lunedì 20 gennaio 2025

COSA COMPORTA L’ACCORDO COMMERCIALE COMMISSIONE UE- MERCOSUR

                                                                


L’accordo Ue-Mercosur è fatto, l’annuncio di von der Leyen: Conclusi i negoziati.
L’ annuncio in una breve conferenza stampa (senza la possibilità di porre domande) insieme ai quattro omologhi, il presidente brasiliano Lula, l’argentino Javier Milei, il paraguaiano Santiago Peña e il padrone di casa Lacalle Pou. Dopo 25 anni di trattative e un accordo politico raggiunto e messo da parte nel 2019, è arrivata la firma.

Il Mercosur (dizione spagnola, Mercado Común del Sur) o Mercosul (secondo la dizione portoghese, Mercado Comum do Sul; Italiano: Mercato comune del sud) è il mercato comune dell'America meridionale che si affianca alla Comunità Andina, alla Comunità Caraibica e al Sistema di integrazione centroamericana.

L’accordo commerciale di libero scambio con l’Ue porta l’intesa sul Free trade agreement. Sono 25 anni che si cerca di arrivare a un accordo tra Ue e Mercosur, le trattative sono in corso dal 1999. In Europa l’accordo non piace, soprattutto alla Francia ma anche all’Italia, all’Austria, alla Polonia, all’Irlanda.

Lo vedono di buon occhio invece la Germania, la Spagna, la Lettonia e la Svezia. I nodi principali delle trattative riguardano le condizioni di reciprocità negli scambi e l’eliminazione progressiva delle tariffe doganali sui beni agroalimentari e industriali. L’intesa riguarda l’abbattimento delle barriere commerciali e la liberalizzazione degli scambi su molti prodotti provenienti dall’America Latina, dalla carne bovina al pollame, dallo zucchero al miele, dal riso alla frutta tropicale.    

Vengono ridefinite anche le regole sull’export europeo verso i Paesi sudamericani di prodotti industriali e agroalimentari, oltre a beni di abbigliamento, scarpe di pelle e tessuti. Secondo i calcoli messi a punto dall‘Unione europea in caso di ratifica il patto cancellerebbe il 92% delle tariffe doganali imposte dall’Ue per l’import dal Mercosur e il 91% di quelle relative all’export europeo verso i membri dell’organizzazione sudamericana.

L’accordo, dopo la ratifica da parte della commissione UE, dovrà passare dal vaglio del Consiglio e del Parlamento europeo. Non è richiesta l’unanimità del voto, ma la maggioranza qualificata. Inoltre le disposizioni non commerciali incluse nell’accordo annullerebbero le giurisdizioni degli stati membri dell’Ue; cosa che richiederebbe un processo di ratifica più importante con la necessità dell’autorizzazione unanime dell’accordo da parte dei 27 paesi dell’Ue, a cui dovrebbe seguire poi l’approvazione da parte del Parlamento europeo e di tutti i singoli Parlamenti dei Paesi.

                                          

 

Questo accordo rischia di generare squilibri drammatici per la filiera produttiva, a causa delle evidenti asimmetrie negli standard produttivi. Nell’area Mercosur, infatti, vigono regole molto meno stringenti rispetto a quelle europee sull’uso di pesticidi e tecniche di produzione. Molti principi attivi presenti in diserbanti e pesticidi impiegati nei Paesi sudamericani sono vietati nell’Unione europea. In aggiunta, in alcuni allevamenti dell’America Latina si fa ancora uso di antibiotici come promotori della crescita, una pratica vietata in Europa dal 2006. 

Le aziende italiane sarebbero penalizzate da una concorrenza sleale che favorisce una corsa al ribasso dei costi, alimentata dall’assenza di regole comuni e del principio di reciprocità”. L’accordo UE Mercosur è un’idea folle, è un pericolo  in quanto comporta una vera concorrenza sleale per i nostri allevatori e per tutta la filiera agroalimentare:  infatti gli standard e i controlli di produzione sono molto più bassi; inoltre la carne ha un costo basso e distruggerà il mercato dei nostri produttori. Tutto ciò fa parte di un modello commerciale obsoleto al servizio degli interessi privati e mette a rischio la nostra sovranità alimentare.

Inoltre se andiamo a scoprire chi muove le carte per invadere il mercato europeo con prodotti agroalimentari provenienti dai paesi latino americani del Mercosur ci rendiamo conto che il basso costo è il risultato dello sfruttamento del lavoro senza norme sociali, senza tutela dei minori e delle comunità indigene da parte delle multinazionali agroalimentari che detengono il controllo commerciale dei prodotti in quei territori. Soprattutto quei prodotti sono frutto della deforestazione e del land-grabbing* operato dalle multinazionali, a danno delle piccole imprese agricole e familiari locali costringendo quei paesi sotto il loro tallone di ferro.

 NOTE:

* L'accaparramento di terra (in inglese land grabbing) è un fenomeno economico e geopolitico di acquisizione di terreni agricoli su scala globale, il terreno agricolo è venduto a terzi, aziende(copertura delle multinazionali) o governi di altri paesi senza il consenso delle comunità che ci abitano o che lo coltivano da anni, per produrre il loro cibo. Uno scandalo che esiste da molti anni, ma che dallo  scoppio della crisi finanziaria del 2008 è cresciuto enormemente, spingendo nella fame migliaia di contadini del Sud del mondo.

 FONTI:

Accordo UE Mercosur: cosa prevede e perché fa discutere - Borsa&Finanza 

 L’accordo con il Mercosur divide l’Europa, cosa si sa finora

L'accordo Ue-Mercosur è fatto, l'annuncio di von der Leyen: "Conclusi i negoziati, partnership unica al mondo" - Eunews

https://www.linkiesta.it/2024/12/accordo-ue-mercosur-conseguenze-agricoltori-ambiente-clima-deforestazione/

https://www.oxfamitalia.org/scandalo-land-grabbing/

 


mercoledì 8 gennaio 2025

L'Ucraina non permetterà più il transito del gas russo


 Volodymir Zelensky: “Non prolungheremo” l’accordo di “transito del gas russo” attraverso l’Ucraina verso l’Europa, “non daremo la possibilità” a Mosca “di guadagnare altri miliardi. Quindi non è più permesso il transito del gas russo attraverso il territorio nazionale dal 1° gennaio 2025, ha annunciato giovedì 19 dicembre scorso Volodymyr Zelensky dopo aver incontrato i leader dell'Unione europea a Bruxelles. Il divieto, ha aggiunto, si applicherà a qualsiasi flusso di gas "proveniente dalla Russia" per evitare il rischio che il gas russo venga venduto all'Europa sotto la veste di gas prodotto in Azerbaigian.

ZELENSKY CHIUDE IL GAS ma chi ci rimette SIAMO NOI

Da ora in poi il gas russo non arriverà più in Europa attraverso l'Ucraina questa la prima conseguenza della scadenza, al 31 dicembre 2024, del contratto di transito quinquennale tra la russa Gazprom con l'ucraina Naftogaz. "Gazprom è stata privata della possibilità tecnica e legale di fornire gas per il transito attraverso il territorio dell'Ucraina a partire dal 1° gennaio 2025": il contratto non è stato rinnovato per volontà Ucraina. Ucraina e Russia avevano firmato l'accordo nel 2019 e da allora Mosca ha pagato a Kiev circa 800 milioni di dollari all'anno per far transitare il suo gas in Europa attraverso il gasdotto della Druzhba, anche durante il conflitto in corso.

La chiusura della rotta di transito del gas chiude anni di relazioni energetiche e politiche divenute negli ultimi dieci anni turbolente per via della guerra e delle sanzioni. Così dal 1° gennaio l’Ucraina interromperà il transito di gas russo verso l’Europa. L’Ucraina perderà così 800 milioni di euro annuali (che corrispondevano ai diritti di transito), mentre la Russia dovrebbe rinunciare ad un fatturato complessivo di circa 5 miliardi annui, che corrisponderanno alle mancate vendite in Europa.

I paesi più colpiti da questa mossa saranno Austria, Ungheria e Slovacchia, ma gli effetti di questa decisione si faranno sentire in tutto il continente. Naturalmente è pronto sul mercato il gas liquido americano (LNG), che però costerà tre volte di più rispetto a quello dei gasdotti russi.

A mettere in evidenza questa situazione: “Il primo ministro slovacco Robert Fico ha invitato domenica i leader dell'UE a prestare molta attenzione alla decisione dell'Ucraina di interrompere il transito di gas dalla Russia. Con l’interruzione, infatti, il mercato internazionale, secondo Fico, finirà sotto pressione, causando “enormi danni economici all’Ue, che si faranno sentire successivamente“. Come evidenziato da Euronews, i prezzi sono cresciuti questo mese proprio per le incertezze sulla posizione ucraina sul transito del gas russo.

In sintesi chi avrà più potere sulla distribuzione dell'energia, gas e petrolio, e scaricherà la crisi del dollaro in europa saranno gli Usa. Per l'Italia saranno tempi duri, sarà costretta ancor più a svendere e privatizzare attività produttive e servizi per far fronte all'invasione dei prodotti americani i cui prezzi energetici sono molto più alti di quelli russi.

Zelensky ha ricevuto dall'UE centinaia milioni di euro ma i popoli europei saranno quelli che pagheranno cara questa decisione soprattutto sul piano industriale e del lavoro.

FONTI:

Zelensky:"L'Ucraina non permetterà il transito di gas russo con etichetta azera"

| Euronews

Stop al gas russo attraverso l'Ucraina: cosa cambia da oggi - il Giornale

Fico vs Zelensky: "Ha offerto soldi per ingresso Ucraina nella NATO"/ "Stop transito gas russo danno per Ue"

Soldi all'Ucraina e sanzioni alla Russia: von der Leyen promette guerra a Mosca anche nel 2025. Zakharova: "Ci saranno ritorsioni" - Il Fatto Quotidiano




sabato 4 gennaio 2025

31 dicembre 1999 il primo discorso di Capodanno di Putin

Putin era stato nominato presidente ad interim alla vigilia di Capodanno del 1999, quando il predecessore Boris Eltsin si era dimesso inaspettatamente e si era scusato per i disordini post sovietici del paese in un discorso che aveva sbalordito i russi.

Eltsin consegna il Paese al suo allora giovane successore, considerato al tempo un presidente quasi accidentale scelto fra la cerchia di personalità che gravitavano, con forti poteri e influenza, intorno al leader russo. Tutti pensavano che fosse un presidente pro tempore.

Mai valutazione fu più sbagliata. Da allora, Putin ha praticamente dedicato la sua missione politica a ribaltare quel primo giudizio sulla "casualità" del suo incarico per imporsi, invece, come l'uomo che ha restituito alla Russia lo status di grande potenza, capace di competere anche militarmente con l'Occidente, e di aver ridato al suo popolo dignità dopo l'umiliazione del crollo dell'impero sovietico.

Sono passati 25 anni e il mondo intero ha imparato a fare i “conti” con questo leader mondiale imprevedibile e controverso, capace di stravolgere parte del già complicato “ordine mondiale”. «Orgoglioso di quanto ho fatto in questi 25 anni», ha detto ancora Putin nel discorso finale di Capodanno 2025, «Ora, sulla soglia di un nuovo anno, stiamo pensando al futuro». Il mondo è cambiato rispetto a 25 anni fa, la Russia è cambiata, si è rafforzata ha creato nuove alleanze per contrastare le inique sanzioni e così l’Occidente in mano ai globalisti e guerrafondai si è dovuto imbattere in qualcosa che sembrava morto e sepolto con la caduta del Muro di Berlino.
 

martedì 31 dicembre 2024

AUGURI DI BUON 2025

 

BUON 2025, RICORDIAMOCI CHE IL 2024 è stato
un anno di "guerre", divisioni e disuguaglianze e chi è ancora al comando non ha alcuna intenzione di cambiare programma.

In campo economico prosegue sempre la transizione energetica nonostante i fallimenti di molte aziende siano sotto gli occhi di tutti. Non aggiungo altro: AUGURI A TUTTI E AVANTI TUTTA!

 

martedì 24 dicembre 2024

BUON NATALE 2024

La Stella di Natale è la pianta simbolo delle festività natalizie. Queste foglie rosso vivo sono il motivo per cui la Stella di Natale è divenuta rappresentativa della Natività. 

AUGURI di BUON NATALE


IL DIPINTO CHE APPARE è del pittore olandese Gerrit van Honthorst è conosciuto in lingua italiana come Gherardo delle notti, il dipinto Adorazione del bambino, che qui proponiamo  è conservato oggi agli Uffizi di Firenze.


 

lunedì 9 dicembre 2024

LA STRATEGIA USA SPIEGATA ALLA LUCE DEL CROLLO DELLA SYRIA


 L'ex generale dell'esercito americano Wesley Clark spiega la strategia di Washington nel 2007:

"Elimineremo sette paesi in cinque anni: Iraq, Siria, Libano, Libia, Somalia, Sudan – e finiremo con l'Iran". #Syria #US (Ci hanno messo più tempo ma sono arrivati all'obiettivo Syria poi sarà la volta dell'Iran)

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DA:  



Guerra in Medio Oriente, si avverano le dichiarazioni del generale Wesley Clark dopo 11 Settembre: “Ci prenderemo 7 Paesi”
In una conversazione avvenuta nei corridoi del Pentagono, Clark apprese di un piano segreto per “eliminare sette paesi in cinque anni”. Questa rivelazione, avvenuta nel 2007, sollevò molte domande sulle reali motivazioni della “Guerra al Terrore” e sulla competenza dei funzionari coinvolti.


A vent’anni dagli "attentati dell’11 settembre", le parole di Clark risuonano ancora come un monito. Ricordare questi eventi è fondamentale per comprendere le dinamiche geopolitiche attuali e le conseguenze delle decisioni prese allora. La guerra in Iraq, iniziata nel 2003, è stata solo il primo passo di una serie di interventi militari che hanno avuto ripercussioni significative in tutto il Medio Oriente e oltre.


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Le milizie jihadiste con a capo Mohammad al-Jolani  occupano la Syria


Per la Syria hanno usato i soliti ribelli e corruzione per finire di gettare nel disordine il paese che è un importante snodo geopolitico per il passaggio di #merci, #materieprime e #idrocarburi ed è anche la via per attaccare l'Iran. La Russia non ha potuto farci niente: l'esercito siriano non ha opposto resistenza per la lunga guerra diffusa nel territorio a macchia di leopardo e per la massiccia entrata in campo di ingenti forze jihadiste armate di tutto l'armamentario necessario per bloccare ogni possibile resistenza.  Putin cercherà di trattare col nuovo governo per mantenere le basi navali.

 I jihadisti hanno avuto gioco facile ad abbattere le milizie fedeli ad Assad infatti se consideriamo i tempi fra la tregua in Libano e l’offensiva dei mercenari contro la Syria si nota un tempismo sospetto, quasi una comunione d’intenti. Considerando i fatti a bombardare la Siria di Assad e a indebolirne la capacità di resistenza è stata, nell’ultimo anno, proprio Israele a cui non fa una piega avere un legame con un regime islamista alle porte di casa nella logica di un rafforzamento della “fortezza assediata” cara a Benjamin Netanyahu. 

L’obiettivo, da lungo tempo avviato per destabilizzare quell'area, perseguito principalmente dallo stato di Israele, dagli Usa e dalla Turchia, è stato raggiunto. Cadendo Assad, al suo posto arriveranno i terroristi, gli estremisti islamici, i cosiddetti “tagliagole”. Adesso ci sarà il caos più totale che è quello che serve alle forze economiche "occidentali" che fanno leva sul terrorismo per far avanzare nel mondo i propri interessi.  Il loro modo di agire non cambia è una costante storica del capitalismo e della finanza internazionale.


Adesso a capo delle milizie jihadiste c'è Abu Mohammad al-Jolani  un terrorista sulla cui testa dal 2013 pendeva un taglia da 10 milioni di dollari per ripetuti crimini di guerra commessi tra Siria e Iraq. Ora invece è considerato un liberatore da chi lo ha finanziato e come i leader dei Talebani, propugna un islamismo nazionale e di governo. Intanto Netanyahu approfitta del caos in Siria per occupare la zona smilitarizzata adiacente alle alture del Golan, affermando che l’accordo di disimpegno del 1974 con la Siria “è crollato”. Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno preso il controllo della zona cuscinetto del Golan. Questa operazione è giustificata da Israele come misura preventiva "per garantire la sicurezza"; l'occupazione dell'area del Golan è avvenuta mentre la Siria affronta il vuoto di potere seguito alla caduta di Bashar al-Assad e alla presa di Damasco da parte delle forze jihadiste.

Resta solo l'Iran...Intanto in Syria vanno al potere i jihadisti, ora abbiamo un nuovo Stato islamista qualcosa di simile è accaduto in Afghanistan, gli Stati UNITI, dopo aver armato i Talebani contro i militari dell'ex Unione Sovietica presenti nel paese afghano, si sono dovuti scontrare contro gli stessi talebani che prima aveva armato contro il governo sostenuto dai sovietici. Alla fine la missione originaria di George W. Bush di #esportare la #democrazia in Afghanistan ha mostrato tutta la sua fallacia molto presto, fino ad abbandonare il paese al suo destino. Così i talebani hanno dato vita al nuovo Emirato islamico dell'Afghanistan.


La democrazia è servita in un piatto d'argento fuso!

per approfondire:

Netanyahu approfitta del caos in Siria per occupare la zona smilitarizzata adiacente alle alture del Golan

Guerra in Medio Oriente, si avverano le dichiarazioni del generale Wesley Clark dopo 11 Settembre: "Ci prenderemo 7 Paesi"

Damasco come Kabul. La fuga di Assad è il “capolavoro” di Hakan Fidan   – Analisi Difesa