venerdì 12 aprile 2019

FIRENZE IN CAMPAGNA ELETTORALE


FIRENZE CITTA’ APOLIDE

Da più di dieci anni c’era la consegna del silenzio, anche se i dossier erano pieni zeppi nessuno pubblicava; in Consiglio Comunale opposizione fortemente minoritaria, a livello nazionale di Firenze non si parlava, come se qui non accadesse mai nulla. Ora pare che il quadro sia cambiato e qualcosa si sia svegliato anche nella stampa. Quella che qui è opposizione di centro destra ha un candidato per Palazzo Vecchio e sembra voler puntare a sollevare gli argomenti forti, le contraddizioni più che evidenti: farà suoi gli argomenti che hanno suscitato vasto malcontento fra i cittadini? L’elenco è infinito, così come è infinito il numero di comitati cittadini che da più di dieci anni si sono organizzati contro la politica dell’amministrazione comunale; sorti, organizzati, ignorati, lasciati senza risposte, illusi, disciolti, riorganizzati e così via: questa è stata in tanti anni vera opposizione civica alla politica del Pd ma ancora non si sa se e dove potrà trovare rappresentanza adeguata.

Tramvia: non è il suo vero nome. In verità si chiama “Sistema di trasporto integrato a guida vincolata”, ed è “un progetto complessivo che consiste nella realizzazione di una rete di linee tramviarie per il trasporto rapido di massa che colleghi direttamente fra loro le principali centralità urbane dei vari Comuni dell’area metropolitana (Firenze e la sua cintura) e stabilisce che l’estensione della rete tramviaria nell’ambito metropolitano costituisce interesse strategico regionale”. Cosa abbia a che vedere tutto ciò con un servizio di trasporto pubblico URBANO, PER LA CITTA’, nessuno finora lo ha detto, perché la cosiddetta tramvia di Firenze che invade il centro della Città NON E’ DESTINATA AL TRASPORTO URBANO, MA LO OSTACOLA, e deturpa e trasforma irreversibilmente il tessuto storico della Città.

Trasporto ferroviario AV.AC. e tramvia: un unico progetto. I treni AV per il trasporto veloce nazionale avrebbero dovuto transitare sotto alla Città in tunnel; la rete ferroviaria di superficie avrebbe dovuto essere destinata alla percorrenza regionale; la rete tramviaria (attraversando la città di Firenze) sarebbe stata a servizio della pendolarità metropolitana e le tre reti, in teoria, sarebbero state interconnesse con opportune stazioni. Teoria, tutta teoria, un progetto con tre livelli di scala che per funzionare necessariamente avrebbe dovuto essere organico e di fattibilità dimostrata. Chi si avventura a leggere le carte scopre invece tante parole, tanto fumo, e non trova nulla di dimostrato, infatti la Stazione Belfiore non è stata costruita, al suo posto il buco detto “Stazione Foster” che non galleggia sulla falda solo perché ancorato a 70 metri sulla roccia a “fondo lago”; doppio tunnel irrealizzato perché la fresa certamente non lavora nell’acqua; i binari di superficie restano transitati da treni regionali e AV. L’unico progetto portato avanti è la tramvia per alcuni pendolari, gabellata come servizio urbano, e per fortuna che gli autobus girano ancora anche se alcuni sono stati soppressi e altri lo saranno.

Centro Storico: destinazione turismo. Scomparse le attività produttive, in genere manifatturiere, il turismo di massa è l’unica risorsa economica della Città e proprio per questo motivo tutto ciò che esiste attorno al nucleo storico antico è asservito alla soddisfazione dell’unica risorsa. I Beni Artistici accumulati negli edifici monumentali, civili e religiosi, museificati, non richiedono alcun investimento ( se non in occasione di restauri) e rendono benissimo soprattutto a chi esercita attività connesse al soggiorno turistico, alberghi, affittacamere, B&B, affitti brevi, ristoranti, bar, tavole fredde, calde, panini, pizzerie, pizze a taglio, commercio di oggetti “tipici” prodotti altrove, tutti uguali.
Residenza nel C.S. : tendente a scomparire con il piccolo commercio di quartiere e l’artigianato vero. L’affermarsi del turismo di massa come unica risorsa economica ha privato di vivibilità il nucleo storico ed ha spinto i residenti ad allontanarsi, a vivere altrove. Non si può vivere dove non si riesce a dormire, dove non si trovano più i calzolai, gli idraulici, gli imbianchini, le lavanderie, le cartolerie, le latterie, le ferramenta, un elettricista, un falegname, un sarto, dove abbondano ubriachi in vacanza, risse, spaccio e sudiciume appena voltato l’angolo. Come può vivere un famiglia, come si possono far crescere i bambini.
Perciò, via le famiglie, via gli anziani, ad interi stabili si può cambiare la destinazione d’uso: da abitativi a ricettivi; aumenta il carico urbanistico? In teoria no, sono dichiarate residenze temporanee, in realtà sì perché sono occupati tutto l’anno. Sono trasformazioni compatibili con il contesto storico urbano? Il regolamento Urbanistico dice che sono compatibili, in verità sono trasformazioni irreversibili degli edifici: non saranno mai più CASE d’abitazione per residenti, mai più, possono anche essere sventrati, basta che rimangano gli esterni. Tanto valga per il Patrimonio Pubblico di tipo monumentale messo in vendita a favore di speculatori venuti dall’estero: certamente i nuovi proprietari non smantelleranno gli immobili per portarli via, ma li modificheranno internamente e saranno sempre e solo alberghi, alberghi, alberghi.
Firenze come una monocultura: al posto del giglio ormai sfiorito una distesa di alberghi di ogni dimensione e categoria, una popolazione dedita solo a quelle attività utili alla ricezione, alla somministrazione, all’accompagnamento. I quartieri attorno al Centro Antico sono destinati a servizio di quell’unica attività che produce ricchezza ( non per tutti! ): sia quelli residenziali, sia quelli popolari, possono essere spogliati dei propri alberi, dei propri giardini, possono essere transitati da treni, trasformati in parcheggi, transennati, scavati, omologati ad uso e consumo della piovra che si è installata al centro della Città che si nutre dei tesori artistici accumulati dagli avi, e si serve di ciò che i suoi tentacoli riescono a raggiungere tutt’attorno.

Aeroporto: più grande, prego. Certamente le attuali presenze turistiche non sono sufficienti, la piovra è bulimica. Certamente per un fiorentino è disdicevole salire su un aereo a Pisa, certamente, dal momento che i collegamenti un tempo esistenti con quell’aeroporto sono stati smantellati: bisogna avere l’aereo sotto casa, bisogna avere più voli, magari intercontinentali. E’ facilissimo, come far girare la tramvia in Piazza Dalmazia, come mettere il piede 45 in una scarpa 37. Oltretutto la pioggia di kerosene e altre sostanze fanno bene alla campagna, l’aria se ne giova, e la monodirezionalità della pista è ottenuta per decreto. Perché non mettere un radiofaro sulla Cupola?  Un radar tutto dorato a foglia?

Nuovo Stadio: ai tifosi quello di Pierluigi Nervi non basta, il Calzaturiero benefattore ha bisogno di ampliare il giro d’affari, e Firenze ha, giusto giusto, l’ultimo scampolo di territorio per favorirlo. Perché no? 

Chi capirà, chi raccoglierà e vorrà rappresentare l’opposizione dei cittadini?
Altrimenti i politici che si presentano alla prossima tornata elettorale proseguiranno per la via già tracciata dai precedenti partiti politici che hanno portato al disfacimento del tessuto sociale e urbano fiorentino.

 

2 commenti:

  1. Complimenti per l'articolo che descrive a chiarissime lettere quanto è successo dall'avevnto dell'epoca Renzi: pedonalizzazione, dehors, privatizzazione di piccole piazze come quella degli Scarlatti sul Lungarno Soderini, la zona parcheggio della stazione, fino a due anni fa completamente gratuita e di facile accesso e ora a pagamento e molto caro e difficile da raggiungere in macchina

    RispondiElimina
  2. Condivido in toto l'analisi, l'ironia e l'incertezza sul futuro di Firenze: per dirla con Cicerone "mala tempora currunt sed peiora parantur”...purtroppo!

    RispondiElimina