IL SEGUENTE APPELLO E LA RELATIVA RELAZIONE E' PROPRIETA' INTELLETTUALE DI PRIMO POPOLO DI FLORENTIA © E NON PUO' ESSERE DIVULGATA SENZA CITARNE LA FONTE:
Raccomandata A.R.
Presidente Michael D. Higgins
Direttore Generale Irina Bokova
C.U.E.N.A.U Petya Totcharova
Firenze 10 marzo 2015
U.N.E.S.C.O. United Nations
Educational Scientific and Cultural Organisation
7, Place de Fontenoy 75352 Paris 07 SP France
Commissione Italiana Unesco Piazza Firenze 27 Roma 00186
Chiediamo che la Città di Firenze, Patrimonio Culturale dell’Umanità, sia urgentemente iscritta nella lista dei siti in pericolo.
Il principale strumento urbanistico del Centro Storico di Firenze si apre con la seguente citazione:
“ La Città d’arte è di una fragilità estrema. La sua fragilità è enorme perché interventi e manomissioni possono alterare straordinari e delicati equilibri.”
Nulla di più vero, in realtà nulla di più disatteso.
Le ragioni della nostra richiesta sono contenute nei programmi dell’Amministrazione Comunale resi pubblici negli Strumenti Urbanistici e nella realizzazione in corso di due opere infrastrutturali che sono illustrate nell’allegata Relazione, tutto smentisce la citazione precedente.
La strategia perseguita dall’Amministrazione Comunale in particolare nel Centro Storico, è la trasformazione di grandi edifici (Palazzi) o interi complessi (ex Conventi), in massima parte di grande pregio, in edilizia abitativa attraverso cambi di destinazione d’uso e frazionamenti della proprietà che possono essere attuati solo con svuotamento interno, o destinando gli ambienti ad una clientela privilegiata e molto abbiente in grado di acquistare grandi superfici, in ogni caso interventi a carattere irreversibile. ( V. Piano Strutturale di Firenze 2010-2014; UTOE 12, da pag. 153). Almeno 13 grandi immobili storici sono in vendita o sono stati venduti nel Centro Storico.
Si segnala ad esempio che l’ex Convento S.M. degli Angeli comprendente la Rotonda del Brunelleschi è in vendita per E.16.000.000 opere d’arte e affreschi inclusi, V.(http://cisimmobiliare.org/portale/en/corporate-real.estate-home/287-complesso-immobiliare-ex-convento-santa-maria-degli-angeli-rotonda-brunelleschi-firenze.html-)
Le superfici interessate dalle trasformazioni sono superiori a 110.000 mq, ma potrebbero arrivare a 200.000 se si tenesse conto delle destinazioni ad uso commerciale. (V. UTOE 12: potenzialità delle trasformazioni)
A queste iniziative speculative approvate e promosse dall’Amministrazione Comunale si aggiunge la costruzione di 12 parcheggi “pertinenziali” escavati nel sottosuolo del Centro Storico, nominalmente per i residenti ma destinati ad essere annessi alle residenze extra lusso; inoltre si perseguono grandi trasformazioni della viabilità per “ una maggiore penetrazione verso il Centro Storico” insieme ad una progettata tramvia attraverso il Centro Storico, in versione “sotterranea”con stazioni in Piazza dell’Unità, Piazza della Repubblica, Piazza S.Croce, Piazza San Marco, Piazza della Libertà, a quota archeologica e comunque pericolosa per l’integrità del patrimonio artistico e monumentale.
La fonte è il vigente Piano Strutturale Urbanistico approvato nel 2014, come già nel 2010.
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Si sottolinea la fragilità, l’incoerenza fisico meccanica del sottosuolo fiorentino e la grande importanza del principale acquifero che si trova a 3-4-5 metri dal piano di campagna per quel che riguarda la stabilità delle fondazioni di tutto il Centro Monumentale.
Negli stessi strumenti urbanistici ( UTOE 10 pag 136, 11 pag. 147, 12 pag.157) viene dichiarata la pericolosità che escavazioni e ricostruzioni in tunnel comportano per via dell’effetto barriera che può alterare l’equilibrio delle falde e quindi la stabilità delle fondazioni di tutti gli edifici di Firenze, ma anche dei grandi monumenti come la Cattedrale: ciononostante si perseguono disegni di grandeur, si consegnano la Città ed il Patrimonio a grandi speculatori immobiliari internazionali, mentre stanno perfezionandosi accordi per esportare ed esporre in Cina opere custodite nel Museo degli Uffizi. ( 5/11/2014 press.comune.fi.it>Comunicati Stampa>Sindaco; 11/11/2014 www.lanazione.it/firenze/uffici_cina-1.391171)
Riteniamo che l’intervento della Vostra Istituzione non possa seguire tempi e procedure normali ma debba avere la massima urgenza, pregandoVi di dare a noi cortese riscontro, e informarci del percorso seguito dalla nostra segnalazione, scrivendo a:
Giovanna Nicoletta Delbuono via di Santa Marta 30 50139 Firenze
APPELLO
Oggetto: Stato di conservazione del Patrimonio del Centro Storico di Firenze (World Heritage List)
Segnalazione di grave pericolo per il Patrimonio “Historic Centre of Florence”.
Convenzione Unesco 1972, Orientamenti applicativi 1995, Convenzione Europea
del Paesaggio 2000, Codice Italiano dei Beni Culturali e del Paesaggio.
Sono in atto a Firenze opere che potrebbero arrecare danni gravissimi all’intero Patrimonio: due distinte opere infrastrutturali, il Progetto Tramvia e la linea ferroviaria dell’AV ( doppio tunnel in sottoattraversamento dell’area urbana).
Le ragioni che ci hanno indotto a segnalare la situazione di pericolo sono state interamente tratte dalla lettura della documentazione di Progetto delle due opere, tralasciando in questo tipo di esame, di esporre altri tipi di critiche come i fondamentali errori di progettazione e pianificazione urbanistica. (1)
Entrambi i progetti avrebbero potuto e dovuto essere coordinati in un unico progetto di viabilità su ferro anche perché era indifferibile dare soluzione a permanenti e gravi problemi di traffico urbano appesantito in gran parte dall’intenso pendolarismo e da inopportune scelte di tipo urbanistico.
Un unico ed organico “Piano di Progettazione di Ferrovie in sede propria e promiscua” avrebbe dato soluzioni non traumatiche, meno invasive, e creato un organico sistema di parcheggi scambiatori a servizio della pendolarità, che tutt’ora resta negli auspici, ed avrebbe potuto eliminare le storiche barriere costituite dai sedimi ferroviari tracciati nel XIX secolo che ancora impediscono comunicazione diretta ed agevole fra parti di città.
Il Comune di Firenze avrebbe potuto contrattare con R.F.I ( Rete Ferroviaria Italiana) ed imporre un pianificato riordino urbanistico ed una rifunzionalizzazione dei servizi ferroviari locali coordinata con una rete urbana di servizio tramviario.
Sono invece in realizzazione due distinti progetti ad altissimi costi e ad altissimo impatto a scala urbana secondo fattori che mai vengono valutati : la reversibilità, la parziale reversibilità o peggio l’irreversibilità.
La tramvia sarà parzialmente reversibile ma a costi sociali elevatissimi.
I tunnel dell’AV saranno una irreversibile alterazione del sottosuolo di Firenze e costituiranno un danno permanente e dagli effetti attualmente incontrollabili.
TRAMVIA E FORTEZZA DA BASSO
E’ immediatamente percepibile l’impatto della Tramvia Linea 3.1 sulla Fortezza da Basso (2):
il monumento sarà circondato interamente dai sedimi tramviari i quali scorreranno su un solettone artificiale sotto al quale si snoderanno tunnel percorsi da traffico veicolare; l’attuale sistemazione dell’area circostante, peraltro condizionata da recenti manomissioni, sarà irreversibilmente alterata, isolando ancora di più il Monumento dalla Città variandone l’accessibilità, le vedute, ma soprattutto ne sarà irreversibilmente alterato tutto il sottosuolo, con rischi per la stabilità del Monumento. (3)
Quel che generalmente non viene percepito è il rischio idrogeologico rappresentato da tale progetto, che si sviluppa in un’area classificata a RISCHIO MOLTO ELEVATO, di esondazioni del Torrente Mugnone (che scorre in alveo artificiale) e che sta subendo opere di ALTERAZIONE DELLE SPONDE, sponde definite IN PROTEZIONE ASSOLUTA.
Questi dati sono presenti sia negli strumenti urbanistici che
nelle stesse Relazioni del Progetto Definitivo Tramvia- PD 2003:
Relazione geologica tecnica e geomorfologica RG1,
Relazione idrogeologica RG2,
Relazione geologica tecnica RG3,
Relazione idrologica -idraulica RG4.
In esse si dice che la Linea 3.1 si sviluppa interamente in zone a rischio idraulico da medio a molto elevato, che nella Zona Fortezza – Mugnone il progetto necessita di ulteriori e specifici approfondimenti idrogeologici, idrologici – idraulici e di indagini geotecniche per integrare quelle già fornite per il Ponte sul Mugnone; che vi è un rischio idraulico molto elevato ( RI4 ) per il quartiere a nord del Mugnone e soprattutto per i tunnel veicolari, causa “ eventi metereologici ricorrenti con cadenza annuale durante i quali sia previsto l’arresto della circolazione tramviaria e veicolare con apposite sirene d’allarme” (!) e che comunque detto sottopasso “dovrà essere subordinato a specifica verifica idrogeologica; che si debba “prevedere per i sottopassi uno smaltimento delle acque piovane con casse di raccolta ed elettropompe”.
Dove dovrebbero essere scaricate le acque dalle casse di raccolta, se il Mugnone fosse in piena, al momento non si sa e il progetto non contiene alcuna soluzione alternativa.
Inoltre: “ per lo sgravio veicolare al di sotto della sede tramviaria, prima del Ponte sul Mugnone, si possono prevedere interferenze con circolazioni idriche sotterranee; i sondaggi W8 e W10 testimoniano livelli idrici a pochi metri dal piano di campagna, 3,30 – 3,50 mt” (non riferiti da Tav, che riferisce di falda freatica a 10 mt circa, ndr).
L’area su cui sorge la Fortezza è il punto più basso del Centro Storico: vi affluiva il Torrente Mugnone e costituiva displuvio del centro stesso.
I rischi ovviamente si estendono anche alla zona di ampliamento della Città frutto del Progetto di Piano Regolatore Generale di Giuseppe Poggi, tutelate con apposito Decreto di Vincolo ed alla Chiesa Russo Ortodossa di Via Leone X del sec. XIX.
Si ripete che i tunnel veicolari circonderanno ed isoleranno completamente il Monumento.
SOTTOATTRAVERSAMENTO ALTA VELOCITA’/ Fortezza da Basso.
Nelle quote inferiori della Fortezza da Basso, perverrà il percorso ferroviario A.V. in tunnel a “doppia canna”, che compirà un percorso angolato, per proseguire poi sotto al Viale Lavagnini, a traverso di Piazza della Libertà ( in corrispondenza dell’Arco Lorenese) per dirigersi con una ulteriore curva verso Campo di Marte: Viale Lavagnini e Piazza della Libertà sono Zona di Centro Storico.
La ragione della tortuosità del percorso della linea Alta Velocità è molto difficile da comprendersi salvo che per una volontà di “accentramento” già difficile ad accettarsi nel secolo XIX° (4), ed ancor meno oggi, tanto più che per sottopassare la Fortezza da Basso i tunnel dovranno discendere per poi risalire, tanto più che il nodo Fortezza è integralmente parte del Centro Storico e già dovrebbe sopportare in superficie sia il transito della Tramvia, sia a quota inferiore i tunnel di “sgravio veicolare”, sia le canalizzazioni del Fognone principale di Giuseppe Poggi, il tutto nella zona “bassa” di Firenze, in terreni in cui si è riscontrato “ un brusco salto idraulico all’interno degli acquiferi superficiali per sprofondamento del fondo argilloso limoso e per ricarica dell’acquifero ghiaioso sabbioso del Mugnone”.
Quindi i tunnel si insinueranno in terreni molto problematici storicamente gravidi di acque, che dovranno essere pesantemente consolidati, quindi irreversibilmente alterati, e viene valutato già che gli scavi produrranno “qualche” danno alle mura e agli edifici della Fortezza ritenuti di “tipo estetico”(!).
E’ inoltre previsto sul lato sud della Fortezza, nel punto di minimo, un “pozzo d’aggottamento” a quota -8,6 m. dal piano del ferro, ove convogliare acque percolanti attraverso i giunti del rivestimento definitivo e anche “accidentali sversamenti liquidi inquinanti” da parte di convogli merci (!)
Le acque raccolte dovranno essere sollevate e fatte confluire nel CONDOTTO FOGNARIO. E’evidente che ancora e sempre non si sa dove dirigere le acque di risulta, anche quelle potenzialmente inquinate; qui segnaliamo che nessuna opera di specifico smaltimento in sicurezza è prevista nei vari progetti.
Si sottolinea che non è prevista alcuna opera per mettere in sicurezza il corso del Mugnone mentre si sta procedendo ad alterarne stabilmente le sponde con un ponte “provvisorio”.
TUNNEL A.V. E CENTRO DELLA CITTA’
Il tunnel andrà a formare una diga sotterranea interferente con le falde freatiche dell’intero versante Nord della Città: ovviamente il progetto è stato corredato dallo studio delle interferenze e dei rischi secondo modelli descritti minuziosamente, ma alle valutazioni dei progettisti si può obiettare in due modi, circa:
- affidabilità dei modelli e la capacità provata di adattarsi alla specificità di un sottosuolo morfologicamente molto complesso e disomogeneo come quello su cui sorge Firenze;
- l’attendibilità e la completezza dei dati elaborati inseriti nei modelli, dal momento che si prevedono, da progetto, “rivalutazioni complessive” in corso d’opera.
Ma segnaliamo con particolare preoccupazione che:
negli studi sulla idrogeologia e sulla idrologia attinenti al Progetto Ferroviario si fa menzione della presenza del flusso di una falda attiva appartenente al Paleo Mugnone.
Il Torrente Mugnone, insieme ad altri due corsi d’acqua, è l’affluente principale dell’Arno che dal Pre Pliocene ha determinato l’assetto dell’area fiorentina; deviato molte volte nel corso degli ultimi duemila anni, permane presente ed attivo nel sottosuolo secondo l’antico corso in direzione del centro storico ed è stato riscontrato in una falda a filetti divergenti che, dipartendosi dalla zona di Piazza delle Cure si riscontra in Piazza Savonarola e viene rilevata ancora in Piazza Santissima Annunziata. Questa falda è riscontrata in Piazza Brunelleschi/Via dei Servi nei numerosi pozzi attivi: entro questa falda è progettato uno dei parcheggi sotterranei del Centro Storico, a pochi passi dal Duomo.
Si dice in “Studio di Impatto Ambientale Penetrazione Urbana A.V. di Firenze / Quadro di riferimento ambientale” all. 2 pag 56 :
“….E’ però interessante osservare la falda a filetti divergenti nella zona fra Piazza Savonarola e Piazza Santissima Annunziata; tale morfologia della superficie freatica indica una zona di alimentazione, con ogni probabilità, in corrispondenza del conoide del Mugnone. Questa è una conferma dei dati storici….secondo i quali il torrente prima delle ripetute deviazioni artificiali verso Ovest, si dirigeva verso il centro di Firenze; il ventaglio descritto dalle isofreatiche indica che il flusso idrico sotterraneo continua nella originaria direzione in quanto questa è la maggiore trasmissività idraulica.
Si pensi che la conoide del Mugnone, che sfociava nell’Arno senza molte tortuosità, non è altro che il rialzo su cui fu fondato il Castrum nel 59 a.C. e che coincide con Piazza della Repubblica, il centro della Città: quanto importante sia questo dato i Relatori però non lo rilevano e non ne traggono alcuna logica conseguenza.
- Giustamente uno dei Relatori, il Prof. Pranzini, in Piano Strutturale di Firenze/ Geologia Idrologia/ Quadro conoscitivo/ Parte II: Idrologia e Idraulica, scrive che:
“del Mugnone sono presenti due paleo corsi che hanno concorso alla formazione del conoide su cui fu fondata Firenze: uno ad ovest del conoide, uno ad est che diede luogo al Fosso Scheraggio ( Via del Proconsolo).
Ma oltre a ciò, in precedenza i Proff. Ghinelli e Vannucchi in “ Condizioni stratigrafiche e fondazioni della zona absidale della Cattedrale di Santa Maria del Fiore ( Bollettino degli Ingegneri 1 -2 1991) danno conto di un carotaggio a sud est dell’abside della Cattedrale di S. Maria del Fiore e confermano le osservazioni riportate nel giornale di cantiere nel 1357 e cioè che sotto ad un primo strato limoso sabbioso ( m. 4-5) vi è “…..da tempo immemorabile uno strato di ciottolame permeabile di circa 20 m. che costituisce il principale acquifero della Città…”
Dal Giornale di Cantiere di Santa Maria del Fiore:
19 giugno 1357 …” s’incominciarono a cavare e fondamenti dei nuovi pilastri della chiesa ……….il fondamento delle cholonne dallo spazo in giù, si faccia in braccia VII per ogni verso, quadro, fino alla buona ghiaia entro l’acqua..”
La Cattedrale di Santa Maria del Fiore è dunque fondata a m. 7,95 dal piano di campagna e poggia sulla buona ghiaia entro l’acqua.
La descrizione che i Prof. Ghinelli e Vannucchi fanno della stratigrafia del centro di Firenze prosegue, ponendo inferiormente allo strato permeabile di ghiaie il terzo orizzonte, quello delle
Argille turchine IMPERMEABILI, per 25 metri, che si trova poi a contatto con le rocce del paleo invaso lacustre.
Quindi a nostro giudizio appare piuttosto improbabile che sia esclusivamente la falda dell’Arno a fornire l’apporto al principale acquifero ghiaioso su cui è fondato il centro della Città, dal momento che la falda d’Arno potrebbe trovarsi a quota inferiore e separata dallo strato impermeabile ( acquiclude) delle argille turchine.
Secondo il citato Studio di Impatto Ambientale a pag 56 si legge come:
“ ….in destra dell’ Arno la falda abbia un flusso dalle colline verso il fiume. Tuttavia la falda alimenta l’Arno solo per un breve percorso nella pianura, fino circa a Bellariva. Più oltre si ha un’inversione dei rapporti con l’Arno che alimenta la falda depressa dagli emungimenti”.
- Ma quanto sopra si riferisce ad osservazioni risalenti al 1970 ( Capecchi et. al.) ed attualmente gli emungimenti sono cessati, soprattutto da parte dell’acquedotto. Ma riprendiamo:
“ L’asse della falda si sposta durante l’anno in relazione al diverso contributo delle piogge e dell’ Arno: in inverno- primavera l’asse si sposta verso l’Arno a causa della ricarica delle piogge, mentre in estate l’asse si allontana dall’Arno perché aumenta la fascia direttamente alimentata
Dall’infiltrazione delle acque fluviali. In sostanza l’alimentazione sostiene la falda durante il periodo asciutto.”
Nuovamente: le osservazioni risalgono ad una situazione in essere più di trenta anni fa:
nondimeno a fronte di un’alternanza di flussi e riflussi così rimarchevole è lecito domandarsi se:
porre un corpo estraneo ed irreversibile ad alterare perpetuamente gli equilibri formatisi nel sottosuolo della Città nel corso di millenni, sia pure mitigata da opere opportunamente disposte, ( che comunque sono costituite da pozzi aventi un diametro di 7 metri, da cui si diparte una raggiera di consolidamenti cementizi dei terreni) costituisca una accettabile condizione di rischio per Firenze.
L’alterazione del livello che le acque del sottosuolo ristabiliscono stagionalmente non avrà ripercussioni sulle fondazioni del centro monumentale, se uno dei fattori di equilibrio viene a mancare? Questo problema nelle valutazioni di impatto dell’opera non viene neppure lontanamente posto.
Proprio per questo ci si domanda: come accettare rischi difficilmente valutabili a fronte di infrastrutture che non portano alcun beneficio in cambio, e dettate da scelte meramente politiche:
attualmente il tempo di percorrenza dei treni ad alta velocità fra Firenze e Roma ( che già transitano normalmente) è inferiore ad un’ora e trenta minuti; fra Firenze e Milano il tempo è di due ore.
- è dimostrato che con economiche e compatibili interventi sia possibile potenziare la rete esistente ed adeguarla ad eventuali nuove esigenze per treni ad alta velocità.
Un dato molto allarmante è quanto comunicato dall’agenzia ARPAT ( Direzione Tecnica Settore VIA-VAS) Monitoraggio acque sotterranee Nodo AV di Firenze, Valutazione di Monitoraggio gennaio 2012-marzo 2013, che riferisce:
- “ Per quanto riguarda i livelli piezometrici presso la zona di Campo di Marte si conferma un sostanziale aumento del dislivello piezometrico fra monte e valle dell’opera….. Alla luce di ciò è stata segnalata all’Osservatorio l’opportunità di una rivalutazione complessiva dei sistemi di continuità della falda dell’imbocco sud”.
Ciò conferma i dubbi sull’affidabilità dei “modelli”, l’attendibilità dei dati, la necessità di rivalutazioni complessive in corso d’opera!
Per di più si sottolinea che così come persiste l’apporto del Paleo Mugnone alla falda in area centro Città, è alquanto probabile che le antiche falde del San Gervasio e di tutto il versante di Settignano siano tutt’ora attive, anche se le acque di superficie sono state canalizzate e deviate, e continuino a dirigersi secondo le millenarie direzioni, verso il centro e le zone immediatamente attigue.
Tutte le acque sotterranee del versante nord di Firenze verranno interferite dalle opere del sottoattraversamento, da Castello a Bellariva.
Dalle stesse relazioni ufficiali dei Relatori ( Studio di impatto Ambientale op cit. 6.1.5 pag. 34) emerge con evidenza che le Valutazioni di impatto Ambientale hanno avuto il primario scopo di valutare l’impatto che l’ambiente potrà avere sull’opera, e non l’inverso e cioè quanto l’opera possa provocare nel contesto dell’ambiente sotterraneo su cui poggiano le fondamenta di una città come Firenze, con la sola eccezione dei ristrettissimi ambiti degli edifici direttamente sottopassati dei tunnel, e non oltre.
Riportiamo per esteso:
“ Si intende qui comprendere quelle azioni che in relazione alla durata prevista per l’opera ( 500 anni) l’ambiente geologico può esercitare con il tempo sulle opere, compromettendone l’integrità prima e la stabilità poi”.
Una logica aberrante e in diretto contrasto con le Leggi italiane e le Direttive Comunitarie, si veda quanto è pubblicato sul sito di un Ente Governativo Istituto ISPRA ( http:// www,isprambiente.gov.it) che dovrebbe dare una interpretazione autentica della ratio delle vigenti Leggi:
.La Valutazione ambientale Strategica prevista a livello europeo dalla Direttiva 42/2001CE, è “.stata recepita a livello nazionale dal Dlgs. 152/06 ed è regolamentata a livello Regionale dalle L.R. 10/02/2010.
La VAS è un processo che riguarda i piani e i programmi che possono avere un impatto significativo sull’ambiente e sul Patrimonio Culturale, e viene effettuata affinchè attraverso l’integrazione efficace e coerente delle valutazioni ambientali essi contribuiscano a promuovere la sostenibilità dello sviluppo del territorio”.
D’altro canto la Valutazione d’Impatto Ambientale dice che “in sé e per sé” l’opera non è nociva, ma non dice affatto in quale rapporto stia con l’ambiente; inoltre è ormai riconosciuto universalmente che l’ambiente porti con sé anche il Paesaggio Urbano, che è il luogo abitato, edificato, contenitore del Patrimonio che Unesco si propone di proteggere.
Abbiamo volutamente attenerci ai contenuti dei documenti ufficiali del Progetto, salvo due documenti diversi e qualche personale riflessione, per dimostrare che il pericolo non è infondato, ma emerge dal contenuto delle stesse Valutazioni.
In allegato si riportano le schede di rischio sismico contenute nel Progetto AV.
Le opere descritte sono in fase di attuazione.
Si chiede che urgentemente il Patrimonio tutelato da Unesco sia dichiarato in pericolo.
NOTE
(1) Secondo il recente Libro Bianco dell’ Eurispes sul trasporto delle merci e delle persone, tra le grandi aree metropolitane italiane, Firenze e Roma hanno il maggior indice di motorizzazione: più di 700 auto ogni 1000 ab.
La tramvia di Firenze sarà costituita da 3 tratte che convergono in un nodo. Si stenta a vedere in ciò una vera rete, costituita da linee e da nodi. Per di più l’unico polo esistente, cioè la stazione di S. M. Novella, è destinato ad essere smembrato non appena sarà realizzata la stazione AV nell’area ex Macelli.
La tramvia continua a non servire Firenze, cioè non attraversa la città da est ad ovest, e non raggiunge veramente il Centro Storico.
Tanto meno c’è un’ efficace interconnessione tra tramvie e ferrovie. Ad esempio la linea 3 non intercetta la stazione di Rifredi (la quarta stazione della Toscana per numero di passeggeri). La Linea 2 avrebbe dovuto intercettare adeguatamente il comparto Palazzo Giustizia/Polo Università/Regione Toscana /Parco S. Donato, mentre lo fa solo marginalmente.
(2) Appartenente in origine al Demanio Statale in consistenza presso l’Intendenza di Finanza di Firenze con scheda n. 54. Ne venne notificato l’importante interesse storico artistico ex L. 1089/ 1939 con Decreto in data 27 febbraio 1984. Nel Decreto si definisce l’estensione del Vincolo alle particelle catastali ( Foglio 155): dal n. 6 al 77 compreso; n. 93, 94, 95, 102; dal n. 112 al 118; nel testo si legge: iniziata nel 1533 per volontà del Duca Alessandro de’Medici, su disegno di Antonio da Sangallo il Giovane e realizzata da Francesco da Viterbo e Alessandro Vitelli; comprende al suo interno edifici di carattere militare databili dal XVI al XIX sec.
La Fortezza da Basso è compresa nella mappa identificativa del Centro Storico di Firenze Unesco poiché faceva corpo con le Mura cittadine.
Si veda Giuseppe Poggi, il maggiore Architetto e ingegnere fiorentino moderno, a cui si deve l’Ingrandimento della Città, nel suo scritto: “ Sui lavori per l’ingrandimento di Firenze 1864 - 1877
ed. Giunti; si ricordino i suoi disegni, Carte Poggi in Archivio di Stato di Firenze e Archivio Storico del Comune dei Firenze). E’ utile riportare alcuni passi della Relazione, op.“ In seguito a tale disposizione destinai i terreni aderenti a quel Forte ad uso di parterri, dando loro movimenti di piano, disposizioni e piantagioni, da formare sani e piacevoli luoghi di trattenimento,
ornati anco di bacini con getti d’acqua perenne…….Però questa recinzione del Forte con grandi viali presentava varie difficoltà e fra queste emergevano:
le notevoli differenze di piano da darsi ai due tronchi di viale fronteggianti le cortine….differenze che mi ponevano nella necessità di tenere in varia pendenza gli altri tronchi dei viali attorno al Forte……La deficienza dello spazio per la formazione di viale fra la via ferrata e la fortezza….La necessità di procurare un comodo e sicuro accesso al nuovo Ponte del Romito di recente costruito sul Mugnone,…..Formavano altre difficoltà il generale riempimento dei profondi fossi attorno alla Fortezza da Basso e l’allacciamento delle acque di tutta quella superficie, compresa quella interna alla Fortezza stessa, giacché non era possibile condurre tutti questi scoli all’Emissario ( Fognone principale ndr.) ma era forza valersi del Fosso detto della Fortezza, riordinandolo ed ingrandendolo…….. “
(3) progetto esecutivo di primo livello Penetrazione Urbana di Alta Velocità/ Gallerie naturali/ Relazione tecnico descrittiva generale. Pag. 18. “ Nel caso della Fortezza da Basso le analisi di rischio mostrano una probabilità di danni alle mura dei bastioni molto limitata e peraltro inerente solo aspetti estetici, ma vista l’importanza storico artistica del monumento e in accordo con la Soprintendenza ai B.C.A. di Firenze è stato previsto un intervento di protezione. In tal caso l’opera di salvaguardia si configura esclusivamente come presidio verso eventuali e remoti risentimenti estetici delle strutture murarie, essendo la sicurezza strutturale pienamente garantita anche in caso di andamento non ottimale della macchina da scavo.”
Non è chiaro il significato che i Relatori del succitato documento annettano a “danni inerenti solo aspetti estetici” quando ci si riferisce ad un Monumento, o remoti risentimenti estetici alle strutture murarie in caso di andamento non ottimale della macchina da scavo: se ci saranno danni questi saranno DANNI. Comunque non vengono mai fatti risalire a cedimenti delle fondazioni, fatto alquanto probabile e apportatori di danni non estetici (ndr).
(4) Già Giuseppe Poggi nelle Relazioni sui Lavori per l’Ingrandimento di Firenze esprime l’opportunità di non collocare la nuova stazione ferroviaria a Santa Maria Novella a sostituire la vecchia stazione Maria Antonia; propose alternativamente l’attuale Piazza della Vittoria o decisamente a Campo di Marte dove comunque collocò una stazione secondaria. Si scontrò
con la decisione tutta politica di far convergere i viaggiatori nel centro della città
(5) La scelta di intercettare la stazione di S. M. Novella fu determinata dal timore dei poteri locali che la città fosse oltrepassata dall’AV, favorendo altre fermate sulla Milano-Napoli. La questione si pose soprattutto con la realizzazione della linea Direttissima Firenze-Roma. La Regione Toscana avrebbe voluto un “Sottoattraversamento lungo” che partendo da Figline raggiungesse Castello da sud sotto attraversando l’Arno e intercettando in sotterranea la stazione di S. M. Novella che a quel punto sarebbe diventata anche di transito. Le Ferrovie dello Stato invece spingevano per un collegamento “provvisorio” e più economico tra Direttissima e linea esistente, utilizzando la galleria di S. Donato e attestando l’AV a Campo di Marte. All’inizio degli anni ’90, nel Piano Vittorini adottato, la stazione era a Campo di Marte e l’AV avrebbe imboccato una delle due valli a nord (Mugnone e Terzolle ), senza toccare il Centro Storico. La tortuosa soluzione attuale comparve alla metà degli anni ’90, ma la stazione era nel sito Belfiore, ancora integrabile con S. M. Novella mediante un people mover.
Con la definitiva collocazione della stazione AV nel sito ex Macelli (senza people mover) si interruppe qualsiasi legame con la stazione di S. M. Novella e venne a cadere ogni ragionamento sullo scambio con il traffico regionale. Per rimediare a questa deficienza si cercò di effettuare la coincidenza tra treni regionali e Alta Velocità nella Stazione di superficie di Circondaria (in corrispondenza della fermata sotterranea) ma anche questa soluzione fu poi accantonata.
Giovanna Nicoletta Delbuono, Architetto.
Paolo Visonà Professore Dipt. Arte all'Università del Kentucky USA
Ugo Barlozzetti Critico d'Arte, Segretario Assoc. Amici del Museo Stibbert
Teresa Crespellani, Dipt. Scienze della Terra Università di Firenze
Lucia Lepore, Archeologa
Deanna Sardi, Storica
Roberto Budini-Gattai Comitato Piazza Brunelleschi
Vincenzo di Serio, Prof. Diritto Comitato Primo Popolo di Florentia
Franco Cardini, Storico
seguono altre firme su originale cartaceo
Il nome che è stato dato alla autonoma aggregazione di liberi cittadini di "Primo Popolo di Florentia" nasce dal primo esperimento di democrazia popolare a Firenze nel 1292. Da questo blog partono idee ed iniziative per l'instaurarsi di una vera RES PUBLICA a Firenze.
mercoledì 11 marzo 2015
sabato 28 febbraio 2015
Aeroporto di FIRENZE e Fosso Reale
Aeroporto di FIRENZE e Fosso Reale
La lotta per imporre o per
impedire il nuovo aeroporto della piana sarà lunga e difficile. I cittadini che
vorranno difendersi da questa incombente presenza dovranno conoscere e
approfondire tutte le questioni, senza limitarsi al problema, pur grave, del rumore.mercoledì 25 febbraio 2015
FERMIAMOLI
Cari amici, la petizione promossa dalle associazioni e dai comitati per la difesa
del patrimonio della nostra città è on line.
Firmiamo e inviamo la petizione a tutti quelli che conosciamo per fermare la DISSOLUZIONE culturale,storica,artistica e urbanistica della città di FIRENZE-flos colendi-fiore da coltivare e non fiore da spezzare e poi gettare dopo l'uso e l'abuso.
LINK
https://www.change.org/p/sergio-mattarella-chiediamo-al-sindaco-nardella-di-sospendere-le-grandi-opere-permanenti-e-invasive-in-costruzione-a-firenze-e-al-presidente-della-repubblica-sergio-mattarella-di-vigilare-su-firenze-patrimonio-dell-unesco
lunedì 9 febbraio 2015
UN PROGETTO ASSURDO VOGLIONO FINANZIARE LA TRAMVIA SOTTO IL CENTRO STORICO DI FIRENZE
Rendering* di una Stazione tipo della Tramvia sotto il Centro Storico di Firenze.
*(estratto da La Repubblica Firenze 6 febbraio 2014)
Il progetto di far passare la Tramvia nel sottosuolo del Centro
Storico sta procedendo: ogni tanto la stampa informa i Cittadini sui progressi
dell’opera, e ci regala ora una prima immagine di “stazione tipo” di cui forse
il Centro Monumentale potrà fregiarsi, di sorprendente bruttezza. Chi pensava
che le discese nel sottosuolo fossero discrete e seminascoste, segnalate con un
cartello, perda ogni speranza: non si era mai visto niente di più indegno, la
scomparsa pensilina di Toraldo di Francia alla Stazione
era niente, al confronto. Ci diranno che la stazione rappresentata non
riguarderà il Centro Storico, è probabile, bensì la linea 4 per Campi: ma
allora perché è sotterranea?
Del progetto, in sé, del vero e proprio progetto, l’Amministrazione
non ci informa secondo un consolidato costume; per sapere qualcosa di più
segnaliamo ai Cittadini il seguente indirizzo:
Diciamo subito che nel disegno del tracciato della Prometeo
manca il famoso “nodo b” cioè il tratto “ Piazza della Repubblica- Piazza della
Libertà”, ma non disperiamo di vederlo presto, dal momento che è previsto dal
Piano Strutturale, quindi è scontato.
E’ interessante che la
Prometeo Engineering spari immagini di
frese gigantesche accanto a frasi sulla bellezza di Firenze, meraviglioso!
Certamente quella fresa non produrrà vibrazioni da far tremare le vetrate di santa Maria Novella, il Battistero, la Cupola , le Torri del Bargello e di Palazzo Vecchio:
sarà come un soffio, una manina leggera, o magari la Prometeo si propone di scavare a
mano? Ma certo: il tunnel, d’altro canto, sarà tutto in terreno archeologico!
Rispetto, ci vuole, perbacco!!
Stanno preparando lo studio di fattibilità: ma vogliamo dire
a proposito qualcosa anche noi.
Tanti anni fa il Prof. Tito Arecchi, a proprie spese, aveva
proposto uno studio per una Metropolitana: ci ricordiamo benissimo che proclamarono ai quattro venti che nel
sottosuolo di Firenze NON SI POTEVA SCAVARE, e fecero addirittura volantinare
per strade e piazze, convocarono assemblee nelle Case del
Popolo, e convinsero tutti, o quasi, salvo poi, decidere esattamente il
contrario.
Si scava e si scaverà il doppio Tunnel della Tav ( dove passerà
e cosa comporterà ormai lo sanno perfino i sassi, e chi non lo sa si informi),
e la Tramvia avrà il
suo bel percorso sotterraneo nel Centro Monumentale della Città.
Quindi Firenze avrà nel sottosuolo una bella coppia di
barriere a compromettere il normale assetto delle falde acquifere, una a monte
e una vicina all’Arno, quindi il sottosuolo andrà totalmente in secca: i
geologi fiorentini a questo proposito non hanno niente da dire?
Si preoccuperanno sempre e solo dell’impatto che l’ambiente
avrà sulle opere, e non viceversa? Bene, tutti zitti e proni.
“Teniamo famiglia”: questa pare sia ormai la parola d’ordine
che circola.
Le conseguenze sulle fondazioni di tutti gli edifici saranno
disastrose ma, come accade in Italia, qualcuno già si frega le mani: quante
opere di restauro!! Quanti bei cantieri!! Quanti soldi!!
E non scordiamoci i 12 parcheggi sotterranei “pertinenziali”
agli appartamenti extralusso ricavati dal frazionamento dei Palazzi che stanno
vendendosi nel Centro Storico: Nardella e Rossi fanno gli agenti immobiliari e
stanno vendendo “l’argenteria di famiglia”.
www.investintuscany.com vedere per credere.
Come diceva Renzi? “Venghino signori venghino, vendiamo le
auto blu!!” (ma neppure una).
“Venghino signori venghino, vendiamo Palazzi, Conventi,
Rotonde, Chiese, si vende Firenze, sopra e sotto, vendiamo la terra, e quel che
c’è sotto, reperti e acque, tutto compreso, prezzi boni!!”( ma questi li
vendono per davvero).
Ma quando i giornalisti smetteranno di fare i lacché e
faranno un minimo di vera informazione?
Ma quando i Cittadini si riprenderanno la ragione? Il proprio
diritto di decidere del bene comune?
Questa terra tanti secoli fa è stata comprata col denaro dei
Cittadini, le libertà comunali sono state comperate a sacchetti d’oro per non
pagare più ai feudatari il diritto di entrare e uscire dalle porte delle città,
di costruire, di commerciare, di attingere acqua, di pescare, di macinare il
grano, di accendere il fuoco in casa…e di seppellire i propri morti sotto
terra: a questo era destinato il sottosuolo, principalmente.
Così sono nati i liberi Comuni, così è rinata la vita civile,
questi sono i veri diritti di cittadinanza: poter stabilire che cosa sono i
beni comuni ed il collettivo e comune interesse, e per questo la terra dentro
le mura fu comperata a peso d’oro, purché le Città fossero territorio libero e chi ci viveva
fosse libero di decidere: questi dovrebbero ancora essere diritti acquisiti, e invece si vive sotto un
potere senza opposizione, che decide delle sorti nostre e delle generazioni
future in forza di una “delega
irrevocabile” e rassegnata all’ occupazione del potere da parte di pochi potenti.
Le “ genti nove” di
Dante che ritornano.
Ma nessuno se ne ricorda più o non vuole vedere, e chi lo
sa, tace, nemmeno un sussulto di dignità.
venerdì 2 gennaio 2015
RACCONTO APPARENTEMENTE IMMAGINARIO
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO VOLENTIERI DA BARBARA D.
L’amico degli alberi
Farsa in più atti
Scena I
Un salottino privato, adiacente alla sala del trono
Il sovrano – con
forte accento napoletano, accostandosi appena al pesante tendaggio
della finestra, e poi allontanandosi di scatto dalla medesima.
Ma che vuole tutta chella ggente là, ma pecché strillano accussì.
Ciambellano, dicitemi nu poco, ce l’hanno cummé?
Ciambellano – cercando di tranquillizzarlo, in perfetto toscano
Sì e no, maestà, vedete, si risentono perché gli affari non vanno,
e gli scavi che state facendo in cerca di tesori sotterranei, proprio
a ridosso delle feste natalizie, non migliorano le cose. Dicono che
se volete scavare, sarebbe meglio che ve ne andaste in aperta
campagna, là per lo meno potreste trovare un poco d’acqua, visto
che in città pure quella comincia a scarseggiare.
Il sovrano – Hiii,
che esaggerazione. Ma vedete nu poco quanto si agita chilla femmina
bionda là, si sta avvicinando alla porta. Mamma mia che paura. Meno
male che mmò la guardia l’ha ricacciata inditro. Strilla, si
straccia le vesti, c’ha certi occhi che sembra uscita dall’inferno.
L’acqua dite, eh. Ebbene, se vogliono l’acqua facitela calà nu
poco d’acqua abascio, e vedimme si se danno una calmata tutti
quanti. Maronna mia, ma ch’avimmo a fà, la rivoluzione. Chiamate
il capoguardie, che voglio darli una rinfrescata a tutti quanti
stanno, sti masanielli inviperiti.
Ciambellano – Ma maestà, fuori fa freddo, la temperatura sta scendendo sotto lo zero e tra poco sarà notte.
Il sovrano – Nun me e fotte un fico, vogliono l’acqua, e l’acqua avranno. Facit’ampresso ciambellà, che mi voglio godere lo spettacolo, ca ggià mi sto noiando.
Ciambellano – Come
volete maestà, agli ordini.
(Esce. Torna dopo pochi istanti, accompagnato dal capoguardia)
Capoguardie– Agli ordini maestà
Il sovrano – (visibilmente annoiato, sdraiato su una poltrona, gioca con le frange. Parla senza guardare in viso il capoguardie, tra uno sbadiglio e l’altro)
Brigadie la sentite tutta sta gente inferocita qua abbascio? Dicono
che non hanno acqua? Arrovesciategli in testa una bella pentolata, ma
che sia bella fresca e non ne parliamo più che qua mi so scassato
u’cazzo de sta gazzarra tutti i santi ggiorni. Tra un poco
arriveranno i compratori cinesi, e vedete un poco se è il modo di
accoglierli, con la piazza del palazzo piena di facinorosi che
nemmeno le cinque giornate di Milano. E mica ci stanno gli Austriaci
qua, no?
Capoguardie – Sarà fatto, Maestà (esce).
Pochi minuti dopo si ode un grande scroscio, poi si avvertono grida,
pianti di bambini, donne che urlano, uomini che imprecano.
Il sovrano – Cosa fanno, se ne vanno? (Rivolto al ciambellano, che
si alza sulle punte di piedi per vedere meglio)
Ciambellano – Sì, stanno lasciando libera la piazza. Le guardie
cacciano gli ultimi, che si attardano, un bambino piange, perché ha
perduto la mamma.
Il sovrano _ Facimm’anpresso che i cinesi stanno arrivando.
(ESCONO)
Scena II
La sala del trono
Il compratore, accanto l’interprete, il re sotto al baldacchino.
Il sovrano, rivolto al ciambellano, in piedi accanto allo scranno
regale. Si china verso di lui e la corona gli scivola su un orecchio:
Che ve ne pare ciambellano, l’offerta non è male, in fondo si
tratta di una catapecchia infestata dai topi. Vogliono farci un mega
albergo che porterà tanti stranieri e tanti soldi in città.
(Rivolto all’interprete) Dite che l’offerta è allettante e che
ci consulteremo coi saggi.
A un tavolo vicino, sommersi di scartoffie, i saggi sono al lavoro
per valutare l’offerta.
Hanno squadernato sul tavolo antiche mappe della città, le
confrontano fra loro lisciandosi le barbe. Sono barbe talmente lunghe
che passano da un lato all’altro del tavolo. Sotto al tavolo un
buffone si diverte ad intrecciare insieme le barbe dei tre saggi.
Il sovrano –
Rivolto ai saggi : Allora, che vi pago a fare se non siete capaci
di fare sta perizia entro un tempo ragionevole. Il nostro ospite sta
qui e aspetta una risposta. Domani deve ripartire, c’ha il business
che lo aspetta, e sapete che il tempo è denaro.
Uno dei saggi abbozza timidamente un’obiezione_ Vedete
maestà, va tutto bene, certo, soldi per la città, un mare di soldi,
a parte per quei poveretti che nell’Albergo di santa maria degli
Angeli ci abitano da anni. Il fatto è, vedete, che se confrontiamo
queste vecchie carte con lo stato attuale, vediamo che proprio nel
punto in cui volete effettuare quest’altro scavo , l’ennesimo,
perché a questi punti la città, con rispetto parlando, assomiglia a
un groviera, ebbé, Maestà, qui un piccolo problemino ci sarebbe,
perchè qui scorre l’antico letto del fiume, già interrato e già
deviato tre, quattro volte.
Il Sovrano (lanciando
uno sguardo da basilisco all’interprete, che già stava inclinando
la testa verso l’acquirente): Guagliò chisto nun c’è
bisogno che lo traducete; si tratta di fatti nostri e Chun Jang o
come si chiama lui nun c’azzecca niente. Poi rivolto al saggio:
Vabbé ma che significa, corso o non corso, letto o non letto.
Chisto d’u buco è n’antro pajo di maniche. L’importante è che
s’accattano l’Albergo con tutta la fetenzia drinto. Poi lo scavo
lo faranno da n’antra parte. Addò sta scritto che l’hanno a fare
proprio llà?
Rivolto a Chun Jang, che sta già tirando fuori dei sacchetti
pieni zeppi d’oro:
Allora, carissimo, per quanto riguarda l’Albergo è affare fatto.
Solo per lo scavo dovrete aspettare nu poco, avere ancora nu poco di
pazienza perché ci sarebbero delle quisquiglie da sistemare, sapete,
questa nun è Honk Hong, purtroppo, è una città antica, magari ci
fossero tutte strade diritte e ad angolo retto come a Tokio o
Shangai, qui a ogni passo si trova un reperto, come li chiamano loro.
Per quanto rigarda lo scavo sotto al Duomo, però, non ci stanno
problemi. Si alza in piedi e per poco, nella foga, non inciampa
nel manto regale, evidentemente troppo lungo: Si avvicina alla
finestra, e parla tra sé, come se avesse dimenticato il compratore
– Tutta sta bbellezza mi opprime, mi mette sapete una malinconia.
Qui tutti gli anni i turisti arrivano a frotte, si riempiono gli
occhi di bellezza, ma le nostre casse, tesorie, diciticello vuj, le
nostre casse stanno vuote, vuote da fare tristezza. E come li mando i
bambini all’asilo, con quali soldi, e me, lo dicete, coi soldi
della bellezza. A proposito, ciambellà, c’avevamo un altro
appuntamento. Non dovevano venire anche per quell’altra
faccenduola, sì , come si chiama lei, per la Venere del Botticelli:
Ciambellano – con
fare preoccupato, rivolto al compratore cinese che è rimasto
interdetto, il volto quasi coperto dai sacchetti di monete d’oro
che invadono ormai il tavolo:
Non ci badate e date qua. Affare fatto, allora, vi manderemo più
tardi all’albergo il regolare contratto datato e sottoscritto da
sua maestà, sapete, è un brtto momento, i sudditi gli danno tante
preoccupazioni, non sono mai contenti. Ma con questi almeno una parte
dei problemi, sono risolti. Almeno per un po’. (Fa cenno al
tesoriere di avvicinarsi e di chiudere i denari in cassaforte)
(Via il compratore, seguito dall’interprete. Quando scende dalla
sedia si vede che è un ometto minuscolo, anche se riccamente vestito
all’occidentale).
Scena III
Si ode bussare prima dalla porta ovest, poi da quella est,
Ciambellano – Con
aria sempre più preoccupata: Maestà, da questa parte ci stanno
gli archeologi, da quell’altra i signori per la Venere. A chi devo
aprire.
Il sovrano (Che nel
frattempo è riuscito, sbuffando e imprecando, a issarsi nuovamente
sul trono) E facite trasire quei rompibballe degli
archeologi.Potessero schiattà tutti come topi di fogna.
Primo Archeologo
(inchinandosi ai piedi del trono): Ecco Maestà, vedete, il
problema è questo. Sotto il duomo, e con la mano fa un cenno
all’altro di porgergli certe carte, ma proprio sotto, ci sono i
resti di santa Reparata, e poco più sotto ci sarebbe la parte
romana, di inestimabile valore, e sotto ancora c’è la città
etrusca. Voi capite che se la galleria dovesse passare da lì, ma
proprio da lì, il danno per i posteri sarebbe enorme,
irreparabile.... Direi che sarebbe un sacrilegio nei confronti della
scienza, per non parlare della civiltà. E voi, collega illustrissimo
–
(rivolto alla propria destra , gli fa cenno di avvicinarsi anche
lui al trono. Il vecchietto invece stava avvicinandosi quatto quatto
alla porta d’uscita, ed è costretto a fare dietro- front. Cammina
tenendo gli occhi fissi sul sovrano che, sempre più nervoso, fatica
a tenere dritta la corona).
Secondo Archeologo
(molto più anziano, ma anche men intimorito del primo. Barba
bianca, occhialini tondi, voce ferma di basso): Sì, Maestà, è
così, la galleria – a meno che non si faccia un’ampia
deviazione, arrecherebbe danni irreparabili nella delicatissima
stratigrafia della Firenze sotterranea, e poi .......
Il sovrano – mo mi
avete stufato con tutti o vostri dubbi e ripensamenti. Vabbé ho
capito, ma dei vostri cocci me ne fotto, con rispetto parlando, una
bella minchia. Basta, basta, basta con tutto sto vecchiume (Scivola
giù dal trono, questa volta speditamente)Ma guardateli tutti sti
tetti a punta, ste case torri che sembrano dover venire giù da un
momento all’altro e che invece stanno sempre lì, belle, in piedi
da un secolo all’altro, mentre quelli che le hanno abitate nel
fiore degli anni, e i figli di quelli già sotto terra si disfano in
polvere. Sei cenere e cenere ritornerai; se queste parole potessero
valere anche per la superbia di questa città. E invece no, il sangue
caldo degli uomini vi scorre attraverso, inaridisce, sangue nuovo si
aggiunge, uomini nascono, sfioriscono, si dissolvono in nulla, ma lei
sempre lì, non si muove di un millimetro, con le sue pietre fredde e
indifferenti, la sua bellezza sfacciata che è un insulto alla nostra
caducità.
Secondo Archeologo (ha udito il soliloquio del sovrano, e ora lo
guarda con aria interrogativa, poi, reclinando il capo): Ma voi amate
la città, sire?
Il sovrano: sia detto in confidenza, no. La detesto, la odio. Vorrei
vederla in ginocchio, umiliata, ridotta come le tante città del sud,
la cui bellezza è stata cancellata dal tacco sprezzante dello
straniero, sconciata dall’invasore, lordata da....
Secondo Archeologo: Direi che allora state raggiungendo lo scopo
(Esce)
Il sovrano : Come osi..... ma s’interrompe, si rammenta degli altri
che stanno attendendo.
Ciambellano fate antrare.
(Esce l’archeologo. Fuori anche i saggi, le cui barbe sono state
intrecciate dal buffone, escono dalla porta di sinistra, mentre da
destra entra una delegazione di tre uomini in frac nero, che
assomigliano vagamente a tre becchini. Il sovrano ha sulle prime un
moto di spavento)
Parlano a turno:
Allora
Maestà
Se tutto è pronto
Noi saremmo qui
Per prendere in consegna il quadro
Il sovrano: certo certo. Ciambellano, fate portare la fanciulla.
Ciambellano: La fanciulla sire?
Il sovrano: Massì, chilla là, Maruzzella, cosa là, la Venere.
Ciambellano: Venite avanti.
Entrano tre inservienti che sorreggono a fatica una tela gigantesca.
Ecco, appoggiatela là, sulla parete di fronte.
Il Ciambellano si avvicina alla tela e la scopre. E’ la Venere del
Botticelli. Immediatamente una luce azzurrina si diffonde nella
stanza, fino a quel momento sommersa dalle tenebre. I tre uomini in
frac stanno dinanzi al quadro in silenzio, il capo scoperto in segno
di devota ammirazione. Solo il re sembra indifferente. Si è fatto
aprire la cassaforte dal tesoriere ed è tutto intento a contare il
denaro. Il buffone lo osserva, facendo mille smorfie e tentando
invano di attirare la sua attenzione. Ma nulla riesce a distoglierlo
dalla sua occupazione. A un certo punto si sente un gran tintinnio.
Tutto comincia a tremare. Mobili e suppellettili si spostano a destra
e a sinistra come sulla plancia di una nave in preda a una tempesta.
Ciambellano – Cosa succede. Mi sembra di aver il maldimare.
Il sovrano: Il maldimare sulla terra ferma? (E intanto deve reggersi
con la mano la corona, che gli è scivolata pericolosamente su un
orecchio).
Il buffone (nascostosi sotto il tavolo) Terra ferma, ma quale terra
ferma, se tutto sta tremando.
Intanto i tre uomini in frac si precipitano sul dipinto, che è
caduto a terra ed è scivolato al centro della stanza. Proprio in
quel momento si ode un sibilo, e il grande lampadario di cristallo
precipita a terra, al centro della tela, sfondandola
irreparabilmente. Tutti si mettono le mani nei capelli.
Cala il sipario
ATTO II
Siamo a casa del secondo Archeologo. ….
IL FINALE PROVATE AD IMMAGINARLO O A SCRIVERLO VOI LETTORI.
mercoledì 26 novembre 2014
UFFIZI IN CINA E LA CESSIONE DEI DIRITTI SULLE OPERE D'ARTE: UN ALTRO PATTO DEL NAZARENO INTERNAZIONALE?
Qualche giorno fa su “La Nazione” abbiamo potuto leggere che
…” gli Uffizi andranno a Shangai”: ci sono tante opere d’arte nei depositi,
perché non approfittare dell’opportunità di grandi capitalisti cinesi disposti
a finanziare questo progetto? I “mecenati” costruiranno un grande bellissimo
museo, in prestigiosa location, onde
far convergere opere dagli Uffizi e quindi promuovere il nome di Firenze, il
brand (?) fiorentino. Contenti dell’iniziativa?
Non ne sapevamo nulla, ma dice il Sindaco che a gennaio si
perfezioneranno gli accordi. Quali?
Non c’è alcuna informazione a riguardo: certo le opere
appartengono al Demanio Culturale ( Art. 822 C.C), sono tutte catalogate, sono
inalienabili, ma forse sono alienabili alcuni diritti poiché le Norme per la
Circolazione dei Beni Culturali non sono perfette.
Ma cosa vogliono fare?
E’ necessario spiegare qualcosa. Cominciamo dalla fine:
la Signora Nicoletta Mantovani ved. Pavarotti, eletta nelle
liste Pd, per cui è stato costituito un apposito Assessorato ai rapporti
internazionali, ha avuto una delega per andare in Cina a sondare il terreno; ma
già il consigliere Forza Italia Mario Razzanelli ( ex Firenze c’è, ex Lega) che
da molti anni fa import export fra Italia e Cina, era solito dichiarare di
accarezzare un sogno: portare gli Uffizi in Cina.
Pare che il sogno si avveri e si faccia sul serio, Mario
Razzanelli ha accompagnato il Sindaco Nardella in Cina: foto su La Nazione, un abbraccio su sfondo
cinese. Ma c’è di più: pare che siano stati siglati accordi che a gennaio si
perfezioneranno.
Che tipo di accordi? Che tipo di impegni sono stati presi a
nostra insaputa?
Stante l’inalienabilità dei Beni, è stata prefigurata una
qualche “cessione di diritti”?
“ I beni del demanio Culturale non possono essere alienati,
ne’ formare oggetto di diritti a favore di terzi” così recita l’Art. 53 del
Codice dei Beni Culturali.
In ogni caso se sono stati ceduti diritti noi non avremo mai
più la forza di ricomperare: accordi da respingere, da stracciare, non da perfezionare!
Nell’Art 66 si considera possibile l’esportazione temporanea
per manifestazioni, con tutto un corredo di condizioni fra le quali la
sicurezza del trasporto e della conservazione, ma si vieta l’esportazione di un
fondo principale di una determinata raccolta.
Le opere conservate nei depositi degli Uffizi, forse non
sono definibili come “fondo principale”, ma possono ugualmente essere fragili,
preziosi documenti “di scuola”, “di bottega”: documenti che costituiscono la
“storia dell’Arte”, i documenti dell’elaborazione, del percorso.
Il valore del nostro Patrimonio è dato proprio dal fatto che noi non abbiamo 2,100, 500
capolavori assoluti, collezionati da qualcuno e recapitati ai nostri musei non
si sa come, isolati dal proprio contesto: noi abbiamo i capolavori assoluti e
il contesto che li ha prodotti e li ha accompagnati, che li ha studiati e
assimilati ed a sua volta ha dato luogo ad altri prodotti artistici.
Il nostro Paese è stato sistematicamente svuotato da grandi
ladri organizzati: per mesi, dopo il sacco di Roma colonne di carri hanno
trasportato refurtiva artistica nel nord Europa; per secoli nobili a corto di
soldi e parroci sprovveduti hanno fatto cassa svendendo arte, reperti, libri,
di tutto.
Ma nel 1602 il Granducato Mediceo fissava un elenco di
Autori che non si potevano vendere.
Lo Stato della Chiesa con l’Editto del 1820 di Mons. Pacca
poneva le basi giuridiche della tutela, della catalogazione, del concetto di
Patrimonio inalienabile, fondandosi sul Diritto Romano.
Finalmente nel 1939 arrivò la Legge Bottai e lo Stato ebbe
regole più certe.
Ma le Leggi hanno sempre le deroghe, anche l’attuale Codice, proprio sulle esportazioni.
Come si verrebbe a configurare il trattato Nardella/
Razzanelli/Shangai? In Cina si costruisce una splendida costosissima struttura
museale atta ad ospitare opere provenienti dal Museo degli Uffizi:
perché gli investitori abbiano un profitto ( non si fa
niente per niente) è necessaria una “certa quantità” di opere. Quante? Chi le
sceglie? A rotazione? Per quanto tempo? E se casca l’aereo?
E se affonda la nave? E poi, un giorno, vorranno
anche le opere del “piano di sopra”?
domenica 16 novembre 2014
TRAMVIA E TAV A FIRENZE, UN UNICO DISASTRO INCOMBENTE NEL SILENZIO GENERALE
Sono in atto a Firenze opere che costituiscono potenziali gravissimi rischi all’intera Città, due distinti progetti ad altissimi costi e ad altissimo impatto urbanistico e ambientale secondo fattori che mai vengono valutati, la reversibilità o l’irreversibilità delle opere:
- la Tramvia sarà parzialmente reversibile ma a costi sociali elevatissimi.
- i tunnel dell’ Alta Velocità saranno una irreversibile alterazione del sottosuolo di Firenze e costituiranno un danno permanente e dagli effetti incontrollabili.
Nonostante la proclamata “informazione e partecipazione” ben pochi cittadini sanno effettivamente in cosa consistano i progetti, se in essi siano contenuti rischi, quando si manifesteranno e dove e come si produrranno le temute conseguenze.
Descriviamo di seguito sinteticamente quelle che si definiscono “criticità dei progetti” : in effetti sono autentici RISCHI insiti nei progetti, desunti dai progetti stessi, di cui gli amministratori dovrebbero rispondere oggi stesso ai cittadini. Nulla di quanto segue è una personale ipotesi
-//////////-
TRAMVIA, UN PROGETTO SBAGLIATO A RISCHIO MOLTO ELEVATO.
Pochi sanno o riescono a valutare che tutte le linee faranno esclusivamente capo a S.M.Novella, cioè che lo scambio fra una linea e l’altra avverrà solo a S.M. Novella, senza altra connessione e comunicazione fra un quartiere e l’altro, non solo: sarebbe stato logico che un passeggero, trovandosi già su di un treno ( perché la tramvia non è altro, date le dimensioni dei vagoni, del passo dei binari, e perché progettata da Italferr) potesse accedere direttamente alle linee ferroviarie; niente di tutto ciò. Questo è uno degli errori progettuali. Ma c’è dell’altro.
Cosa avverrà alla Fortezza: tutto intorno al Monumento verranno scavati tunnel per il traffico automobilistico, la Tramvia sarà in superficie su una grande soletta artificiale. I tunnel si posizioneranno a quota inferiore rispetto al letto del Mugnone e saranno provvisti di sirene d’allarme in caso di allagamenti ( previsti), poiché se il Mugnone fosse in piena non potrebbe ovviamente ricevere altre acque. Gli automobilisti, al suono delle sirene, dovranno abbandonare i veicoli e mettersi in salvo, ed anche i passeggeri delle tramvie.
In ogni caso fra Fortezza e Viale Lavagnini vi sono livelli idrici a 3,30/ 3,50 metri dal piano stradale ed ivi transita il Fognone principale costruito da Giuseppe Poggi, proveniente da Piazza Indipendenza in raccordo con quello proveniente da Piazza della Libertà.
Si sottolinea che negli strumenti urbanistici tutte le abitazioni e le strade del quartiere Statuto /Vittoria sono in zona classificata A RISCHIO IDRAULICO MOLTO ELEVATO ( sarà per questo che sta tornando a galla il progetto di parcheggio sotterraneo in Piazza della Vittoria?) e che tutta la linea 3.1 si sviluppa in Zone a rischio da medio ad elevato: sarà per questo che le sponde del Mugnone da tenere in PROTEZIONE ASSOLUTA, si stanno modificando pesantemente, per costruire un ponte di ferro a 4 corsie che viene detto “temporaneo”.
Mentre si registrano immensi danni a città e paesi e si contano i morti, qui ci si affida alle sirene.
Ma non è tutto, non è finita
- //////////-
SOTTOATTRAVERSAMENTO ALTA VELOCITA’ ALLA FORTEZZA DA BASSO.
In quote inferiori ai tunnel veicolari saranno posizionati i due tunnel dell’Alta Velocità: per quale motivo progettuale o minimamente razionale il percorso dei due tunnel debba inoltrarsi sotto alla Fortezza ( due tunnel contenenti ciascuno un solo binario) per poi girare e andare a Campo di Marte lo si ignora, ma è ben presente il motivo per cui opere del genere avrebbero dovuto essere proibite: per il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE.
Infatti sorvolando sul percorso in curva, in discesa prima, in salita poi, e sulla seconda curva alle Cure, sulla velocità ridottissima dei convogli, pare non più di 60 km/h ( alta velocità?) è assai tranquillizzante leggere nelle Valutazioni di Impatto Ambientale del Progetto che la Fortezza sarà lesionata, ma solo un pochino, danni “estetici”alle murature.
Dipenderanno dallo sprofondamento delle fondazioni a causa dello scavo, ma sarà uno sprofondamento estetico: qualcuno dirà che era previsto, tutto sotto controllo, tutto consolidato con tanto cemento.
Anche nei tunnel si raccoglieranno acque, forse acque piovane, forse liquidi inquinanti sversati da convogli “merci”: si dovranno costruire cisterne ( ma poco capienti, gli spazi sono ristretti, 60 mq) da cui saranno pompate, dove?
Nel Fognone del Poggi e quindi in Arno.
Vi saranno però le cosiddette opere di mitigazione: le acque di falda che pervengono dal versante nord delle colline, importantissimi apporti idrici alle ghiaie su cui è fondato il centro di Firenze, non possono essere fermate. Il doppio tunnel è in effetti una diga sotterranea contro cui si fermerebbero le acque che scendono da nord, ma ciò è stato valutato: si scaveranno batterie di “pozzi” ( ben sette metri di diametro ciascuno) per consentire alle acque di falda di sottopassare l’ostacolo e proseguire nel proprio corso, e per impedire sprofondamenti dei terreni si inietteranno raggiere orizzontali di cemento. Per movimenti di altro tipo non si sa.
E’ chiaro che il sottosuolo di Firenze sarà alterato eternamente.
Ma nello Studio di Impatto Ambientale si dicono altre cose, molto inquietanti.
- La durata dell’opera è prevista per 500 anni valutando gli effetti CHE L’AMBIENTE AVRA’ SULL’ OPERA. Sì, lo scopo della Valutazione è stato questo, non vi sono preoccupazioni per l’inverso.
Si prevedono danni di tipo estetico, rimediabili, anche sugli edifici abitativi, se saranno lesioni importanti meglio demolire subito, costa meno.
E poi dato che i terreni in cui sono immersi i tunnel sono inquinati e pieni di robaccia, il cemento potrà essere corroso, ma per 500 anni dureranno, d’altro canto la qualità dell’opera deve essere garantita, i soldi devono essere ben spesi, sono denaro pubblico!
- Gli edifici in cui si prevedono lesioni sono quelli “a perpendicolo” sui tunnel: le vibrazioni della “talpa” non produrranno effetti laterali; anche l’effetto dell’ammanco di terra scavata è previsto. Tutto previsto?
Le previsioni sono fatte per mezzo di “modelli”, ma i cittadini non sanno se:
- i modelli sono affidabili ed hanno una comprovata capacità di adattarsi alla specificità del sottosuolo di Firenze, un sottosuolo molto disomogeneo.
- I dati inseriti nei modelli sono attendibili.
Infatti da progetto sono previste “rivalutazioni complessive in corso d’opera”.
In altre parole, se i modelli non funzioneranno, decideremo lì per lì, d’altronde l’ex sindaco aveva detto “ con la scienza e la tecnologia oggi si riesce a fare tutto”. Infatti.
Ma la Valutazione di Impatto Ambientale dice/non dice altre cose
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TUNNEL A.V. E CENTRO DELLA CITTA’
La Valutazione di Impatto Ambientale dice che esiste ed è attiva l’antichissima falda del Mugnone che si dirige verso il centro della Città: è rilevata in Piazza Savonarola, in Piazza SS. Annunziata:
quanto dista il Duomo?
Il Giornale di Cantiere di Arnolfo di Cambio riporta che tolto lo strato di poche braccia di terra fu trovata “ la ghiaia buona entro l’acqua” e lì furono scavate le fondazioni di Santa Maria del Fiore, che si trovano appunto tuttora nelle ghiaie entro l’acqua, come confermato da carotaggi recenti.
Ma non dicono quanta acqua verrà sottratta alle ghiaie su cui poggia il centro della Città!
Una recente relazione ufficiale rileva che l’acqua di falda a monte del tunnel a Campo di Marte è cresciuta di 1,5 metri ed a valle si è abbassata altrettanto; quindi segnala che:
E’ NECESSARIO RIVALUTARE COMPLESSIVAMENTE IL SISTEMA DI CONTINUITA’ DI FALDA ALL’IMBOCCO SUD: ovvero il modello su cui si sono basate le Valutazioni di Impatto del Progetto non è sicuramente attendibile.
I tempi attuali di percorrenza da e per Roma: 1 ora e 20 minuti, da e per Milano: 2 ore.
I treni ad alta velocità passano, VALE LA PENA RISCHIARE DI COMPROMETTERE IL SOTTOSUOLO SU CUI POGGIA FIRENZE per andare a Roma in 1 ora e 15 minuti?
Solo danni di tipo estetico, come alla Fortezza?
Vale la pena far correre a Firenze, all’immenso Patrimonio d’arte, di civiltà, qui depositato un qualsiasi rischio?
Le considerazioni di cui sopra sono interamente desunte dai testi allegati ai progetti, e contenute in una Relazione di tipo più tecnico, già sottoposta alla valutazione di esperti.
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