venerdì 8 gennaio 2021

IL POTERE, COSA, COME, QUANDO.

 

 


Anche in democrazia, in fin dei conti la questione è il Potere: chi lo detiene, in che misura, a quali condizioni…. Dicono le attuali Costituzioni che “il potere appartiene al popolo”.

Un tempo apparteneva al Re, sovrano per volontà di Dio e della Nazione, anzi, prima ancora che fosse introdotto il concetto di “Nazione” il potere apparteneva solo al Re il quale però per essere legittimato, riconosciuto dai sudditi, lo doveva ricevere da Dio, e perciò il Re o Imperatore doveva assolutamente essere incoronato e unto dal Papa, servus  servorum Dei ma rappresentante in terra di nostro Signore. Nei secoli precedenti il cristianesimo il problema si poneva anche per gli imperatori romani, egiziani, orientali in generale, che vi ovviavano ricorrendo alla divinizzazione del monarca: ciò dimostra che il potere nessuno se lo può dare da sé, ma bene o male “discende” sempre dall’alto, non è di questa terra, non ci appartiene. Antica saggezza, capivano e facevano.

 

 Questa è una constatazione storica: è sempre stato necessario stabilire cosa è il potere e da cosa discende, se da un consesso di anziani, di sacerdoti, da una divinità, dall’esercito, se in qualche modo debba ricevere e in genere è sempre esistito un passaggio, una trasmissione. Era chiaro, in passato, che il Potere era qualcosa che stava nelle mani di qualcuno più alto e che veniva consegnato. Per millenni quel qualcuno è stato Dio; da circa tre secoli è avvenuto un capovolgimento: non viene dall’alto, ma dal basso cioè dal Popolo, che può quindi tagliare la testa al re e proclamare la Democrazia, da demokratia (demos: popolo; krateo: comando).

 

Ma subitamente si verifica che il Popolo perde la P maiuscola, dovendo cederla al Parlamento e ai propri Rappresentanti, i quali prendono la R maiuscola dal re, che l’ha perduta assieme alla testa. Ci si accorge, basta poco, che Rappresentanti e Parlamento vengono rivestiti di sacralità: hai voglia a laicizzare tutto! I Rappresentanti si attribuiscono, col Potere, una buona dose di intoccabilità e il luogo stesso in cui il Potere viene esercitato diviene un luogo dotato di sacralità: guai a noi se, pur essendo quel Popolo cui apparterrebbe il Potere, osiamo varcare in un certo numero o in massa le sacre soglie parlamentari per dire “ci avete imbrogliati, ci avete truffati, vi abbiamo scoperto, siete dei malfattori!”

Eppure sta scritto che il potere appartiene al popolo.

Ci si accorge, basta poco è successo il 6 gennaio e la violazione delle “sacre soglie”, nell’info@mainstream globale ha suscitato uno scandalo enorme e vesti stracciate! esattamente come secoli fa succedeva in caso di profanazione dei Luoghi Sacri o di Sacre Specie Eucaristiche, segno evidente del sopraddetto “trasferimento di sacralità”, altro che laicité/fraternité/égalité……col cavolo, Signori! Puoi profanare qualsiasi cosa umana o divina, puoi dire o fare qualsiasi nefandezza, nessuno ti toccherà, ma guai a te se osi, in qualche modo, violare quelle “sacre soglie” per ragione del diritto che ti appartiene così è scritto Democrazia: esattamente un idolo artefatto, fatto ad arte, ricordando che idolo deriva da eidolon, e vuol dire immagine, solo immagine, di qualcosa che in realtà non c’è. Adoriamo l’idolo di qualcosa che non c’è: ma che bella la religione inventata dagli Illuminati del ‘700!  Non era meglio la Monarchia assoluta? Almeno non contava frottole: “io so’ io e voi nun siete un c……!”(come dice il marchese Del Grillo)

 

 A proposito della testa del re: il popolo deve ricordare che il serpente non si prende dalla coda ma dalla testa o dalle teste che nel parlamento ricordiamocelo, stanno altrove. Tanto per la precisione.

 GDB

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