giovedì 27 luglio 2017

FIRENZE-PERETOLA :ATTERRAGGI DIROTTATI CON ARTE

PUBBLICHIAMO LETTERA INVIATA AL SOTTOSEGRETARIO ALL’ ISTRUZIONE ON.TOCCAFONDI SUI PROBABILI O IMPROBABILI ATTERRAGGI AEROPORTO DI FIRENZE-PERETOLA


Illustrissimo Sottosegretario Toccafondi,

Letta la sua lamentazione sui disagi che coinvolgono chi vorrebbe atterrare a Peretola ma viene dirottato a Pisa, e leggendo che l'atterraggio, a suo dire, non è stato possibile per forte vento da nord, trasecolo perché a Firenze nessuno si è accorto del grave fenomeno metereologico. Pare strano che un esperto pilota Vueling non se la sia sentita a causa di quel vento perché di solito si atterra col vento di prua  forte, medio e leggero. Il problema di  Peretola attualmente  semmai è rappresentato dal vento da sud ovest, libeccio per intendersi, perché è un vento al traverso, e questo lo sanno tutti coloro che capiscono un po' di vento. 

AEREI IN VOLO VICINO A PERETOLA SOPRA AUTOSTRADE

 Il sospetto, scusi, è che si sia trattato di un dirottamento cascato a fagiolo ( a pensar male ci si azzecca il più delle volte) così si può    dire ancora ancora una volta che manca la nuova pista. Non si lamenti, via!
Si immagini dunque se un vento forte di tramontana o grecale dovesse traversare un atterraggio sulla tanto desiderata pista parallela all'autostrada, vento traverso da dritta: aereo sull'autostrada; vento da sud ovest, sempre traverso, non c'è scampo : aereo negli stagni del Parco della Piana o sul Polo Scientifico. A meno che per far posto si spostino Polo, laghi, stagni, canali su Monte Morello, Carabinieri a Fiesole, lo stadio sulla Calvana, il Tribunale in una buca profonda così finalmente non lo si vedrà più.
Veda Sottosegretario, il problema è che a Firenze , e lei lo sa bene come tutti, non c'e' proprio posto per fare un aeroporto degno di questo nome. A ridosso della città,in quel poco di terra che resta in mezzo a tutto l'edificato  che c'è, è una malsana mania , un protervo desiderio di grandeur voler fare un aeroporto in uno spazio di risulta tanto risicato, oltretutto radente una autostrada, a ridosso di quartieri densamente abitati e pieni di traffico.
Sia gentile e rifletta un attimo, se lei proveniente da Catania o da Londra, fosse atterrato a Pisa, in tutta tranquillità, senza lo stress di passare fra le antenne e la biancheria stesa sui tetti di Scandicci per due volte, e uscito dall'aeroporto Galilei fosse salito, valigie alla mano, sul treno in partenza da Pisa Aeroporto ( come una volta, tempi beati...) e in poco più di una mezz'ora fosse sceso a Santa Maria Novella, non si sarebbe sentito come un qualsiasi cittadino europeo che putacaso atterra a Bruxelles e prende il suo bravo treno per il centro città ? Come chi atterra a Gatwich? Ad Atene?


PISTA con LAGO PROTETTO.


Non so lei, ma io mi sarei sentita benissimo, niente di strano. Servita e riverita.
E naturalmente viceversa: check-in a Santa Maria Novella e imbarco al Galilei.
A Firenze qualsiasi vento risulta essere pericoloso perché lo spazio semplicemente non c'è , esattamente come per la tramvia , che è stata infilata come il piede di uno Hobbit in una scarpa 37 tacco 12.
È' pericoloso ora, sarà più pericoloso in futuro, e la responsabilità ricadrà sulle vostre teste, mentre su Firenze e dintorni  ricadrà solo tanto kerosene. Bene, bravi, bis, diceva Petrolini, ma non ci sarà da ridere per nessuno e tanto meno per chi ne morirà.
Con tanti saluti a chi ha una ferrea vocazione al giornalismo deferente, mentre a Lei l'invito a meditare sulle onerose responsabilità connesse al suo ruolo.

 




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