FIRENZE CITTA’
APOLIDE
Da più di dieci anni
c’era la consegna del silenzio, anche se i dossier erano pieni zeppi nessuno
pubblicava; in Consiglio Comunale opposizione fortemente minoritaria, a livello
nazionale di Firenze non si parlava, come se qui non accadesse mai nulla. Ora
pare che il quadro sia cambiato e qualcosa si sia svegliato anche nella stampa.
Quella che qui è opposizione di centro destra ha un candidato per Palazzo
Vecchio e sembra voler puntare a sollevare gli argomenti forti, le contraddizioni
più che evidenti: farà suoi gli argomenti che hanno suscitato vasto malcontento
fra i cittadini? L’elenco è infinito, così come è infinito il numero di
comitati cittadini che da più di dieci anni si sono organizzati contro la
politica dell’amministrazione comunale; sorti, organizzati, ignorati, lasciati
senza risposte, illusi, disciolti, riorganizzati e così via: questa è stata in
tanti anni vera opposizione civica alla politica del Pd ma ancora non si sa se
e dove potrà trovare rappresentanza adeguata.
Tramvia:
non è il suo vero nome. In verità si chiama “Sistema di trasporto integrato a guida vincolata”, ed è “un progetto complessivo che consiste nella
realizzazione di una rete di linee tramviarie per il trasporto rapido di massa
che colleghi direttamente fra loro le principali centralità urbane dei vari
Comuni dell’area metropolitana (Firenze e la sua cintura) e stabilisce che
l’estensione della rete tramviaria nell’ambito metropolitano costituisce
interesse strategico regionale”. Cosa abbia a che vedere tutto ciò con un
servizio di trasporto pubblico URBANO, PER LA CITTA’, nessuno finora lo ha
detto, perché la cosiddetta tramvia di Firenze che invade il centro della Città
NON E’ DESTINATA AL TRASPORTO URBANO, MA LO OSTACOLA, e deturpa e trasforma
irreversibilmente il tessuto storico della Città.
Trasporto
ferroviario AV.AC. e tramvia: un unico progetto. I treni
AV per il trasporto veloce nazionale avrebbero dovuto transitare sotto alla Città
in tunnel; la rete ferroviaria di superficie avrebbe dovuto essere destinata
alla percorrenza regionale; la rete tramviaria (attraversando la città di
Firenze) sarebbe stata a servizio della pendolarità metropolitana e le tre
reti, in teoria, sarebbero state interconnesse con opportune stazioni. Teoria,
tutta teoria, un progetto con tre livelli di scala che per funzionare
necessariamente avrebbe dovuto essere organico e di fattibilità dimostrata. Chi
si avventura a leggere le carte scopre invece tante parole, tanto fumo, e non
trova nulla di dimostrato, infatti la Stazione Belfiore non è stata costruita,
al suo posto il buco detto “Stazione Foster” che non galleggia sulla falda solo
perché ancorato a 70 metri sulla roccia a “fondo lago”; doppio tunnel irrealizzato
perché la fresa certamente non lavora nell’acqua; i binari di superficie
restano transitati da treni regionali e AV. L’unico progetto portato avanti è
la tramvia per alcuni pendolari, gabellata come servizio urbano, e per fortuna
che gli autobus girano ancora anche se alcuni sono stati soppressi e altri lo
saranno.
Centro
Storico: destinazione turismo. Scomparse le attività
produttive, in genere manifatturiere, il turismo di massa è l’unica risorsa
economica della Città e proprio per questo motivo tutto ciò che esiste attorno
al nucleo storico antico è asservito alla soddisfazione dell’unica risorsa. I
Beni Artistici accumulati negli edifici monumentali, civili e religiosi,
museificati, non richiedono alcun investimento ( se non in occasione di
restauri) e rendono benissimo soprattutto a chi esercita attività connesse al
soggiorno turistico, alberghi, affittacamere, B&B, affitti brevi,
ristoranti, bar, tavole fredde, calde, panini, pizzerie, pizze a taglio,
commercio di oggetti “tipici” prodotti altrove, tutti uguali.
Residenza
nel C.S. : tendente a scomparire con il piccolo commercio
di quartiere e l’artigianato vero. L’affermarsi del turismo di massa come unica
risorsa economica ha privato di vivibilità il nucleo storico ed ha spinto i
residenti ad allontanarsi, a vivere altrove. Non si può vivere dove non si
riesce a dormire, dove non si trovano più i calzolai, gli idraulici, gli
imbianchini, le lavanderie, le cartolerie, le latterie, le ferramenta, un
elettricista, un falegname, un sarto, dove abbondano ubriachi in vacanza,
risse, spaccio e sudiciume appena voltato l’angolo. Come può vivere un
famiglia, come si possono far crescere i bambini.
Perciò, via le
famiglie, via gli anziani, ad interi stabili si può cambiare la destinazione
d’uso: da abitativi a ricettivi; aumenta il carico urbanistico? In teoria no,
sono dichiarate residenze temporanee, in realtà sì perché sono occupati tutto
l’anno. Sono trasformazioni compatibili con il contesto storico urbano? Il
regolamento Urbanistico dice che sono compatibili, in verità sono
trasformazioni irreversibili degli edifici: non saranno mai più CASE d’abitazione
per residenti, mai più, possono anche essere sventrati, basta che rimangano gli
esterni. Tanto valga per il Patrimonio Pubblico di tipo monumentale messo in
vendita a favore di speculatori venuti dall’estero: certamente i nuovi
proprietari non smantelleranno gli immobili per portarli via, ma li
modificheranno internamente e saranno sempre e solo alberghi, alberghi,
alberghi.
Firenze
come una monocultura: al posto del giglio ormai sfiorito
una distesa di alberghi di ogni dimensione e categoria, una popolazione dedita
solo a quelle attività utili alla ricezione, alla somministrazione,
all’accompagnamento. I quartieri attorno al Centro Antico sono destinati a
servizio di quell’unica attività che produce ricchezza ( non per tutti! ): sia
quelli residenziali, sia quelli popolari, possono essere spogliati dei propri
alberi, dei propri giardini, possono essere transitati da treni, trasformati in
parcheggi, transennati, scavati, omologati ad uso e consumo della piovra che si
è installata al centro della Città che si nutre dei tesori artistici accumulati
dagli avi, e si serve di ciò che i suoi tentacoli riescono a raggiungere
tutt’attorno.
Aeroporto:
più grande, prego. Certamente le attuali presenze turistiche non sono
sufficienti, la piovra è bulimica. Certamente per un fiorentino è disdicevole
salire su un aereo a Pisa, certamente, dal momento che i collegamenti un tempo
esistenti con quell’aeroporto sono stati smantellati: bisogna avere l’aereo
sotto casa, bisogna avere più voli, magari intercontinentali. E’ facilissimo,
come far girare la tramvia in Piazza Dalmazia, come mettere il piede 45 in una
scarpa 37. Oltretutto la pioggia di kerosene e altre sostanze fanno bene alla
campagna, l’aria se ne giova, e la monodirezionalità della pista è ottenuta per
decreto. Perché non mettere un radiofaro sulla Cupola? Un radar tutto dorato a foglia?
Nuovo
Stadio: ai tifosi quello di Pierluigi Nervi non basta, il
Calzaturiero benefattore ha bisogno di ampliare il giro d’affari, e Firenze ha,
giusto giusto, l’ultimo scampolo di territorio per favorirlo. Perché no?
Chi capirà, chi
raccoglierà e vorrà rappresentare l’opposizione dei cittadini?
Altrimenti i politici
che si presentano alla prossima tornata elettorale proseguiranno per la via già
tracciata dai precedenti partiti politici che hanno portato al disfacimento del
tessuto sociale e urbano fiorentino.
Complimenti per l'articolo che descrive a chiarissime lettere quanto è successo dall'avevnto dell'epoca Renzi: pedonalizzazione, dehors, privatizzazione di piccole piazze come quella degli Scarlatti sul Lungarno Soderini, la zona parcheggio della stazione, fino a due anni fa completamente gratuita e di facile accesso e ora a pagamento e molto caro e difficile da raggiungere in macchina
RispondiEliminaCondivido in toto l'analisi, l'ironia e l'incertezza sul futuro di Firenze: per dirla con Cicerone "mala tempora currunt sed peiora parantur”...purtroppo!
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