giovedì 15 febbraio 2024

STORICA INTERVISTA DI TUCKER CARLSON A VLADIMIR PUTIN

 

L’intervista rilasciata da Vladimir Putin a Tucker Carlson rappresenta anzitutto un fatto di enorme rilevanza nella comunicazione occidentale e più in generale nel sistema mediatico del nostro mondo e nella sua possibile evoluzione, ma soprattutto indica alcuni elementi di estremo interesse geopolitico che vanno messi nella giusta luce, al di fuori della logica propagandista dell’una e dell’altra parte.

 Uno degli elementi più rilevanti delle due ore è il passaggio sulla distruzione del Nord Stream e la parziale distruzione del Nord Stream2. Non solo perché il capo del Cremlino ha accusato apertamente la Cia di aver pianificato l’azione di sabotaggio, ma soprattutto perché ha riproposto all’attenzione del pubblico un tema cruciale, sebbene elementare: “cui prodest?”. Questa semplice domanda, che dovrebbe essere alla base di ogni analisi di carattere geopolitico e di politica internazionale, è stata troppo spesso trascurata dai media occidentali per lasciare invece spazio a bizzarre congetture che non riuscivano a dar conto della realtà dei fatti e delle vere motivazioni alla base di certe politiche. Oltretutto, non è ancora giunta alcuna smentita ufficiale da parte statunitense sul fatto specifico.

  Il nodo cruciale di tutto il dialogo, quello che avrebbe dovuto fare i titoli dei principali quotidiani italiani, i quali hanno invece preferito trascurare quasi totalmente quella che molti definiscono una storica intervista, è la disponibilità dichiarata più volte da Putin – sottolineata soprattutto nel finale dell’intervista – a pervenire a negoziati con l’Ucraina e la perseveranza occidentale nel reiterare le sanzioni e a continuare a finanziare l' Ucraina.

Altro elemento storico è la diretta accusa a Boris Johnson di aver volutamente sabotato i negoziati che erano stati avviati dopo le prime battute dell’invasione, un’accusa che peraltro non ha lasciato silente l’ex premier britannico, il quale ha genericamente risposto che Putin ha rilasciato dichiarazioni false.

Putin ha semplicemente risposto a Carlson che la minaccia russa viene enormemente “gonfiata dai media occidentali”, perché non “abbiamo interessi né in Polonia né in Lettonia e risponderemmo solo in caso di un attacco ricevuto” e “non abbiamo interesse ad allargarci territorialmente che porterebbe a una guerra globale”.

 C’è un’ulteriore questione su cui Putin si è soffermato in diversi momenti dell’intervista: la differenza culturale tra l’Occidente e la Russia.

 Infine la questione comunicativa sottolineata dallo stesso leader russo, che ha implicitamente apprezzato il lavoro del suo interlocutore affermando che “I giornalisti lavorano come medici, perché un mondo suddiviso in due è come una persona bipolare, che va curata”.

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Cosa ha detto veramente Putin nell’intervista a Tucker Carlson - Geopolitica.info

sabato 10 febbraio 2024

La nuova PAC (Politica agricola comune) dal 2021 al 2027

I prodotti Italiani, sono i migliori del mondo e le politiche agrarie dell'UE ce li stanno togliendo e distruggendo per sostituirli con prodotti sintetici e farine di insetti.

 La nuova PAC (Politica agricola comune - quando parliamo di PAC parliamo di un terzo del bilancio Ue, che equivale a 387 miliardi di euro), fu approvata dal Parlamento Ue dopo anni di negoziazioni per gli anni dal 2021 al 2027, oggi ha finalmente mostrato il suo volto, scatenando la protesta delle piccole e medie imprese agricole che sono rimaste  schiacciate dall'attuazione di politiche che privilegiano la decrescita e lo smantellamento degli allevamenti per diminuire l'impatto di emissioni di CO2 invece di attuare una nuova riforma per favorire le imprese agricole piccole e medie. Se leggiamo il testo finale di quella riforma già s'intravede che è insufficiente a salvaguardare le piccole e medie imprese in quanto attualmente vengono super tassate. Raccoglie invece l’applauso delle grandi lobby e delle multinazionali dell’agroalimentare. Una impostazione che ha ampiamente dimostrato di poter distruggere piccoli agricoltori, biodiversità ed ecosistemi.

Questa situazione è la conseguenza diretta delle politiche agricole e commerciali ultraliberiste perseguite per decenni. Hanno continuato a rafforzare il controllo delle multinazionali dell’agroindustria e della grande distribuzione sul mondo agricolo e hanno portato all’impoverimento degli agricoltori. Perseguendo queste politiche ultraliberali e l’industrializzazione forzata i prodotti scadono di qualità perché il terreno viene sfruttato in maniera sbagliata portando un peggioramento nella produzione e un abbassamento della vitalità del terreno stesso e quindi in ultima analisi della nostra salute.

 Questo modello si basa sullo sfruttamento delle risorse e delle donne e degli uomini che lavorano per produrre sempre di più in condizioni di vita degradate e sottopagate. Oggi questo modello sta perdendo slancio e sta distruggendo gli ecosistemi necessari all’agricoltura di domani. Incoraggiando la produzione destinata solo all’esportazione, basata sulla competitività dei prezzi e sugli accordi di libero scambio, si promuove la dipendenza degli agricoltori dalle grandi industrie agroalimentari e dalle catene della distribuzione massificata.

Le prime vittime di un sistema agroindustriale distruttivo sono gli agricoltori che hanno espresso nelle ultime settimane una rabbia profondamente radicata dovuta all’impoverimento di una buona parte del mondo agricolo e alla dipendenza dalle industrie agroalimentari e ai costi della grande distribuzione, è urgente per questi motivi cambiare radicalmente il sistema agroalimentare. La sfida è triplice: consentire agli agricoltori di trarre un tenore di vita dignitoso dal proprio lavoro, proteggere gli ecosistemi e garantire cibo sano per tutti.
 

Fonti:

 La protesta dei contadini francesi e le associazioni ambientaliste. È il modello che non funziona - Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile

 Approvata la nuova Pac 2021-2027: ecco come sarà - Agrinotizie

lunedì 22 gennaio 2024

ATTACCO AL MONDO AGRICOLO

                                       Bill Gates e Warren Buffett


 Le proteste dei contadini che attualmente fanno notizia non sono solo un fenomeno tedesco, ma il sintomo di una politica attuata in tutto l’Occidente sotto un regime neo-coloniale per requisire le terre agricole ai piccoli agricoltori e darle alle grandi multinazionali a costo di lasciarle incolte. Ma questa è solo una parte di un programma molto più ampio.

In questi ultimi anni ci sono state massicce e forti dimostrazioni di agricoltori nei Paesi Bassi a causa del governo olandese che voleva chiudere fino a 3.000 aziende agricole. Il governo olandese offre ai contadini oltre il 100% del valore delle loro proprietà, ma in cambio devono accettare il divieto di lavorare in qualsiasi Paese dell’UE. Si tratta di fatto di un esproprio forzato edulcorato con denaro, contro il quale gli agricoltori olandesi protestano da anni, perché se rifiutano saranno espropriati con la forza. La stessa cosa avviene in Germania ma i contadini tedeschi sono entrati in rivolta in molti centri con una forte concentrazione di trattori che hanno bloccato strade e autostrade con l’appoggio della popolazione.

Sta accadendo anche in Italia: Per 20 anni, verranno corrisposti dai 500 ai 1.500 euro a ettaro all’anno agli agricoltori per non coltivare il loro terreno la delibera  messo a bando dalla Regione Emilia Romagna “SRA26 ACA26 Ritiro seminativi dalla produzione” approvato dalla Delibera di Giunta regionale n. 2133 del 4 dicembre 2023. Le motivazioni che portano a questa decisione, secondo loro, riguardano obiettivi di carattere ambientale per contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all’adattamento a essi, anche riducendo le emissioni di gas a effetto serra e rafforzando il sequestro del carbonio, come pure promuovendo l’energia sostenibile; una vera e propria fissazione una guerra contro le emissioni di gas serra come l’anidride carbonica. In italia ci sono state diverse manifestazioni dal Piemonte alla Sicilia.

Ancora una volta, viene addotta come scusa la lotta al presunto cambiamento climatico causato dall’uomo. Le aziende agricole sarebbero produttrici di gas nocivi per il clima. Anche l’OMS si sente chiamata in causa e, naturalmente, il motivo è ancora una volta il cambiamento climatico. L’alimentazione deve quindi essere cambiata in tutto il mondo.
Gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite gli SDG sono noti come Agenda 2030 perché definiscono gli intenti che dovranno essere attuati entro il 2030. L’Agenda copre praticamente tutti gli ambiti della vita e la sua attuazione viene promossa in modo massiccio. Gli obiettivi sono incentivati dalle fondazioni dei cosiddetti “filantropi” che usano la loro ricchezza per determinare le politiche dei Paesi occidentali. Hanno obiettivi specifici, tra cui quello di ottenere il controllo del settore agricolo e alimentare. Ciò consentirebbe loro di sottrarre agli Stati il controllo della disponibilità di cibo. Questo è ciò che stiamo vivendo nell’UE, così poche società multinazionali otterranno il controllo della produzione alimentare.

Come avviene il finanziamento: 

La fondazione di un oligarca il così detto “filantropo” crea un progetto, lo finanzia con pochi milioni di dollari, dopodiché i governi occidentali lo appoggiano e contribuiscono ad esso con un importo superiore utilizzando il denaro dei contribuenti.
Questo denaro viene poi controllato dal “filantropo” o dalla sua fondazione che ha lanciato il progetto. Per realizzare tali progetti, è sempre necessario far acquistare dai governi già addomesticati qualcosa come vaccini, farmaci, sementi o altro e naturalmente questi prodotti vengono richiesti a società in cui il così detto “filantropo” ha una partecipazione o che possiede direttamente. In questo modo, con un investimento finanziario relativamente piccolo, incamera sempre di più il denaro dei contribuenti.
Quando l’industria agroalimentare viene impedita alle piccole e medie imprese a vantaggio di poche grandi società, si crea un potere di mercato gestito dalle multinazionali e pertanto diventa insostenibile per le piccole imprese agricole.

Per dire in breve come stanno le cose: C' è una guerra contro di noi.
Dobbiamo trovare la maniera per combattere e vincere. Non abbiamo altre possibilità.
Infatti lo scopo finale che gli oligarchi vogliono raggiungere attraverso la transizione ecologica che passa attraverso la distruzione del piccolo e medio produttore agricolo è attuare la decrescita della popolazione ed avere il suo controllo completo:   

“Se controlli il petrolio, controlli le nazioni, se controlli gli alimenti, controlli i popoli”.
Henry Kissinger, Premio Nobel per la Pace nel 1973

Il mondo agricolo sta facendo sentire la sua voce per difendere le tradizionali colture agricole minacciate dalla modifica promossa dall'Ue, che potrebbe compromettere la qualità e la sicurezza alimentare, oltre a mettere a rischio la cultura gastronomica italiana ed europea e gli interessi della categoria già gravati da una diminuzione di carburante agricolo, dalle tasse e dalle richieste assurde di costosi adeguamenti sui macchinari e tassazioni in aumento.

FONTI:

PERCHÉ LE AZIENDE AGRICOLE VENGONO SPINTE VERSO IL FALLIMENTO E COSA C’È DIETRO? | NoGeoingegneria

DAL CONTROLLO DEL CIBO AL CONTROLLO DEL MONDO | NoGeoingegneria

Attualità Agricoltori: cresce la protesta - Manifestazioni a Torino e Collegno - Corriere di Saluzzo