Manifestare per San Marco
Un discreto numero di fiorentini ha manifestato
pubblicamente per le strade di Firenze la richiesta che la Basilica di San
Marco non venga parziamente chiusa al culto ed i Padri Domenicani non lascino
lo storico Convento. Il 10 settembre un piccolo corteo si è mosso da Piazza San
Marco verso l’Arcivescovato per proseguire fino alla Chiesetta di San Procolo,
dove in tempo di guerra Giorgio La Pira radunava i poveri fiorentini per
offrire loro S. Messa, minestra, pane e piccoli fogli di poesie e pensieri.
Quanta storia di fede e di civiltà in San Marco!
Vi riposano Sant’Antonino Vescovo domenicano e Patrono, organizzatore delle
grandi opere di carità cittadine, promotore degli affreschi dell’Angelico,
della fede, della carità e della cultura umanistica. All’interno della Basilica
riposano anche due grandi umanisti: Agnolo Poliziano e Marsilio Ficino. E’stata
la casa di Savonarola che da uno degli striscioni esposti nel corteo tuonava: “
Il Magnifico mi chiamò in San Marco, come osate chiudere il mio convento?”
Ma oltre ad
essere stata la casa di grandi personaggi, anche La Pira diceva “ è la mia sola
casa”, San Marco è la casa di tutti i fiorentini e di tutto il mondo, che può
entrare ed essere avvolto dalla sua spiritualità. La costernazione e gli
interrogativi tra i partecipanti, è accompagnata dalla incredulità: che si possa sopprimere un Convento,
quindi privare la Basilica della
essenziale presenza dei Padri Domenicani con tanta disinvoltura. Non va neppure
dimenticato che la Basilica ed il Convento furono il centro dell’organizzazione
che il Cardinale Elia dalla Costa formò per salvare tanti israeliti o comunque
minacciati dalla deportazione
nazifascista, e quindi fu anche in questo senso una specie di “casa” per tutti.
Il timore è che, dimenticata la storia come un' inutile cianfrusaglia, anche San Marco
come Santa Maria Novella, Santa Croce e San Lorenzo, possa diventare un museo con i fedeli relegati in un angolino. Ci si domanda: ma non
capiscono che questo è un duro colpo per la spiritualità cristiana?
Per quanto tempo ancora, chi professa la fede in
Cristo, potrà sopportare di vedere le chiese ridotte a museo con ingresso a
pagamento, dove non ci si può raccogliere e pregare in santa pace? Questa è una
delle verità che non vanno taciute: non è vero che la verità è silenziosa mite
e discreta e non fa rumore. La verità va testimoniata.
Noi
cittadini di Firenze abbiamo il dovere di non spezzare i legami con quel
patrimonio di fede, di preghiera e di cultura penetrato nelle pietre del
convento pietre che la storia l’hanno vissuta grazie alla presenza dei frati
domenicani. Senza di loro San Marco si trasforma in un contenitore vuoto. Se
viene tolta la vita dal convento, quelle celle, che continueranno ad essere
visitate, saranno vissute solo come spazi museali e non esisterà più nulla di
vitale: quel luogo è vivo se restano i frati di quell'ordine. Verso quale
miseria spirituale ci dirigiamo? Vogliamo che i visitatori guardino le meraviglie
affrescate dal Beato Angelico in quei locali solamente come opere d’arte? La chiusura decretata dall'Ordine domenicano non è altro
che un impoverimento della nostra vita spirituale.
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