Educational Scientific and Cultural Organization
Place de Fontenoy 75352 Paris 07 SP
France
* I .C.O.M.O.S Conseil International des
Monuments/ Sites
Commissione Italiana UNESCO Piazza Firenze27 Roma 00186
Firenze
4 aprile 2016
Oggetto: Florence World Heritage. Rif. Appello del 10
marzo 2015. Richiesta di iscrizione nella Lista dei siti in pericolo ( Suivi réactif. IV A).
I sottoscritti
dichiarano che il 18/11/2015 hanno reperito in rete copia dell’Esame Tecnico
ICOMOS inviato da Voi al Comune di
Firenze nel maggio 2015 e di aver preso atto che quanto segnalatovi il 10 marzo
era stato giudicato attendibile ed era
stata avviata di conseguenza la procedura prevista.
Tuttavia, nonostante
i rilievi mossi da ICOMOS al Comune di Firenze per la discutibile gestione del
Patrimonio, segnaliamo che a nostro avviso non sono state attuate misure di
cautela o di maggior tutela, ma anzi vi sono fatti ancora più preoccupanti su
cui siamo documentati e che Vi
trasmettiamo.
Così come nel Piano
di Gestione 2006-2008 l’Ufficio Unesco di Firenze faceva solo un accenno ai progetti delle nuove
infrastrutture nascondendone i rischi, così ancora nel Rapporto Periodico del gennaio 2015 (“State of Conservation for
Unesco site n. 174 <Historic Center of Florence> “) lo stesso Ufficio di Firenze definiva la
costruzione delle linee 2 e 3 della Tramvia come compatibile con la
salvaguardia e la sicurezza del Patrimonio; altrettanto viene ora fatto nel
Piano di Gestione del 2016: viene omessa la comunicazione di un processo di
MUTAMENTO IRREVERSIBILE A CARICO DEL PATRIMONIO, ovvero la messa in vendita di
39 edifici o complessi monumentali nel solo Centro Storico ( Allegato 1). Alle vendite
viene garantito il cambio di destinazione per usi alberghieri o
residenze di lusso e si garantisce la realizzazione di garages sotterranei,
situati nella falda freatica. Si vedano i siti della Regione e del Comune (www.investintuscany),(www.investinflorence) ed anche il sito ufficiale http://www.investinitalyrealestate.com/en/properties/firenze/?orderby=post_title&order=as.....
E’ evidentemente in atto l’attuazione di un disegno di
alienazione del patrimonio edilizio
storico monumentale pubblico/privato, che oltretutto non viene reso noto a
termini di Legge (Dlgs 42/2004 e succ. int, e mod., Capo IV, Sez. I, Art. 53
ss), e che si configura pericolosamente come
un processo incontrollato di "gentryfication” che cancella quelle
caratteristiche che sono parte
integrante del "Historic Centre of Florence, World Heritage". Non risulta esistere neppure una traccia di analisi e proiezioni di tipo economico e
urbanistico, ne’ sociologico/politico, ne' storico-critico ne’ una
programmazione dei tempi in presenza di un qualsiasi studio del processo in atto, ne’ degli effetti
– duraturi e indelebili - che si
produrranno sulla città, sui suoi abitanti, sul Patrimonio da voi tutelato.
Tantomeno risulta che i cambi di destinazione d’uso dei singoli edifici,
nonostante siano collocati nel Centro Storico,
siano inseriti in Piani di Recupero Urbanistico come le leggi
prescriverebbero. La concessione di cambio di destinazione d’uso viene
garantita sui siti ufficiali sia del Comune di Firenze www.investinflorence sia della regione Toscana www.investintuscany .
Riteniamo che tale disegno volto a trasformare Firenze in città di
alberghi e shopping rappresenti perfettamente i Criteri IV°B.a.xii,xiii;
IV°B.b. xiv, xvii. Perdita dell’Identità del Sito. Inoltre nel Capitolo 4 del
Piano di Gestione 2016 gli Strumenti
Normativi Urbanistici vigenti vengono riferiti come capaci di garantire la
tutela del Patrimonio; a tale riguardo domandiamo:
quale garanzia possono costituire se, come già detto, per ben 39
grandi e storici edifici o complessi monumentali è garantito il cambio di
destinazione d’uso a prescindere da un preventivo esame dei progetti e della
loro compatibilità, da parte degli uffici comunali o Enti Statali preposti ?
Oltretutto il Piano Strutturale non
contiene uno strumento normativo
lontanamente paragonabile, per scienza ed operatività, ad un Piano
Particolareggiato del Centro Storico di cui pure il Comune di Firenze si era
dotato ma non ha poi applicato. Esiste la certezza, ormai, che le Norme non
siano più lo strumento di verifica della compatibilità delle opere con il
contesto.
Non ci si vuole addentrare nell’esame del Piano di Gestione per
brevità, pur considerandolo un condensato di banalità, tuttavia non è possibile
sorvolare su alcune “perle” come
<APPROCCIO OLISTICO ALLA CULTURA, FIRENZE VETRINA, CITTA’ DELLO
SHOPPING E DELLA GASTRONOMIA>. Prendiamo in esame solo alcuni punti,
come la cosiddetta “Buffer Zone”, la
Zona di salvaguardia del Centro Storico, e
gli strumenti indicati a tale scopo:
“PUNTI BELVEDERE”.
Qualsiasi architetto urbanista allibisce di fronte a tale assurdità;
in tutta la pratica e la letteratura tecnica degna di questo nome non esiste
uno strumento urbanistico come quello proposto dai Punti Belvedere. Gli scriventi ne chiedono una immediata
censura.
Chiunque si sarebbe aspettato di veder considerata degna di
assurgere a tale ruolo la fascia ottocentesca progettata da Giuseppe Poggi per
l’ampliamento urbano attuato fra il 1864 e il 1877, per Firenze Capitale del Regno d’Italia, che è area
vitale per la sussistenza del Centro Storico; in tal modo anche l’ampliamento
ottocentesco sarebbe stato tutelato in futuro, impedendo che l’attuale scempio
vada oltre la zona Fortezza-
Vittoria-Statuto.
Per ciò che riguarda le vedute che si hanno dall’alto del paesaggio
urbano, basta guardare da qualsiasi
punto per vedere emergere l’incongruo oggetto denominato
“nuovo Palazzo di Giustizia”, definito in un reportage di viaggio da Christian
Campiche ( www.lameduse.ch) sulla
rivista Sept.info in data 11/11/2015:
“... une succession de
flèches noires dressées vers le ciel ...” (www.Sept.info) articolo ( Allegato 2), e le future torri alte 57
metri che sorgeranno nella ex Manifattura Tabacchi che fu un progetto di Pier
Luigi Nervi.
Riguardo alle “Minacce”, a
pag. 30 del Piano di Gestione: nulla si dice circa i rischi idraulici
introdotti con le nuove infrastrutture, che vi avevamo segnalato nel 2015. In
realtà i Cittadini avevano appreso da notizie di stampa dell’esistenza di un
“piano” contro le esondazioni, in particolare del Mugnone: un sistema di
paratie da apporre sulle sponde dei torrenti in piena. La notizia era stata
accolta con ilarità dai fiorentini che hanno cominciato a supporre che tale
sistema possa essere pensato anche per
fermare una esondazione dell’Arno,
visto che dal 1966 ad oggi la
struttura, la dislocazione e dimensione delle spallette urbane dell'Arno e le
sue sponde, e le casse di espansione a monte della città, tutto è rimasto
esattamente come stava, ma è stata istituita una nuova “ Autorità
competente”, l’Autorità di Bacino.
Paratie sui fiumi, esercitazione nel
Mugnone: ok al piano
...www.firenzetoday.it/cronaca/piano-contro-alluvioni-paratie-fiumi.html
06 mag 2015 - Paratie sui fiumi, esercitazione nel Mugnone:
ok al piano contro le ... Maltempo Firenze, piena del Mugnone: la reazione dei
residenti | VIDEO.
Riguardo allo stato di
conservazione del Patrimonio Vi invitiamo a consultare in particolare la documentazione
sul Complesso Monumentale di Sant’Orsola, e Vi preghiamo di voler considerare
la gravità dello SCORPORO DELL’EREDITA’ BARDINI ( Allegato 1. N° 37 ); si veda la documentazione sul Complesso di
Sant’Orsola ( Allegato 3).
TRANSITO DELLE TRAMVIE
NEL CENTRO STORICO-WORLD HERITAGE.
Transito in superficie
E’ in corso la realizzazione del transito attorno alla
Stazione Centrale di Santa Maria Novella-Fortezza da Basso. Un capolinea verrà
posto in Piazza dell’Unità ( per questo scopo verrà spostato l’obelisco ) e da
questo punto si dipartirà la linea sotterranea verso la Chiesa di Santa Maria
Novella-Piazza della Repubblica-San Firenze- Santa Croce. Per questo scopo il
centro di Piazza dell’Unità verrà scavato
e destinato a stazione Metro.
Il complesso di
interventi del nodo “Santa Maria Novella- Fortezza da Basso” costituisce un
vulnus gravissimo al Patrimonio, ai principi e alle condizioni stabilite fra
Unesco e Comune di Firenze:
-Nel sottosuolo intorno
alla Fortezza da Basso vengono scavati tunnel veicolari e tunnel ferroviari: è
il punto più basso della città, con un grande afflusso di acque sotterranee e
di superficie; tale assetto viene
irreversibilmente modificato senza che vi siano adeguati studi su come e dove
le acque verranno fatte defluire, sulle conseguenti mutate condizioni delle
fondazioni della Fortezza, sulla
sicurezza delle persone, sulla ulteriore modificazione delle aree circostanti
già abbondantemente sfigurate.
-Nella stessa
documentazione tecnica del Comune di Firenze le modificazioni introdotte dal
Progetto Tramvia vengono giudicate come contrastanti con le Norme:
-“
-“Variante Valfonda. Studio di inserimento urbanistico” del
6/06/ 2013”, redatto da Comune di Firenze – Direzione Nuove Infrastrutture- Ufficio Tramvia e Società
Tram di Firenze s.p.a.
( Variante Valfonda). A pag. 5 riga 6 si legge: “ Le ipotesi
progettuali previste dalla Variante in analisi (ovvero le variazioni del
percorso della tramvia con transito Stazione S.M. Novella- via Valfonda ed illustrate nel progetto che viene proposto.
ndr) contrastano con gli strumenti di pianificazione urbanistica attualmente
vigenti”.
L’introduzione delle
linee tramviarie che investivano anche il Centro Storico ed i suoi immediati
intorni, nel 2013 contrastava con strumenti di pianificazione urbanistica già
modificati nel 2010 onde poter accogliere tali progetti ( il progetto Tramvia
data dal 2000 ).
Appare in tutta la
sua evidenza un inaccettabile modo di procedere: ancora una volta le Norme
vengono mutate per poter realizzare i progetti ( e sempre prescindendo da una
Vostra informazione e dal Vostro parere), ancora e sempre le Norme non sono uno
strumento di verifica della compatibilità delle opere: se le infrastrutture
sono incompatibili con il contesto e con le tutele si cambiano le Norme e si
altera il contesto con assoluta indifferenza.
Ciò genera la
perdita dei significati storici ed identitari del Sito. (VI°B.a, b.xv, xvi).
Centro Storico:
Transito in sotterranea, segnalazione di grandi rischi. (Allegato 4)
Si segnalano i rischi
contenuti nello studio:
Geotecnica.dicea.unifi.it/micrometro_2004.pdf. Sistema di micrometropoliana per Firenze. Studio di fattibilità 2° fase.
Studio geotecnico. Rapporto finale. Prof. Ing. Vannuchi, Ing. Severi, Ing. Narcisi. Progettare per
Firenze.
Anzitutto è
necessario segnalare che attualmente il
suddetto studio viene ancora considerato
come la base scientifica per la fattibilità
del tunnel che si intende scavare sotto al Centro Storico, come si può
verificare in un recentissimo documento:
www.comune.campi-bisenzio.fi.it/flex/cm/pages/...php/L/IT/D/.../pdf .Firenze e la redazione di studi di fattibilità svolti dalla
Regione Toscana con la ... studio di fattibilità dell'estensione verso Sesto
Fiorentino, Campi Bisenzio e Bagno a Ripoli. ..... sostenibile completando la
rete tranviaria dell'area fiorentina”.
Nello studio del
Sistema di micrometropolitana vengono simulati gli effetti che lo scavo
provocherebbe su “facciate tipo”, ma è
inaccettabile che si possa studiare come scavare un tunnel con una fresa sotto
ad un Patrimonio Mondiale e proporne la
fattibilità simulandone gli effetti
virtuali su singole facciatine, come se
fossero quinte teatrali. Si può leggere a pag. 147-148: :
“La campagna di
monitoraggio degli edifici esistenti lungo il tracciato dovrà prevedere una
valutazione dello stato di conservazione ante operam, che permetta di
distinguere gli edifici sani, in termini di stato di conservazione delle
strutture portanti e delle parti architettoniche, da quelli danneggiati”.
Chi ha scritto questa
frase evidentemente non si è mai
confrontato con un restauro architettonico, o anche solo un
consolidamento di parti storiche di un edificio fiorentino, e ignora quanto sia
complesso e articolato il tessuto di un isolato del Centro Storico.
Un dato importantissimo per chi abbia praticato il
Restauro Conservativo degli edifici di Firenze
è la disomogeneità delle murature; nello studio sopracitato le murature
vengono considerate come oggetti “rigidi”. Nulla di più scorretto poiché
l’esatta definizione è “ MURATURE CONTINUE” e, tenendo conto della vetustà
generale e delle modalità costruttive,
l’esatta definizione è “ MURATURE
CONTINUE A BASSA COERENZA”: la buona pietra da taglio è stato materiale
scarsamente impiegato e in generale è
presente come rivestimento nelle
facciate di palazzi, o solo per legare angoli, o per architravi, mentre la
quasi totalità delle pareti è costituita da pietrame misto di risulta, di pezzatura medio piccola, mattoni di
recupero, anche legno, il tutto legato con calce di qualità mediocre. Solo gli edifici
borghesi ottocenteschi, e non tutti,
videro l’impiego del mattone pieno di buona qualità alternato a filari
di pietra.
Quindi, a parere
degli scriventi, i presupposti su cui sono state fatte le simulazioni dei danni
sono inadeguati, e la misura precauzionale proposta, di fare valutazioni “ante
operam” per distinguere un edificio sano da uno
“danneggiato”(sic!) è risibile in quanto i cosiddetti “danni” negli
edifici secolari sono lo stato di fatto,
e poi perché valutare il rischio di
danno su UN EDIFICIO ISOLATO DAL CONTESTO, è solo una elaborazione virtuale, ben lontana dalla realtà.
Gli edifici del
Centro Storico sono aggregati sia sul fronte strada e sia nel senso della
profondità dell’isolato. Oltre alle aggregazioni vi sono rifusioni in linea di edifici di varie epoche,
attuate in epoche diverse, ed è presente grande quantità di edilizia di intasamento nelle aree di pertinenza dei
lotti originari; tutto ciò è chiamato tessuto urbano, schiere e aggregazioni di edifici molto
articolati che apparentemente
sul fronte stradale possono presentare
distinte facciate, anche del tipo “a
palazzo”, mentre frequentemente non sono
EDIFICI UNITARI, è raro poter distinguere a prima vista la cosiddetta “unità
edilizia”. (Allegato 5).
I danni alle
fondazioni NON SARANNO MAI relative ad
una sola parete, alla facciata di un solo edificio, ad un solo edificio identificabile in quanto tale, ma
coinvolgeranno le strutture di molteplici edifici ed è un inutile palliativo
proporre rilevatori di lesioni o tensioni
anche se ne fossero posizionati migliaia. Se si dovesse rilevare che le
fondazioni di un isolato intero, di una intera porzione di tessuto del Centro Storico di Firenze stanno cedendo, come si potrebbe rimediare?
Riempendo il tunnel con la terra? Se si provocassero sprofondamenti in corso di
scavo come vi si rimedierebbe negli ambiti del Centro Storico?
Non è stato poi
considerato davvero il problema della falda freatica se non come un dato
isolato: nelle simulazioni si vede che il tunnel è inserito proprio nelle
ghiaie acquifere ma l’effetto che potrebbe produrre SULLE FONDAZIONI
alterandone i livelli stagionali, una volta che fosse costruito, non desta mai
alcun allarme e non viene mai preso in considerazione. Si segnala infine che il problema della
creazione di vuoti è stato affrontato marginalmente proponendo il sistema “ Compensation grouting” che si è
dimostrato del tutto insufficiente come a Colonia ( danni ingentissimi allo
storico Archivio con una vittima civile) e a Karlsruhe come riportato dalla
stampa tedesca il 17/04/2015).
Si veda su questi
argomenti la Relazione della Ing. Teresa Crespellani, Professore Ordinario di
Ingegneria Geotecnica Sismica dell’Università di Firenze presentata ad un
Convegno sui rischi connessi alla realizzazione del tunnel A.V. (Allegato 6).
LA FORTEZZA DA BASSO
La tormentata storia
della Fortezza da Basso e dei numerosi progetti di recupero concepiti nel corso
del XX secolo avrebbe potuto tradursi in un positivo risarcimento per quel Monumento se fosse stato attuato il progetto
concepito nei primi anni ’90 con la creazione di un polo congressuale
articolato fra la Fortezza stessa, la ex Dogana ed l’attuale Palazzo dei
Congressi, collegati da un percorso pedonale; a tale scopo era stato interrato
il Viale Strozzi che doveva essere percorso dalla tramvia, e creata la Piazza
antistante l’ingresso principale della Fortezza (Piazza di Beslan). La recente
acquisizione del Monumento da parte di Comune di Firenze, Regione e Città
Metropolitana ha invece confermato l’attuazione di una diversa destinazione, da
Polo congressuale a Polo fieristico, il tutto aggravato dal transito delle
linee tramviarie che scorrendo in superficie attorno al Monumento ne
determinano l’isolamento dalla città, dalla costruzione di un parcheggio
parzialmente sotterraneo a ridosso delle mura, dall’aumento cronico della
congestione da traffico che tende ad estendersi a tutta la Città. La collocazione
della Fortezza in un punto cardine in cui l’orditura della città antica
incrocia l ”agro centuriato” ed i più irregolari sviluppi moderni, avrebbe
obbligato a dover escludere per la Fortezza destinazioni attrattive di
traffico, in particolare traffico pesante,
per soluzioni qualificate e
compatibili.
lavori in corso per la tramvia
LA VARIANTE VALFONDA
La variante di
progetto della Linea tramviaria 3.1 denominata “Variante Valfonda” aggrava
l’isolamento del monumento. La tramvia infatti traverserà Piazza di Beslan, per
portarsi sul bordo settentrionale del viale Strozzi.
In particolare la
Linea 3.1 proveniente da Porta al Prato, dopo il bivio con via Alamanni, e la
fermata “Alamanni-Stazione”, condivide i binari con la Linea 2, il cui
capolinea è “provvisoriamente” situato in piazza dell’Unità, per poi proseguire
fino alla fermata “Valfonda –Stazione”. Da qui, oltrepassata piazza Adua,
costeggia il muro di recinzione del Parco di Villa Vittoria in via Valfonda.
Per mantenere una corsia stradale per i frontalieri dell’altro lato e curvare
su viale Strozzi si dovrà far arretrare il muro di recinzione del Parco,
abbattendo decine di alberi e riducendo la sua superficie. La fermata
“Fortezza” sarà collocata al centro della piazza “pedonale”.
I binari entreranno
poi nello stretto controviale compreso tra il sottopasso stradale e il fossato
delle mura attraversando un varco di appena 11 m., in corrispondenza del
bastione sud est, rendendo problematico l’accesso pedonale alla Fortezza dal
giardino. Costeggiando quest’ultimo, la tramvia si affianca al traforo stradale
proveniente da viale Lavagnini e intercetta quello proveniente da viale Milton,
correndo in parte sulla piattaforma di copertura dei due tunnel. E’ difficile
credere al colore verde che compare in quella zona nel progetto esecutivo.
Si tenga conto del
fatto che il futuro sviluppo della rete tranviaria prevede la prosecuzione
della Linea 2 lungo il viale Lavagnini fino a Piazza della Libertà,
immettendosi poi in via Cavour per raggiungere piazza S. Marco. Da qui
rientrando da via La Pira/Lamarmora i binari ritornano sul viale Matteotti e,
dopo aver circoscritto piazza della Libertà, rientrano in senso inverso sul
viale Lavagnini. Nel bivio Lavagnini/Strozzi si formerà così un consistente
nodo di binari e linee elettriche palificate. Va anche detto che, una volta
realizzato il proseguimento della tramvia fino a piazza della Libertà, non sarà
semplice la coesistenza dei convogli delle due linee tra bivio
Diacceto/Alamanni e bivio Lavagnini/Strozzi, compresa l’area “pedonale” di
piazza Beslan. Si vedano le planimetrie
in Allegato 7.
LE TRANVIE E LA
CITTA’
L’osservazione dei
progetti delle tranvie di Firenze, il dettaglio del progetto preliminare della
cosiddetta “Variante Valfonda” e quanto già realizzato all’interno del Centro
storico rivelano che i progettisti non tengono nel dovuto conto la fragilità e
l’importanza del contesto nel quale operano. Anzi sembrano ignorare l’esistenza
stessa di un contesto storico.
Considerando i danni
che la Linea 1, entrata in servizio nel 2010, ha già prodotto nel monumentale
Parco delle Cascine e nel tratto dei Viali tra piazza Vittorio Veneto e via
Jacopo da Diacceto (errato sottopasso stradale, abbattimento di decine di
piante e mancato ripristino del paesaggio urbano), il raggiungimento di piazza
della Libertà produrrà la rovina di metà dell’opera urbanistica di Giuseppe
Poggi sulla riva destra: il Viale Lungo le Mura (oggi Viali di
Circonvallazione). I Viali saranno definitivamente convertiti in
banale infrastruttura stradale, cancellando ogni possibilità di recuperare la grande idea urbanistica
del Poggi che negli anni di Firenze Capitale (1865 - 70), li intese come fascia
urbana di riequilibrio rispetto al denso Centro storico e anche come
compensazione per la perdita delle mura.
Da decenni gli
amministratori locali si propongono di ridurre la motorizzazione privata
promettendo tramvie e “tanto ferro”, ma Firenze è da anni al vertice degli
indici per la motorizzazione e per l’inquinamento ambientale in Italia: se
necessario la rete tramviaria si realizza a scapito della città fisica, occupando
i sedimi stradali a disposizione senza offrire valide alternative per il
movimento dei cittadini e delle merci. Il sistema di veicoli “Sirio” adottato
si è rivelato poco adatto per una Città come Firenze, trattandosi di una
tramvia classica su ferro, che corre in sede riservata e priorità semaforica
agli incroci: si tratta di un ibrido fra un tram classico ed un tram veloce
(LTR), e si sono scartate soluzioni più leggere e duttili che non mancano
nell’offerta di sistemi per la mobilità urbana.
STUDI TRASPORTISTICI
E TRAFFICO
Da tempo gli autisti
dell’Azienda di trasporto urbano (ATAF) denunciano i disservizi del trasporto
pubblico in città, aggravatisi negli ultimi mesi: ritardi di oltre 40/50 minuti
anche su linee non interessate dai cantieri delle tramvie, ricorrenti
difficoltà attorno alla Stazione di S. M. Novella, interferenze con il
parcheggio sotterraneo, con i bus extraurbani e con la Linea 1, incolonnamenti
che tendono spesso ad estendersi a tutta la città. All’origine di questa
pesante situazione c’è la pedonalizzazione del Duomo, attuata nel 2009 senza un
contestuale ripensamento della rete del trasporto pubblico urbano.
Lo studio
trasportistico su cui si basa il progetto sembra sottovalutare la circolazione
privata e l’ influenza attrattiva del parcheggio sotterraneo di fronte a S.M.
Novella, contando sulla riduzione delle sezioni stradali anziché su una
adeguata offerta di mezzi pubblici, per scoraggiare l’uso dell’auto. Nello
stesso studio si sopravvaluta poi la portata di via Nazionale, unica via di
accesso (o di uscita) alla Stazione per tutti i veicoli. Che succederà quando,
con il procedere dei cantieri, saranno chiuse via Valfonda e via Guido Monaco o
quando i lavori interesseranno il viale Belfiore ? Insomma ci si prepara a
croniche paralisi del traffico e a misure improvvisate (come la imminente
riapertura al transito veicolare di piazza Beslan) per realizzare il project
financing di due linee tranviarie radiali che, andando a convergere nella zona
Stazione, aumenteranno la congestione, destrutturando il servizio di trasporto
pubblico e cambiando i connotati di una zona cruciale
SOLUZIONI SOTTERRANEE
PER IL CENTRO STORICO
Poiché il sistema
“Sirio” adottato per la tramvia di Firenze non è adatto ad inserirsi nel
tessuto compatto ed irregolare del Centro storico, riemerge periodicamente la
tentazione di attraversarlo in galleria per soddisfare “a posteriori” quello
che doveva essere l’obbiettivo della prima ora: realizzare una linea diametrale
da est a ovest con frequenze e velocità adeguate, servendo il centro e
collegandolo alle espansioni moderne. Il più recente di questi studi di tram
sotterraneo presentato nel 2014 dalla “Prometeo Engeneering” consisterebbe in
un percorso sotterraneo di 3,5 km che scendendo lungo via Circondaria, sottopassa
il torrente Mugnone all’altezza della futura stazione dell’Alta Velocità nella
zona degli ex Macelli, prosegue per Fortezza, Unità, Repubblica, S. Croce risalendo poi in superficie sul Lungarno
Pecori-Giraldi. Il vettore sarebbe sempre il “Sirio” adattato in parte per uso sotterraneo; tale tracciato
compare anche nel Piano Strutturale, dove si prevede una diramazione (in
sotterraneo) dalla fermata di Piazza
della Repubblica per Piazza della Libertà, Viale Don Minzoni, Campo di Marte e
Rovezzano.
A fine aprile 2015 è
uscito il bando per lo studio di progettazione preliminare del sotto
attraversamento del Centro storico, il cui impegno economico dovrebbe essere
attualmente all’esame del Cipe (Comitato Interministeriale Programmazione
Economica) per la valutazione preliminare. 100 milioni di euro sono stati messi
a disposizione dal decreto “Sblocca Italia” (gran parte dei quali destinati
alla Linea 4) per coprire le spese di progettazione dell’infrastruttura
sotterranea. C’è anche un’ipotesi B, che correrebbe al di sotto dei Viali,
raggiungendo piazza della Libertà tramite il percorso
Valfonda-Strozzi-Lavagnini, per poi unirsi alla linea 3.2 (Rovezzano-Bagno a
Ripoli). Tecnicamente si seguirebbe in questo caso il modello Karlsruhe, la
città tedesca, “con un meccanismo di scavo molto meno impattante, senza
chiudere al traffico”, come in passato aveva dichiarato il sindaco Nardella. Al
momento però non è stata presa alcune decisione e l’incertezza domina sovrana.
Occorre infatti
considerare la complessità tecnica, i costi e i tempi di costruzione,
soprattutto considerando la difficoltà di scavare a deformazione zero sotto i
monumenti di Firenze, per non parlare della compatibilità con gli altri scavi
programmati: il tunnel ferroviario per l’Alta velocità e la stazione Foster
nell’area degli ex Macelli. Nel Piano Strutturale di Firenze in sostanza
coesistono soluzioni tranviarie tra loro
alternative visto che la Linea 2 di superficie (T2.0.SU) convive con quella
sotterranea (T2.2.SO).
Facendo di necessità
virtù i tecnici del Comune dichiarano infatti di poter utilizzare lo
sdoppiamento della Linea 2 all’altezza della stazione Foster dell’AV per
procurarsi un collegamento rapido con la stazione di S.M. Novella. In altre
parole la tramvia urbana sostituirebbe il “people mover”, costringendo i
passeggeri in transito ad un avventuroso trasbordo. Anche il proseguimento di
superficie della Linea 2 fino a piazza S. Marco coesiste nelle previsioni di
piano con il percorso sotterraneo, rivelando grande indeterminatezza e
sovrapporsi di programmi tutte a spese dell’area tutelata da UNESCO.
Gli scriventi
dichiarano di non perseguire fini politici o vantaggi personali ma di agire ai
sensi del Capo IV° A (Le suivi réactif n°172 <Informations reçues d’autres sources>), e chiedono di
poter ricevere comunicazioni in merito alla Vs. iniziative, ai sensi delle
norme sul Diritto all’Accesso e alla Trasparenza, avendone titolo come
cittadini di Firenze e come tecnici qualificati chiedono di poter essere Vostri
referenti ed interlocutori in questa specifica questione.
Chiedono infine che
si dia seguito alle procedure previste per l’iscrizione del Sito di Firenze fra
quelli in pericolo.
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