Un breve promemoria: l'occupazione coloniale della Palestina va avanti da più di 75 anni, dopo che una parte del suo territorio è stata ceduta – in assenza delle prime parti interessate, vale a dire le autorità palestinesi! – ai coloni ebrei per sviluppare il loro progetto sionista. La risoluzione 181 dell'ONU del 29 novembre 1947 decise di dividere la Palestina in un 54% per gli ebrei – pur essendo una minoranza – e il restante 46% per i palestinesi. Questo fu l'inizio della Nakba e della resistenza. Questa suddivisione non fu mai rispettata si è rivelata impossibile da attuare vista la continua espansione dello Stato di Israele e le successive guerre.
La Striscia di Gaza, che si estende per circa 360 chilometri quadrati, ospita una popolazione di oltre due milioni di persone ed è una delle aree più densamente popolate al mondo. Il 99,3% della popolazione è musulmano, lo 0,7%, invece, è cristiano. Dopo la Guerra dei Sei Giorni del 1967, la Striscia di Gaza è stata occupata da Israele insieme alla Cisgiordania e Gerusalemme Est, generando tensioni e conflitti prolungati. Nel 2005, Israele ha intrapreso un disimpegno unilaterale dalla Striscia di Gaza, evacuando i coloni israeliani e ritirando le forze di sicurezza israeliane. Israele, però, mantiene il controllo militare dello spazio aereo della Striscia di Gaza, delle frontiera terrestre e delle acque territoriali, oltre al controllo della sua frontiera, mentre l’altra è controllata dall’Egitto.
La Striscia di Gaza è dal 2007 governata
dall’organizzazione palestinese Hamas , dopo che il gruppo prese il controllo del territorio
in seguito a scontri interni tra Hamas e Fatah, un’altra fazione palestinese.
La Cisgiordania, invece, è controllata dall’Autorità Palestinese guidata da
Fatah.
Hezbollah è un’organizzazione paramilitare islamista libanese, nata nel giugno 1982 e diventata successivamente anche un partito politico islamista sciita del Libano. Hezbollah è un movimento jihadista islamico sciita, la sua priorità è la difesa del Libano contro la “probabile aggressione israeliana”.
Perché Hezbollah non è ancora intervenuta a Gaza? La sola minaccia di attaccare il territorio israeliano potrebbe avere lo scopo deterrente per costringere le forze israeliane a essere vigili e a non concentrare tutte le forze a Sud. Inoltre Hezbollah potrebbe decidere di non attaccare a causa delle disatrose condizioni economiche in cui versa il Libano da ormai due anni. Se Hezbollah attaccasse, infatti, le conseguenze, quali raid aerei israeliani, potrebbero avere un costo politico troppo elevato, con il rischio di perdere il controllo sul territorio libanese.
IL 21 OTT - Il vice leader di Hezbollah, Sheikh Naim Kassem, ha affermato oggi che Israele pagherà un prezzo elevato se inizierà un'offensiva di terra nella Striscia di Gaza e ha sostenuto che il suo gruppo è già "nel cuore della battaglia". Per il movimento sciita filoiraniano, ha detto, aumentare la pressione sulla Linea Blu di confine tra Libano e Israele ha il chiaro scopo "di indebolire il nemico israeliano e fargli sapere che siamo pronti".
Ma arriviamo ad oggi:
Qualcosa è cambiato dopo la palese sconfitta delle forze Nato-DAVOS-UE in Ucraina infatti nelle prime ore di sabato 7 ottobre 2023 centinaia di combattenti di Hamas hanno lasciato la Striscia di Gaza per raggiungere Israele via terra, mare e aria, prendendo il controllo di città e kibbutz con una facilità sconvolgente. Mentre migliaia di razzi cadevano su Israele, Hamas annunciava la sua operazione, invitando tutte le fazioni palestinesi e i loro alleati a sollevarsi. In serata, i combattimenti infuriavano ancora, mentre le autorità israeliane riconoscevano che diverse aree rimanevano sotto il controllo palestinese. Hamas ha affermato di aver rapito decine di israeliani, tra cui soldati e civili. Ha disperso gli ostaggi su tutte le strade della Striscia di Gaza. "Il loro destino sarà simile a quello dei palestinesi". (Il numero effettivo di israeliani fatti prigionieri indicano un centinaio di prigionieri e molte le vittime)
Con questo attacco concertato Il
"conflitto" israelo-palestinese è entrato in una nuova fase: infatti
secondo la versione ufficiale, l’attacco di Hamas ha “colto di sorpresa”
Israele. Vi è però una serie di fatti inspiegabili che non rende credibile la
versione ufficiale. Come è possibile che la barriera di confine fra Gaza e Israele sia
stata sfondata con bulldozer senza che nessuno militare di guardia se ne sia accorto? La barriera che circonda Gaza, lunga 64 chilometri,
è formata da un muro sotterraneo dotato di sensori, per impedire di scavare
tunnel, e da una recinzione alta 6 metri con sensori, radar, telecamere e
sistemi d’arma automatici collegati a un centro di comando, ed è presidiata da
soldati dell'esercito israeliano.
Come è possibile che in quello stesso giorno si stesse svolgendo un festival musicale, con migliaia di giovani, nel deserto a pochi chilometri da Gaza, in una zona già ritenuta pericolosa perché nel raggio dei razzi di Hamas, per di più senza alcuna forza di sicurezza? Come è possibile che il Mossad, ritenuto uno dei più efficienti servizi segreti del mondo, non si sia accorto che Hamas stava preparando l’attacco? Questo è un attacco strategico senza precedenti, la cui estensione ai paesi vicini è difficile da salvaguardare a causa della natura insolita dell'escalation.
Le risposte essenziali si trovano in un articolo, pubblicato l’8 ottobre dal quotidiano israeliano The Times of Israel:
“Per anni, i vari governi guidati da Benjamin Netanyahu hanno adottato una politica che ha diviso la Striscia di Gaza e la Cisgiordania tra due diversi poteri, mettendo in ginocchio il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas e favorendo Hamas. Questo è stato trattato come un partner a scapito della Autorità Palestinese per impedire ad Abbas di avanzare verso la creazione di uno Stato palestinese. Hamas è stato promosso da gruppo terroristico a organizzazione con cui Israele ha condotto negoziati attraverso l’Egitto e a cui è stato permesso di ricevere dal Qatar, attraverso i valichi di Gaza, valigie contenenti milioni di dollari”. (L’11 Settembre del Medioriente - Pangea Grandangolo - Global ResearchGlobal Research - Centre for Research on Globalization)
Prima dell’attacco di HAMAS la situazione politica dello Stato israeliano era questa:
Le forze politiche di Israele avevano subito una polarizzazione politica e frattura interna: le manifestazioni contro la riforma della Corte Suprema voluta dal governo Benjamin Netanyahu per averne il controllo sono proseguite per diversi mesi e dopo un anno di proteste il governo di Benjamin Netanyahu è scivolato sempre più su posizioni oltranziste. Proteste molto divisive, che hanno portato molti riservisti a dichiarare che non avrebbero più servito nell'esercito se la riforma fosse passata. Anche il popolo ebraico è schiacciato da una dittatura di stampo globalista.
Questo attacco contro le postazioni israeliane apparentemente senza una logica è stata la manna caduta dal cielo per Netanyahu perché così ha potuto ricompattare il suo partito e mettere fuori gioco la dissidenza interna alla sua politica di espansione territoriale per favorire nuovi insediamenti di coloni. Una situazione di fronte alla quale le forze progressiste sembrano inermi, incapaci di fermare l'espansionismo dei coloni e di ridare una prospettiva a un qualsiasi tipo di soluzione politica. La politica espansionistica di Israele è insensata e irresponsabile. Espone il suo stesso popolo ad una guerra che può portare ad un olocausto nucleare.
La risposta militare di Netanyahu non si è fatta attendere: ha dichiarato lo stato di guerra contro il popolo palestinese e la stampa israeliana parla già di "11 settembre" o di "Pearl Harbor". L’esercito è già passato al contrattacco. L'esercito israeliano ha annunciato di aver bombardato da sabato l'enclave palestinese di Gaza, controllata dal movimento islamista Hamas, con 6 mila bombe, per un totale di 4 mila tonnellate di esplosivo. Lo riporta un comunicato(Esercito Israele, 'da sabato lanciate 6mila bombe su Gaza' - Notizie - Ansa.it)
Il fine ultimo di tutta questa operazione sicuramente, non è solo quello di eliminare i Palestinesi e impadronirsi dei loro ultimi territori. È quello più sotterraneo per innescare una miccia invisibile per impedirne lo spegnimento allo scopo di accendere, mirando all’Iran, una reazione a catena di guerre in un Medioriente dove Stati Uniti, Israele e le potenze europee stanno perdendo terreno.
LINK
Moni Ovadia insiste: "Dai governi israeliani scelte scellerate" (msn.com)
Israel-Hamas war in pictures: Palestinians running out of body bags as Gaza invasion looms (telegraph.co.uk) (DALLE FOTO SI CAPISCE BENISSIMO CHE CI SONO DUE POPOLI, UNO PALESTINESE E L’ALTRO EBRAICO, IN OSTAGGIO DEI POTERI GLOBALISTI E GUERRAFONDAI)
(Non sorprende che George Soros una volta avesse sostenuto Hamas. Sebbene sia ebreo, George Soros riuscì a sfuggire alla cattura affiancandosi ai nazisti durante la seconda guerra mondiale)
George Soros - Italia | L'America e Israele devono aprire la porta ad Hamas( Soros e la Open Foundation Society hanno finanziato gruppi e fazioni in tutto il mondo e probabilmente continueranno a farlo attraverso la sua fondazione sotto il controllo di suo figlio Alex.)
Hamas ai residenti di Gaza: non evacuate | MEMRI
Il tesoro nascosto di Gaza che renderebbe ricchi i palestinesi. E nessuno sfrutta (today.it)
Il tesoro nascosto di Gaza che renderebbe ricchi i palestinesi. E nessuno sfrutta. C'è un giacimento di gas al largo della Striscia che potrebbe emancipare la Palestina da Israele e dagli aiuti internazionali. Fu scoperto oltre 20 anni fa ma i lavori non sono mai partiti. Tra l'ostruzionismo di Tel Aviv e i rischi legati ad Hamas. Secondo le stime, conterrebbe 1.000 miliardi di metri cubi di gas e garantirebbe entrate per 4,5 miliardi di dollari, una fonte stabile di approvvigionamento energetico per case, impianti di desalinizzazione dell'acqua e per lo sviluppo dell'agricoltura.
Usa, manifestazione ebraica pro-Gaza al Campidoglio: 500 arresti - Ultima ora - Ansa.it
«Netanyahu è politicamente finito, potrebbe fare qualcosa di estremo»- Corriere.it
Il conflitto tra Hamas ed Israele rischia di far riesplodere i Balcani (today.it)
I bambini di Gaza pagano il prezzo più alto, con centinaia di morti (unicef.org)
L'Occidente va all'Armageddon (maurizioblondet.it) Oggi in Medio Oriente stanno arrivando anche gli Inglesi.
Ieri l’annuncio che sette navi da guerra cinesi stavano andando lì.
Gli Americani ne hanno in zona una ventina e stamattina l’ultima portaerei è partita dalla California.
Avvistate 3 navi della Marina spagnola dirette verso il Mediterraneo orientale dopo aver attraversato lo Stretto di Gibilterra.
La maggior parte delle notizie come bene si nota sono fornite e diffuse dal mainstream nazionale e internazionale tutto nelle mani delle oligarchie. Ma non bisogna spaventarsi anche queste fonti possono essere analizzate nel significato che loro vogliono propinarci e osservare attentamente foto, filmati e scritti per capire meglio, poi ricordiamoci sempre che esistono anche altre fonti alternative e gionalisti free lance che rischiano la vita per informarci correttamente.
NOTA
Israele è un paese “senza costituzione”. Non ne ha una nel senso proprio del costituzionalismo. Dal 1787, quando fu varata la prima Costituzione scritta della storia del liberalismo politico, quel concetto è riservato solo ai popoli che hanno enunciato i principi guida del governo in una carta “monodocumentale”. Israele, come il Regno Unito, ne è privo*. Le sue regole costituzionali si trovano sparpagliate in tante “leggi fondamentali”. Lo Stato d'Israele basa il suo ordinamento giuridico su una serie di leggi fondamentali. Le funzioni del governo sono basate sui regolamenti della Knesset, sulle convenzioni costituzionali e sulla Dichiarazione d'indipendenza israeliana.Le sue regole costituzionali si trovano sparpagliate in tante “leggi fondamentali” (Basic Law), che si occupano di aspetti diversi. Ciò che noi chiamiamo una costituzione in senso prescrittivo, destinata a fondare e a limitare il governo di un popolo, in Israele finisce per essere una costituzione in senso riflessivo, la cui normatività è precaria, dipendendo dagli equilibri tra i partiti.
* Il Regno Unito possiede infatti quella che viene definita una costituzione non codificata, sebbene anche questa sia una definizione imperfetta, dal momento che sarebbe più corretto dire che si tratta di una costituzione parzialmente codificata, a vari livelli.
Il concetto base è infatti che le norme costituenti del Regno Unito provengono da diverse fonti, che possono essere per brevità riassunte in tre categorie. La principale sono gli Acts of Parliament: gli Atti del Parlamento che, partendo essenzialmente dalla Magna Carta stessa e dal Bill of Rights del 1689, hanno prodotto, soprattutto dal primo periodo vittoriano, una istituzionalizzazione definitiva di tutte le pratiche, i diritti e le consuetudini. Si noti che tutto questo materiale – avente all’epoca pieno valore legale, era contenuto non solo nei due atti sopra citati, ma in una moltitudine di singoli trattati, Atti reali e Carte dei Diritti.
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