sabato 14 novembre 2015

Il Centro Storico di Firenze in pericolo

                                         Firenze, aiuto!
                          Il Centro Storico di Firenze in pericolo

Di Christian Campiche   
Foto di Adriana Tuzzo



Pubblicato su “www.Sept.info”  Rivista di giornalismo d’inchiesta .  11/11/2015.
Il rapido partito da Milano, 90 minuti più tardi bucò l’ultimo tunnel per fermarsi alla Stazione di Firenze; continuerà verso Roma e Napoli ma non andrò più lontano. Giovanna mi sta attendendo alla testa del binario. Sarà la mia guida, il mio cicerone in questa avventura fiorentina.
Tutto è cominciato da una mail ricevuta nella primavera 2015. Venivo informato che 16 cittadini di Firenze, ivi stabiliti o nati da antiche famiglie, avevano scritto una lettera all’Unesco (http://fr.unesco.org/) a Parigi.
Noi sottoscritti chiediamo che il Centro Storico di Firenze, patrimonio dell’umanità, sia iscritto nella lista dei siti in pericolo con urgenza”. Il documento non è tenero verso l’Amministrazione. Segnala fra gli altri pericoli quello di consegnare il Centro Storico agli interessi immobiliari, ne’ più ne’ meno.
I firmatari sono allarmati per le destinazioni consentite al patrimonio tutelato: certo, palazzi e conventi, sovente di valore inestimabile, saranno conservati. Grazie a Dio.
Per contro, alcuni di essi corrono il rischio di essere trasformati per usi abitativi. Questo mutamento delle destinazioni d’uso implica una ristrutturazione degli interni secondo criteri difformi dal gusto degli architetti del Rinascimento. Il gruppo dei 16 insorge inoltre contro l’escavazione di parcheggi e dei tunnel destinati al passaggio dei treni ad alta velocità, la Tav (http://notavfirenze.bolgspot.it/) e di una nuova Tramvia.
Questi progetti, accusa il documento, sono suscettibili di “mettere in pericolo l’integrità del patrimonio artistico del Centro della città. Inoltre non sono compatibili con le normative europee e si rivelano per essere obsoleti prima ancora della loro messa in funzione”.
Fra i monumenti tutelati e minacciati, figura l’antico Monastero di Santa Maria degli Angeli (http://www.conservatorioangeli.it/) che comprende come è noto la Rotonda  del Brunelleschi, oltre alla incomparabile Cattedrale di Santa Maria del Fiore.(http://www.ilgrandemuseodelduomo.it/monumenti/1-cattedrale).
La lettura della lettera all’Unesco mi toglie il fiato: le fondazioni del Duomo rischiano di subire le vibrazioni delle opere di escavazione di gallerie sotto al Centro Storico.
Ma non è tutto: i firmatari aggiungono che dopo un accurato esame dei progetti, hanno tratto la convinzione che la Fortezza da Basso, eminente luogo di cultura edificato nel Rinascimento, non uscirà indenne dalle perforazioni dei tunnel.
Il quadro è terrificante anche perché i firmatari indicano un altro pericolo d’ordine idraulico. In seguito alle opere tramviarie le esondazioni del Torrente Mugnone, un affluente dell’Arno, potrebbero danneggiare la Chiesa Russa.
Concepita dalla figlia dello Zar Nicola I, questo edificio dai caleidoscopici riflessi è molto frequentato dalla Comunità Ortodossa. Non senza ragione e a più riprese i cittadini del Quartiere Vittoria-Statuto-Romito, una zona molto popolosa, hanno manifestato la propria preoccupazione.
Provenendo da una città svizzera, Losanna, che non è un buon esempio in materia urbanistica, dove, per la speculazione  immobiliare,  le scelte in fatto di architettura danno l’impressione di essere del tutto casuali, ho sempre considerato con rispetto lo sforzo che l’Italia ha tradizionalmente fatto per la conservazione del proprio patrimonio, e non penso di essere il solo d’altronde. E’ per questo che l’Appello dei 16 mi ha interpellato fortemente:  possibile che Firenze, città delle mille meraviglie, possa avere  la stessa sorte di Angkor in Cambogia?
Ho voluto accertarmene personalmente, così come ho creduto logico riservare il primo appuntamento al Sindaco o ad uno dei suoi collaboratori. Dapprima mi sono imbattuto in un ostacolo: l’ Assessore alla mobilità e alle nuove infrastrutture riceve la stampa solo il giovedì, purtroppo il giorno in cui avrei lasciato Firenze. Dopo qualche incertezza tuttavia mi è stata data conferma: vi sarebbero stati due interlocutori sia l’Assessore all’Urbanistica  che quello alle Nuove Infrastrutture.
Nutrivo qualche apprensione, perché Giovanna mi aveva avvertito:” La stampa del nostro paese è piuttosto  controllata e  subalterna: come se fosse proibito parlare di quel che avviene qui! Perfino la stampa americana tace…..! “
In breve, non mi attendevo di essere ricevuto col tappeto rosso da parte della Municipalità, ma avrei sperato in un atteggiamento meno sfrontato.
L’Amministrazione Comunale attualmente occupa uno dei più belli edifici di Firenze, il Palazzo Medici Riccardi (http//:www.palazzo-medici.it/),infatti una Vergine col Bambino accoglie  il visitatore al primo piano, dove gli amministratori concedono udienza; ritrovata da Giuseppe Poggi negli scantinati di un ospedale psichiatrico, la tavola dipinta ha vissuto un lungo purgatorio. Avrà sofferto a causa della cattiva reputazione del suo autore, fra’ Filippo Lippi? Quel frate aveva ingravidato una  splendida monaca di neppure vent’anni. La tavola è stata giustamente riportata alla luce sotto lo sguardo protettivo di quattro Medici ricoperti dai loro manti d’ermellino.
Dall’alto punto di osservazione, i mecenati nei loro sontuosi abiti sembrano molto distanti dalla realtà: realizzano la deriva della città che governarono? Ai loro piedi su uno schermo che trasmette il dibattito comunale in atto, si stanno spolmonando i rappresentanti del popolo di Firenze; nessuno sa se gli astanti stiano ascoltando, un vecchio  cronista annota freneticamente.
Mi fanno segno di passare in una sala vicina, mi siedo ad un lungo tavolo, attorno a cui ordinariamente siedono gli amministratori della città. Arriva l’ Assessore all’Urbanistica  affiancato dalla sua portavoce.
Non lo conosco!”.  L’Assessore non è informato della missiva dei 16.
Manifesto il mio stupore: nel maggio 2015 avevo infatti contattato l’Unesco chiedendo come intendessero pronunciarsi sul documento, e la Direttrice PetyaTotcharova aveva riscontrato scrivendomi:
“ La prego di prender nota che  l’Unesco ha ricevuto recentemente delle comunicazioni da parte della società civile riguardanti il Centro Storico di Firenze, sito iscritto sulla lista (http://whc.unesco.org/it/list/) del Patrimonio Mondiale dal 1982. In conformità alla regole in vigore, il Centro del patrimonio mondiale ha comunicato le informazioni ricevute alle autorità italiane per verifiche e commenti”.
E’ possibile dire che la Municipalità di Firenze non sa nulla delle preoccupazioni dei propri amministrati? La mia perplessità aumenta quando entrano nella sala due persone, una donna e un uomo che mi viene presentato come il rappresentante ……..dell’Unesco a Firenze. Gli propongo di prendere parte alla discussione, ma lui con un gesto declina l’invito. Installatosi su una seggiola all’altro capo della sala, il personaggio non può perdere una sola parola della discussione che ho con l’Assessore, il quale rifiuta di entrare nel merito della lettera dei 16.
La scorre in fretta e non raccoglie il mio invito a fotocopiare il documento al fine di potersi pronunciare. Mi dichiara tuttavia che le opere di rinnovamento trovano la propria giustificazione nel “recupero” e nella “valorizzazione” di immobili abbandonati, caserme, sedi non più operative di banche, edifici industriali dismessi; quanto alle tramvie esse permettono di diminuire gli ingorghi di traffico secondo il modello dell’antico Sindaco di Londra Ken Livingstone.
Stabilito questo l’Assessore mi saluta senza neppure attendere che io mi alzi e lascia la sala seguito dalla sua collaboratrice il cui sguardo non esprime l’empatia di una Madonna del Pinturicchio. Non vedrò mai il secondo Assessore.
Nel 2017 il traffico urbano sarà diminuito del 60%”.
Durante tutto il mio soggiorno fiorentino la frase dell’assessore continuerà a girarmi nella testa: da ora a quella data, quanti alberi saranno abbattuti, quanti parchi disboscati?  “ Ieri una Città nelle mani dei Santi. E oggi?”,  così titolavano nel 2008 gli architetti fiorentini Delfo Del Bino e Alessandro Dini.
Essi pubblicarono una analisi molto completa, divenuta oggetto di riferimento, purtroppo snobbata dagli amministratori. I due autori chiedevano in sostanza di rinunciare ad un progetto “devastante” e proponevano una soluzione più leggera, suscettibile di risparmiare i gioielli architettonici del Centro Storico e della città moderna, nel suo sviluppo fra il XIX e il XX secolo.
Le alternative non furono prese in considerazione e, agli occhi dei visitatori, molti luoghi si presentano ormai come privi di alberature: visibilmente i responsabili delle opere pubbliche hanno intrapreso la scelta dell’autostrada amazzonica, il ricorso intensivo alla motosega.


Il primo a farne le spese è il Leccio, l’albero emblema di Firenze, sotto al quale ci si difende dalla canicola e che sequestra le polluzioni: scomparsi i vecchi lecci da Via dello Statuto, l’arteria principale del quartiere Vittoria-Statuto-Romito. In sostituzione saranno piantati delle specie di peri cinesi che crescendo alla maniera dei cipressi non offriranno mai ombra agli spazi pubblici con le loro fronde generose.
Galletti come i nuovi progettisti della città. Aridi come Viale Morgagni, fino a qualche anno fa popolato da Alberi della Rimembranza, piantati per commemorare il sacrificio delle migliaia di soldati fiorentini caduti sui campi di battaglia della Prima Guerra Mondiale: è la loro seconda morte , anzi peggio, il loro oblio che suggella i progetti dei promotori.
Lo spazio di un pomeriggio, una piccola infedeltà a Giovanna, per seguire Roberto in un triplo periplo in taxi che ci porta subito a casa di Gabriella, in un quartiere popolare, là dove si trovavano gli Antichi Macelli. Dal tetto della sua casa in Via Zeffirini,  godiamo di una vista panoramica.
Ai nostri piedi un buco di 450 metri in lunghezza e 50 in larghezza, gru e scavatrici a perdita d’occhio: è qui che deve sprofondarsi a 25metri la TAV per risalire dall’altra parte della città, non senza aver sfrontatamente avvicinato la Fortezza da Basso ed essersi assunta il rischio di smuoverne gli storici bastioni.
Nonostante fossero di pregio, gli Antichi Macelli sono stati rasi al suolo assieme al giardino con i suoi grandi Cedri del Libano, i suoi pini, i platani, i fiori. Le escavazioni sono state sospese ad una profondità di circa 6 metri in attesa di una decisione della Magistratura che indaga su ipotesi di corruzione.
C’è un lago qui sotto, oltretutto qui convergono molte falde sotterranee”, commenta Roberto. Questo Architetto, un intellettuale che in tempi andati si sarebbe definito “organico al Partito” , i cui avi Budini e Gattai edificarono diverse opere fiorentine nel XIX secolo, milita da molti anni contro la TAV .(http://wordpress.comune.fi.it/Wpreda/passantefi/) . E’ instancabile nel denunciare questo progetto che costa un occhio al capoluogo toscano:
“ Fa tutto schifo, gli scavi, gli sforamenti dei preventivi di spesa, gli appalti. Il disastro è che non c’è alcuna vera valutazione dell’impatto che le opere avranno sulla città, non è mai stata ascoltata la cittadinanza che aveva rifiutato la tramvia in un referendum consultivo nel 2008”.
La scena successiva avrebbe potuto ben figurare in un film dei fratelli Marx: animato dalle nostre conversazioni, il secondo conducente di taxi, un personaggio sdentato e capelluto, si mette a urlare:” Non si devono tagliare gli alberi, non è giusto, non è giusto, soprattutto in una città medioevale. Ci stanno derubando!”.
Evidentemente crede di essere sul circuito di Monza e ci pilota volando verso l’Arco di Trionfo dei Lorena, Piazza della Libertà. Vedo fauni bronzei che sono al centro di una grande fontana circondata da alberi secolari, condannati a sparire perché qui sarà creato un doppio tunnel sull’asse Bologna –Roma della TAV; l’instabilità del sottosuolo ricco di falde minaccia anche gli immobili tutt’intorno, eleganti edifici stile“Haussmann”.
Dall’interno della terza vettura che ci trasporta verso il Centro Storico di Firenze, scorgiamo opere che forse non resisteranno al passaggio delle  due opere combinate TAV e Tramvia. Il Ponte al Pino è una di queste. Piazza Muratori e l’asse che porta a Piazza Leopoldo vedono all’opera le motoseghe. La Città non ha tenuto in debito conto le possibili alternative che avrebbero risparmiato il verde. “ Loro non ascoltano mai! ” ribatte Francesca, l’autista che non riesce a contenersi. A questo punto Roberto non resiste a raccontare la “profezia della monaca”, una suora del Convento di Santa Maria degli Angeli: annunciava che Firenze sarebbe stata distrutta da un mostro di ferro scaturito dal ventre della terra.
Entro al piano terreno del Palazzo Budini Gattai, una costruzione rinascimentale che sorge in Piazza SS. Annunziata: rotoli di disegni, vecchie planimetrie si mescolano e si impilano su una scrivania a mala pena rischiarata, quella di Roberto. Pare di essere in un quadro di Caravaggio.
L’uomo pare essere l’ultimo sopravvissuto di una razza di architetti che si esprimono ancora sulla carta: il padrone di casa svolge la carta più grande e punta il dito sulla regione nord della città, là dove si trova l’aeroporto, tutto un programma. Attualmente orientato in direzione nord-sud verso il Monte Morello, la pista sarà spostata per orientarsi in direzione est-ovest. Ciò implica  che prima di atterrare gli aerei sorvoleranno una buona parte della città, e tanto peggio se l’antica Etruria dispone già di un aeroporto internazionale distante solo 60 km.
Tempo fa era molto pratico per i fiorentini servirsi dell’aeroporto di Pisa: il check- in si faceva alla Stazione Centrale e un treno navetta trasportava i passeggeri praticamente a lato della pista. Queste comodità sono state soppresse, e qualcuno vede tutto ciò come una sleale concorrenza per favorire l’aeroporto del capoluogo. “Aggiunto alla Tav e alla Tramvia questo progetto per Firenze è esiziale”.
Per provare le sue affermazioni Roberto ha fatto venire Ilaria, una giovane urbanista ricercatrice presso l’Università di Bologna. Apprendo che nella Piana di Firenze, dove un tempo si producevano grano e verdure, ricca di canali e degli stagni cari a Boccaccio, vi sono grandi resistenze, e non solo in ragione della nocività determinata dall’ampliamento dell’aeroporto. Un movimento, detto delle “Mamme” si muove anche contro un inceneritore, ma senza successo. Vicini all’ex Sindaco Matteo Renzi i promotori hanno avuto l’ultima parola, come l’hanno nella maggior parte delle opere in atto in questi luoghi.  800.000 metri quadri proposti all’acquisto su un sito internet creato ad hoc, 70 pagine di immobili in vendita.
L’Amministrazione pubblica si è trasformata in agenzia immobiliare “ ironizza Ilaria; “  Il risultato non è un qualsiasi miglioramento dei quartieri popolari, è una lussificazione” senza mezzi termini. Spremuta come un limone, Firenze assomiglia a una città da giocarsi in Borsa. “ Senza alcun riguardo per la salute. “I fiorentini sono un popolo di bottegai, non faranno mai la rivoluzione” , ironizza Ilaria, “Renzi ci ha tolto la terra da sotto ai piedi, non c’è opposizione, i partiti politici non si relazionano con la cittadinanza”.
Mi torna in mente il titolo di un film di Francesco Rosi “Le mani sulla città”, girato a Napoli nel 1963. Sono passati più di 50 anni, ma le cose sono davvero cambiate?
Ho ritrovato Giovanna e il suo ombrello rosso per una passeggiata sotto una pioggia fine. Deanna, una studiosa di Storia, ci accompagna; ci dirigiamo lungo il Mugnone, il torrente che non si deve provocare. Uscendo dagli argini furiosamente nel 1992 inondò tutti gli scantinati e le strade dei dintorni, accatastando le auto contro i muri delle case. Gli abitanti ne sono ancora traumatizzati. Realizzano la dimensione dei cambiamenti annunciati? Dai due lati del torrente si ergono palizzate che nascondono la vista della Chiesa Ortodossa di cui non si vede altro che la cupoletta a bulbo dorata.
Indotta dai cantieri che sorgono nei pressi della Fortezza, una strana concentrazione di ostacoli al deflusso delle acque al piede dei ponti sul Mugnone alimenta il rischio inondazione, nel mentre  l’abbassamento della falda freatica priverà l’Opificio delle Pietre Dure, illustre centro di Restauro, la cui creazione risale ai Medici, delle risorse idriche necessarie alla climatizzazione per la conservazione delle opere d’arte.
Una automobile parcheggia accanto a noi recante queste tre lettere simboliche: CMB (Cooperativa Muratori e Braccianti) (http://www.cmbcarpi.it/it/default.aspx) .
Nel senso comune la cooperativa, un tempo comunista, in cui hanno lavorato migliaia di operai fra l’800 e il ‘900, ha perduto la propria vocazione sociale  originaria. Trasferitasi nel grande gioco degli appalti oggi evoca piuttosto gli intrallazzi. Lo sguardo nero, etrusco, di Deanna si infiamma: “Gli abitanti non possono mettere un fiore alla finestra per i vincoli esistenti mentre tutto viene consentito a questi progetti!..”
Addormentandomi ho ripensato alle orde di turisti che si incrociano nelle strade di Firenze, come formiche agglutinate seguono la pista tracciata da una di loro e non si scostano dai sentieri battuti.
Cosa resta dello spirito dei geni del Rinascimento? Quale eredità della visione di Giuseppe Poggi resta ancora? (http://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Poggi) Poggi, urbanista, architetto, ingegnere, codificò l’architettura dell’800 fiorentino, estendendo la città fino al Piazzale Michelangelo, non senza averla circondata con viali e giardini. Il turismo non è forse una piaga che favorisce sporcizia e malaffare?
La mia impressione è che ovunque passerà la Tramvia morirà un poco dell’anima di Firenze, triste da constatarsi sapendo l’utilità ecologica di questo mezzo!
Possibile che gli amministratori siano così privi d’immaginazione e di sensibilità per ignorare la bellezza? Con un po’ di buona volontà non avrebbero potuto evitare un massacro e ingraziarsi la popolazione? Così ora, eccoli trattati come “cervelli fusi”, “ignoranti”, paragonati agli iconoclasti di Palmyra.
“Cornuti e mazziati”, una espressione napoletana quasi intraducibile in francese, ma che significa più o meno “cocus et blousés”. Ebbene è quello che provano i fiorentini quando, all’ingresso della città, per esempio, affrontano tutti i giorni la vista di due complessi che tradiscono la megalomania  diffusa: il primo è il Palazzo di Giustizia, una successione di frecce nere verso il cielo. Per ottenere una visura, un atto, i visitatori devono percorrere centinaia di metri in spazi in cui i passi risuonano all’infinito; il secondo è la Scuola dei Carabinieri: migliaia di metri quadri devastati, una costruzione all’abbandono su cui vegliano un pugno di militi. Nessuno dubita che James Bond si divertirebbe in questa “città” della paura.
In passato quando  mi avvicinavo alla periferia di Firenze tornando da un viaggio, dalla mia ‘500 scorgevo la Cupola del Duomo, intravedevo i quartieri più ordinati, le ville delle colline, sapevo di essere a casa. Ora tutto è nascosto, non si riconosce più la nostra città”.
Allo scopo di consentirmi di avere una vista dell’insieme, Giovanna mi propone di terminare il nostro giro alle Cascine, il maggior Parco della città, con i Viali “la passeggiata dei fiorentini” nelle intenzioni di Giuseppe Poggi: sventrato dai piloni e dalle rotaie il polmone di Firenze fa una gran pena.
Un tempo dialogante con alberi secolari il monumento al re Vittorio Emanuele II non contempla altro che un muro di cemento e sogna forse di esiliarsi verso un’ altra collocazione più centrale.
La bellezza non conta più, contano solo i soldi”, sorride tristemente la mia guida con il dito puntato verso il nuovo Teatro dell’Opera, una costruzione monumentale dai muri bucherellati, posata a margine dell’ingresso alle Cascine, tal quale un  incongruo asteroide.
Che necessità c’era dal momento che Firenze disponeva già di un Teatro Comunale di alto livello? Il mistero regna, se non che si tratta dell’ultima realizzazione voluta da Matteo Renzi, l’uomo che ha regnato a Firenze dal 2009 al 2014 con l’appoggio di ricchi industriali, come Ferragamo e Frescobaldi. Colui che era detto “il bomba”, o “il rottamatore” o meglio “ il demolitore”, non ha solamente demolito la sinistra italiana, la sua parte politica, facendola esplodere in tanti pezzetti: ha “atomizzato” la fisionomia di Firenze; diventato primo ministro della Repubblica Italiana, continua a controllarne i più reconditi recessi grazie alla sua rete di seguaci.
Renzi non ha ancora 41 anni ma la sua ombra incombe sulla Toscana come un condor su Macchu Picchu.
Possa Firenze non conoscere lo stesso destino della capitale degli Incas, anch’essa inserita nella lista del Patrimonio Mondiale. Possa il Marchese de Sade non avere avuto ragione, lui che riteneva che Firenze fosse la città più corrotta del mondo.
Non si sta esagerando:  a un solo giorno dal mio ritorno in Svizzera, il Sindaco di Firenze ha organizzato una conferenza stampa per annunciare che Unesco tiene il Centro della città sotto osservazione speciale. Cosa voleva dire, esattamente? I media restano sibillini, un Consigliere fiorentino ha presentato interpellanza al Sindaco Dario Nardella.
Il sottosuolo acquifero di Firenze collide con le grandi opere al punto da costituire una minaccia per il patrimonio  storico? La rappresentante dell’Unesco a Parigi, a cui ho posto la domanda non ha risposto. In attesa di nuovi sviluppi resta viva nella mia memoria la frase dell’Assessore all’Urbanistica:
” Una lettera all’Unesco? Non la conosco!"
 

giovedì 5 novembre 2015

Crolla una trivella nel cantiere della Tramvia

L'UNESCO, SI MUOVE.....

INTANTO :
Crolla una trivella nel cantiere della Tramvia nei pressi di viale Guidoni. 

Su questo Blog è pubblicato dal marzo u.s. Il testo dell’Appello inviato all’Unesco-ICOMOS e sottoscritto da 16 cittadini di Firenze; l’Appello era stato inviato anche a Unesco Italia e secondo la prassi di Unesco era arrivato sui tavoli dell’Ufficio Unesco di Firenze e del Sindaco Nardella.
L’appello ha suscitato la reazione immediata dei tecnici Unesco ai più alti livelli e si è messa in moto a maggio la procedura prevista dai trattati: il motivo della reazione discende dai contenuti dell’appello che era stato strutturato secondo i Criteri delle Linee guida operative 2005-2012 e ne coglieva il senso.
Quindi non poteva non essere accolto.
Stanno emergendo i gravissimi rilievi che Unesco riscontra nel modo in cui per anni l’ Amministrazione Comunale ha proceduto, contravvenendo ai trattati e alle convenzioni, ad attuare le proprie politiche circa il patrimonio monumentale, storico-urbanistico,  ed i programmi di nuove infrastrutture.
Gli Amministratori che si sono succeduti alla guida del Comune (Patrimonio Comune!) non hanno mai informato Unesco dei propri programmi: non solo dei progetti, ma delle intenzioni! A questo erano tenuti a norma della Convenzione sottoscritta ed accettata  per l’iscrizione della Città di Firenze nella Lista World Heritage : i rapporti annuali che l’Ufficio Unesco di Firenze ha inviato negli anni a Parigi non riportavano altro che la situazione era ECCELLENTE a qualsiasi riguardo!
Emerge che i rilievi del Rapporto Ufficiale sono esattamente quelli contenuti nell’Appello dei 16 cittadini, ed emerge anche il patetico tentativo condotto in questi giorni dal Sindaco e dai Suoi per sminuire e sviare e confondere e disinformare: “la lettera riguarda il degrado”, “è una iniziativa dei Comitati”, “ Firenze non è iscritta nella lista dei siti in pericolo”, “facciamo un tavolo aperto, una maratona per raccogliere le osservazioni del degrado”………..
Informiamo: Il Sindaco è stato costretto a rivelare che Unesco ha iniziato la procedura per la messa in mora e Unesco procederà a verificare quanto i 16 cittadini hanno denunciato, verranno a vedere e verificare quei piani e progetti di cui erano stati tenuti all’oscuro.
Nulla di quanto denunciato nell’Appello ha a che vedere con il degrado, per scelta degli estensori: il degrado è reversibile, le trasformazioni del sottosuolo sono irreversibili, i cambi di destinazione d’uso sono irreversibili, i tunnel sono eterni, queste sono le minacce che attentano alla Città! 
Il degrado lo può rimediare e togliere chi lo ha permesso con la mala gestione, mentre le acque delle falde su cui sorge la Città una volta perdute sono perdute per sempre, il sottosuolo sprofonda, le fondamenta cedono, e cedono ovunque le acque mancano o sovrabbondano, a valle o a monte.
Ieri ha ceduto il terreno trivellato in fondo a Viale Guidoni: da mesi stanno lavorando alla linea della Tramvia che collegherà il nuovo, nefando e scellerato aeroporto con il centro.
E’ caduta una trivella da 120 tonnellate e non è morto nessuno, ma il fatto va descritto e interpretato:
1)- le trivelle si innalzano senza che vi siano distanze di sicurezza verso le migliaia e migliaia di auto in transito. Con quale rispetto per le norme di sicurezza? Chi sono i responsabili? Progettisti, relatori, committenti, legislatori? Chi ha mai letto le Relazioni di VIA? Dove è la SIA per la Linea 2?
2)- E’ palese e dimostrato che il terreno impregnato di acque CEDE: vogliamo provare anche in centro?

COMUNQUE AD OGGI IL SINDACO TIENE SECRETATO QUANTO NOTIFICATO DA UNESCO: inqualificabile.    

giovedì 29 ottobre 2015

LETTERE SEGRETE


LETTERE SCARLATTE, LETTERE SEGRETE






IL CORRIERE FIORENTINO DEL 29/10/2015 FA TRAPELARE ALCUNE NOTIZIE RIGUARDO AL CONTENUTO DI UNA CERTA LETTERA INVIATA AL SINDACO NARDELLA DAL COMITATO UNESCO DI PARIGI.
IL SINDACO NEI GIORNI SCORSI AVEVA DICHIARATO L'APERTURA DI UN PROCEDIMENTO DI SORVEGLIANZA SPECIALE RIGUARDANTE IL DEGRADO DELLA CITTA' ( IMMONDIZIE A STRASCICO PER LE STRADE, NEGOZIETTI VARI E SUPERMERCATINI ESOTICI).
IL CORRIERE FIORENTINO INCREMENTA QUESTO ELENCO INTRODUCENDO ALTRI ARGOMENTI BEN PIU' SERI: TUNNEL IN ESCAVAZIONE E IN PROGETTAZIONE.
TUTTAVIA LA LETTERA DI CUI TANTO SI PARLA E' ANCORA " CHIUSA A DOPPIA MANDATA NELL'UFFICIO DEL SINDACO".
IL CORRIERE FIORENTINO A RIGUARDO PIU' NIENTE LASCIA FILTRARE, MA SE VOLESSIMO FARE UNA IPOTESI REALISTICA SUL CONTENUTO POTREMMO DIRE ALCUNE COSE.
IL PROVVEDIMENTO DI  "SORVEGLIANZA SPECIALE" DISCENDE DALLE LINEE GUIDA OPERATIVE CHE IN QUESTI CASI VENGONO SEGUITE DAL COMITATO O DAL SEGRETARIATO UNESCO, QUANDO UN SITO INSERITO FRA I PATRIMONI MONDIALI DIVIENE " VULNERABILE PER EFFETTO DI MUTAZIONI IRREVERSIBILI".
NULL'ALTRO.
I CRITERI PER L'ISCRIZIONE DI UN PATRIMONIO MONDIALE NELLA LISTA DEI BENI IN PERICOLO SONO I SEGUENTI:


CRITERI PER L’ISCRIZIONE
Un bene del patrimonio mondiale può essere iscritto nella lista “in pericolo” quando il Comitato giudica che la situazione del bene stesso corrisponde almeno ad uno dei casi segg.
a)      Pericolo Provato il bene è minacciato da un danno provato, preciso e imminente come :
alterazione dei materiali (viii)
alterazione gravi delle strutture e/o delle decorazioni (ix)
alterazioni gravi della coerenza architettonica e urbanistica (x)
alterazione grave dello spazio urbano o rurale o degli spazi dell’intorno naturale(xi)
perdita significativa dell’autenticità storica (xii)

snaturamento grave del significato culturale (xiii)

     MESSA IN PERICOLO

 b)Il bene è esposto a minacce gravi che potrebbero avere effetti nocivi sulle sue caratteristiche essenziali come:
modifiche allo stato giuridico del bene di natura tale
da diminuire il grado della protezione (xiv)
carenza delle politiche di conservazione (xv)
minacce contenute in progetti di trasformazione del territorio (xvi)
minacce contenute in piani urbanistici (xvii)
conflitti armati ( xviii)
impatti minacciosi per fattori climatici, geologici, o d’altra natura simile (xix)
no naturale(xi)

perdita significativa dell’autenticità storica (xii)
snaturamento grave del significato culturale (xiii)


LA LETTERA INVIATA AL SINDACO DI FIRENZE RAPPRESENTA IL PRIMO PASSO UFFICIALE PER L'ISCRIZIONE NELLA LISTA DEI SITI IN PERICOLO A CUI FARà SICURAMENTE SEGUITO UNA RICHIESTA DI ESAME DEL PROGETTO GLOBALE  CHE STA TRASFORMANDO  IRREVERSIBILMENTE QUESTA CITTA':
TRAMVIE, TAV, AEROPORTO, SVENDITA DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE PUBBLICO.
TUTTI QUESTI PROGETTI VENGONO DA ANNI DENUNCIATI DAI CITTADINI, MA SONO PERVICACEMENTE PERSEGUITI DA CHI LI HA PROMOSSI, IN UN UNICO FOLLE DISEGNO; MA FINALMENTE QUALCUNO ORA VERRA' AD APRIRE I CASSETTI TENUTI CHIUSI A DOPPIA MANDATA.
INTANTO I GIORNALI SONO OBBLIGATI A PARLARNE.








venerdì 23 ottobre 2015

LA GRANDE FIERA DI FIRENZE E' INIZIATA





LA GRANDE FIERA DI FIRENZE E' INIZIATA:

SVENDITE-DEGRADO-CANTIERI-DECLASSAMENTO

Unesco: Puglisi, nessuna bocciatura per Firenze Smentita ogni ipotesi di declassamento

"Sono destituite di ogni fondamento le indiscrezioni pubblicate da alcuni organi di stampa relative a un declassamento della città di Firenze all’interno dei siti patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Firenze è e rimane un punto di prestigio e di forza del nostro asset culturale dentro e fuori dall’Unesco". È la dichiarazione lapidaria di Giovanni Puglisi, presidente della Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco.
Parole lapidarie ma inconcludenti e inconferenti rispetto alla situazione in cui si trova Firenze oggi.
Non si conosce il testo con il quale gli uffici di Unesco – Parigi abbiano notificato  al Sindaco Nardella l’avvio di un procedimento che, senza che nessuno l’abbia loro richiesto, lo stesso Nardella e il responsabile Unesco a Firenze hanno dichiarato rientri nel primo livello di attenzione che può determinare, a fine percorso, l’iscrizione di Firenze fra i siti in pericolo e l’esclusione dai siti World Heritage.
Fra un mese quel testo si conoscerà e si vedrà se contiene riferimenti al “degrado puro e semplice” in cui versa il Centro Storico, alla perdita di identità del commercio e delle attività artigianali, alla scia di sporcizia  e varie lordure che il turismo di massa lascia dietro di sé, oppure se quel testo attiene al contenuto di un esposto inviato nel marzo scorso a Parigi e Roma, da 16 cittadini di Firenze.
E’ noto e pubblicato che l’appello urgente a Parigi conteneva la denuncia di ben altro degrado, ovvero il rischio  a cui la città viene esposta da  grandi opere sul suolo e nel sottosuolo  urbano:  2  Tunnel TAV , 2 tramvie, anelli di tunnel veicolari, che tutti insieme comportano  una irreversibile intromissione e alterazione delle falde acquifere su cui la città è stata costruita; lesioni a monumenti tutelati da Unesco già date per certe; cedimenti  delle fondazioni dei principali monumenti che  un’opera ancora in fase di progetto, nientemeno che due linee di tunnel  di metropolitana sotto al Centro Storico, fa giustamente temere; un’operazione di vendite immobiliari di grandi edifici, per lo più storici e notificati,  accompagnate da  cambi di destinazione d’uso, vendite promosse sia dalla Regione che dal Comune ( su propri siti)
 Dunque, Firenze in vendita e sfigurata, come sono sfigurati i quartieri coinvolti dalle opere in corso, come saranno sfigurate le piazze del centro, anche entro la cerchia dei Viali, in cui saranno scavati almeno 12           parcheggi  , come sono state sfigurate le Cascine; basta vedere come il quartiere Vittoria Statuto è ridotto nel suo asse principale, radicato nella progettazione urbanistica di Giuseppe Poggi, come viene massacrato l’assetto da lui conferito al nodo della Fortezza/Viali/Mugnone/Statuto.
Basta vedere le soluzioni per Stazione S.M.N- Via Valfonda-Fortezza e i progetti prospettati in questi giorni per il cosiddetto Polo espositivo Congressuale della Fortezza: già si vede l’impianto di un cantiere all’interno del Giardino di Villa Vittoria in Via Valfonda, pronto per tagliare gli alberi secolari, abbattere il muro di cinta: bisogna fare spazio ai binari ( altrimenti la tramvia non passa, bel modo di progettare!); basta vedere i mucchi di porfido ( pavimentazione originaria di Piazza della Stazione) che saranno buttati per poter asfaltare; basta vedere la destinazione della Palazzina Reale di Michelucci ( un altro mangificio?); basta leggere che all’interno della Fortezza butteranno all’aria i Padiglioni Spadolini e Cavaniglia. Per il G7 del 2017.
Tanti, in Italia e all’estero, si domandano: ma la Soprintendenza se ne sta a guardare?
No, la Soprintendenza, il Ministero dei Beni Culturali, non stanno a guardare. Mai. Vedono, fanno alcune marginali osservazioni e approvano, ci mancherebbe altro, TUTTO APPROVATO. Ma con quale coscienza non si sa. E la tanto declamata Unesco Italia?
Abbiamo letto il comunicato del Prof. Puglisi: “

venerdì 28 agosto 2015

NUOVE NOMINE DI DIRETTORI STRANIERI A CAPO DEI NOSTRI MUSEI



Risultato immagine per galleria degli uffizi



"Salone dei 500? Dei 200? Ponte Vecchio? Corridoio Vasariano?" "Mah, intanto andiamo, tanto non sono ancora arrivate le Escorts...le Museine...senza loro un' pagano!" 


  
Come leggiamo e interpretiamo la vicenda delle nomine dei 20 nuovi direttori di Musei italiani?
Il neo direttore della Galleria dell’Accademia di Brera, l’anglo canadese James Bradburne, in una intervista rilasciata a caldo
D’altra parte fra i suoi titoli ( che non paiono eccelsi) egli accampa quello di aver diretto le attività della Fondazione Palazzo Strozzi, palazzo che come tutti sanno è uno spazio espositivo, non un Museo; quindi quello che sa fare è allestire mostre d’arte senza occuparsi d’altro, cioè dell’altro importantissimo compito, quello
E che dire dell’argomento “studio”? A chi risulta che qualche volta il Restauro di un’opera d’arte in Italia non sia stato accompagnato da studi e non sia stato una operazione di studio? A chi risulta che detti studi non siano mai stati pubblicati? A chi risulta che le opere, anche quelle dei depositi non siano accessibili agli studiosi ( senza escludere le opere delle collezioni)?
I Musei sono nati da raccolte e collezioni ( anche spoliando il patrimonio ecclesiastico) e le nostre leggi hanno configurato,
Poi il Codice dei Beni Culturali ha sciaguratamente introdotto
La valorizzazione dei Musei ha comportato l’apertura di caffetterie, di book shop, e di attività commerciali al loro interno.
Ma in cosa sarebbe consistito l’aumento di valore del Patrimonio Artistico Culturale del Popolo italiano che è il proprietario?
Le greggi di visitatori che vengono portati in coda dentro alle sale dei Musei ( ma sì, pensiamo agli Uffizi, tanto per far prima, al Museo dell’Accademia…) cosa vedono, cosa imparano e cosa capiscono !?
Questo tipo di presenza ha manifestato interesse
Ma quando mai…………
Quindi cosa faranno i prelodati neo Direttori? Seguiranno i disegni ed i programmi di chi li ha nominati: questo è facile supporlo; dunque il Direttore si occuperà di esporre (
Freschissima la notizia (*) che il neodirettore degli Uffizi Eike Schmidt pensa già di affittare alcune sale del Museo per “eventi dei privati”, “cosa che del resto si faceva anche nel ‘700 e nell’800”, dice, e questo per lui sarebbe il nuovo?
La Valorizzazione? Risottino e spaghettini davanti a Filippo Lippi? Sfilate di sculettanti e ignude ragazze davanti alle Madonne in Maestà? Per quattro soldi in più?
Ci permettiamo ancora un’ ipotesi:
Ci ricordiamo anche che a qualcuno era venuto in mente di
Passo passo si va alla privatizzazione del nostro Patrimonio,
Ma a chi ci legge vogliamo far rilevare che il Patrimonio Culturale Pubblico fa parte del Demanio Culturale come definito dal Codice Civile e soggetto a particolari disposizioni e tutele, anche se il famoso Decreto “sblocca Italia” sta cercando di alterarne natura e contenuti, cominciando ad alienare immobili fino a ieri inalienabili.
Quindi, cari dodici lettori, temiamo che questo sia il progetto, che purtroppo di questi tempi va in parallelo con operazioni meno eleganti come la spoliazione del Patrimonio pubblico e del Demanio greco (isole, aeroporti, porti…..)
Qui non si sta molto meglio e la “ripresa” è solo nelle visioni di qualcuno: che si stia andando a raschiare il fondo del barile cominciando da quello che è
Ad un Direttore non italiano, che gliene importa della roba nostra? Però come ha scritto Umberto Cecchi, ad Hermann Goering in un “certo senso” gliene importava, tanto, ma tanto, che
D’altro canto anche Napoleone e i Lanzichenecchi, di ritorno a casa, per mesi hanno portato via la roba nostra; e
D’altra parte sempre i Greci ne sanno qualcosa di Tedeschi e Inglesi amanti dell’ Arte, Fidia sta sempre in Inghilterra.
E questa, cari dodici lettori, è storia.
 

mercoledì 5 agosto 2015

ITALIA TERRA DI CONQUISTA

Un altro caso a supporto della teoria che la Germania deve comprarsi il substrato industriale dei paesi suoi competitors prima che l’euro crolli: la vendita del franchising di Snaidero

Ecco un altro esempio: Snaidero vende ai tedeschi il proprio franchising, la proprietà italiana probabilmente stufa di combattere con la burocrazia italiana fatta di tassatori, di enorme farraginosità che rischia di derivare in vera e propria ingiustizia e di amministrazione fine a se stessa lascia e vende al tedesco di turno, vedasi nota di stampa tratta da
A parte la tristezza personale quando un ‘azienda nazionale – per di più storica come Snaidero – vende anche solo una parte (importante) allo straniero, posso solo soffermarmi sulle conseguenze, pur sempre rispettando le scelte dell’imprenditore a cui va tutta la mia stima e rispetto per quanto fatto negli anni e comunque anche per la
Faccio presente che i tedeschi, come nel caso di Italcementi* [vedasi l'illuminante articolo proposto, in nota], devono comprare prima che l’euro crolli al fine di impossessarsi del substrato produttivo del proprio concorrente (l’Italia è il principale concorrente manifatturiero della Germania, superiore per molti versi alla stessa Germania, vedasi grafico)
Il sistema tedesco per altro brinda, gli utili verranno spostati all’estero ossia le tasse pagate a Berlino finanzieranno le spese tedesche, le pensioni tedesche ed in Italia resteranno solo i costi! E le pensioni da pagare….Complimenti! Io almeno mi espongo e chiarisco il mio pensiero ed il rischio che si corre, non venite poi a piangere in futuro quando vi sarete resi conto di essere diventati poco più di moderni schiavi
In ogni caso va chiarito che il problema prospettico della Germania è rappresentato dall’esempio di quando l’Italia era nella lira e poteva svalutare e dunque competere, il prof. M. Fortis della Cattolica ce lo spiega bene in un suo intervento a Mantova da dove sono tratte le due slides proposte
FireShot Screen Capture #143 - 'LE LEVE DI FORZA DELL’ITALIA Intervento di Marco Fortis (Fondazione Edison e Università Cattolica) - Fortis-COME-USCIRE-DALLA-CRISI-Mantova-3-giugno-2014_2-64585_pdf' -
Ed in relazione al caso Snaidero, ad indagare, scopriremmo magari che i debiti del venditore dovevano essere riequilibrati, certamente la crisi del consumo in Italia ha pesato anche sui conti del gruppo friulano, ricordando che la debacle dei consumi nazionali è indubitabilmente legata all’austerity inagurata da M. Monti ossia ai dettami dell’Europa che l’ha imposta e persevera nella forzatura a vantaggio tedesco, come spiegato in precedenti interventi*** (…).
Per intanto, tornando all’oggetto, ecco un altro segno dei tempi, una proprietà italiana rinomatissima che vende e lascia il passo allo straniero. Così facendo diventeremo solo una massa di operai non risparmianti, solo consumanti: la ciccia, gli utili, la competenza e fin anche i prodotti andranno in Germania.
Italia moderno terreno di conquista, come sempre.
Spero che il Governo, Renzi in particolare che si ritiene così lungimirante e scaltro, capisca cosa sta succedendo( Le politiche e le riforme attuate dal governo sono funzionali al compimento di questo disegno di destrutturazione:vedi come vengono collocati  gli amici leopoldini nei posti chiave.Inoltre non si ravvisa alcuna intenzione di chiamare a raccolta le forze sane del paese per iniziare una contro-offensiva di riappropriazione dei settori strategico- economici per ricreare una super struttura industrial-manifatturiera che funzioni all’occorrenza come banca.Commento del  curatore del blog), gli servirà per difendersi dagli inevitabili attacchi futuri, sono certissimo che le colpe saranno tutte e solo sue, troppo indifeso, troppo giovane (in tutti i sensi), troppo poco inserito, insomma una perfetta vittima sacrificale rispetto ai suoi predecessori che, in forza delle enormi relazioni accumulate potrebbero fare male nelle proprie postreazioni nei confronti di chi vuole la fine dell’Italia come paese benestante (e dell’Europa come soggetto equo e solidale). Chiaro che tale proterva e scorretta entità ha un nome, e non faccio fatica a pronunciarlo: si chiama Germania.
Vedremo a settembre che succederà.

Jetlag
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– http://scenarieconomici.it/neocolonialismo-tedesco-gli-squilibri-bilancio-europei-se-renzi-fallisce-nel-convincere-germania-rinnegare-lausterity-leuropa-destinata-baratro/
– http://scenarieconomici.it/come-la-grecia-e-arrivata-al-default-un-piccola-crono-sintesi-per-capire-cosa-ci-sta-dietro-ed-evidenziare-gli-interessi-esteri-finalizzati-a


sabato 1 agosto 2015

”TRA DIECI ANNI, L’ITALIA NON ESISTERA’ PIU’


Redazione | 31-07-2015 Categoria: Società Stampa

LONDON SCHOOL OF ECONOMICS: ”TRA DIECI ANNI, L’ITALIA NON ESISTERA’ PIU’, TOTALMENTE DISTRUTTA DALL’EURO E DALLA UE”

“Gli storici del futuro probabilmente guarderanno all’Italia come un caso perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di nazione prospera e leader industriale in soli vent’anni in una condizione di desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica, di rampate terzomondializzazione, di caduta verticale della produzione culturale e di un completo caos politico istituzionale. Lo scenario di un serio crollo delle finanze dello Stato italiano sta crescendo, con i ricavi dalla tassazione diretta diminuiti del 7% in luglio, un rapporto deficit/Pil maggiore del 3% e un debito pubblico ben al di sopra del 130%. E peggiorerà”.
Così Roberto Orsi, professore italiano emigrato a Londra per lavorare presso la London School of Economics, prevede il prossimo futuro del Belpaese.

Il termometro più indicativo della crisi italiana, secondo Orsi, è lo smantellamento del sistema manufatturiero, vera peculiarità del made in Italy a tutti i livelli: “Il 15% del settore manifatturiero in Italia, prima della crisi il più grande in Europa dopo la Germania, è stato distrutto e circa 32.000 aziende sono scomparse. Questo dato da solo dimostra l’immensa quantità di danni irreparabili che il Paese subisce. Questa situazione ha le sue radici nella cultura politica enormemente degradata dell’élite del Paese, che, negli ultimi decenni, ha negoziato e firmato numerosi accordi e trattati internazionali, senza mai considerare il reale interesse economico del Paese e senza alcuna pianificazione significativa del futuro della nazione”.
“L’Italia – prosegue lo studioso della prestigiosa London School of Economics – non avrebbe potuto affrontare l’ultima ondata di globalizzazione in condizioni peggiori. La leadership del Paese non ha mai riconosciuto che l’apertura indiscriminata di prodotti industriali a basso costo dell’Asia avrebbe distrutto industrie una volta leader in Italia negli stessi settori. Ha firmato i trattati sull’Euro promettendo ai partner europei riforme mai attuate, ma impegnandosi in politiche di austerità. Ha firmato il regolamento di Dublino sui confini dell’UE sapendo perfettamente che l’Italia non è neanche lontanamente in grado (come dimostra il continuo afflusso di immigrati clandestini a Lampedusa e gli inevitabili incidenti mortali) di pattugliare e proteggere i suoi confini. Di conseguenza, l’Italia si è rinchiusa in una rete di strutture giuridiche che rendono la scomparsa completa della nazione un fatto certo”.
Degrado di Roma
Quando si tratta di individuare le responsabilità, Orsi non ha dubbi nel puntare il dito contro la politica: “L’Italia è entrata in un periodo di anomalia costituzionale. Perché i politici di partito hanno portato il Paese ad un quasi collasso nel 2011, un evento che avrebbe avuto gravi conseguenze a livello globale.
Il Paese è stato essenzialmente governato da tecnocrati provenienti dall’ufficio dell’ex Presidente Repubblica, i burocrati di diversi ministeri chiave e la Banca d’Italia. Il loro compito è quello di garantire la stabilità in Italia nei confronti dell’UE e dei mercati finanziari a qualsiasi costo. Questo è stato finora raggiunto emarginando sia i partiti politici sia il Parlamento a livelli senza precedenti, e con un interventismo onnipresente e costituzionalmente discutibile del Presidente della Repubblica , che ha esteso i suoi poteri ben oltre i confini dell’ordine repubblicano”.
piazzale-partigiani-Degrado
“L’interventismo dell’ex Presidente è stato particolarmente evidente – prosegue il professor Orsi – nella creazione del governo Monti e dei due successivi esecutivi, che sono entrambi espressione diretta del Quirinale. L’illusione ormai diffusa, che molti italiani coltivano, è credere che il Presidente, la Banca d’Italia e la burocrazia sappiano come salvare il Paese. Saranno amaramente delusi. L’attuale leadership non ha la capacità, e forse neppure l’intenzione, di salvare il Paese dalla rovina. Sarebbe facile sostenere che solo Monti ha aggravato la già grave recessione. Chi lo ha sostituito ha seguito esattamente lo stesso percorso: tutto deve essere sacrificato in nome della stabilità. I tecnocrati condividono le stesse origini culturali dei partiti politici e, in simbiosi con loro, sono riusciti ad elevarsi alle loro posizioni attuali: è quindi inutile pensare che otterranno risultati migliori, dal momento che non sono neppure in grado di avere una visione a lungo termine per il Paese. Sono in realtà i garanti della scomparsa dell’Italia”.
Micidiale.
Fonte: www.quifinanza.it – che ringraziamo.
Tratto da Il Nord