Riscontriamo che l’opposizione al malgoverno condotta partendo da basi ideologiche non
solo è inefficace e divisiva ma è molto dura a morire; parallelamente la percezione di cosa è
veramente la difesa del Patrimonio Comune resta difficile da comprendere e praticare ed è altra
cosa dall’interesse della nostra parte(
la
Ditta?) “contro gli altri”; poi non è ancora chiaro ai più
che il malgoverno si combatte efficacemente solo partendo dai Principi fondanti del Bene
Comune e Collettivo, da cui discende
il Buon Governo che tutela, fra l’altro, il Patrimonio della Collettività.
Firenze, e non sola ma l’intero Paese, vengono deprivati anzitutto del proprio Patrimonio di coscienza civile, della propria memoria storica ( sostituita da vuote formule retoriche), privati di riferimenti
virtuosi ( sostituiti da brandelli e simulacri ), in altre parole della propria identità e non da oggi, ma
soprattutto negli ultimi decenni. In seguito a ciò si è aperta la strada per il depauperamento degli altri patrimoni, di consistenza materiale ma anche culturale.
Firenze sta subendo una profondissima trasformazione urbanistica a cui manca del tutto un Principio fondante, una base etica ovvero la tutela del pubblico interesse; se gli amministratori degli ultimi
decenni se ne fossero fatti portatori avremmo assistito ad un processo veramente virtuoso ad esempio in un
rapporto forte fra Amministrazione ed Ente ferroviario, le cui esistenti infrastrutture
( ancora di matrice ottocentesca) hanno condizionato in maniera determinante e condizionano tuttora
pesantemente l’urbanistica della città.
In sintesi si sarebbe potuto avviare e portare a compimento:
dismissione dei parchi e fabbricati ferroviari inattivi e parallela pianificazione e progettazione delle nuove
destinazioni in rapporto coerente con il disegno urbano esistente ed uno sviluppo stradale utile alla soluzione dei nodi fin’ora isoluti.Utilizzazione dei tracciati ferroviari esistenti ( e abbandonati o sottoutilizzati) per un sistema integrato di comunicazioni a scala metropolitana.
Abbandono del progetto di un tracciato AV in sottoattraversamento urbano, in ragione dei rischi a carico del suolo, del sottosuolo e degli edifici dell’intera città ( contrariamente a quanto è stato fatto, valutando il
fattore di rischio e la irreversibilità delle opere in progetto ed i costi sociali dei danni previsti
da modelli peraltro già dichiaratamente insufficienti); eventuale potenziamento delle linee esistenti
per il traffico AV che di fatto è già in esercizio in superficie.
Ma elenchiamo gli errori, o meglio, gli orrori che si stanno verificando:
IL PRIMO
PROGETTO BLOCCATO DAI CITTADINI
un progetto di tramvie a schema radiale che accentra attorno alla Stazione di Santa Maria Novella un groviglio di rotaie, e non prevede rapporti di passaggio fra una linea e l’altra, quindi un progetto a dir poco sbagliato
che comporta
un anello di tunnel viari che circonderanno la Fortezza da Basso,
rendendola simile ad una rotatoria, assediata in superficie dall’anello dei binari della tramvia;
effetti devastanti della Linea 1 della Tramvia sullo storico Parco della Cascine che sta diventando sede permanente di mercati e fiere, banchi e ombrelloni, luna park, parcheggio, sede di capannoni
“espositivi”, ormai separato fisicamente dalla città e in tutti i sensi degradato;
alterazione permanente ed irreversibile del suolo, del sottosuolo, dei prospetti, delle vedute e di tutte le
alberature presenti in tutto il tessuto urbano storicizzato transitato dalle tramvie, segnatamente ed in particolare il Quartiere Statuto Vittoria col suo sistema di Piazze, a tutti gli effetti definito “Centro Storico” nel PRG
nel suo rapporto con i Viali e la Città antica; una insopportabile sciatteria, se non volgarità,
di tutto l’arredo urbano.
Cantiere tramvia linea 2
Quel che sta accadendo nel citato Quartiere significa in pratica che tutte le amministrazioni preposte hanno calpestato non solo le tutele istituite dai Vincoli Paesaggistici del 25/5/1955, ma l’immagine
stessa della Città ampliata da Giuseppe Poggi fra il 1864/71, primo PRG dell’Unità Italiana, Patrimonio
non già e non solo Paesaggistico, bensì Patrimonio Culturale e Storico, opera ingegneristica e urbanistica
coerente che si sviluppava con continuità attorno all’intera Città fino alle colline, determinandone l’aspetto
e consegnava ai posteri l’immagine, i caratteri e il concetto di città civile e colta.
Purtroppo quest’operazione scellerata troverà continuità futura in altri quartieri e coinvolgerà anche
il sottosuolo del Centro Storico per le linee del “Sistema di metro tramvia in sotterraneo”.
G.Poggi: Piano per l'ingrandimento di Firenze
Se i Tunnel AV costituiranno una diga sotterranea che interferirà con le falde acquifere poste a nord del
Centro Storico inaridendo le falde su cui poggiano le fondamenta di tutto ciò che si estende fino all’Arno,
i Tunnel del cosiddetto Metrotram, costituiranno il vulnus più temibile per il Centro antico
ed i suoi monumenti; al momento si prospettano due soluzioni in rapporto ai livelli a cui saranno
escavati i tunnel:
un’ipotesi prevede scavi a quota circa 20 metri dal piano stradale, il che significa
attraversare le quote archeologiche, condotti entro il principale acquifero della città, interferendo con
le acque delle falde nord e l’apporto della falda dell’Arno.
Una seconda ipotesi è che i tunnel siano scavati a quota molto inferiore nelle rocce sedimentarie sottostanti: in questo caso lo scavo sarà praticato con una fresa e non è difficile immaginare gli effetti che saranno prodotti in superficie sul Patrimonio architettonico e artistico.
A ciò si aggiunga la progettata serie di 12 (13? 14?) parcheggi sotterranei da scavare nel Centro Storico
a dotazione di importantissimi immobili oggetto di avviate compravendite e trasformazioni
con cambi di destinazioni d’uso.
L’ex Sindaco, oggi Presidente del Consiglio, in una occasione ebbe a dire che il futuro di Firenze
è nel sottosuolo; pensava evidentemente a tunnel, stazioni sotterranee dell’AV ( che ha comportato
il delitto della demolizione degli ex Macelli e del relativo Parco secolare, un complesso architettonico
della seconda metà ‘800 progettato dall’Arch. Felice Francolini su progetto urbanistico di Giuseppe Poggi).
Ma sicuramente si riferiva anche alla percezione che lui ed altri hanno del fatto che solo scavando
nel sottosuolo si può trovare lo spazio che in superficie non c’è più, e che in sotterraneo è possibile
ancora costruire quel che fuori non ci sta più.
Valorizzare: un termine che ormai ha assunto un mero significato affaristico, temibile.
Ma è assodato che le terre del sottosuolo a Firenze sono molto inquinate dagli scarichi industriali,
per cui possono essere smaltite solo dopo costosissimi trattamenti: ma poco importa, o si gabellano
per terre pulite ( v. vicende giudiziarie in atto) o cresceranno i costi, tanto l’opera è a carico
del Pubblico.
Per finire non resta che l’ingrandimento dell’Aeroporto e l’inceneritore.
Entrambe le opere ai margini della città sui residui lembi di terra non edificata accanto al mostruoso complesso di Ligresti, accanto all’intrico di una nuova viabilità a dir poco vergognosa per qualsiasi
periferia da quarto mondo.
L’inceneritore collide e contraddice le linee guida proclamate dal Ministro dell’Ambiente
proprio qui a Firenze, così sintetizzate: “ l’economia lineare è finita! D’ora in poi tutto cambia! Inizia
l’economia circolare”; ovvero inizia l’era del riuso, nulla si distrugge, tutto si ricrea a partire dai rifiuti.
Ma se i rifiuti si bruciano, Ministro, cosa circolerà? L’aria con le ceneri incombuste?
C’è una rilevante contraddizione, non le pare?
BINARI ATTRAVERSANO I QUARTIERI
Veniamo all’ingrandimento dell’Aeroporto che comporterà una nuova pista parallela
all’Autostrada, asse est - ovest.
Per poter portare a compimento questo disegno si inciderà ancora più profondamente sulla rete dei
canali di bonifica, sugli Stagni ( super vincolati dalla UE), sul Fosso Reale, principale scolmatore
della Piana fiorentina che dovrà aggirare ad U la nuova pista; ma con la “tecnologia oggi si fa tutto”,
ipse dixit, ovviamente il Presidente.
STORMI DI GRU NELLA PIANA DI
SESTO-PERETOLA
Tutto ciò per far decollare e atterrare aerei che attualmente decollano e atterrano senza alcun
problema a Pisa, a meno di un’ora di treno; ricordiamo che una volta si andava in Stazione, si faceva il chek inn e poco dopo si arrivava direttamente in aeroporto a Pisa.
Ma ora si vuole che arrivino “clienti” direttamente a Firenze, nonostante l’Anac abbia prodotto una relazione negativa, nonostante le quote delle linee di atterraggio saranno a soli 280 metri dal suolo del
centro di Firenze, nonostante proprio la zona dell’aeroporto si trovi sugli stagni dei principali
migratori e le rotte degli aeromobili intersechino pericolosamente quelle dei volatili ( gru, aironi, oche,
Cavalieri d’Italia,germani, garzette etc).Quando gli intellettuali di Firenze, la Cultura fiorentina, i Cittadini
riprenderanno coscienza del proprio ruolo e saranno meno proni, accondiscendenti, arrendevoli?
Quando ci saranno architetti e urbanisti, storici, giornalisti, ingegneri,
POLITICI in grado di alzarsi in piedi e dire NO?
STAGNI
NELLA PIANA DI SESTO-PERETOLA
Abbiamo anche un Patrimonio civile da difendere e tramandare,
un Patrimonio di dignità.
Per ora tutti zitti e allineati.
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