FIRENZE,ABBATTIMENTO DELLE ALBERATURE STORICHE
A Firenze
non vengono abbattute alberature storiche, viene abbattuto un Patrimonio
Culturale e Civile di grande valore storico; è sufficiente recarsi in Viale
Belfiore per constatarlo.
Il tunnel
sotto al Centro Storico, come sappiamo, è stato per ora cassato da Unesco,
(sottolineo per ora) ma ciò è avvenuto perché il progetto è stato per tempo
scoperto, pubblicato e denunciato da un manipolo di cittadini: non credo che
diversamente si sarebbe raggiunto lo stesso risultato, a mio avviso avrebbero
proseguito ben oltre lo studio di fattibilità, sarebbero andati avanti con
l’avallo del prestigioso ente tutorio.
Detto
prestigioso consorzio, a ben leggere il Report recentemente pubblicato, infatti,
avalla la prosecuzione di quanto prima denunciato: la tramvia proseguirà su
tutti i Viali : in tal modo si completerà la distruzione di un prodotto della cultura Italiana
divenuto Patrimonio comune. Questa affermazione può essere fatta veramente a ragione perché chiunque ne esamini il progetto può comprendere la portata
dell’affronto, ma non solo: può comprendere che sta marciando un “progetto
distruttivo, un programma di impoverimento civile e culturale”. Per cortesia
non si dica più che “non hanno un progetto”: lo hanno.
Progetto Poggi pianta generale:notare l'equilibrio fra gli spazi verdi e la dimensione urbana
Si tratta
della cancellazione del Progetto non solo architettonico urbanistico, ma anche
civile che Giuseppe Poggi realizzò fra il 1864 e il 1877. Si trattava di un
complesso imponente di opere nell’ambito di Firenze nuova Capitale del Regno
d’Italia che rompeva , sì, le mura medioevali, ma organizzava una città civile
del XIX secolo e il suo territorio.
Per ciò che
interessa questo Convegno si deve dire che il proposito illuminato di Giuseppe
Poggi fu raggiunto e palesato dal complesso di interventi progettati e
realizzati proprio a partire dall’abbattimento delle mura: sui suoli recuperati
e sulle campagne circostanti fu conferito alla città un bene prima inesistente,
il verde pubblico, patrimonio della cittadinanza intera, per il Popolo di
Firenze senza distinzione di classe. Un circuito di Viali e di Giardini che si
insinuavano anche entro la città antica e la collegavano con i nuovi quartieri.
Firenze era abbracciata dagli alberi che passavano l’Arno e creavano il Viale
dei Colli.
Progetto Poggi realizzato: viali con alberi di alto fusto
Un progetto
su cui si innestavano i nuovi tracciati viari che raccoglievano gli antichi
percorsi urbani verso il territorio, tecnica di urbanistica classica, in cui
però si rivelava il nuovo pensiero urbanistico secondo cui le alberature delle
strade e dei Pubblici Giardini erano apportatori di salute.
Pensiamo che
fino a poco prima il bestiame si macellava all’aperto, vicino a Porta Pinti e
Porta al Prato, e che la città, priva di fognature, era piena di miasmi per i
liquami che si riversavano nelle strade e che dai pozzi scavati in quello
stesso sottosuolo urbano si traeva l’acqua da bere. Il Marchese De Sade nelle sue Memorie
scriveva che Firenze era la città più maleodorante e sporca che avesse mai
visitato.
I giardini
in città esistevano, ma erano chiusi da mura e appartenevano a nobili o a
Conventi, quindi privati, e si ricordi che
un editto lorenese aveva imposto che tutte le proprietà extraurbane fossero
murate, rese quindi inaccessibili a chiunque, così come avveniva in Inghilterra
allo scopo di affamare i contadini poveri e indurli a riversarsi nelle città
dove forza lavoro a basso prezzo era
necessaria per l’industria.
Ebbene, il
Progetto che Giuseppe Poggi realizzò, diede a Firenze ciò che prima non era mai
stato concepito, e ne affermava l’impellente necessità; fu il primo Piano
Urbanistico dell’ Italia Unita, uno dei primi atti con cui si delineava l’opera di uno Stato
moderno e costituì un esempio per tutto il territorio nazionale.
Non mi
voglio dilungare con esempi di altre città, è sufficiente pensare ai Parchi
privati che furono, come le Cascine, aperti alla popolazione: cittadini in
carrozza, popolani a piedi trovarono “ il passeggio dei fiorentini” a loro
disposizione. Alcuni pensatori di parte malinformata e faziosa attribuiscono
ancora a Poggi la paternità della distruzione del centro Antico, non fu lui, fu
il Comune che in seguito, con i propri
maldestri progettisti ricostruì su quei
suoli sgomberati, portando “ a nuova vita”; a Giuseppe Poggi si deve la
distruzione delle antiche Mura, ma è
evidente che Firenze ebbe qualcosa in cambio: Viali e Giardini pubblici, nella
disponibilità di tutti quelli che prima non avevano mai avuto nulla del genere
( oltre a fognature e acqua potabile, oltre ad argini su fiume e torrenti, nuovi
quartieri delineati, strade, mercati e macelli pubblici, aria respirabile, ed
esatta rendicontazione pubblica e in ordine).
alberature in viale Lavagnini
A me pare
riduttivo restringere la perdita di questo patrimonio nell'ottica della perdita
delle alberature, perché si sta distruggendo un Patrimonio ben maggiore senza
avere in cambio nulla che sia quanto
meno paragonabile, non solo: si sta procedendo a deprivare la popolazione di un
bene acquisito, è un regresso.
Tolto di
mezzo il “Passeggio dei fiorentini”, isolate dalla città, togliendo di mezzo il
disegno dei Viali, le Cascine sono degradate a sede di “servizi Pubblici”,
degradato il famosissimo Piazzale, assediata da ferro e tunnel la Fortezza da
Basso ed i residuali giardini imbruttiti, scomparsi i Viali, ai fiorentini cosa si da in cambio? La Tramvia per andare
alla Stazione.
Ma era nei
desideri dei fiorentini?
No, ma era
nei desideri, e nel progetto in atto, di
coloro che hanno investito e stanno investendo ingenti capitali ancora e sempre
nella rendita di posizione: turismo di massa e sempre più alberghi. E’ evidente
lo scopo della Tramvia, quello di far pervenire verso il centro sempre più persone
per quel tipo di turismo e le attività connesse ( le uniche in cui trovare
posti di lavoro), affinché gli investimenti immobiliari siano redditizi. E rendono sempre “agli stessi di prima”……..
In cambio,
ai fiorentini, cosa si dà? Binari, asfalto e ridicoli alberelli, improprii,
incoerenti, esotici, ridicoli alberelli ed arbusti che mai avranno la funzione
delle storiche alberature e non porteranno mai quei benefici, e avranno la funzione di rendere palese il
furto perpetrato ai danni dei cittadini.
Tutto con
l’approvazione di Unesco Icomos, beninteso uffici sempre più pro partes, che si
rendono responsabili anche della cancellazione di un Prodotto Culturale di
prima grandezza, quello di Giuseppe Poggi, che resta ormai solo sui libri,
sulla carta e nella memoria di pochi. Era un’operazione culturale fatta città e
storia comune, Patrimonio Comune senza tutela, cancellato, sparito.
E’ bene che
si sappia che tale Patrimonio Culturale, Storico e Civile viene ancora definito
“bene paesaggistico” e come tale è ancora “tutelato”. Una vera ridicolaggine.
Porta al Prato com'era stata realizzata dal Poggi
GDB
P.S. Il convegno di Italia Nostra, che di nuovo affronterà la questione degli abbattimenti delle alberature storiche di Firenze,si terrà il 2 dicembre prossimo alle ore 16 in Palazzo Ricasoli, via delle Mantellate 2 FIRENZE.
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