domenica 23 gennaio 2022

ALCUNE RIFLESSIONI SUL TRATTATO PARIGI- ROMA DEL 26/11/21

                     

 Risultato immagine per trattato del quirinale 2021

Il Trattato del Quirinale promosso dal presidente della Repubblica Mattarella, firmato il 26 novembre dal presidente del Consiglio Draghi e dal presidente della Repubblica Macron, è un trattato politico che crea una nuova alleanza bilaterale fra Parigi e Roma. Per essere ratificato dal Presidente della Repubblica, il Trattato avrebbe dovuto essere prima autorizzato dal Parlamento in base all’Art. 80 della Costituzione, secondo cui «le Camere autorizzano con legge la ratifica dei trattati internazionali che sono di natura politica, o prevedono oneri alle finanze».

Il testo del Trattato è stato pubblicato dopo la firma (pdf qui).

Qual è la ragione politica e strategica di questo Trattato:

             1) la Francia é una potenza nucleare, membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

l'I    2)  l'Italia è solo una media potenza regionale che non persegue minimamente i suoi interessi nazionali nel gioco geopolitico.

Quindi la differenza fra Roma e Parigi non é soltanto di forza materiale, ma anche di capacità di gestire e programmare strategie geopolitiche a tutela dei propri interessi. Al contrario infatti, Parigi non ha mai smesso di elaborare una propria autonoma strategia nazionale per preservare il proprio status e tutelare i suoi interessi vitali. Riguardo All’Unione Europea, se da un lato la Francia ha cercato di promuovere il processo d’integrazione europea, pensando di poterlo controllare e di utilizzare lo spazio comunitario per accrescere il proprio spessore geopolitico al fine di conservare ed espandere la propria influenza nel Mediterraneo e in Africa come mezzo per bilanciare la forza della Germania e la sua potenza e influenza industriale che si accresceva in tutta l’area europea soprattutto verso EST, dall’altra aveva bisogno di un alleato come l’Italia per controllare le politche neocoloniali sul mediterraneo e sull’Africa

In questo Trattato, leggendolo bene, si rileva solo una parità formale e un asimmetria sostanziale: questo perché per Parigi è diventato importante stabilire un’influenza predominante sull’Italia, in modo da assorbire almeno parte del suo ingente patrimonio manifatturiero e soprattutto avere un’influenza sulle nostre scelte politiche per condizionare il ruolo predominante della Germania in seno all’UE. Lo squilibrio è determinato da alcuni fattori evidenti come il forte disavanzo della bilancia commerciale francese, con un’economia in forte crisi. La finanza transalpina drena risorse dal nostro risparmio privato per ripianare i propri debiti; ed è abbastanza evidente quel che accade sul fronte energetico dove si registra una concorrenza spietata tra Eni e Total: il terreno di gioco sta nello sfruttamento dei giacimenti libici e in quelli della fascia sub-sahariana in Africa. Poi, nel sistema cantieristico, da parte dell’Eliseo non sono giunti segnali di amicizia. Ad esempio, impedendo l’acquisizione dei Chantiers de l’Atlantique da parte di Fincantieri. Sono note anche le manovre sulla ex Oto Melara, azienda controllata del Gruppo Leonardo. Un consorzio franco-tedesco è pronto a portarsi via l’ennesimo gioiello dell’industria italiana.

Il trattato comporta impegni sul fronte Difesa e sicurezza: all’Art. 2 Italia e Francia si impegnano a «facilitare il transito e lo stazionamento delle forze armate dell’altra Parte sul proprio territorio», senza specificare a quale scopo, e a coordinare la loro partecipazione a «missioni internazionali di gestione delle crisi»,. L’Art. 2 è centrale nell’accordo bilaterale relativo a «Sicurezza e Difesa», composto da 7 paragrafi. Italia e Francia si impegnano a «rafforzare le capacità dell’Europa nella Difesa, operando in tal modo anche per il consolidamento del pilastro europeo della Nato». Come ha sottolineato Draghi in sintonia con Washington, si deve costruire «una vera difesa europea, che naturalmente è complementare alla Nato, non sostitutiva: un’Europa più forte fa la Nato più forte». Per pagare sia la Nato sia l’Europa della Difesa, sarà necessario un colossale aumento della spesa militare italiana, che già oggi supera i 70 milioni di euro al giorno.


 Italia e Francia "insieme per un'Europa più forte", Macron ...

Sono le ultime trame di un potere oligarchico che ha il consenso dei nostri  politici per conseguire i suoi scopi e asservire i popoli. L’Italia è l’epicentro di questo progetto non a caso abbiamo al governo un banchiere inviato per liquidare del tutto quel che resta della nostra sovranità. Infatti secondo “costoro”, oltre alle ricchezze patrimoniali private, esiste la catalogazione anagrafica di un’altra fonte patrimoniale: quella umana. Non a caso in questi ultimi due anni viene sfruttata da una pandemia creata ad hoc per instaurare un vero e proprio regime che usa la biopolitica per schiacciare il dissenso.

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