venerdì 22 maggio 2015

PRIVATI DEL PATRIMONIO COMUNE

Riscontriamo che  l’opposizione al malgoverno  condotta partendo da  basi  ideologiche non
solo è  inefficace e divisiva ma è molto dura a morire;  parallelamente la percezione di cosa è 
veramente la difesa del Patrimonio Comune resta difficile da comprendere e praticare ed è altra 
cosa dall’interesse della nostra parte( la Ditta?) “contro gli altri”; poi non è ancora chiaro ai più 
che il malgoverno si combatte efficacemente solo partendo dai Principi fondanti del Bene 
Comune e Collettivo, da cui discende il Buon Governo che tutela, fra l’altro, il Patrimonio della Collettività.
Firenze, e non sola ma l’intero Paese, vengono deprivati anzitutto del proprio Patrimonio di coscienza civile, della propria memoria storica  ( sostituita da vuote formule retoriche), privati di  riferimenti 
virtuosi ( sostituiti da brandelli e simulacri ), in altre parole della propria identità e non da oggi, ma 
soprattutto negli ultimi  decenni. In seguito a ciò si è aperta la strada per il depauperamento degli altri patrimoni, di consistenza materiale ma anche culturale.
Firenze sta subendo una profondissima trasformazione urbanistica a cui manca del tutto un Principio fondante, una base etica ovvero la tutela del pubblico interesse; se gli amministratori degli ultimi 
decenni se ne fossero fatti portatori avremmo assistito ad un processo veramente virtuoso ad esempio in un 
 rapporto forte fra Amministrazione ed Ente ferroviario, le cui esistenti infrastrutture 
( ancora di matrice ottocentesca) hanno condizionato in maniera determinante e condizionano tuttora
 pesantemente l’urbanistica della città.

In sintesi si sarebbe potuto avviare e portare a compimento:
dismissione dei parchi e fabbricati ferroviari inattivi e  parallela pianificazione  e progettazione delle nuove
 destinazioni in rapporto coerente con il disegno urbano esistente ed uno sviluppo stradale utile alla soluzione dei nodi fin’ora isoluti.Utilizzazione dei tracciati ferroviari esistenti ( e abbandonati o sottoutilizzati) per un sistema integrato di comunicazioni a scala metropolitana.

Abbandono  del progetto di  un tracciato AV in sottoattraversamento urbano, in ragione dei rischi a carico del suolo, del sottosuolo e degli edifici dell’intera città ( contrariamente a quanto è stato fatto, valutando il 
fattore di rischio e la irreversibilità delle opere in progetto ed i costi sociali dei danni previsti
 da modelli peraltro già dichiaratamente insufficienti); eventuale potenziamento delle linee esistenti
 per il traffico AV che di fatto è già in esercizio in superficie.

Ma elenchiamo gli errori, o meglio, gli orrori che si stanno verificando:

   IL PRIMO PROGETTO BLOCCATO DAI CITTADINI

un progetto di tramvie a schema radiale che accentra attorno alla Stazione di Santa Maria Novella un groviglio di rotaie, e non prevede rapporti di passaggio fra una linea e l’altra, quindi un progetto a dir poco sbagliato
 che comporta un anello di tunnel viari che circonderanno la Fortezza da Basso,
 rendendola simile ad una rotatoria, assediata in superficie dall’anello dei binari della tramvia;
effetti devastanti della Linea 1 della Tramvia sullo storico Parco della Cascine che sta diventando sede permanente di mercati e fiere, banchi e ombrelloni, luna park, parcheggio, sede di capannoni
 “espositivi”, ormai separato fisicamente dalla città e in tutti i sensi degradato;
alterazione permanente ed irreversibile del suolo, del sottosuolo, dei prospetti, delle vedute  e di tutte le
 alberature presenti in tutto il tessuto urbano storicizzato transitato dalle tramvie, segnatamente ed in particolare il Quartiere Statuto Vittoria col suo sistema di Piazze, a tutti gli effetti definito “Centro Storico” nel PRG
nel suo rapporto con i Viali e la Città antica; una insopportabile sciatteria, se non volgarità, 
di tutto l’arredo urbano.
 
 Cantiere tramvia linea 2


Quel che sta accadendo nel citato Quartiere  significa in pratica che tutte le amministrazioni preposte hanno calpestato non solo le tutele istituite dai Vincoli Paesaggistici del 25/5/1955, ma  l’immagine 
stessa della Città ampliata da Giuseppe Poggi fra il 1864/71, primo PRG dell’Unità Italiana, Patrimonio
 non già e non solo Paesaggistico, bensì Patrimonio Culturale e Storico, opera ingegneristica e urbanistica
 coerente che si sviluppava con continuità attorno all’intera Città fino alle colline, determinandone l’aspetto
 e consegnava ai posteri l’immagine, i caratteri e il  concetto di città civile e colta.
Purtroppo quest’operazione scellerata troverà continuità futura in altri quartieri e coinvolgerà anche
 il sottosuolo del Centro Storico per le linee del “Sistema di metro tramvia in sotterraneo”.





 
 G.Poggi:  Piano per l'ingrandimento di Firenze


 Se i Tunnel AV costituiranno una diga sotterranea che interferirà  con le falde acquifere poste a nord del
 Centro Storico inaridendo le falde su cui poggiano le fondamenta di tutto ciò che si estende fino all’Arno,
 i Tunnel del cosiddetto Metrotram, costituiranno il vulnus più temibile per il Centro antico 
ed i suoi monumenti; al momento si prospettano due soluzioni in rapporto ai livelli a cui saranno
 escavati i tunnel:
un’ipotesi prevede  scavi a quota circa 20 metri dal piano stradale, il che significa 
attraversare le quote archeologiche, condotti entro il  principale acquifero della città, interferendo con 
le acque delle falde nord e l’apporto della falda dell’Arno.
 Una seconda ipotesi è che i tunnel siano scavati a quota molto inferiore nelle rocce sedimentarie sottostanti: in questo caso lo scavo sarà praticato con una fresa e non è difficile immaginare gli effetti che saranno prodotti in superficie sul Patrimonio architettonico e artistico.
A ciò si aggiunga la progettata serie di 12 (13? 14?) parcheggi sotterranei da scavare nel Centro Storico
 a dotazione di importantissimi immobili oggetto di avviate compravendite e trasformazioni 
con cambi di destinazioni d’uso.






L’ex Sindaco, oggi Presidente del Consiglio, in una occasione ebbe a dire che il futuro di Firenze
 è nel sottosuolo; pensava evidentemente a tunnel, stazioni sotterranee dell’AV ( che ha comportato
 il delitto della demolizione degli ex Macelli e del relativo Parco secolare, un complesso architettonico 
della seconda metà ‘800 progettato dall’Arch. Felice Francolini su progetto urbanistico di Giuseppe Poggi). 
Ma sicuramente si riferiva anche alla percezione che lui ed altri hanno del fatto che solo scavando
 nel sottosuolo si può trovare lo spazio che in superficie non c’è più, e che in sotterraneo è possibile 
ancora costruire quel che fuori non ci sta più.












Valorizzare: un termine che ormai ha assunto un mero significato affaristico, temibile.
Ma è assodato che le terre  del sottosuolo a Firenze sono molto inquinate dagli scarichi industriali, 
per cui possono essere smaltite solo dopo costosissimi trattamenti: ma poco importa, o si gabellano 
per terre pulite ( v. vicende giudiziarie in atto) o cresceranno i costi, tanto l’opera è a carico 
del Pubblico. 
Per finire non resta che l’ingrandimento dell’Aeroporto e l’inceneritore.
Entrambe le opere ai margini della città sui residui lembi di terra non edificata accanto al mostruoso complesso di Ligresti, accanto all’intrico di una nuova viabilità a dir poco vergognosa per qualsiasi 
periferia da quarto mondo.
 L’inceneritore collide e contraddice le linee guida proclamate dal Ministro dell’Ambiente
 proprio qui a Firenze, così sintetizzate: “ l’economia lineare è finita! D’ora in poi tutto cambia! Inizia
 l’economia circolare”; ovvero inizia l’era del riuso, nulla si distrugge, tutto si ricrea a partire dai rifiuti.
Ma se i rifiuti si bruciano, Ministro, cosa circolerà? L’aria con le ceneri incombuste?
C’è una rilevante contraddizione, non le pare? 


 BINARI ATTRAVERSANO I QUARTIERI 

Veniamo all’ingrandimento dell’Aeroporto che comporterà una nuova pista parallela
 all’Autostrada, asse est - ovest.
Per poter portare a compimento questo disegno si inciderà ancora più profondamente sulla rete dei 
canali di bonifica, sugli Stagni ( super vincolati dalla UE), sul Fosso Reale, principale scolmatore 
della Piana fiorentina che dovrà aggirare ad U la nuova pista; ma con la “tecnologia oggi si fa tutto”,
 ipse dixit, ovviamente il Presidente.




 STORMI DI GRU NELLA PIANA DI SESTO-PERETOLA       

Tutto ciò per far decollare e atterrare aerei che attualmente decollano e atterrano senza alcun
 problema a Pisa, a meno di un’ora di treno; ricordiamo che una volta si andava in Stazione, si faceva il chek inn e poco dopo si arrivava direttamente in aeroporto a Pisa.
Ma ora si vuole che arrivino “clienti” direttamente a Firenze, nonostante l’Anac abbia prodotto una relazione negativa, nonostante le quote delle linee di atterraggio saranno a soli 280 metri dal suolo del
 centro di Firenze, nonostante proprio la zona dell’aeroporto si trovi sugli stagni dei principali 
migratori e le rotte degli aeromobili intersechino pericolosamente  quelle dei volatili ( gru, aironi, oche, 
Cavalieri d’Italia,germani, garzette etc).Quando gli intellettuali di Firenze, la Cultura fiorentina, i Cittadini
 riprenderanno coscienza del proprio ruolo e saranno meno proni, accondiscendenti, arrendevoli? 
Quando ci saranno architetti e urbanisti, storici, giornalisti, ingegneri, 
POLITICI in grado di alzarsi in piedi e dire NO? 


  

STAGNI NELLA PIANA DI SESTO-PERETOLA           

Abbiamo anche un Patrimonio civile da difendere e tramandare,
 un Patrimonio di dignità. Per ora tutti zitti e allineati. 










martedì 5 maggio 2015

Che cosa è l'economia circolare?



Il due maggio scorso a Firenze durante una conferenza stampa tenuta a Palazzo Medici Riccardi sul tema “Ecologia, biodiversità e ambiente”, il Ministro dell'Ambiente del Governo italiano Gianluca Galletti, ha lanciato la sua frase storica come un proclama, dicendo che d'ora in avanti tutto cambierà: “ l'economia lineare è finita, comincia l'era dell'economia circolare”.
Ha preannunciato a tutti noi sciuponi, che abbiamo sperperato le nostre risorse, la fine del modello di sviluppo lineare che trasformando le materie prime produce beni e merci, li usa, e dopo li getta in discarica.
Questo modello cambierà, ne occorre uno nuovo, circolare, ovvero uno in cui i materiali usati vengono riciclati e recuperati.

Il Ministro pare abbia trovato la soluzione ad un annoso problema già sondato e analizzato nei rapporti del Club di Roma “Terzo Rapporto: Progetto R.I.O. – per la rifondazione dell' Ordine Internazionale 1977” e “ Quarto rapporto: Oltre l'età dello spreco. 1976”
Nessuno di questi rapporti e tanto meno il Ministro ci dicono però come stanno realmente le cose; infatti siamo passati da un'economia produttiva durata fino agli inizi degli anni '60 ove i beni prodotti erano nel tempo durevoli e di buona qualità, quindi riparabili, ad una economia in cui i beni prodotti NON DEVONO durare nel tempo, la loro riparazione DEVE essere antieconomica e successivamente proprio IMPOSSIBILE.
In seguito col boom economico inizia l'era del consumo e si creano i consumatori perché in gran parte vengono indotte fittizie necessità dal mercato, dalla pubblicità, dagli studi approntati da sociologi, da psicologi che inventano il “marketing”; questo nuovo sistema così congegnato ha fatto sorgere il problema del consumismo che prima non c'era, ha creato i rifiuti e la necessità di disporre di discariche con tutto il malaffare che ne è venuto.

Gli stessi che hanno prodotto il consumismo con un'offerta folle di prodotti e beni di consumo di qualsiasi tipo, detengono anche i fili invisibili del mercato ed hanno ora anche la soluzione da proporre: decrescita e recupero e riciclo di materiali da reimmettere nel ciclo produttivo.
Sembrerebbe una cosa buona, in realtà non va minimamente a toccare il nocciolo del problema e cioè il consumismo, il cumulo di rifiuti e la scadente qualità dei prodotti dei beni e delle merci.

Perché le case produttrici (multinazionali….) non vogliono creare beni durevoli, di qualità e soprattutto riparabili, permettendo a tecnici ed artigiani autonomi di riformarsi e tornare a dar vita ad attività in proprio e autonome? In questo modo gran parte dei rifiuti sarebbe eliminata, non ci sarebbe proprio, ma tornerebbe ad esserci un diffuso benessere.
Non vogliono farci uscire da questo circolo vizioso per continuare il giochino del consumismo, utilizzando questa volta materiali di scarto riutilizzati e rigenerati, la cui qualità sarebbe ancora più scadente ma ci verrebbe gabellata come ottima, ma non solo: le merci così prodotte sarebbero la soluzione per diminuire e riutilizzare i rifiuti, per risparmiare le materie prime, e costituirebbero titolo di merito “civile” per il sensibile acquirente.
Per questi motivi si può dire che l'economia circolare serve ad aumentare il riciclaggio dei materiali di scarto al fine di mantenere alto il consumismo con una enorme, folle offerta di beni e merci prodotte e di bassa qualità.
L'immondizia, come già aveva intuito Pierpaolo Pasolini, viene ad assumere un valore essenziale come materia prima, e tende ad acquisire una valenza superiore al lavoratore che, per contro, è sempre più precario, rifiutabile, marginabile, variabile dipendente dalla MONNEZZA.
Essa è diventata il nuovo oro che il Re Mida del Nuovo Ordine ha avuto l'idea di toccare mentre era scoria da eliminare, nello stesso tempo l'essere umano è divenuto il nuovo rifiuto del ciclo produttivo.


MENTRE SCRIVEVAMO DI MONNEZZA ABBIAMO SENTITO IN STRADA UN RUMORE DI CINGOLI: DEVE ESSERE PASSATO L'ITALICUM……...




domenica 3 maggio 2015

PRIMO POPOLO DI FLORENTIA CONSEGNA APPELLO A SEGOLENE ROYAL




Ieri 2 maggio, prima della Conferenza sul tema dell'ambiente e della biodiversità,a palazzo Medici- Riccardi alle ore 11 abbiamo consegnato nelle mani del Ministro Francese dell'Ecologia e Ambiente 
Ségolène Royal IL NOSTRO APPELLO PER FIRENZE IN PERICOLO, già inviato sotto forma di esposto all'Unesco e pubblicato sul presente blog.Il Ministro ha mostrato particolare sensiblità e ci ha assicurato  attenzione e interessamento.

lunedì 27 aprile 2015

La risposta di Primo Popolo a Unesco Roma

La risposta di Primo Popolo a Unesco Roma: inutile chiedere all'oste che ha già venduto aceto per vino



C.a. Prof. Giovanni Puglisi
Presidente Commissione Italiana Unesco
Piazza Firenze 27-00186 Roma

Firenze, 27 Aprile 2015

Oggetto: riscontro Sua Preg. 27 marzo 2105 prot. 000166

Gentile Professore,

è ben noto a me ed agli altri firmatari del ns. appello per Firenze che Unesco non ha poteri interdittivi circa opere pubbliche di Enti locali o nazionali italiani, ma è altrettanto noto a noi che Unesco ha fra i propri compiti istituzionali quello di iscrivere un sito facente parte del World Heritage nella lista dei siti in pericolo ove se ne verifichi la ragione.
Vediamo che nell'elencare i compiti istituzionali specifici di Unesco Lei ha purtroppo omesso la lista dei Siti in pericolo, forse non a caso.
Noi ci attendiamo che l'Istituzione da Lei presieduta valuti la serietà di quanto da noi segnalato e temuto, e la valuti secondo criteri scientifici, non già di opinione o per “sentito dire”.
Non è poi il caso che Unesco vada ad informare l'Amministrazione Comunale di Firenze su quanto essa stessa sta facendo e progettando da un ventennio e di cui i Vs uffici in Firenze non hanno mai segnalato, criticato o discusso in merito a criteri di rispetto, di congruità e di rischio.
In attesa di conoscere quanto da Voi verificato nel merito della nostra segnalazione, ripeto, seguendo metodologie di verifica scientifica, porgo cordiali saluti.

Giovanna Delbuono architetto di Firenze.





Risposta Unesco Italia al nostro Appello per Firenze

Riceviamo una prima risposta al nostro Appello da Unesco Roma, che ci "rassicura" che chiederà notizie in merito al Comune di Firenze: come chiedere all'oste se il suo vino è buono......

Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco

3701/000166
Roma 27 Mar 2015

Organizzazione delle Nazioni Unite
per l'Educazione, la Scienza e la Cultura
IL PRESIDENTE

Gentile Architetto,
rispondo alla   lettera raccomandata del 10 marzo u.s, con la   quale è stata
sottoposta  all'attenzione di  questa Commissione la richiesta di iscrivere la Città di
Firenze nella lista dei siti in pericolo, ciò a causa di verosimili  problematiche
derivanti da opere pubbliche che potrebbero compromettere la salvaguardia e la
conservazione del centro storico della capitale toscana .
Al riguardo devo, innanzitutto, informarLa che questa Commissione non ha
poteri interdittivi o sospensivi in materia di opere pubbliche in fase di esecuzione,
discendenti da contratti stipulati dai competenti Enti locali o nazionali.
Questa Commissione ha, infatti, i seguenti specifici compiti istituzionali:
•  Dà   pareri   e  formula   raccomandazioni  al  Governo   ed  alle  Pubbliche
Amministrazioni in relazione all'elaborazione e alla valutazione dei programmi
UNESCO;
•  Produce documenti concernenti  le materie che rientrano nel suo ambito di
competenze  e  contribuisce,   anche  attraverso  una  serie  di  pubblicazioni
periodiche,  a  diffondere  informazioni   su  principi,   obiettivi   ed   attività
dell'UNESCO;
•  Coordina l'iscrizione dei siti  nella Lista del Patrimonio Mondiale culturale e
naturale dell'UNESCO, degli elementi nella Lista del Patrimonio Immateriale,
delle riserve di biosfera nel Network delle Riserve di Biosfera MAB, dei parchi
nazionali o regionali o naturali nella lista dei geo-parchi UNESCO;
•  Diffonde, in particolar  modo tra i  giovani, gli  ideali dell'UNESCO, sia
sostenendo le attività del Sistema delle Scuole Associate, dei Club e dei Centri
UNESCO, sia offrendo opportunità di accesso a stages e a borse di studio
UNESCO;                             ' .                   •
• Organizza e promuove incontri, convegni, corsi e altre attività di formazione ,e
di studio nelle materie di competenza dell'UNESCO.
Come può constatare la Commissione può solo esprimere pareri, ove richiesto
in anticipo dalle Autorità italiane.
Desidero, tuttavia, rassicurarLa che si provvederà ad informare in merito
l'Amministrazione Comunale competente per territorio e mi riservo di farLe conoscere
gli eventuali riscontri che mi perverranno.                                 /
Colgo l'occasione per inviarLe i miei migliori saluti.

                                                                                   Prof. Giovanni Puglisi




mercoledì 11 marzo 2015

PARTITO OGGI VERSO PARIGI IL GRIDO DI AIUTO PER FIRENZE: APPELLO ALL'UNESCO DI GRAVE E IMMEDIATO PERICOLO PER LA CITTA' PATRIMONIO DELL'UMANITA'

IL SEGUENTE APPELLO E LA RELATIVA RELAZIONE E' PROPRIETA' INTELLETTUALE DI PRIMO POPOLO DI FLORENTIA © E NON PUO' ESSERE DIVULGATA SENZA CITARNE LA FONTE: Raccomandata A.R. Presidente Michael D. Higgins Direttore Generale Irina Bokova C.U.E.N.A.U Petya Totcharova Firenze 10 marzo 2015 U.N.E.S.C.O. United Nations Educational Scientific and Cultural Organisation 7, Place de Fontenoy 75352 Paris 07 SP France Commissione Italiana Unesco Piazza Firenze 27 Roma 00186 Chiediamo che la Città di Firenze, Patrimonio Culturale dell’Umanità, sia urgentemente iscritta nella lista dei siti in pericolo. Il principale strumento urbanistico del Centro Storico di Firenze si apre con la seguente citazione: “ La Città d’arte è di una fragilità estrema. La sua fragilità è enorme perché interventi e manomissioni possono alterare straordinari e delicati equilibri.” Nulla di più vero, in realtà nulla di più disatteso. Le ragioni della nostra richiesta sono contenute nei programmi dell’Amministrazione Comunale resi pubblici negli Strumenti Urbanistici e nella realizzazione in corso di due opere infrastrutturali che sono illustrate nell’allegata Relazione, tutto smentisce la citazione precedente. La strategia perseguita dall’Amministrazione Comunale in particolare nel Centro Storico, è la trasformazione di grandi edifici (Palazzi) o interi complessi (ex Conventi), in massima parte di grande pregio, in edilizia abitativa attraverso cambi di destinazione d’uso e frazionamenti della proprietà che possono essere attuati solo con svuotamento interno, o destinando gli ambienti ad una clientela privilegiata e molto abbiente in grado di acquistare grandi superfici, in ogni caso interventi a carattere irreversibile. ( V. Piano Strutturale di Firenze 2010-2014; UTOE 12, da pag. 153). Almeno 13 grandi immobili storici sono in vendita o sono stati venduti nel Centro Storico. Si segnala ad esempio che l’ex Convento S.M. degli Angeli comprendente la Rotonda del Brunelleschi è in vendita per E.16.000.000 opere d’arte e affreschi inclusi, V.(http://cisimmobiliare.org/portale/en/corporate-real.estate-home/287-complesso-immobiliare-ex-convento-santa-maria-degli-angeli-rotonda-brunelleschi-firenze.html-) Le superfici interessate dalle trasformazioni sono superiori a 110.000 mq, ma potrebbero arrivare a 200.000 se si tenesse conto delle destinazioni ad uso commerciale. (V. UTOE 12: potenzialità delle trasformazioni) A queste iniziative speculative approvate e promosse dall’Amministrazione Comunale si aggiunge la costruzione di 12 parcheggi “pertinenziali” escavati nel sottosuolo del Centro Storico, nominalmente per i residenti ma destinati ad essere annessi alle residenze extra lusso; inoltre si perseguono grandi trasformazioni della viabilità per “ una maggiore penetrazione verso il Centro Storico” insieme ad una progettata tramvia attraverso il Centro Storico, in versione “sotterranea”con stazioni in Piazza dell’Unità, Piazza della Repubblica, Piazza S.Croce, Piazza San Marco, Piazza della Libertà, a quota archeologica e comunque pericolosa per l’integrità del patrimonio artistico e monumentale. La fonte è il vigente Piano Strutturale Urbanistico approvato nel 2014, come già nel 2010. 2 Si sottolinea la fragilità, l’incoerenza fisico meccanica del sottosuolo fiorentino e la grande importanza del principale acquifero che si trova a 3-4-5 metri dal piano di campagna per quel che riguarda la stabilità delle fondazioni di tutto il Centro Monumentale. Negli stessi strumenti urbanistici ( UTOE 10 pag 136, 11 pag. 147, 12 pag.157) viene dichiarata la pericolosità che escavazioni e ricostruzioni in tunnel comportano per via dell’effetto barriera che può alterare l’equilibrio delle falde e quindi la stabilità delle fondazioni di tutti gli edifici di Firenze, ma anche dei grandi monumenti come la Cattedrale: ciononostante si perseguono disegni di grandeur, si consegnano la Città ed il Patrimonio a grandi speculatori immobiliari internazionali, mentre stanno perfezionandosi accordi per esportare ed esporre in Cina opere custodite nel Museo degli Uffizi. ( 5/11/2014 press.comune.fi.it>Comunicati Stampa>Sindaco; 11/11/2014 www.lanazione.it/firenze/uffici_cina-1.391171) Riteniamo che l’intervento della Vostra Istituzione non possa seguire tempi e procedure normali ma debba avere la massima urgenza, pregandoVi di dare a noi cortese riscontro, e informarci del percorso seguito dalla nostra segnalazione, scrivendo a: Giovanna Nicoletta Delbuono via di Santa Marta 30 50139 Firenze APPELLO Oggetto: Stato di conservazione del Patrimonio del Centro Storico di Firenze (World Heritage List) Segnalazione di grave pericolo per il Patrimonio “Historic Centre of Florence”. Convenzione Unesco 1972, Orientamenti applicativi 1995, Convenzione Europea del Paesaggio 2000, Codice Italiano dei Beni Culturali e del Paesaggio. Sono in atto a Firenze opere che potrebbero arrecare danni gravissimi all’intero Patrimonio: due distinte opere infrastrutturali, il Progetto Tramvia e la linea ferroviaria dell’AV ( doppio tunnel in sottoattraversamento dell’area urbana). Le ragioni che ci hanno indotto a segnalare la situazione di pericolo sono state interamente tratte dalla lettura della documentazione di Progetto delle due opere, tralasciando in questo tipo di esame, di esporre altri tipi di critiche come i fondamentali errori di progettazione e pianificazione urbanistica. (1) Entrambi i progetti avrebbero potuto e dovuto essere coordinati in un unico progetto di viabilità su ferro anche perché era indifferibile dare soluzione a permanenti e gravi problemi di traffico urbano appesantito in gran parte dall’intenso pendolarismo e da inopportune scelte di tipo urbanistico. Un unico ed organico “Piano di Progettazione di Ferrovie in sede propria e promiscua” avrebbe dato soluzioni non traumatiche, meno invasive, e creato un organico sistema di parcheggi scambiatori a servizio della pendolarità, che tutt’ora resta negli auspici, ed avrebbe potuto eliminare le storiche barriere costituite dai sedimi ferroviari tracciati nel XIX secolo che ancora impediscono comunicazione diretta ed agevole fra parti di città. Il Comune di Firenze avrebbe potuto contrattare con R.F.I ( Rete Ferroviaria Italiana) ed imporre un pianificato riordino urbanistico ed una rifunzionalizzazione dei servizi ferroviari locali coordinata con una rete urbana di servizio tramviario. Sono invece in realizzazione due distinti progetti ad altissimi costi e ad altissimo impatto a scala urbana secondo fattori che mai vengono valutati : la reversibilità, la parziale reversibilità o peggio l’irreversibilità. La tramvia sarà parzialmente reversibile ma a costi sociali elevatissimi. I tunnel dell’AV saranno una irreversibile alterazione del sottosuolo di Firenze e costituiranno un danno permanente e dagli effetti attualmente incontrollabili. TRAMVIA E FORTEZZA DA BASSO E’ immediatamente percepibile l’impatto della Tramvia Linea 3.1 sulla Fortezza da Basso (2): il monumento sarà circondato interamente dai sedimi tramviari i quali scorreranno su un solettone artificiale sotto al quale si snoderanno tunnel percorsi da traffico veicolare; l’attuale sistemazione dell’area circostante, peraltro condizionata da recenti manomissioni, sarà irreversibilmente alterata, isolando ancora di più il Monumento dalla Città variandone l’accessibilità, le vedute, ma soprattutto ne sarà irreversibilmente alterato tutto il sottosuolo, con rischi per la stabilità del Monumento. (3) Quel che generalmente non viene percepito è il rischio idrogeologico rappresentato da tale progetto, che si sviluppa in un’area classificata a RISCHIO MOLTO ELEVATO, di esondazioni del Torrente Mugnone (che scorre in alveo artificiale) e che sta subendo opere di ALTERAZIONE DELLE SPONDE, sponde definite IN PROTEZIONE ASSOLUTA. Questi dati sono presenti sia negli strumenti urbanistici che nelle stesse Relazioni del Progetto Definitivo Tramvia- PD 2003: Relazione geologica tecnica e geomorfologica RG1, Relazione idrogeologica RG2, Relazione geologica tecnica RG3, Relazione idrologica -idraulica RG4. In esse si dice che la Linea 3.1 si sviluppa interamente in zone a rischio idraulico da medio a molto elevato, che nella Zona Fortezza – Mugnone il progetto necessita di ulteriori e specifici approfondimenti idrogeologici, idrologici – idraulici e di indagini geotecniche per integrare quelle già fornite per il Ponte sul Mugnone; che vi è un rischio idraulico molto elevato ( RI4 ) per il quartiere a nord del Mugnone e soprattutto per i tunnel veicolari, causa “ eventi metereologici ricorrenti con cadenza annuale durante i quali sia previsto l’arresto della circolazione tramviaria e veicolare con apposite sirene d’allarme” (!) e che comunque detto sottopasso “dovrà essere subordinato a specifica verifica idrogeologica; che si debba “prevedere per i sottopassi uno smaltimento delle acque piovane con casse di raccolta ed elettropompe”. Dove dovrebbero essere scaricate le acque dalle casse di raccolta, se il Mugnone fosse in piena, al momento non si sa e il progetto non contiene alcuna soluzione alternativa. Inoltre: “ per lo sgravio veicolare al di sotto della sede tramviaria, prima del Ponte sul Mugnone, si possono prevedere interferenze con circolazioni idriche sotterranee; i sondaggi W8 e W10 testimoniano livelli idrici a pochi metri dal piano di campagna, 3,30 – 3,50 mt” (non riferiti da Tav, che riferisce di falda freatica a 10 mt circa, ndr). L’area su cui sorge la Fortezza è il punto più basso del Centro Storico: vi affluiva il Torrente Mugnone e costituiva displuvio del centro stesso. I rischi ovviamente si estendono anche alla zona di ampliamento della Città frutto del Progetto di Piano Regolatore Generale di Giuseppe Poggi, tutelate con apposito Decreto di Vincolo ed alla Chiesa Russo Ortodossa di Via Leone X del sec. XIX. Si ripete che i tunnel veicolari circonderanno ed isoleranno completamente il Monumento. SOTTOATTRAVERSAMENTO ALTA VELOCITA’/ Fortezza da Basso. Nelle quote inferiori della Fortezza da Basso, perverrà il percorso ferroviario A.V. in tunnel a “doppia canna”, che compirà un percorso angolato, per proseguire poi sotto al Viale Lavagnini, a traverso di Piazza della Libertà ( in corrispondenza dell’Arco Lorenese) per dirigersi con una ulteriore curva verso Campo di Marte: Viale Lavagnini e Piazza della Libertà sono Zona di Centro Storico. La ragione della tortuosità del percorso della linea Alta Velocità è molto difficile da comprendersi salvo che per una volontà di “accentramento” già difficile ad accettarsi nel secolo XIX° (4), ed ancor meno oggi, tanto più che per sottopassare la Fortezza da Basso i tunnel dovranno discendere per poi risalire, tanto più che il nodo Fortezza è integralmente parte del Centro Storico e già dovrebbe sopportare in superficie sia il transito della Tramvia, sia a quota inferiore i tunnel di “sgravio veicolare”, sia le canalizzazioni del Fognone principale di Giuseppe Poggi, il tutto nella zona “bassa” di Firenze, in terreni in cui si è riscontrato “ un brusco salto idraulico all’interno degli acquiferi superficiali per sprofondamento del fondo argilloso limoso e per ricarica dell’acquifero ghiaioso sabbioso del Mugnone”. Quindi i tunnel si insinueranno in terreni molto problematici storicamente gravidi di acque, che dovranno essere pesantemente consolidati, quindi irreversibilmente alterati, e viene valutato già che gli scavi produrranno “qualche” danno alle mura e agli edifici della Fortezza ritenuti di “tipo estetico”(!). E’ inoltre previsto sul lato sud della Fortezza, nel punto di minimo, un “pozzo d’aggottamento” a quota -8,6 m. dal piano del ferro, ove convogliare acque percolanti attraverso i giunti del rivestimento definitivo e anche “accidentali sversamenti liquidi inquinanti” da parte di convogli merci (!) Le acque raccolte dovranno essere sollevate e fatte confluire nel CONDOTTO FOGNARIO. E’evidente che ancora e sempre non si sa dove dirigere le acque di risulta, anche quelle potenzialmente inquinate; qui segnaliamo che nessuna opera di specifico smaltimento in sicurezza è prevista nei vari progetti. Si sottolinea che non è prevista alcuna opera per mettere in sicurezza il corso del Mugnone mentre si sta procedendo ad alterarne stabilmente le sponde con un ponte “provvisorio”. TUNNEL A.V. E CENTRO DELLA CITTA’ Il tunnel andrà a formare una diga sotterranea interferente con le falde freatiche dell’intero versante Nord della Città: ovviamente il progetto è stato corredato dallo studio delle interferenze e dei rischi secondo modelli descritti minuziosamente, ma alle valutazioni dei progettisti si può obiettare in due modi, circa: - affidabilità dei modelli e la capacità provata di adattarsi alla specificità di un sottosuolo morfologicamente molto complesso e disomogeneo come quello su cui sorge Firenze; - l’attendibilità e la completezza dei dati elaborati inseriti nei modelli, dal momento che si prevedono, da progetto, “rivalutazioni complessive” in corso d’opera. Ma segnaliamo con particolare preoccupazione che: negli studi sulla idrogeologia e sulla idrologia attinenti al Progetto Ferroviario si fa menzione della presenza del flusso di una falda attiva appartenente al Paleo Mugnone. Il Torrente Mugnone, insieme ad altri due corsi d’acqua, è l’affluente principale dell’Arno che dal Pre Pliocene ha determinato l’assetto dell’area fiorentina; deviato molte volte nel corso degli ultimi duemila anni, permane presente ed attivo nel sottosuolo secondo l’antico corso in direzione del centro storico ed è stato riscontrato in una falda a filetti divergenti che, dipartendosi dalla zona di Piazza delle Cure si riscontra in Piazza Savonarola e viene rilevata ancora in Piazza Santissima Annunziata. Questa falda è riscontrata in Piazza Brunelleschi/Via dei Servi nei numerosi pozzi attivi: entro questa falda è progettato uno dei parcheggi sotterranei del Centro Storico, a pochi passi dal Duomo. Si dice in “Studio di Impatto Ambientale Penetrazione Urbana A.V. di Firenze / Quadro di riferimento ambientale” all. 2 pag 56 : “….E’ però interessante osservare la falda a filetti divergenti nella zona fra Piazza Savonarola e Piazza Santissima Annunziata; tale morfologia della superficie freatica indica una zona di alimentazione, con ogni probabilità, in corrispondenza del conoide del Mugnone. Questa è una conferma dei dati storici….secondo i quali il torrente prima delle ripetute deviazioni artificiali verso Ovest, si dirigeva verso il centro di Firenze; il ventaglio descritto dalle isofreatiche indica che il flusso idrico sotterraneo continua nella originaria direzione in quanto questa è la maggiore trasmissività idraulica. Si pensi che la conoide del Mugnone, che sfociava nell’Arno senza molte tortuosità, non è altro che il rialzo su cui fu fondato il Castrum nel 59 a.C. e che coincide con Piazza della Repubblica, il centro della Città: quanto importante sia questo dato i Relatori però non lo rilevano e non ne traggono alcuna logica conseguenza. - Giustamente uno dei Relatori, il Prof. Pranzini, in Piano Strutturale di Firenze/ Geologia Idrologia/ Quadro conoscitivo/ Parte II: Idrologia e Idraulica, scrive che: “del Mugnone sono presenti due paleo corsi che hanno concorso alla formazione del conoide su cui fu fondata Firenze: uno ad ovest del conoide, uno ad est che diede luogo al Fosso Scheraggio ( Via del Proconsolo). Ma oltre a ciò, in precedenza i Proff. Ghinelli e Vannucchi in “ Condizioni stratigrafiche e fondazioni della zona absidale della Cattedrale di Santa Maria del Fiore ( Bollettino degli Ingegneri 1 -2 1991) danno conto di un carotaggio a sud est dell’abside della Cattedrale di S. Maria del Fiore e confermano le osservazioni riportate nel giornale di cantiere nel 1357 e cioè che sotto ad un primo strato limoso sabbioso ( m. 4-5) vi è “…..da tempo immemorabile uno strato di ciottolame permeabile di circa 20 m. che costituisce il principale acquifero della Città…” Dal Giornale di Cantiere di Santa Maria del Fiore: 19 giugno 1357 …” s’incominciarono a cavare e fondamenti dei nuovi pilastri della chiesa ……….il fondamento delle cholonne dallo spazo in giù, si faccia in braccia VII per ogni verso, quadro, fino alla buona ghiaia entro l’acqua..” La Cattedrale di Santa Maria del Fiore è dunque fondata a m. 7,95 dal piano di campagna e poggia sulla buona ghiaia entro l’acqua. La descrizione che i Prof. Ghinelli e Vannucchi fanno della stratigrafia del centro di Firenze prosegue, ponendo inferiormente allo strato permeabile di ghiaie il terzo orizzonte, quello delle Argille turchine IMPERMEABILI, per 25 metri, che si trova poi a contatto con le rocce del paleo invaso lacustre. Quindi a nostro giudizio appare piuttosto improbabile che sia esclusivamente la falda dell’Arno a fornire l’apporto al principale acquifero ghiaioso su cui è fondato il centro della Città, dal momento che la falda d’Arno potrebbe trovarsi a quota inferiore e separata dallo strato impermeabile ( acquiclude) delle argille turchine. Secondo il citato Studio di Impatto Ambientale a pag 56 si legge come: “ ….in destra dell’ Arno la falda abbia un flusso dalle colline verso il fiume. Tuttavia la falda alimenta l’Arno solo per un breve percorso nella pianura, fino circa a Bellariva. Più oltre si ha un’inversione dei rapporti con l’Arno che alimenta la falda depressa dagli emungimenti”. - Ma quanto sopra si riferisce ad osservazioni risalenti al 1970 ( Capecchi et. al.) ed attualmente gli emungimenti sono cessati, soprattutto da parte dell’acquedotto. Ma riprendiamo: “ L’asse della falda si sposta durante l’anno in relazione al diverso contributo delle piogge e dell’ Arno: in inverno- primavera l’asse si sposta verso l’Arno a causa della ricarica delle piogge, mentre in estate l’asse si allontana dall’Arno perché aumenta la fascia direttamente alimentata Dall’infiltrazione delle acque fluviali. In sostanza l’alimentazione sostiene la falda durante il periodo asciutto.” Nuovamente: le osservazioni risalgono ad una situazione in essere più di trenta anni fa: nondimeno a fronte di un’alternanza di flussi e riflussi così rimarchevole è lecito domandarsi se: porre un corpo estraneo ed irreversibile ad alterare perpetuamente gli equilibri formatisi nel sottosuolo della Città nel corso di millenni, sia pure mitigata da opere opportunamente disposte, ( che comunque sono costituite da pozzi aventi un diametro di 7 metri, da cui si diparte una raggiera di consolidamenti cementizi dei terreni) costituisca una accettabile condizione di rischio per Firenze. L’alterazione del livello che le acque del sottosuolo ristabiliscono stagionalmente non avrà ripercussioni sulle fondazioni del centro monumentale, se uno dei fattori di equilibrio viene a mancare? Questo problema nelle valutazioni di impatto dell’opera non viene neppure lontanamente posto. Proprio per questo ci si domanda: come accettare rischi difficilmente valutabili a fronte di infrastrutture che non portano alcun beneficio in cambio, e dettate da scelte meramente politiche: attualmente il tempo di percorrenza dei treni ad alta velocità fra Firenze e Roma ( che già transitano normalmente) è inferiore ad un’ora e trenta minuti; fra Firenze e Milano il tempo è di due ore. - è dimostrato che con economiche e compatibili interventi sia possibile potenziare la rete esistente ed adeguarla ad eventuali nuove esigenze per treni ad alta velocità. Un dato molto allarmante è quanto comunicato dall’agenzia ARPAT ( Direzione Tecnica Settore VIA-VAS) Monitoraggio acque sotterranee Nodo AV di Firenze, Valutazione di Monitoraggio gennaio 2012-marzo 2013, che riferisce: - “ Per quanto riguarda i livelli piezometrici presso la zona di Campo di Marte si conferma un sostanziale aumento del dislivello piezometrico fra monte e valle dell’opera….. Alla luce di ciò è stata segnalata all’Osservatorio l’opportunità di una rivalutazione complessiva dei sistemi di continuità della falda dell’imbocco sud”. Ciò conferma i dubbi sull’affidabilità dei “modelli”, l’attendibilità dei dati, la necessità di rivalutazioni complessive in corso d’opera! Per di più si sottolinea che così come persiste l’apporto del Paleo Mugnone alla falda in area centro Città, è alquanto probabile che le antiche falde del San Gervasio e di tutto il versante di Settignano siano tutt’ora attive, anche se le acque di superficie sono state canalizzate e deviate, e continuino a dirigersi secondo le millenarie direzioni, verso il centro e le zone immediatamente attigue. Tutte le acque sotterranee del versante nord di Firenze verranno interferite dalle opere del sottoattraversamento, da Castello a Bellariva. Dalle stesse relazioni ufficiali dei Relatori ( Studio di impatto Ambientale op cit. 6.1.5 pag. 34) emerge con evidenza che le Valutazioni di impatto Ambientale hanno avuto il primario scopo di valutare l’impatto che l’ambiente potrà avere sull’opera, e non l’inverso e cioè quanto l’opera possa provocare nel contesto dell’ambiente sotterraneo su cui poggiano le fondamenta di una città come Firenze, con la sola eccezione dei ristrettissimi ambiti degli edifici direttamente sottopassati dei tunnel, e non oltre. Riportiamo per esteso: “ Si intende qui comprendere quelle azioni che in relazione alla durata prevista per l’opera ( 500 anni) l’ambiente geologico può esercitare con il tempo sulle opere, compromettendone l’integrità prima e la stabilità poi”. Una logica aberrante e in diretto contrasto con le Leggi italiane e le Direttive Comunitarie, si veda quanto è pubblicato sul sito di un Ente Governativo Istituto ISPRA ( http:// www,isprambiente.gov.it) che dovrebbe dare una interpretazione autentica della ratio delle vigenti Leggi: .La Valutazione ambientale Strategica prevista a livello europeo dalla Direttiva 42/2001CE, è “.stata recepita a livello nazionale dal Dlgs. 152/06 ed è regolamentata a livello Regionale dalle L.R. 10/02/2010. La VAS è un processo che riguarda i piani e i programmi che possono avere un impatto significativo sull’ambiente e sul Patrimonio Culturale, e viene effettuata affinchè attraverso l’integrazione efficace e coerente delle valutazioni ambientali essi contribuiscano a promuovere la sostenibilità dello sviluppo del territorio”. D’altro canto la Valutazione d’Impatto Ambientale dice che “in sé e per sé” l’opera non è nociva, ma non dice affatto in quale rapporto stia con l’ambiente; inoltre è ormai riconosciuto universalmente che l’ambiente porti con sé anche il Paesaggio Urbano, che è il luogo abitato, edificato, contenitore del Patrimonio che Unesco si propone di proteggere. Abbiamo volutamente attenerci ai contenuti dei documenti ufficiali del Progetto, salvo due documenti diversi e qualche personale riflessione, per dimostrare che il pericolo non è infondato, ma emerge dal contenuto delle stesse Valutazioni. In allegato si riportano le schede di rischio sismico contenute nel Progetto AV. Le opere descritte sono in fase di attuazione. Si chiede che urgentemente il Patrimonio tutelato da Unesco sia dichiarato in pericolo. NOTE (1) Secondo il recente Libro Bianco dell’ Eurispes sul trasporto delle merci e delle persone, tra le grandi aree metropolitane italiane, Firenze e Roma hanno il maggior indice di motorizzazione: più di 700 auto ogni 1000 ab. La tramvia di Firenze sarà costituita da 3 tratte che convergono in un nodo. Si stenta a vedere in ciò una vera rete, costituita da linee e da nodi. Per di più l’unico polo esistente, cioè la stazione di S. M. Novella, è destinato ad essere smembrato non appena sarà realizzata la stazione AV nell’area ex Macelli. La tramvia continua a non servire Firenze, cioè non attraversa la città da est ad ovest, e non raggiunge veramente il Centro Storico. Tanto meno c’è un’ efficace interconnessione tra tramvie e ferrovie. Ad esempio la linea 3 non intercetta la stazione di Rifredi (la quarta stazione della Toscana per numero di passeggeri). La Linea 2 avrebbe dovuto intercettare adeguatamente il comparto Palazzo Giustizia/Polo Università/Regione Toscana /Parco S. Donato, mentre lo fa solo marginalmente. (2) Appartenente in origine al Demanio Statale in consistenza presso l’Intendenza di Finanza di Firenze con scheda n. 54. Ne venne notificato l’importante interesse storico artistico ex L. 1089/ 1939 con Decreto in data 27 febbraio 1984. Nel Decreto si definisce l’estensione del Vincolo alle particelle catastali ( Foglio 155): dal n. 6 al 77 compreso; n. 93, 94, 95, 102; dal n. 112 al 118; nel testo si legge: iniziata nel 1533 per volontà del Duca Alessandro de’Medici, su disegno di Antonio da Sangallo il Giovane e realizzata da Francesco da Viterbo e Alessandro Vitelli; comprende al suo interno edifici di carattere militare databili dal XVI al XIX sec. La Fortezza da Basso è compresa nella mappa identificativa del Centro Storico di Firenze Unesco poiché faceva corpo con le Mura cittadine. Si veda Giuseppe Poggi, il maggiore Architetto e ingegnere fiorentino moderno, a cui si deve l’Ingrandimento della Città, nel suo scritto: “ Sui lavori per l’ingrandimento di Firenze 1864 - 1877 ed. Giunti; si ricordino i suoi disegni, Carte Poggi in Archivio di Stato di Firenze e Archivio Storico del Comune dei Firenze). E’ utile riportare alcuni passi della Relazione, op.“ In seguito a tale disposizione destinai i terreni aderenti a quel Forte ad uso di parterri, dando loro movimenti di piano, disposizioni e piantagioni, da formare sani e piacevoli luoghi di trattenimento, ornati anco di bacini con getti d’acqua perenne…….Però questa recinzione del Forte con grandi viali presentava varie difficoltà e fra queste emergevano: le notevoli differenze di piano da darsi ai due tronchi di viale fronteggianti le cortine….differenze che mi ponevano nella necessità di tenere in varia pendenza gli altri tronchi dei viali attorno al Forte……La deficienza dello spazio per la formazione di viale fra la via ferrata e la fortezza….La necessità di procurare un comodo e sicuro accesso al nuovo Ponte del Romito di recente costruito sul Mugnone,…..Formavano altre difficoltà il generale riempimento dei profondi fossi attorno alla Fortezza da Basso e l’allacciamento delle acque di tutta quella superficie, compresa quella interna alla Fortezza stessa, giacché non era possibile condurre tutti questi scoli all’Emissario ( Fognone principale ndr.) ma era forza valersi del Fosso detto della Fortezza, riordinandolo ed ingrandendolo…….. “ (3) progetto esecutivo di primo livello Penetrazione Urbana di Alta Velocità/ Gallerie naturali/ Relazione tecnico descrittiva generale. Pag. 18. “ Nel caso della Fortezza da Basso le analisi di rischio mostrano una probabilità di danni alle mura dei bastioni molto limitata e peraltro inerente solo aspetti estetici, ma vista l’importanza storico artistica del monumento e in accordo con la Soprintendenza ai B.C.A. di Firenze è stato previsto un intervento di protezione. In tal caso l’opera di salvaguardia si configura esclusivamente come presidio verso eventuali e remoti risentimenti estetici delle strutture murarie, essendo la sicurezza strutturale pienamente garantita anche in caso di andamento non ottimale della macchina da scavo.” Non è chiaro il significato che i Relatori del succitato documento annettano a “danni inerenti solo aspetti estetici” quando ci si riferisce ad un Monumento, o remoti risentimenti estetici alle strutture murarie in caso di andamento non ottimale della macchina da scavo: se ci saranno danni questi saranno DANNI. Comunque non vengono mai fatti risalire a cedimenti delle fondazioni, fatto alquanto probabile e apportatori di danni non estetici (ndr). (4) Già Giuseppe Poggi nelle Relazioni sui Lavori per l’Ingrandimento di Firenze esprime l’opportunità di non collocare la nuova stazione ferroviaria a Santa Maria Novella a sostituire la vecchia stazione Maria Antonia; propose alternativamente l’attuale Piazza della Vittoria o decisamente a Campo di Marte dove comunque collocò una stazione secondaria. Si scontrò con la decisione tutta politica di far convergere i viaggiatori nel centro della città (5) La scelta di intercettare la stazione di S. M. Novella fu determinata dal timore dei poteri locali che la città fosse oltrepassata dall’AV, favorendo altre fermate sulla Milano-Napoli. La questione si pose soprattutto con la realizzazione della linea Direttissima Firenze-Roma. La Regione Toscana avrebbe voluto un “Sottoattraversamento lungo” che partendo da Figline raggiungesse Castello da sud sotto attraversando l’Arno e intercettando in sotterranea la stazione di S. M. Novella che a quel punto sarebbe diventata anche di transito. Le Ferrovie dello Stato invece spingevano per un collegamento “provvisorio” e più economico tra Direttissima e linea esistente, utilizzando la galleria di S. Donato e attestando l’AV a Campo di Marte. All’inizio degli anni ’90, nel Piano Vittorini adottato, la stazione era a Campo di Marte e l’AV avrebbe imboccato una delle due valli a nord (Mugnone e Terzolle ), senza toccare il Centro Storico. La tortuosa soluzione attuale comparve alla metà degli anni ’90, ma la stazione era nel sito Belfiore, ancora integrabile con S. M. Novella mediante un people mover. Con la definitiva collocazione della stazione AV nel sito ex Macelli (senza people mover) si interruppe qualsiasi legame con la stazione di S. M. Novella e venne a cadere ogni ragionamento sullo scambio con il traffico regionale. Per rimediare a questa deficienza si cercò di effettuare la coincidenza tra treni regionali e Alta Velocità nella Stazione di superficie di Circondaria (in corrispondenza della fermata sotterranea) ma anche questa soluzione fu poi accantonata.


Giovanna Nicoletta Delbuono, Architetto.
Paolo Visonà Professore Dipt. Arte all'Università del Kentucky USA
Ugo Barlozzetti Critico d'Arte, Segretario Assoc. Amici del Museo Stibbert
Teresa Crespellani, Dipt. Scienze della Terra Università di Firenze

Lucia Lepore, Archeologa
Deanna Sardi, Storica
Roberto Budini-Gattai Comitato Piazza Brunelleschi
Vincenzo di Serio, Prof. Diritto Comitato Primo Popolo di Florentia
Franco Cardini, Storico
seguono altre firme su originale cartaceo

sabato 28 febbraio 2015

Aeroporto di FIRENZE e Fosso Reale

Aeroporto di FIRENZE e Fosso Reale

da https://provinciadiprato.wordpress.com/
La lotta per imporre o per impedire il nuovo aeroporto della piana sarà lunga e difficile. I cittadini che vorranno difendersi da questa incombente presenza dovranno conoscere e approfondire tutte le questioni, senza limitarsi al problema, pur grave, del rumore.

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Il contorno rosso rappresenta il progetto della pista da 2000 metri.
Il sistema delle acque alte della piana è piuttosto complesso e vede i torrenti Gavine e Zambra, convergere sul torrente Rimaggio che si innesta sul Fosso Reale insieme ad altri fossi come il Canale Lungo Nord, il canale Gavine, la Gora di Sesto, la Gora di Quinto, il Torrente Termine, il Fosso di Quarto, il Canale di Cinta occidentale, il Canale di Cinta orientale, il Fosso dei Giunchi, convogliando le acque verso il Bisenzio. L’aeroporto intercetta tutti questi corsi d’acqua, caratterizzati da una scarsa pendenza; anzi è posto nel punto di convergenza, dove il tratto di canale chiamato Colatore destro segna l’inizio del Fosso Reale. I progetti finora visti, prospettano la deviazione di tutti i corsi d’acqua in un collettore che aggiri a Ovest l’aeroporto, con costi e difficoltà che possiamo immaginare. Ma è evidente che si rischia di annullare il secolare lavoro di regimentazione delle acque avviato nel Medioevo e proseguito con il granduca Cosimo.