Equivale a dire pace o riscaldamento.
Se non le spiace, Signor Presidente del Consiglio, vogliamo la pace, l’energia e anche il pane: se lei e tutta la compagine nominata non è, o non siete in grado di conseguire questi scopi, dia le dimissioni e tutti dedichino altrove le proprie energie.
Non è ammissibile che ad un popolo a cui si impedisce di esprimere col voto la propria opinione circa i governanti (a proposito di democrazia…) si pongano alternative del genere. Si vergogni, e si ricordi che un suo predecessore aveva già posto, in analoghe condizioni di democrazia negata, un analogo quesito: “volete il burro o i cannoni?”. Lei sa come è finito, alla fine fu giustiziato e appeso per i piedi.
Precedentemente il suo predecessore, però, aveva operato sul piano sociale in ben altro modo, molto diverso dal suo, ed era stato molto apprezzato, in Italia e nel mondo. Purtroppo quando poneva il quesito, burro o cannoni, si era incamminato su una strada che avrebbe portato l’Italia alla distruzione, ai morti, alla fame.
Si regoli quindi: vuole percorrere quelle orme? Lei sa benissimo di essere sullo scomodo filo del rasoio, ma il Popolo italiano su quel filo non vuole proprio starci perché riconosce che il problema non è quello che lei pone. Il problema è che lei e la compagine che la sostiene non è al servizio del popolo italiano ma al servizio di altre potenze, potenze straniere, altri interessi, interessi stranieri,
Noi vogliamo che il governo italiano sia al nostro servizio e vogliamo percorrere altre strade, altre politiche, di sovranità democratica e costituzionale, di pace, di politica nazionale e internazionale. Se non è d’accordo, quella è la porta aperta per lei e per tutti i traditori, al governo o nei pressi.
Questa è la sola scelta che lei e collaborazionanti avete davanti.
GDB
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