedi accanto allo scranno
regale. Si china verso di lui e la corona gli scivola su un orecchio:
Che ve ne pare ciambellano, l’offerta non è male, in fondo si
tratta di una catapecchia infestata dai topi. Vogliono farci un mega
albergo che porterà tanti stranieri e tanti soldi in città.
(Rivolto all’interprete) Dite che l’offerta è allettante e che
ci consulteremo coi saggi.
A un tavolo vicino, sommersi di scartoffie, i saggi sono al lavoro
per valutare l’offerta.
Hanno squadernato sul tavolo antiche mappe della città, le
confrontano fra loro lisciandosi le barbe. Sono barbe talmente lunghe
che passano da un lato all’altro del tavolo. Sotto al tavolo un
buffone si diverte ad intrecciare insieme le barbe dei tre saggi.
Il sovrano –
Rivolto ai saggi : Allora, che vi pago a fare se non siete capaci
di fare sta perizia entro un tempo ragionevole. Il nostro ospite sta
qui e aspetta una risposta. Domani deve ripartire, c’ha il business
che lo aspetta, e sapete che il tempo è denaro.
Uno dei saggi abbozza timidamente un’obiezione_ Vedete
maestà, va tutto bene, certo, soldi per la città, un mare di soldi,
a parte per quei poveretti che nell’Albergo di santa maria degli
Angeli ci abitano da anni. Il fatto è, vedete, che se confrontiamo
queste vecchie carte con lo stato attuale, vediamo che proprio nel
punto in cui volete effettuare quest’altro scavo , l’ennesimo,
perché a questi punti la città, con rispetto parlando, assomiglia a
un groviera, ebbé, Maestà, qui un piccolo problemino ci sarebbe,
perchè qui scorre l’antico letto del fiume, già interrato e già
deviato tre, quattro volte.
Il Sovrano (lanciando
uno sguardo da basilisco all’interprete, che già stava inclinando
la testa verso l’acquirente): Guagliò chisto nun c’è
bisogno che lo traducete; si tratta di fatti nostri e Chun Jang o
come si chiama lui nun c’azzecca niente. Poi rivolto al saggio:
Vabbé ma che significa, corso o non corso, letto o non letto.
Chisto d’u buco è n’antro pajo di maniche. L’importante è che
s’accattano l’Albergo con tutta la fetenzia drinto. Poi lo scavo
lo faranno da n’antra parte. Addò sta scritto che l’hanno a fare
proprio llà?
Rivolto a Chun Jang, che sta già tirando fuori dei sacchetti
pieni zeppi d’oro:
Allora, carissimo, per quanto riguarda l’Albergo è affare fatto.
Solo per lo scavo dovrete aspettare nu poco, avere ancora nu poco di
pazienza perché ci sarebbero delle quisquiglie da sistemare, sapete,
questa nun è Honk Hong, purtroppo, è una città antica, magari ci
fossero tutte strade diritte e ad angolo retto come a Tokio o
Shangai, qui a ogni passo si trova un reperto, come li chiamano loro.
Per quanto rigarda lo scavo sotto al Duomo, però, non ci stanno
problemi. Si alza in piedi e per poco, nella foga, non inciampa
nel manto regale, evidentemente troppo lungo: Si avvicina alla
finestra, e parla tra sé, come se avesse dimenticato il compratore
– Tutta sta bbellezza mi opprime, mi mette sapete una malinconia.
Qui tutti gli anni i turisti arrivano a frotte, si riempiono gli
occhi di bellezza, ma le nostre casse, tesorie, diciticello vuj, le
nostre casse stanno vuote, vuote da fare tristezza. E come li mando i
bambini all’asilo, con quali soldi, e me, lo dicete, coi soldi
della bellezza. A proposito, ciambellà, c’avevamo un altro
appuntamento. Non dovevano venire anche per quell’altra
faccenduola, sì , come si chiama lei, per la Venere del Botticelli:
Ciambellano – con
fare preoccupato, rivolto al compratore cinese che è rimasto
interdetto, il volto quasi coperto dai sacchetti di monete d’oro
che invadono ormai il tavolo:
Non ci badate e date qua. Affare fatto, allora, vi manderemo più
tardi all’albergo il regolare contratto datato e sottoscritto da
sua maestà, sapete, è un brtto momento, i sudditi gli danno tante
preoccupazioni, non sono mai contenti. Ma con questi almeno una parte
dei problemi, sono risolti. Almeno per un po’. (Fa cenno al
tesoriere di avvicinarsi e di chiudere i denari in cassaforte)
(Via il compratore, seguito dall’interprete. Quando scende dalla
sedia si vede che è un ometto minuscolo, anche se riccamente vestito
all’occidentale).
Scena III
Si ode bussare prima dalla porta ovest, poi da quella est,
Ciambellano – Con
aria sempre più preoccupata: Maestà, da questa parte ci stanno
gli archeologi, da quell’altra i signori per la Venere. A chi devo
aprire.
Il sovrano (Che nel
frattempo è riuscito, sbuffando e imprecando, a issarsi nuovamente
sul trono) E facite trasire quei rompibballe degli
archeologi.Potessero schiattà tutti come topi di fogna.
Primo Archeologo
(inchinandosi ai piedi del trono): Ecco Maestà, vedete, il
problema è questo. Sotto il duomo, e con la mano fa un cenno
all’altro di porgergli certe carte, ma proprio sotto, ci sono i
resti di santa Reparata, e poco più sotto ci sarebbe la parte
romana, di inestimabile valore, e sotto ancora c’è la città
etrusca. Voi capite che se la galleria dovesse passare da lì, ma
proprio da lì, il danno per i posteri sarebbe enorme,
irreparabile.... Direi che sarebbe un sacrilegio nei confronti della
scienza, per non parlare della civiltà. E voi, collega illustrissimo
–
(rivolto alla propria destra , gli fa cenno di avvicinarsi anche
lui al trono. Il vecchietto invece stava avvicinandosi quatto quatto
alla porta d’uscita, ed è costretto a fare dietro- front. Cammina
tenendo gli occhi fissi sul sovrano che, sempre più nervoso, fatica
a tenere dritta la corona).
Secondo Archeologo
(molto più anziano, ma anche men intimorito del primo. Barba
bianca, occhialini tondi, voce ferma di basso): Sì, Maestà, è
così, la galleria – a meno che non si faccia un’ampia
deviazione, arrecherebbe danni irreparabili nella delicatissima
stratigrafia della Firenze sotterranea, e poi .......
Il sovrano – mo mi
avete stufato con tutti o vostri dubbi e ripensamenti. Vabbé ho
capito, ma dei vostri cocci me ne fotto, con rispetto parlando, una
bella minchia. Basta, basta, basta con tutto sto vecchiume (Scivola
giù dal trono, questa volta speditamente)Ma guardateli tutti sti
tetti a punta, ste case torri che sembrano dover venire giù da un
momento all’altro e che invece stanno sempre lì, belle, in piedi
da un secolo all’altro, mentre quelli che le hanno abitate nel
fiore degli anni, e i figli di quelli già sotto terra si disfano in
polvere. Sei cenere e cenere ritornerai; se queste parole potessero
valere anche per la superbia di questa città. E invece no, il sangue
caldo degli uomini vi scorre attraverso, inaridisce, sangue nuovo si
aggiunge, uomini nascono, sfioriscono, si dissolvono in nulla, ma lei
sempre lì, non si muove di un millimetro, con le sue pietre fredde e
indifferenti, la sua bellezza sfacciata che è un insulto alla nostra
caducità.
Secondo Archeologo (ha udito il soliloquio del sovrano, e ora lo
guarda con aria interrogativa, poi, reclinando il capo): Ma voi amate
la città, sire?
Il sovrano: sia detto in confidenza, no. La detesto, la odio. Vorrei
vederla in ginocchio, umiliata, ridotta come le tante città del sud,
la cui bellezza è stata cancellata dal tacco sprezzante dello
straniero, sconciata dall’invasore, lordata da....
Secondo Archeologo: Direi che allora state raggiungendo lo scopo
(Esce)
Il sovrano : Come osi..... ma s’interrompe, si rammenta degli altri
che stanno attendendo.
Ciambellano fate antrare.
(Esce l’archeologo. Fuori anche i saggi, le cui barbe sono state
intrecciate dal buffone, escono dalla porta di sinistra, mentre da
destra entra una delegazione di tre uomini in frac nero, che
assomigliano vagamente a tre becchini. Il sovrano ha sulle prime un
moto di spavento)
Parlano a turno:
Allora
Maestà
Se tutto è pronto
Noi saremmo qui
Per prendere in consegna il quadro
Il sovrano: certo certo. Ciambellano, fate portare la fanciulla.
Ciambellano: La fanciulla sire?
Il sovrano: Massì, chilla là, Maruzzella, cosa là, la Venere.
Ciambellano: Venite avanti.
Entrano tre inservienti che sorreggono a fatica una tela gigantesca.
Ecco, appoggiatela là, sulla parete di fronte.
Il Ciambellano si avvicina alla tela e la scopre. E’ la Venere del
Botticelli. Immediatamente una luce azzurrina si diffonde nella
stanza, fino a quel momento sommersa dalle tenebre. I tre uomini in
frac stanno dinanzi al quadro in silenzio, il capo scoperto in segno
di devota ammirazione. Solo il re sembra indifferente. Si è fatto
aprire la cassaforte dal tesoriere ed è tutto intento a contare il
denaro. Il buffone lo osserva, facendo mille smorfie e tentando
invano di attirare la sua attenzione. Ma nulla riesce a distoglierlo
dalla sua occupazione. A un certo punto si sente un gran tintinnio.
Tutto comincia a tremare. Mobili e suppellettili si spostano a destra
e a sinistra come sulla plancia di una nave in preda a una tempesta.
Ciambellano – Cosa succede. Mi sembra di aver il maldimare.
Il sovrano: Il maldimare sulla terra ferma? (E intanto deve reggersi
con la mano la corona, che gli è scivolata pericolosamente su un
orecchio).
Il buffone (nascostosi sotto il tavolo) Terra ferma, ma quale terra
ferma, se tutto sta tremando.
Intanto i tre uomini in frac si precipitano sul dipinto, che è
caduto a terra ed è scivolato al centro della stanza. Proprio in
quel momento si ode un sibilo, e il grande lampadario di cristallo
precipita a terra, al centro della tela, sfondandola
irreparabilmente. Tutti si mettono le mani nei capelli.
Cala il sipario
ATTO II
Siamo a casa del secondo Archeologo. ….
IL FINALE PROVATE AD IMMAGINARLO O A SCRIVERLO VOI LETTORI.
mercoledì 26 novembre 2014
UFFIZI IN CINA E LA CESSIONE DEI DIRITTI SULLE OPERE D'ARTE: UN ALTRO PATTO DEL NAZARENO INTERNAZIONALE?
Qualche giorno fa su “La Nazione” abbiamo potuto leggere che
…” gli Uffizi andranno a Shangai”: ci sono tante opere d’arte nei depositi,
perché non approfittare dell’opportunità di grandi capitalisti cinesi disposti
a finanziare questo progetto? I “mecenati” costruiranno un grande bellissimo
museo, in prestigiosa location, onde
far convergere opere dagli Uffizi e quindi promuovere il nome di Firenze, il
brand (?) fiorentino. Contenti dell’iniziativa?
Non ne sapevamo nulla, ma dice il Sindaco che a gennaio si
perfezioneranno gli accordi. Quali?
Non c’è alcuna informazione a riguardo: certo le opere
appartengono al Demanio Culturale ( Art. 822 C.C), sono tutte catalogate, sono
inalienabili, ma forse sono alienabili alcuni diritti poiché le Norme per la
Circolazione dei Beni Culturali non sono perfette.
Ma cosa vogliono fare?
E’ necessario spiegare qualcosa. Cominciamo dalla fine:
la Signora Nicoletta Mantovani ved. Pavarotti, eletta nelle
liste Pd, per cui è stato costituito un apposito Assessorato ai rapporti
internazionali, ha avuto una delega per andare in Cina a sondare il terreno; ma
già il consigliere Forza Italia Mario Razzanelli ( ex Firenze c’è, ex Lega) che
da molti anni fa import export fra Italia e Cina, era solito dichiarare di
accarezzare un sogno: portare gli Uffizi in Cina.
Pare che il sogno si avveri e si faccia sul serio, Mario
Razzanelli ha accompagnato il Sindaco Nardella in Cina: foto su La Nazione, un abbraccio su sfondo
cinese. Ma c’è di più: pare che siano stati siglati accordi che a gennaio si
perfezioneranno.
Che tipo di accordi? Che tipo di impegni sono stati presi a
nostra insaputa?
Stante l’inalienabilità dei Beni, è stata prefigurata una
qualche “cessione di diritti”?
“ I beni del demanio Culturale non possono essere alienati,
ne’ formare oggetto di diritti a favore di terzi” così recita l’Art. 53 del
Codice dei Beni Culturali.
In ogni caso se sono stati ceduti diritti noi non avremo mai
più la forza di ricomperare: accordi da respingere, da stracciare, non da perfezionare!
Nell’Art 66 si considera possibile l’esportazione temporanea
per manifestazioni, con tutto un corredo di condizioni fra le quali la
sicurezza del trasporto e della conservazione, ma si vieta l’esportazione di un
fondo principale di una determinata raccolta.
Le opere conservate nei depositi degli Uffizi, forse non
sono definibili come “fondo principale”, ma possono ugualmente essere fragili,
preziosi documenti “di scuola”, “di bottega”: documenti che costituiscono la
“storia dell’Arte”, i documenti dell’elaborazione, del percorso.
Il valore del nostro Patrimonio è dato proprio dal fatto che noi non abbiamo 2,100, 500
capolavori assoluti, collezionati da qualcuno e recapitati ai nostri musei non
si sa come, isolati dal proprio contesto: noi abbiamo i capolavori assoluti e
il contesto che li ha prodotti e li ha accompagnati, che li ha studiati e
assimilati ed a sua volta ha dato luogo ad altri prodotti artistici.
Il nostro Paese è stato sistematicamente svuotato da grandi
ladri organizzati: per mesi, dopo il sacco di Roma colonne di carri hanno
trasportato refurtiva artistica nel nord Europa; per secoli nobili a corto di
soldi e parroci sprovveduti hanno fatto cassa svendendo arte, reperti, libri,
di tutto.
Ma nel 1602 il Granducato Mediceo fissava un elenco di
Autori che non si potevano vendere.
Lo Stato della Chiesa con l’Editto del 1820 di Mons. Pacca
poneva le basi giuridiche della tutela, della catalogazione, del concetto di
Patrimonio inalienabile, fondandosi sul Diritto Romano.
Finalmente nel 1939 arrivò la Legge Bottai e lo Stato ebbe
regole più certe.
Ma le Leggi hanno sempre le deroghe, anche l’attuale Codice, proprio sulle esportazioni.
Come si verrebbe a configurare il trattato Nardella/
Razzanelli/Shangai? In Cina si costruisce una splendida costosissima struttura
museale atta ad ospitare opere provenienti dal Museo degli Uffizi:
perché gli investitori abbiano un profitto ( non si fa
niente per niente) è necessaria una “certa quantità” di opere. Quante? Chi le
sceglie? A rotazione? Per quanto tempo? E se casca l’aereo?
E se affonda la nave? E poi, un giorno, vorranno
anche le opere del “piano di sopra”?
domenica 16 novembre 2014
TRAMVIA E TAV A FIRENZE, UN UNICO DISASTRO INCOMBENTE NEL SILENZIO GENERALE
Sono in atto a Firenze opere che costituiscono potenziali gravissimi rischi all’intera Città, due distinti progetti ad altissimi costi e ad altissimo impatto urbanistico e ambientale secondo fattori che mai vengono valutati, la reversibilità o l’irreversibilità delle opere:
- la Tramvia sarà parzialmente reversibile ma a costi sociali elevatissimi.
- i tunnel dell’ Alta Velocità saranno una irreversibile alterazione del sottosuolo di Firenze e costituiranno un danno permanente e dagli effetti incontrollabili.
Nonostante la proclamata “informazione e partecipazione” ben pochi cittadini sanno effettivamente in cosa consistano i progetti, se in essi siano contenuti rischi, quando si manifesteranno e dove e come si produrranno le temute conseguenze.
Descriviamo di seguito sinteticamente quelle che si definiscono “criticità dei progetti” : in effetti sono autentici RISCHI insiti nei progetti, desunti dai progetti stessi, di cui gli amministratori dovrebbero rispondere oggi stesso ai cittadini. Nulla di quanto segue è una personale ipotesi
-//////////-
TRAMVIA, UN PROGETTO SBAGLIATO A RISCHIO MOLTO ELEVATO.
Pochi sanno o riescono a valutare che tutte le linee faranno esclusivamente capo a S.M.Novella, cioè che lo scambio fra una linea e l’altra avverrà solo a S.M. Novella, senza altra connessione e comunicazione fra un quartiere e l’altro, non solo: sarebbe stato logico che un passeggero, trovandosi già su di un treno ( perché la tramvia non è altro, date le dimensioni dei vagoni, del passo dei binari, e perché progettata da Italferr) potesse accedere direttamente alle linee ferroviarie; niente di tutto ciò. Questo è uno degli errori progettuali. Ma c’è dell’altro.
Cosa avverrà alla Fortezza: tutto intorno al Monumento verranno scavati tunnel per il traffico automobilistico, la Tramvia sarà in superficie su una grande soletta artificiale. I tunnel si posizioneranno a quota inferiore rispetto al letto del Mugnone e saranno provvisti di sirene d’allarme in caso di allagamenti ( previsti), poiché se il Mugnone fosse in piena non potrebbe ovviamente ricevere altre acque. Gli automobilisti, al suono delle sirene, dovranno abbandonare i veicoli e mettersi in salvo, ed anche i passeggeri delle tramvie.
In ogni caso fra Fortezza e Viale Lavagnini vi sono livelli idrici a 3,30/ 3,50 metri dal piano stradale ed ivi transita il Fognone principale costruito da Giuseppe Poggi, proveniente da Piazza Indipendenza in raccordo con quello proveniente da Piazza della Libertà.
Si sottolinea che negli strumenti urbanistici tutte le abitazioni e le strade del quartiere Statuto /Vittoria sono in zona classificata A RISCHIO IDRAULICO MOLTO ELEVATO ( sarà per questo che sta tornando a galla il progetto di parcheggio sotterraneo in Piazza della Vittoria?) e che tutta la linea 3.1 si sviluppa in Zone a rischio da medio ad elevato: sarà per questo che le sponde del Mugnone da tenere in PROTEZIONE ASSOLUTA, si stanno modificando pesantemente, per costruire un ponte di ferro a 4 corsie che viene detto “temporaneo”.
Mentre si registrano immensi danni a città e paesi e si contano i morti, qui ci si affida alle sirene.
Ma non è tutto, non è finita
- //////////-
SOTTOATTRAVERSAMENTO ALTA VELOCITA’ ALLA FORTEZZA DA BASSO.
In quote inferiori ai tunnel veicolari saranno posizionati i due tunnel dell’Alta Velocità: per quale motivo progettuale o minimamente razionale il percorso dei due tunnel debba inoltrarsi sotto alla Fortezza ( due tunnel contenenti ciascuno un solo binario) per poi girare e andare a Campo di Marte lo si ignora, ma è ben presente il motivo per cui opere del genere avrebbero dovuto essere proibite: per il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE.
Infatti sorvolando sul percorso in curva, in discesa prima, in salita poi, e sulla seconda curva alle Cure, sulla velocità ridottissima dei convogli, pare non più di 60 km/h ( alta velocità?) è assai tranquillizzante leggere nelle Valutazioni di Impatto Ambientale del Progetto che la Fortezza sarà lesionata, ma solo un pochino, danni “estetici”alle murature.
Dipenderanno dallo sprofondamento delle fondazioni a causa dello scavo, ma sarà uno sprofondamento estetico: qualcuno dirà che era previsto, tutto sotto controllo, tutto consolidato con tanto cemento.
Anche nei tunnel si raccoglieranno acque, forse acque piovane, forse liquidi inquinanti sversati da convogli “merci”: si dovranno costruire cisterne ( ma poco capienti, gli spazi sono ristretti, 60 mq) da cui saranno pompate, dove?
Nel Fognone del Poggi e quindi in Arno.
Vi saranno però le cosiddette opere di mitigazione: le acque di falda che pervengono dal versante nord delle colline, importantissimi apporti idrici alle ghiaie su cui è fondato il centro di Firenze, non possono essere fermate. Il doppio tunnel è in effetti una diga sotterranea contro cui si fermerebbero le acque che scendono da nord, ma ciò è stato valutato: si scaveranno batterie di “pozzi” ( ben sette metri di diametro ciascuno) per consentire alle acque di falda di sottopassare l’ostacolo e proseguire nel proprio corso, e per impedire sprofondamenti dei terreni si inietteranno raggiere orizzontali di cemento. Per movimenti di altro tipo non si sa.
E’ chiaro che il sottosuolo di Firenze sarà alterato eternamente.
Ma nello Studio di Impatto Ambientale si dicono altre cose, molto inquietanti.
- La durata dell’opera è prevista per 500 anni valutando gli effetti CHE L’AMBIENTE AVRA’ SULL’ OPERA. Sì, lo scopo della Valutazione è stato questo, non vi sono preoccupazioni per l’inverso.
Si prevedono danni di tipo estetico, rimediabili, anche sugli edifici abitativi, se saranno lesioni importanti meglio demolire subito, costa meno.
E poi dato che i terreni in cui sono immersi i tunnel sono inquinati e pieni di robaccia, il cemento potrà essere corroso, ma per 500 anni dureranno, d’altro canto la qualità dell’opera deve essere garantita, i soldi devono essere ben spesi, sono denaro pubblico!
- Gli edifici in cui si prevedono lesioni sono quelli “a perpendicolo” sui tunnel: le vibrazioni della “talpa” non produrranno effetti laterali; anche l’effetto dell’ammanco di terra scavata è previsto. Tutto previsto?
Le previsioni sono fatte per mezzo di “modelli”, ma i cittadini non sanno se:
- i modelli sono affidabili ed hanno una comprovata capacità di adattarsi alla specificità del sottosuolo di Firenze, un sottosuolo molto disomogeneo.
- I dati inseriti nei modelli sono attendibili.
Infatti da progetto sono previste “rivalutazioni complessive in corso d’opera”.
In altre parole, se i modelli non funzioneranno, decideremo lì per lì, d’altronde l’ex sindaco aveva detto “ con la scienza e la tecnologia oggi si riesce a fare tutto”. Infatti.
Ma la Valutazione di Impatto Ambientale dice/non dice altre cose
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TUNNEL A.V. E CENTRO DELLA CITTA’
La Valutazione di Impatto Ambientale dice che esiste ed è attiva l’antichissima falda del Mugnone che si dirige verso il centro della Città: è rilevata in Piazza Savonarola, in Piazza SS. Annunziata:
quanto dista il Duomo?
Il Giornale di Cantiere di Arnolfo di Cambio riporta che tolto lo strato di poche braccia di terra fu trovata “ la ghiaia buona entro l’acqua” e lì furono scavate le fondazioni di Santa Maria del Fiore, che si trovano appunto tuttora nelle ghiaie entro l’acqua, come confermato da carotaggi recenti.
Ma non dicono quanta acqua verrà sottratta alle ghiaie su cui poggia il centro della Città!
Una recente relazione ufficiale rileva che l’acqua di falda a monte del tunnel a Campo di Marte è cresciuta di 1,5 metri ed a valle si è abbassata altrettanto; quindi segnala che:
E’ NECESSARIO RIVALUTARE COMPLESSIVAMENTE IL SISTEMA DI CONTINUITA’ DI FALDA ALL’IMBOCCO SUD: ovvero il modello su cui si sono basate le Valutazioni di Impatto del Progetto non è sicuramente attendibile.
I tempi attuali di percorrenza da e per Roma: 1 ora e 20 minuti, da e per Milano: 2 ore.
I treni ad alta velocità passano, VALE LA PENA RISCHIARE DI COMPROMETTERE IL SOTTOSUOLO SU CUI POGGIA FIRENZE per andare a Roma in 1 ora e 15 minuti?
Solo danni di tipo estetico, come alla Fortezza?
Vale la pena far correre a Firenze, all’immenso Patrimonio d’arte, di civiltà, qui depositato un qualsiasi rischio?
Le considerazioni di cui sopra sono interamente desunte dai testi allegati ai progetti, e contenute in una Relazione di tipo più tecnico, già sottoposta alla valutazione di esperti.
mercoledì 29 ottobre 2014
DATI ARPAT: FALDE BLOCCATE x CANTIERI TAV, dati 2013
Direzione tecnica
SETTORE VIA-VAS
Supporto Tecnico all’Osservatorio Ambientale del Nodo AV di Firenze
NODO AV DI FIRENZE - ACQUE SOTTERRANEE
VALUTAZIONE MONITORAGGIO GENNAIO 2012 – MARZO 2013.
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PREMESSA
La presente nota, elaborata dal Settore VIA/VAS della Direzione tecnica ARPAT, è riferita alla valutazione dei dati e dei
report di monitoraggio idrogeologico trasmessi da Italferr relativi al periodo 1/1/2012 – 31/3/2013.
Si riportano di seguito le valutazioni sui dati analitici restituiti da Italferr e valutazioni sui trend piezometrici riscontrati,
anche tenendo conto di quanto contenuto nei report Italferr.
Valutazione dei dati analitici
Sulla base delle elaborazioni, si evincono alcuni dati anomali, in taluni casi localizzati e quindi presumibilmente
riconducibili ad attività di cantiere.
Nell’aprile 2013, si registra un aumento della torbidità diffuso su larga parte dei piezometri (v. grafici sottostanti), pertanto
in prima analisi non attribuibile a specifiche attività di cantiere. E’ stato comunque richiesto ad Italferr di motivare tale
dato che potrebbe essere, ad esempio, attribuibile a variazioni nelle modalità di spurgo e/o prelievo.
Torbidità – area Campo di Marte
Torbidita_N
0
100
200
300
400
500
600
700
800
900
1000
2012 2013
PZM_39 PZM_41 PZM_42 PZM_46 PZM_N40
PZM_N43 PZM_N44 PZM_N45 PZM_NA1 PZM_NA2
Torbidità – area stazione AV
Torbidita_N
0
100
200
300
400
500
600
700
800
900
1000
2012 2013
PZM_16 PZM_17 PZM_18 PZM_19 PZM_22
PZM_N15 PZM_N20 PZM_N21 PZM_NA4 PZM_NA5
PZM_NA7 PZM_NA8 PZM_NA9
Torbidità – area scavalco
Torbidita_N
0
100
200
300
400
500
600
700
800
900
1000
2012 2013
PZM_1 PZM_2 PZM_4 PZM_5 PZM_6
PZM_7 PZM_8 PZM_N3 PZM_N47
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Nell’area di Campo di Marte, invece, nel campionamento del marzo 2012, si ha un aumento di torbidità, come da carta
sottostante, che appare decisamente localizzato nelle vicinanze del cantiere del passante AV.
Area campo di Marte: Valori di torbidità riscontrati nel marzo 2012
I report Italferr non forniscono interpretazioni per l’aumento sporadico di tale parametro, particolarmente evidente (v.
sopra il grafico “Torbidità – area Campo di Marte”). Fra le attività che risultavano in corso nel mese in oggetto, i lavori di
realizzazione della trincea (riportati nella carta soprastante con la sigla “TR01”) appaiono particolarmente vicini ai
massimi valori di torbidità riscontrati, il che suggerisce la possibile dipendenza da attività di cantiere.
Per quanto riguarda gli Organoalogenati, si evidenziano andamenti oscillanti per questi composti, comunque in analogia
a quanto già occorso negli scorsi anni. Nei report Italferr sono rilevati in più casi, e come accaduto anche in precedenti
campagne, il superamento dei valori di riferimento vari composti organo alogenati. Italferr interpreta come di origine
esterna all’area di cantiere la presenza di tali composti. Tale interpretazione, salvo eventuali successivi approfondimenti,
si ritiene in prima analisi condivisibile, anche in considerazione del fatto che il sottosuolo di Firenze è notoriamente
contaminato da tali composti1
e che tali composti, di norma, non vengono utilizzati in questo tipo di attività di cantiere.
1 Vedi ad esempio:
Garuglieri et alii “L’inquinamento da organoalogenati nelle acque della zona nord-ovest di Firenze” ( Tip. Cavour Firenze, 1990);
Frullini e Pranzini “Rischio d’inquinamento degli acquiferi alluvionali del bacino del Fiume Arno” (Atti del 2nd Workshop “Acquifer vulnerability and
risk”, Colorno –PR-, 2005).
Frullini et alii, “The natural quality fo aquifer in Firenze-Prato-Pistoia Basin/Tuscany, Central Italy “ (32nd Int.Geol.Congress, Florence, 2004)
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ARPAT – Direzione generale
Via N. Porpora, 22 - 50144 Firenze
tel. 055.32061, fax 055.3206324 - p.iva 04686190481
www.arpat.toscana.it - urp@arpat.toscana.it
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Valutazione dati e trend piezometrici
Per quanto riguarda i livelli piezometrici, presso la zona di Campo di Marte si conferma di un sostanziale aumento del
dislivello piezometrico fra monte e valle dell’opera.
Di seguito si riporta un grafico dei dislivelli piezometrici fra i piezometri 41 (a monte dell’opera) confrontato con il 39 (a
valle), messi in confronto con i tempi di costruzione dei diaframmi, e poi con la successiva attivazione dei sistemi di
mitigazione (batterie di pozzi di presa e resa e, successivamente, bypass “passivi”).
Da tale analisi si evince che, con la realizzazione dei diaframmi, il dislivello piezometrico aumenta progressivamente, ma
in maniera evidente e continua (salvo un breve periodo). Con l’attivazione del sistema di pozzi si ha un calo del
dislivello, che però non raggiunge i valori precedenti alla realizzazione dei diaframmi, neanche con la successiva
attivazione del sistema di continuità “passivo” dei pali drenanti.
Alla luce di ciò, è stata segnalata all’Osservatorio l’opportunità di una rivalutazione complessiva dei sistemi di continuità
della falda dell’imbocco sud.
Andamento del dislivello piezometrico fra mone e valle del cantiere Campo di Marte, messo in relazione con la costruzione dei
diaframmi e l’attivazione dei sistemi di mitigazione.
Per quanto riguarda l’area della stazione, viene evidenziata la difficoltà dell’attuale sistema di continuità della falda a
raggiungere una effettiva mitigazione dell’effetto barriera (v. immagine successiva) dovuto alla realizzazione dei
diaframmi della nuova stazione AV.
E’ stata pertanto segnalata all’Osservatorio la necessità di procedere celermente al nuovo dimensionamento della
batteria di pompe di presa e resa facenti parte del sistema di continuità.
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Coppie di piezometri monte/valle e relativi grafici dei dislivelli piezometrici.
Sono riportate anche le curve isoinnalzamenti / abbassamenti previste dai modelli in assenza di mitigazioni
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Visualizzazione di arpat falda campo di marte
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