venerdì 1 febbraio 2019

LA TRAMVIA DISTRUGGE FIRENZE


  RAPPORTO SULLA TRAMVIA AL MINISTRO DEI BENI CULTURALI

E’ in atto la realizzazione della rete tranviaria di Firenze a servizio della Città Metropolitana. Nel 2005, il Comune di Firenze ha stipulato con Tram di Firenze S.p.A. la concessione per la progettazione, la costruzione delle opere, l'ingegneria e la gestione dell’opera: ovvero tutto ciò che concerne l’opera è affidato ad un ente privato, salvo i finanziamenti. ( L’atto di concessione del 2005 non è più reperibile ma per quanto di esso era noto, il Comune di Firenze si era obbligato a ripianare i debiti di gestione , preventivati in anticipo, con delibere immediatamente esecutive).

TRAM BLOCCATO

IL PROGETTO

La tramvia ha in proiezione una scala metropolitana, fra comuni e provincie diverse che si protende in tre direzioni, Empoli, Prato-Pistoia, Valdarno superiore; manifesta l'interesse di andare a sostituire il servizio pubblico ferroviario alla pendolarità' con un servizio privato, a discapito di RFI, a tutto vantaggio degli utili di Gest spa, società di gestione in mano francese. La conseguenza ulteriore sarà che nel centro di Firenze passeranno vagoni “Sirio” a servizio semi regionale per Piazza San Marco, piazzale Donatello, piazza Beccaria etc. , nel centro di una delle più importanti Città d’Arte del mondo. Il principio di tutto il progetto ( affidato ad Architekna Engineering srl ) è il seguente: 4 linee convergono nel Centro Monumentale, al nodo di Santa Maria Novella, fra abside della Chiesa e Stazione di Michelucci. Le tre linee provengono da Comuni diversi, non hanno connessione se non in Piazza della Stazione S.M.N. che, da Patrimonio dell’Umanità, è stata trasformata in “Piattaforma di scambio intermodale” fra RFI, Tramvia spa, Busitalia-Sita Nord, Ataf Gestioni srl. La Piazza ha subito un danno irreversibile o reversibile a costi sociali elevatissimi. Le linee 1, 2, 3.1 bloccano il traffico veicolare fra Fortezza e Ponte alla Vittoria.
Nella legenda non è riportata la Linea 4 che tuttavia è in progetto.
Per l’infrastruttura non è stato predisposto un PRELIMINARE E SPECIFICO STUDIO DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE E VALUTAZIONE STRATEGICA, tuttavia è stato valutato come “Opera di Importanza Strategica Nazionale” e quindi ha usufruito delle relative procedure di agevolazione e di finanziamento.
L’IMPATTO SUL PATRIMONIO STORICO CULTURALE, SULL’IMMAGINE, SULLA STORIA.
“Firenze non è preziosa per l’Arte e la cultura che contiene, non è un “contenitore”, non è un insieme di musei, raccolte, biblioteche: è stratificazione di 2000 anni di Civiltà, pianificata, costruita e depositata nel tessuto urbano”.


Nella legenda non è riportata la Linea 4 che tuttavia è in progetto.


Linea 1.

Attraversato l’Arno invade il Parco Storico delle Cascine (vincolato ex L.1089/39 nella sua completa estensione ma considerato come “area a pubblici servizi”) e percorre il Viale degli Olmi assiale del Parco, ridotto a percorso ferroviario. Il Piazzale Vittorio Veneto di accesso del Parco ( Progetto Poggi) è parcheggio e rondò ferrato.
E’ stato alterato profondamente nell’aspetto e nell’uso storicamente affermato. Non è un caso che Le Cascine siano usate impropriamente per manifestazioni non compatibili con il valore storico culturale e divenute permanente luogo di degrado, spaccio e prostituzione. Il mezzo tramviario/ferroviario prosegue sui Viali urbani che, spogliati delle storiche alberature, della storica sistemazione, ridotti a mere corsie di traffico congestionato, costeggia con rotaie e i pali neri dell’alimentazione elettrica la Torre della Serpe e la Porta al Prato. Perviene alla Fortezza da Basso, opera di Antonio da Sangallo. Si sottolinea che la perimetrazione del Sito Patrimonio dell’Umanità è stata apposta sulla linea di mezzeria dei Viali e tutto ciò che è contiene coincide con la dizione “Centro Storico di Firenze” datata 1948. Un criterio inattuale e discutibile. La Fortezza da Basso ( Centro Storico Unesco) è isolata ormai dal contesto urbano, costellata di pali, recinta da tunnel veicolari e binari: era stata circondata da giardini e passeggi alberati in continuità con i Viali ( V. Ingrandimento di Firenze. Giuseppe Poggi 1864-1877 ed. Giunti/ Carte Poggi A.S.F.); era parte integrante della sistemazione urbanistica del grande ingegnere architetto che diede a Firenze Capitale i primi “Giardini e Passeggi” pubblici del Regno, ovvero il primo verde a disposizione di tutti i cittadini e primo PRG italiano.
Ora quei suoli, quegli spazi, sono divenuti sede di linee ferro-tramviarie. La trasformazione subita è un danno permanente ed irreversibile.

Linea 2.

PALAZZO MAZZONI

Ha profondamente alterato l’uso e l’aspetto del tratto del Viale Belfiore (progetto G. Poggi) e delle strade che conducono alla Stazione S.M.N. ,all’Arno e alle Cascine; ha comportato l’abbattimento di tutte le alberature esistenti e segnatamente i Pini di Viale Belfiore; ha utilizzato il P.T. di un edificio progettato dall’Ing. Mazzoni , Vincolo diretto, come tunnel ferrotranviario.

Linea 3.1

Il tracciato ha alterato profondamente il quartiere Statuto – Vittoria il cui tracciato risale alle norme del Piano Poggi, operativo fino al 1925, e del successivo Piano Bellincioni. Danni parzialmente reversibili, a costi sociali molto elevati. Ha ulteriormente degradato il quartiere di Rifredi, privandolo di ogni minima vivibilità, sono state abbattute centinaia di Lecci, Cipressi e Bagolari adulti, compreso il Viale Morgagni sorto come Parco della Rimembranza nel 1923 per onorare i Caduti di Rifredi ( v. Archivio de La Nazione. Cronache 26 febbraio 1923/ Delibera di Giunta del 1 marzo 1923 per la spesa di L. 25.400 “ Piantagione di Alberi della Rimembranza “ in Archivio Storico Comune Firenze). Violazione Art. 50, c.2. Legge n.42/2004.

Linea 3.2 Progetto ora in fase di Approvazione in Conferenza di servizi.
Dalla Fortezza da Basso si snoderebbe su Viale Lavagnini, Piazza della Libertà, Viale Matteotti, Piazzale Donatello, Viale Gramsci, Piazza Beccaria fino all’Arno, su tutto il tracciato del Piano Poggi, alterandone oltraggiosamente gli spazi, l’aspetto, la percorribilità, la funzione, il valore Storico Culturale, in dispregio e violazione di ogni tutela e salvaguardia vigente, anche stabilita per atti comunali.
Si segnala che una Variante al percorso transiterà per Via Cavour, Piazza San Marco, Via Lamarmora. Si deve ricordare il Patrimonio d’Arte conservato negli edifici civili e sacri a contorno e in prossimità di Piazza San Marco e le memorie storiche connesse ai luoghi?
Si espone di seguito nel merito di strumenti urbanistici e tutele vigenti: ( avvertendo che le osservazioni esposte hanno valenza, avrebbero dovuto averla, sulle opere già realizzate)
Il Progetto è palese violazione del Codice B.C. (Legge n°42/ 2004) e di quanto disposto nel Piano Strutturale del Comune di Firenze. Da quel documento si evince la cura dell’ Amministrazione a non valutare differentemente i tessuti urbani storici di diversa formazione temporale. Infatti si veda in: http://pianostrutturale.comune.fi.it/documenti_del_piano/All_D_RU_TavoleDisciplina

Un unico colore bianco di fondo unifica i tessuti del Centro Monumentale con i tessuti storici di formazione Ottocentesca ovvero l’Ingrandimento di Firenze 1864-1877 realizzato da Giuseppe Poggi. Un’unica traccia posta sulla mezzeria dei Viali e antiche mura, identifica formalmente quanto Unesco ha definito Patrimonio dell’Umanità; ma dal punto di vista grafico e quindi della normativa urbanistica nulla distingue il cosiddetto Centro Storico Unesco dai “ Tessuti compatti di formazione ottocentesca”. Infatti nell’ultimo PRG comunale, ricordato come “ Piano Vittorini”, il perimetro che un tempo definiva il “ Centro Storico” era stato esteso fino a comprendere le espansioni del Piano Bellincioni 1925 e i tessuti compatti successivi. Certamente, nella stesura del Piano Strutturale, il Comune di Firenze non poteva smentire sé stesso né quanto approvato e adottato nel 1993, ne’ abrogarlo anche giuridicamente.
In conseguenza di quanto sopra rappresentato, le opere frutto dell’ingegno e della cultura di Giuseppe Poggi, pienamente realizzate con i Viali, i Giardini, le Piazze ricadono DE JURE sotto gli effetti del Codice dei Beni Culturali Art. 10: sono Beni Storici Pubblici e quindi sono Beni Culturali. Sono pure vincolati D.M. 25/5/1955 per valore Paesaggistico. (V. Allegato)
Non è mai stata condotta una Verifica dell’interesse Culturale dei beni succitati ai sensi Art. 12 che ne decretasse la “non importanza”.
Non è mai stato adottato nel progetto il Principio di Precauzione, come da Normativa adottata e vigente (norme VAS: Valutazione Ambientale Strategica recepita da Direttiva 2001/42/CE3, Dichiarazione di Rio 1992) per tutelare e salvaguardare in particolare il grado di reversibilità dell’opera: la Tramvia di Firenze è un’opera in molti tratti non reversibile e laddove lo fosse avrebbe costi sociali elevatissimi.

LE ALBERATURE DI FIRENZE E LA POLITICA DELL’ABBATTIMENTO


ZONA FORTEZZA

Come accaduto in tutti gli altri viali, con delibera di Giunta n° 2018/G/00652 del 18/12/2018 è stato calendarizzato l’abbattimento di 195 esemplari arborei secolari, a carattere monumentale, costituenti i filari dei Viali di Firenze, oltre a quelli già perpetrati nel medesimo contesto ( Tessuti compatti di origine ‘800/’900, quindi storici). La motivazione di “rinnovo delle alberature”, “sostituzione”, “pericolosità” , in realtà prelude sempre alla realizzazione dell’infrastruttura in progetto, prima ancora che abbia avuto approvazione. E’ palese violazione delle normative in materia di procedure autorizzative, e scriteriata alterazione dello stato di fatto, in zona tutelata anche Paesaggisticamente, che produrrà i suoi effetti per i
prossimi trenta anni. https://www.comune.fi.it/sites/www.comune.fi.it/.../44_Regolamento_Alberi- 1_0.pdf E’ un documento in cui si dice che ogni abbattimento di pubbliche alberature coinvolte da progetti pubblici deve essere preventivamente autorizzato dalla Soprintendenza, indipendentemente dall’autorizzazione al progetto. Ma ciò non avviene, pur in assenza di formale Verifica ex Art. 12.
Sul succitato Ufficio si vuole attirare l’attenzione del Ministro competente, su ruolo inesistente, funzioni esercitate in modo meramente formale : questo non vuole e non può essere il mezzo per esporre nel merito; si possono però attestare permanenti e pesanti rilievi da parte dei cittadini nel corso degli ultimi dieci anni, la costante perdita di prestigio, a livello di “ente squalificato” e inutile.

I COSTI DELL’OPERA

Fonte ARPAT febbraio 2107. Linea 1: 30 milioni E./km linee 2 e3: 35,416 E./km, ma come si vede il dato non è aggiornato ed il costo al km è senza dubbio intorno ai 40 milioni. E’ la più costosa d’Europa. Perciò si chiede: per questi motivi che i problemi suesposti vadano affrontati con la dovuta urgenza e risolti al livello politico più alto, poiché si tratta di intervenire sull’operato di Giunte Comunali espressione di una forza politica che ha dimostrato nei fatti di guardare all’ammontare delle opere più che al buon fine, più che alla Città di cui è tuttora responsabile.
Auspichiamo che l’ On. Ministro consideri positivamente l’opportunità di avviare una procedura di < sospensione dell’autorizzazione in Autotutela >, dal momento che i progetti possono essere rivalutati, approfonditi, cambiati radicalmente, che le tutele non sono state esercitate compiutamente. Chiediamo che i fondi governativi e/o statali siano sospesi con indagine rigorosa sui costi.
Si chiede con urgenza il blocco di ogni finanziamento utile al proseguimento dell’opera e l’annullamento delle Conferenze di Servizi già calendarizzate, dovendo registrare che l’attuale Amministrazione comunale non intende accettare alcuna alternativa alle scelte maturate ed è risoluta ad attuarle.

domenica 27 gennaio 2019

Il Patto di Aquisgrana instaura il neo regno carolingio : tutti gli altri paesi europei, solo vassalli.

GERMANIA ET GALLIA PARANT OECONOMICAM PRAEDATIONEM IN ITALIAM.


Perché questo trattato mette Francia e Germania a capo dell’UE? Il senso è che vogliono comandare solo loro. L’asse politico-economico Parigi-Berlino prefigura addirittura l‘integrazione territoriale franco-tedesca. Si presenta come un doppio potere a senso unico sul continente che esclude gli altri stati membri dell’UE. Infatti i due Paesi puntano ad una politica estera comune, alla convergenza di norme fiscali, economiche e sociali, al coordinamento tra i ministeri, rendendo così inutili gli organi comunitari.


A questo punto si prefigura lo smantellamento della Nato e, in previsione del fallimento del progetto europeo, si cerca di porre la basi per una nuova alleanza. Sempre nella linea dell’egemonia franco-tedesca, la Francia si impegnerà perché la Germania possa ottenere un seggio nel consiglio di sicurezza  permanente dell’ONU (posto riservato solo agli stati vincitori della seconda guerra mondiale). Si badi bene, alla Germania e non all’Unione europea ; quindi il resto dell’UE a questo punto è al servizio di questi nuovi signori del vapore.Inoltre i due paesi poi si accorderanno per lo sviluppo del bilinguismo franco tedesco e la diffusione dello stesso, con università bilingue nei territori di frontiera che diventeranno distretti industriali comuni.
Questo trattato cambia il grande gioco geopolitico tra le potenze atomiche: Macron, in difficoltà smascherato in Africa (vedi le denunce sul FCA), cerca l’intervento tedesco anche a costo di cedere persino il posto della Francia nel consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.


Siamo oggi di fronte ad un colpo di mano contro i popoli europei. Un trattato che abbandona letteralmente a se stessi gli altri paesi dell’Unione europea. Sicuramente Berlino non farà sconti a nessuno, imporrà le sue scelte e difenderà i suoi interessi come ha sempre fatto.
Il trattato, infine, dedica ampio spazio ai rapporti dei settori della difesa di Francia e Germania ( comprese le armi atomiche francesi) e “contribuirà alla creazione di un esercito europeo(??)”,così ha spiegato la Merkel. I due Paesi si impegnano a “prestare aiuto e assistenza reciproca con tutti i mezzi a loro disposizione, comprese le forze armate, in caso di aggressione contro il loro territorio”, anche in caso di terrorismo. Sebbene questa solidarietà sia già prevista nel quadro della Nato, l’obiettivo di Francia e Germania è anche quello di “rafforzare ulteriormente la cooperazione tra le loro forze armate” e “di procedere solo a schieramenti congiunti”. Parigi e Berlino. A questo scopo, “istituiscono il Consiglio di difesa e sicurezza franco-tedesco come organo politico adibito a gestire questi reciproci impegni” tutto al di fuori dei trattati UE.

Silenziosamente la Germania sta costruendo il potenziale nucleo di una futura forza armata dell’Unione Europea, ovviamente sotto il suo comando.

Con la firma del Patto di Aquisgrana è avvenuto un salto di qualità. L'asse si consolida, diviene un vero e proprio sodalizio strategico. L'élite europeista italiana, messa davanti al fatto compiuto, è in forte imbarazzo, e come sempre  tenta di sminuire la portata del patto sottovalutando la sua pericolosità. Ciò può essere inteso anche come gesto tattico di contrasto in vista delle elezioni europee ai rinascenti nazionalismi e populismi ed infine come consacrazione della "Unione a due velocità".  Ma non è così. 


Al netto degli aspetti tecnici, economici e militari, comunque rilevanti, del nuovo trattato, esso rivela la visione e le determinazioni delle fazioni capitalistico-finanziarie dominanti nei due paesi, da soli fanno il 50% del Pil dell' Eurozona e nei decenni hanno accresciuto senza soste la loro interrelazione economica.  
 Il Patto di Aquisgrana contiene due cose : da una parte il messaggio alle tre grandi potenze mondiali (USA, Cina e Russia) che Germania e Francia rafforzano la loro intesa e saranno protagoniste della contesa imperialista mondiale perché hanno un proprio autonomo armamento atomico; dall'altra lanciano un vero e proprio ultimatum agli attuali recalcitranti partner dell'Unione: ” dovete aggregare i vostri scassati vagoni alla nostra locomotiva  (rinunciando alle vostre vacue pretese sovrane), oppure, d'ora in avanti, vi considereremo zone ostili da colonizzare “. Un ultimatum rivolto non solo ai paesi dell'Est Europa (che tra l'incudine tedesca ed il martello russo invocano come vassalli la protezione americana). Anche l'élite italiana, è posta davanti al dilemma: essere la piattaforma mediterranea del blocco carolingio o continuare a fungere da longa manus degli americani?
L'élite italiota pare divisa: una gran parte, quella di dogmatica fede europeista (non solo piddina) tifa per l'asse carolingia, un'altra, più tradizionalista, pende per restare sotto tutela americana. E il "governo populista"? E' in stato confusionale, balbetta, parla d'altro. Più che navigare a vista si fa portare dalle correnti. Ma le correnti spingono in direzioni opposte, direzioni che potrebbero accentuare il dissidio tra Cinque Stelle e Lega portando alla fine il "governo populista".


TANTO PER ESSERE CHIARI

 Il Patto di Aquisgrana rafforza di molto gli istituti comuni tra i due paesi, tra cui il Consiglio dei ministri franco-tedesco e quello per la Difesa e la sicurezza. Quindi una maggiore cooperazione militare ed una più stringente cooperazione economica. I due paesi si sono garantiti assistenza militare e poliziesca in caso di aggressione armata (!), quindi la cooperazione delle forze armate e delle industrie attive nel settore della difesa sarà più stretta. Sul piano squisitamente economico, il Patto sancisce la creazione di una "zona economica franco-tedesca dotata di regole comuni" per "favorire la convergenza tra i due paesi e accrescere la competitività"  verso gli altri paesi europei e soprattutto a sfavore dell'Italia. Viene creato un Consiglio comune di esperti economici e stabilito un coordinamento per politiche neo-colonialiste comuni verso l'Africa. Infine (di qui la protesta dei Gilet Gialli) la trasformazione delle zone transfrontaliere (Alsazia e Lorena) in zone "speciali" come laboratori per sperimentare e avviare quella che a noi pare una vera e propria fusione federale futura tra i due stati.
 

La Germania è il primo partner commerciale della Francia e il secondo più grande investitore estero nel Paese, oltre 4mila imprese tedesche operano in Francia con una forza lavoro di oltre le 310mila unità ed un giro d'affari di 140miliardi di euro. Da parte sua la Francia è un partner decisivo per la Germania: il secondo dopo gli Stati Uniti per esportazioni (106miliardi di euro nel 2017 e il terzo per importazioni dopo Cina e Olanda, 64miliardi). Secondo l'INSEE (l'istituto francese di statistica) 2.700 imprese francesi sono presenti in Germania dando lavoro a 363mila addetti.




sabato 26 gennaio 2019

Sea Watch


NAVI BATTENTI BANDIERE DI ALTRI PAESI


La nave Sea Watch che batte bandiera olandese è a tutti gli effetti territorio olandese. I passeggeri a qualunque titolo sono sotto la responsabilità, la giurisdizione e la tutela del Governo Olandese. Se ad esempio due passeggeri della nave vogliono coniugarsi, il comandante della nave li sposa e il matrimonio viene trascritto in Olanda. La bandiera olandese che sventola sulla nave non è un qualsiasi pezzo di stoffa ma è,al contrario, la dichiarazione dell'appartenenza territoriale nazionale e giurisdizionale. 



Quindi l'Olanda ha concesso la propria bandiera alla nave e si è assunta ogni responsabilità sulla nave,equipaggio, merci e passeggeri, ed è tenuta a      giudicare eventuali reati che si sono svolti sulla nave o da equipaggio o da passeggeri, o qualsiasi altro fatto o evenienza. Tutto ciò non compete allo Stato italiano che è del tutto incompetente per territorio.




mercoledì 23 gennaio 2019

Lino Banfi va all’Unesco!


Applausi a scena aperta

Non è affatto chiaro quale ruolo avrà Lino Banfi, al secolo Pasquale Zagaria, anni 82, nella Commissione Italiana Unesco, se svolgerà il ruolo primario di Ambasciatore a Parigi e quindi abiterà nella lussuosa residenza di competenza, o se svolgerà le funzioni assegnate in altro ufficio parigino, o se presterà il suo contributo a Roma, sede Italiana dell’istituzione culturale. Certo è un fatto: la nomina fornisce una opportuna rappresentazione della benemerita Istituzione culturale che costa ai cittadini italiani 11 milioni di euro ogni anno, per il mantenimento di migliaia di funzionari, ambasciatori, residenze, e benefit vari. Sicuramente provocherà il disappunto di chi non ha mai avuto a che fare con detta istituzione e ne coltiva una immagine ideale e compita. Ma non il nostro.
Siamo sinceramente felici che un grande  Attore di  Farsa e Avanspettacolo entri su quel palcoscenico: una scelta più felice di questa non avrebbe potuto esserci.
Quando si renderà conto di quanto siano sprecati 11 milioni di euro  per mettere in scena farse e spettacoli  come quelli,  di sicuro indosserà il costume e improvviserà la parte che più gli riesce!




venerdì 11 gennaio 2019

ALCUNI FATTI


 Accordo bilaterale per  la cessione di acque nazionali marittime, Fincantieri, Ponti infartuati, Lione Torino in Alta Velocità.

Rapporto costi benefici: pochi benefici e a noi i costi. Sveglia!

 
Dopo che  Renzi fu costretto per la vergogna a non firmare e accantonare  la cessione di acque nazionali liguri e sarde alla Francia, con l’avvento al potere di Macron, è iniziata per noi una  via crucis, interminabile. I governi di prima pensavano che l’acquisizione dei Cantieri dell’Atlantico di Saint Nazaire da parte di Fincantieri fosse andata a buon fine:  gara vinta e indiscutibile, ma Macron la  blocca e nazionalizza i cantieri per imporre una trattativa, come se l’esito di una gara potesse essere discusso. Fra mille ostacoli nasce il Governo Conte ma al di là delle Alpi nessuno depone le armi, anzi, ovunque e tutti a blaterare di “populismi, sovranismi, fascismi, identitarismi, razzismi”, “ vomitevoli, pietosi accattoni, pizza, donne, mandolini,  scialacquatori, e LO SPREAD, avanti tutta! La gara vinta da Fincantieri era stata subito impugnata, perché non ci stanno ad avere un piede italiano in casa: poteva, doveva essere una significativa avvisaglia.
Poi un fatto catastrofico: si sbriciola il ponte sul Polcevera.
Per carità: non diciamo sciocchezze anche se la maggior parte degli ingegneri italiani sta ancora domandandosi come il fatto sia stato possibile. Certo, il Procuratore di Genova sta esaminando tutto, e per carità non parliamo di complotti, di tritolo, di attentato, ogni riferimento è del tutto casuale, ci dissociamo fermamente: non è successo niente di anomalo, forse si è sentito male, eh! I collassi! Sarà un infarto, di sicuro era vecchio, malandato, concause, pioveva, lampi e tuoni, il cemento precompresso, gli stralli, oh gli stralli che bestie! Tutti abbiamo imparato un nome: gli stralli, nessuno sa bene cosa siano ma tutti lì a dire: gli stralli, il cedimento di uno, di due, la mancata manutenzione, e tutti con il dito puntato a denunciare una impresa italiana, leader mondiale nel suo campo, PRIMA ancora che si sia capito e PRIMA che sia resa pubblica LA CINEMATICA DEL CROLLO.
Prima che qualcuno abbia dimostrato  scientificamente qualcosa.
Poi: si sapeva che nel nuovo governo  c’erano nuovi ministri a cui la TAV Lione-Torino proprio non va  giù, come a tanti cittadini pensanti e riflessivi, e non va giù per alcuni motivi, anzitutto il rapporto costi benefici. A chi serve? A cosa serve? Ma è semplice: serve ai cugini d’oltralpe per collegarsi con l’est. Noi con l’est confiniamo, loro no,  loro devono passare da qui, dalla valle Padana.  A loro serve, per loro è strategica, per noi no, che ci importa di andare a Lione? Però dobbiamo sborsare miliardi  per loro e più di loro. Sintomatico il fatto che Macron chieda e ottenga l’appoggio della Germania in fatti che non la riguardano (TAV) e che chieda ed ottenga che la UE, con spinta tedesca,  blocchi l’acquisizione dei cantieri francesi “ perché nuoce alla concorrenza europea e mondiale”! Ma tutto si tiene, tutto è collegato.
Teoria keynesiana: qualcuno, anche in Italia, la ripropone e dice che bisogna far girare i soldi: opere pubbliche utili e anche opere inutili, fate e  fate, purché i soldi girino, così l’economia si riprende.
Questo può funzionare laddove lo Stato può stampare carta moneta, avere sovranità monetaria, qui ed ora non funziona perché noi non stampiamo carta moneta, la dobbiamo comprare, pagare. Per di più abbiamo mille coltelli alla gola, lo SPREAD, i MERCATI, il debito pubblico, il Pil, ci vuole RIGORE NELLA SPESA!!  Tirare la cinghia, tirare la cinghia, TUTTAVIA  dobbiamo fare opere che fanno comodo ad altri e accollarci la maggior parte delle spese, alla faccia del rigore.
Che logica c’è in tutto questo? Nessuna.
Le imprese si erano impegnate, bisogna rispettare i contratti, si perdono i posti di lavoro!!  Sì, ma tutto questo andrebbe benissimo nella logica dello “ stampo soldi e vado avanti, li faccio girare e rimetto in moto qualcosa ”, ma ora non è più così.
Un presentimento: e se SALTASSE la TAV?    Si sentirebbe male un altro ponte? Un altro svenimento? Forse allora capiremo, finalmente,  che tutto si tiene,  chi comanda e cosa vuole. O continueremo a leggere i giornali e a prendere  per oro colato tutto quello che esce dalla bocca dell’informazione a comando televisiva?

G.D.B.

domenica 9 dicembre 2018

PERCHE' MORIRE IN DISCOTECA


CI SONO DEGLI ORDINI INGIUSTI CHE NASCONDONO I PEGGIORI DISORDINI ( Charles Peguy)





PER VEDERE QUESTO SOGGETTO SONO MORTI I RAGAZZI ITALIANI E UNA MAMMA. Sicuramente la tragedia avrà altre puntate, non sarà finita finché i nostri adolescenti, le nuove generazioni, non avranno altri modelli, altri valori, e non la smetteranno di distruggersi.


Valori e pensieri da tempo destrutturati e diventati poltiglia utile per tutti gli usi : senza radici, senza principi, senza ideali, lobotomizzati a tal punto da non sapere più come vivere . E- Basta un qualsiasi evento per rivendicare la propria esistenza per dire lì c’ero anch’io dunque esisto. Fino a quando questa deriva non cambierà rotta? Non ci è dato saperlo perché mancano modelli ed esempi di vita reali; non sono le parole che cambieranno gli animi di questa gioventù ma le azioni a cui essi si ispireranno e che metteranno in pratica per trasformare le loro esistenze in veri uomini e donne che decidono del loro futuro non più come consumatori di merci disposti a tutto pur di averle, per giunta anche adulterate ma come esseri umani guidati dal loro spirito e pensiero da tempo perduto e finalmente ritrovato.

 

Mentre in Francia ci sono ragazzi che si confrontano con una realtà divenuta mercato che li vuole espellere dalla vita come merce avariata.E’ una comunità che si ribella. I giovani citano Charles Péguy((Orléans, 7 gennaio 1873 – Villeroy, 5 settembre 1914   scrittore) ...  e portano per le strade le sue parole ,quelle di un popolo che vuole uscire dalla corruzione e riconquistare la propria dignità.


domenica 2 dicembre 2018

LA TRACOTANZA DEL POTERE SFIDA IL GIUDIZIO DEI BAMBINI


FIRENZE P.ZZA GIORGINI VENERDI 30 NOVEMBRE



Il bambino guarda lo scempio e la tracotanza ignorante al potere. Il bambino giudica, sta giudicando, e ne trae una lezione per sè, ma non sappiamo quale. O si adeguerà e si sottometterà, o prenderà altre risoluzioni . I semi piantati germogliano sempre, ma il seminatore sappia che se semina ortiche,  e le sta seminando negli occhi e nel cuore di un bambino , ortiche raccoglierà. Non potranno, domani, giudicare chi si ribella e spacca tutto, non si può sapere che cosa accade nel cuore stupefatto di un bambino che guarda il cuore di un albero. 

Ignoranza e tracotanza al potere.
Non hanno neppure paura, sono sicuri di sfangarla anche questa volta. Che siano puniti!