La nuova PAC (Politica agricola comune - quando
parliamo di PAC parliamo di un terzo del bilancio Ue, che equivale a
387 miliardi di euro), fu approvata dal Parlamento Ue dopo anni di negoziazioni
per gli anni dal 2021 al 2027, oggi ha finalmente mostrato il suo volto,
scatenando la protesta delle piccole e medie imprese agricole che sono rimaste
schiacciate dall'attuazione di politiche che privilegiano la decrescita e
lo smantellamento degli allevamenti per diminuire l'impatto di emissioni di CO2
invece di attuare una nuova riforma per favorire le imprese agricole piccole e
medie. Se leggiamo il testo finale di quella riforma già s'intravede che è
insufficiente a salvaguardare le piccole e medie imprese in quanto attualmente
vengono super tassate. Raccoglie invece l’applauso delle grandi lobby e delle
multinazionali dell’agroalimentare. Una impostazione che ha ampiamente
dimostrato di poter distruggere piccoli agricoltori, biodiversità ed
ecosistemi.
Questa situazione è la conseguenza diretta delle politiche agricole e
commerciali ultraliberiste perseguite per decenni. Hanno continuato a
rafforzare il controllo delle multinazionali dell’agroindustria e della grande
distribuzione sul mondo agricolo e hanno portato all’impoverimento degli
agricoltori. Perseguendo queste politiche ultraliberali e l’industrializzazione
forzata i prodotti scadono di qualità perché il terreno viene sfruttato in
maniera sbagliata portando un peggioramento nella produzione e un abbassamento
della vitalità del terreno stesso e quindi in ultima analisi della nostra
salute.
Questo modello si basa sullo sfruttamento delle risorse e delle donne e
degli uomini che lavorano per produrre sempre di più in condizioni di vita
degradate e sottopagate. Oggi questo modello sta perdendo slancio e sta
distruggendo gli ecosistemi necessari all’agricoltura di domani. Incoraggiando
la produzione destinata solo all’esportazione, basata sulla competitività dei
prezzi e sugli accordi di libero scambio, si promuove la dipendenza degli
agricoltori dalle grandi industrie agroalimentari e dalle catene della
distribuzione massificata.
Le prime vittime di un sistema agroindustriale distruttivo sono gli agricoltori
che hanno espresso nelle ultime settimane una rabbia profondamente radicata
dovuta all’impoverimento di una buona parte del mondo agricolo e alla
dipendenza dalle industrie agroalimentari e ai costi della grande
distribuzione, è urgente per questi motivi cambiare radicalmente il sistema
agroalimentare. La sfida è triplice: consentire agli agricoltori di trarre un
tenore di vita dignitoso dal proprio lavoro, proteggere gli ecosistemi e
garantire cibo sano per tutti.
Fonti:
Approvata la nuova Pac 2021-2027: ecco come sarà - Agrinotizie
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