Con la Convenzione di Faro, approvata in questi giorni dalla maggioranza del
parlamento che sostiene il governo, Il nostro patrimonio artistico, il più ricco del
mondo, diventa oggetto di contenzioso da contrattare con altre mentalità intrise
di preconcetti accesi da fanatismo e iconoclastia. Infatti la nostra cultura e
arte può essere sottoposta a censura perchè non corrispondente a credenze
mutuate da scritti religiosi da qualsiasi centro culturale incistato nel nostro
territorio.
Gli articoli della convenzione di Faro che mettono
in allarme sono il 4 e il 7. Nell’art. 4 viene messo nero su bianco che
l’esercizio del diritto al patrimonio culturale possa “essere soggetto soltanto
a quelle limitazioni che sono necessarie in una società democratica” o per
la protezione “degli altrui diritti o libertà”. La qualcosa significa che
il nostro patrimonio artistico e culturale è sottoposto al gradimento di
minoranze che possono richiamarsi alla legge e far censurare ciò che non
soddisfa la loro ideologia come modello di pensiero. La Convenzione rincara la
dose nell’art. 7, dove si legge che i Paesi che sottoscrivono il testo si
devono impegnare “a stabilire procedimenti
di mediazione per gestire equamente le situazioni dove valori contraddittori
siano attribuiti allo stesso oggetto da comunità diverse“.
Più che mediazione questa è una vera e propria censura
della cultura e dell'arte per ogni caso preso in mediazione e per qualunque
motivo,ciò è il segno piu evidente della svolta autoritaria di distruzione
definitiva della nostra identità grazie anche a tutti i collaborazionisti
consapevoli e inconsapevoli. Questo porterà ancora maggior miseria nelle città d’arte
e in tutto il resto del Paese in quanto pieno di luoghi ricchi di arte e
cultura. Con questo addio al turismo, la nostra attuale risorsa economica di
base.
Aggiungo che nessuno dei Paesi fondatori dell’UE l’ha ratificata: Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda, Grecia, Polonia, Irlanda, Danimarca, Svezia e non l’hanno neppure firmata. Noi invece si è corsi allegramente non solo a firmarla ma anche ad approvarla in parlamento. Una convenzione che è un suicidio culturale e artistico e che apre le porte a rivendicazioni orrende che pensavamo di aver eliminato definitivamente.
Alla faccia dell’art. 9 della nostra Costituzione: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela
il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
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