giovedì 27 luglio 2017

FIRENZE-PERETOLA :ATTERRAGGI DIROTTATI CON ARTE

PUBBLICHIAMO LETTERA INVIATA AL SOTTOSEGRETARIO ALL’ ISTRUZIONE ON.TOCCAFONDI SUI PROBABILI O IMPROBABILI ATTERRAGGI AEROPORTO DI FIRENZE-PERETOLA


Illustrissimo Sottosegretario Toccafondi,

Letta la sua lamentazione sui disagi che coinvolgono chi vorrebbe atterrare a Peretola ma viene dirottato a Pisa, e leggendo che l'atterraggio, a suo dire, non è stato possibile per forte vento da nord, trasecolo perché a Firenze nessuno si è accorto del grave fenomeno metereologico. Pare strano che un esperto pilota Vueling non se la sia sentita a causa di quel vento perché di solito si atterra col vento di prua  forte, medio e leggero. Il problema di  Peretola attualmente  semmai è rappresentato dal vento da sud ovest, libeccio per intendersi, perché è un vento al traverso, e questo lo sanno tutti coloro che capiscono un po' di vento. 

AEREI IN VOLO VICINO A PERETOLA SOPRA AUTOSTRADE

 Il sospetto, scusi, è che si sia trattato di un dirottamento cascato a fagiolo ( a pensar male ci si azzecca il più delle volte) così si può    dire ancora ancora una volta che manca la nuova pista. Non si lamenti, via!
Si immagini dunque se un vento forte di tramontana o grecale dovesse traversare un atterraggio sulla tanto desiderata pista parallela all'autostrada, vento traverso da dritta: aereo sull'autostrada; vento da sud ovest, sempre traverso, non c'è scampo : aereo negli stagni del Parco della Piana o sul Polo Scientifico. A meno che per far posto si spostino Polo, laghi, stagni, canali su Monte Morello, Carabinieri a Fiesole, lo stadio sulla Calvana, il Tribunale in una buca profonda così finalmente non lo si vedrà più.
Veda Sottosegretario, il problema è che a Firenze , e lei lo sa bene come tutti, non c'e' proprio posto per fare un aeroporto degno di questo nome. A ridosso della città,in quel poco di terra che resta in mezzo a tutto l'edificato  che c'è, è una malsana mania , un protervo desiderio di grandeur voler fare un aeroporto in uno spazio di risulta tanto risicato, oltretutto radente una autostrada, a ridosso di quartieri densamente abitati e pieni di traffico.
Sia gentile e rifletta un attimo, se lei proveniente da Catania o da Londra, fosse atterrato a Pisa, in tutta tranquillità, senza lo stress di passare fra le antenne e la biancheria stesa sui tetti di Scandicci per due volte, e uscito dall'aeroporto Galilei fosse salito, valigie alla mano, sul treno in partenza da Pisa Aeroporto ( come una volta, tempi beati...) e in poco più di una mezz'ora fosse sceso a Santa Maria Novella, non si sarebbe sentito come un qualsiasi cittadino europeo che putacaso atterra a Bruxelles e prende il suo bravo treno per il centro città ? Come chi atterra a Gatwich? Ad Atene?


PISTA con LAGO PROTETTO.


Non so lei, ma io mi sarei sentita benissimo, niente di strano. Servita e riverita.
E naturalmente viceversa: check-in a Santa Maria Novella e imbarco al Galilei.
A Firenze qualsiasi vento risulta essere pericoloso perché lo spazio semplicemente non c'è , esattamente come per la tramvia , che è stata infilata come il piede di uno Hobbit in una scarpa 37 tacco 12.
È' pericoloso ora, sarà più pericoloso in futuro, e la responsabilità ricadrà sulle vostre teste, mentre su Firenze e dintorni  ricadrà solo tanto kerosene. Bene, bravi, bis, diceva Petrolini, ma non ci sarà da ridere per nessuno e tanto meno per chi ne morirà.
Con tanti saluti a chi ha una ferrea vocazione al giornalismo deferente, mentre a Lei l'invito a meditare sulle onerose responsabilità connesse al suo ruolo.

 




martedì 18 luglio 2017

L'ITALIA COME GLI ULTIMI GIORNI DI COSTANTINOPOLI

PUBBLICHIAMO QUESTO ARTICOLO SIGNIFICATIVO COME MEZZO DI RIFLESSIONE SULLA SITUAZIONE ATTUALE DEL NOSTRO PAESE ......

Gli ultimi giorni di Costantinopoli
Di Luigi Pecchioli dal blog di Maurizio Blondet  12 luglio 2017  
Narrano le storie che i dotti teologi bizantini amassero discettare del sesso degli angeli. Tale attitudine non cessò, sembra, neppure durante l’assedio di Costantinopoli da parte di Maometto II, che pose fine al millenario impero romano d’Oriente nel 1453. Poi entrò il nemico, celebrò il suo trionfo, consumò le sue vendette e la superba Bisanzio cambiò pelle, ed è ora Istanbul, culla del mondo turco e antica capitale ottomana.



assedio di costantinopoli: i cannoni turchi provenivano dalla germania

Nulla di insolito, dopotutto: già Tito Livio commentò così la fine e la distruzione di Sagunto, storica alleata dei Romani accerchiata da Annibale: dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur, mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata. Sono gli ultimi giorni di Costantinopoli, la situazione è grave, ma non seria, come direbbe Ennio Flaiano. 
L’Italia sta per esalare gli ultimi respiri, già rantola, ma tutto prosegue come prima: il governo regala 17 miliardi al sistema bancario, Renzi fa il finto gradasso con le istituzioni europee, Minniti e Gentiloni non sanno che fare dinanzi all’invasione africana. Con acuta intelligenza, anzi, un professorone liberal come Luca Ricolfi nega che si tratti di invasione: siamo noi stessi che li portiamo a riva e li accogliamo sul territorio nazionale, di che cosa stiamo parlando?

Frattanto, Renzi, dopo aver probabilmente accollato all’Italia l’ondata migratoria dalla quale siamo travolti in cambio di qualche indulgenza dei gerarchi europoidi sulle questioni di bilancio, deve per forza dire o fare “qualcosa di sinistra”.

A che servono, altrimenti, i film di Nanni Moretti? Ha scelto lo ius soli, ovvero l’offerta della cittadinanza a chiunque nasca in Italia. La nazionalità, come l’abbiamo conosciuta e vissuta da secoli, forse millenni, è finita. Caracalla insegna, la concessione generalizzata della cittadinanza romana determinò la fine dell’Impero Romano, una istituzione ben più seria, potente e strutturata del fragile Stato italiano, figlio gracile dell’Ottocento massonico e liberale.
Costantinopoli cede all’invasione, in tanti si affannano ad aprire le porte, agevolare gli assedianti. Lo ha detto Matteo Renzi: lo ius soli è un gesto di civiltà. Tutte le peggiori porcherie alle quali abbiamo assistito e che- ammettiamolo- non siamo riusciti a contrastare, vengono definite “civiltà”. Una magnifica inversione di significati, degna dei chierici bizantini impegnati a determinare il gender dell’epoca, ovvero il sesso di cherubini e serafini. Diritti e civiltà: paroline magiche credute per coazione a ripetere e svuotamento progressivo dei cervelli. Anche l’aborto fu “civiltà”. Può essere una triste necessità, un male da opporre a situazioni limite, ma uccidere non è mai un gesto di civiltà.

si discuteva e si discute ancora sul sesso degli angeli

Probabilmente, quest’affermazione verrà contestata da almeno un esponente della Pontificia Accademia per la Vita (sì, per la vita) fresco di nomina, per il quale l’aborto è lecito sino al quarto mese. Tuttavia, comunque la si pensi, gettare via la vita come un rifiuto da smaltire è segno di degrado, non di civiltà. La medesima civiltà da settembre, porterà nelle scuole la sessualità deviata che chiamiamo teoria del gender, un nuovo traguardo che fa impallidire l’egiziana Semiramide, colei che secondo Dante, un italiano del passato remoto, “libito fé lìcito in sua legge”. Nuova confusione, una bomba in più nel cuore di una tardo modernità giunta ai tempi supplementari. La ruota gira, basta sesso degli angeli, ora trattiamo quello dei bambini, e non osiamo immaginare chi salirà in cattedra. Qualcuno ha già istruito i ragazzini delle medie inferiori su come indossare, o calzare (i verbi sono certo imperfetti) un profilattico, con l’aiuto di una carota. Tombola.
Comunque, amiamo tanto i bambini che non mettiamo al mondo da imporre vaccinazioni a iosa, ben più di nazioni notoriamente arretrate ed insensibili all’infanzia come Germania ed Inghilterra. Un aiutino a Big Pharma insieme con l’attacco sempre più duro alla patria potestà, anzi alla potestà genitoriale, che è il nuovo sintagma politicamente corretto.
E Matteo Renzi, assediato da più parti, deve dire e fare compulsivamente qualcosa di sinistra. Per questo, mentre Costantinopoli soccombe sotto mille colpi, ecco pronta una legge che inasprirà le pene per la “propaganda fascista”. Sarà reato possedere gadget del deprecato ventennio, forse dovremo autodenunciarci e fare pubblica autocritica se possediamo un busto del Duce in salotto, e guai se, salutando un amico, alzeremo troppo il braccio destro. E’ in agguato la psicopolizia guidata dalla signora Boldrini. Anzi, per lei dovrebbero essere abbattuti monumenti e manufatti attribuiti al fosco regime del trapassato remoto. Addio camionale Genova Serravalle, ruspa sull’ altare della patria, su ponti, edifici pubblici ed intere città. Distruggiamo Fertilia e Torviscosa, Sabaudia e l’Eur. Aboliamo, incidentalmente, anche l’INPS ed espungiamo dai codici ogni legge promulgata dal 1922 al 1945. Ci salveranno, a differenza delle vecchie zie democristiane di Longanesi, i bagnini di Chioggia, nei cui stabilimenti verranno organizzate sacche di resistenza (ohibò!) alla legge in nome dell’ordine, della disciplina e dei produttori di zippi e portachiavi con l’effigie del defunto dittatore.
I BAGNINI
Magnifica e quasi commovente è stata una coraggiosa dichiarazione di uno dei fautori della nuova legge: il fascismo non è un’idea, è un crimine!Oplà, neppure Norberto Bobbio aveva osato tanto, ed è comunque tragico che le idee- anche le peggiori – vengano giudicate con tali criteri. Va da sé che l’islamismo più radicale ha diritto a valutazioni più serene e riflessive. Colpire chi è debole o non esiste è sempre più facile che opporsi a chi è forte ed arrogante. Una bella battaglia contro il fascismo che non c’è non è diversa dalle infinite discussioni del Senato romano su Sagunto. Intanto, Annibale avanzava e distruggeva la città sull’Ebro.
INTANTO L'ITALIA BRUCIA
Divisione più diversione, il tutto approfittando della calura estiva e della propensione di quel che resta del nostro popolo alla vita di spiaggia. Del tutto casualmente – il Fato è un visitatore molto frequente dello Stivale- gli incendi estivi che flagellano varie zone d’Italia potrebbero essere opera della criminalità organizzata, la quale, evidentemente, dell’educazione alla legalità e delle dispute romane se ne stropiccia. Per di più, a Palermo vengono sfregiate e distrutte statue ed immagini di uno degli ultimi eroi civili italiani, Giovanni Falcone. Non importa, le urgenze italiane sono due: lo ius soli e nuove leggi contro i simpatizzanti postumi, veri o presunti, di un governo caduto irrimediabilmente 72 anni fa. Madama Boldrini dice che i partigiani sono infastiditi dai monumenti di quell’epoca. Strano davvero che non se ne siano accorti quando erano giovani, vigorosi e numerosi: adesso i più giovani tra loro hanno almeno 90 anni e non crediamo che la loro priorità sia Piazza della Vittoria a Genova o la Stazione Centrale di Milano.
 Ogni tanto, fastidiosi segnali richiamerebbero alla realtà: la disoccupazione non scende, anzi c’è chi dice che sia ben più grave delle statistiche, le banche italiane sono quello che sappiamo, gli ergastolani evadono non dal carcere, ma dai permessi premio loro attribuiti, e tanto altro ancora. In questi giorni ad un conoscente, pensionato di 66 anni, ex impiegato di una banca il manager di turno gli ha sottratto il fondo di previdenza Per la propria salute il pensionato ha poi  effettuato la prenotazione per una colonscopia, che gli verrà praticata nel maggio 2018. La stessa persona, il cui reddito è di 1.500 euro mensili, è preoccupata per l’affitto di casa, pagare il quale lo rende praticamente povero, e sa che è del tutto vano fare domanda per un alloggio popolare. Non è straniero, non è abbastanza povero, non è neppure un ex detenuto in difficoltà o un tossicodipendente.
In compenso, potrà denunciare i possessori di calendari con il faccione di Mussolini e impedire che la suoneria di qualche telefonino diffonda canzonacce d’epoca. Quanto al merito, perseguitare le idee non è l’anticamera della dittatura, è già dittatura, per cui, usando il loro vocabolario, fascisti sono quelli del governo. Anche in questo ebbe ragione Longanesi in tempi non sospetti, quando affermò che esistevano due tipi di fascisti: quelli propriamente detti, e gli antifascisti. Il dramma è che il polemista romagnolo osservava l’Italia dei primi anni Cinquanta del secolo scorso. Il passato non passa, evidentemente. La querelle sul sesso degli angeli era in fondo più interessante, mentre i voucher adesso si chiameranno libretto famiglia e gli stranieri saranno concittadini.
Peggio per loro: non potranno beneficiare degli aiuti previsti da Confindustria, delle corsie preferenziali alle ASL, dovranno pagare per intero i trasporti pubblici e avranno l’opportunità di partecipare a concorsi per duecento posti di infermiere con decine di migliaia di partecipanti. L’alternativa è fare i portapizza con motorino proprio, i portalettere privati e, per i più fortunati, un posto da commesso o cassiere in qualche centro commerciale, con orari incredibili e paghe che la generazione precedente avrebbe rifiutato con tumulti di piazza. Chissà come fu la vita quotidiana nella Costantinopoli dei tempi ultimi. Probabilmente, non pochi avranno accolto con sollievo l’arrivo di un potere straniero e violento, ma almeno deciso a mettere ordine. Vedete, signori dello ius soli, dei regali miliardari alle banche, del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, dell’incapacità di gestire l’ordine pubblico e di dare lavoro e giustizia alla propria gente: comunque vada, avete perduto

Se, come è assai probabile, Costantinopoli sarà conquistata, verrete spazzati via. Se invece i vostri mandanti, a Francoforte, Bruxelles, Washington o Vattelapesca, ne avranno abbastanza di voi- i segnali ci sono tutti- verrete sostituiti senza troppi complimenti. La terza eventualità è la più remota, e riguarda un soprassalto di orgoglio e dignità del popolo italiano. E’ assai improbabile, hanno lavorato bene alla distruzione i vostri padroni, e voi stessi siete stati abili a togliere carne, sangue e cervello alla nostra gente. Tuttavia, la storia, a differenza della natura, talora fa il salto e ribalta il tavolo.
A noi resta una sola via: cavalcare la tigre, lavorare affinché questa lunga decadenza giunta all’agonia termini il più presto possibile. Costantinopoli non può durare, non sappiamo se entrerà un nuovo Maometto II o qualcun altro, ma certamente qualcuno interromperà il dibattito sul sesso degli angeli, sui decimali del fiscal compact, sui saluti romani e sulle magnifiche sorti e progressive della società aperta, multiculturale, quella delle nozze invertite, dei genitori multipli, delle madri surrogate , delle igieniche iniezioni letali per i malati , la stessa che insegna ai bambini l’uso del preservativo e li mette in guardia dall’essere maschi o femmine. Magari qualcuno un giorno, probabilmente di pelle più scura degli antichi italiani, saprà anche fermare i barconi, gli scafisti e i loro armatori.
Che Dio ci perdoni, ma, ad occhio e croce, nell’anno di grazia 2017, sembra più seria e “nomale” Istanbul rispetto alle mille Costantinopoli del degrado ribattezzato società aperta, libertà, democrazia, diritti. E’ lunga la notte degli esperti del sesso degli angeli. Eppure, in un modo o nell’altro, avrà fine, tornerà un’alba: la civilizzazione della morte si spegnerà inevitabilmente, e come gli ultimi uomini di Nietzsche, anche i pazzi si avvieranno al manicomio spontaneamente.
ROBERTO PECCHIOLI
 

martedì 25 aprile 2017

MACRON NUOVO ROTTAMATORE SPREGIUDICATO

Un” nuovo” personaggio si affaccia nel teatro della politica, Macron.


Emmanuel  Macron, giovane uomo freddo, calcolatore e ambizioso, spinto da forti pulsioni Interiori, ha sempre cercato persone adatte a  realizzare  la propria personale affermazione.  Non è un caso che  in giovane età si sia legato  con la propria insegnante di recitazione, Brigitte Trogneux, stabilendo una relazione con una donna già matura  contro il parere dei genitori e lo scandalo giudiziario che ne era seguito. Quello con la Trogneux è con tutta evidenza  un legame simbiotico anomalo. Da questo rapporto hanno trovato vantaggio reciproco. Lei matura e anonima insegnante di teatro in una scuola, ha trovato nell’adolescente Macron una nuova vitalità, diventando una specie di madre-Pigmalione, ma soprattutto  il mezzo per ascendere nella scala sociale passando per le pagine dei giornali prima, per accedere poi alle  più esclusive frequentazioni dell’alta società parigina: dal demi monde di provincia addirittura al salotto dei Rothschild. Dall’altra il “giovane” per  affermare la propria volontà contro ogni altra, per legarsi a questa donna scaltra ed  esperta, ha scatenato le proprie capacità  con estrema determinazione trovando con lei e per lei la possibilità di emergere, attuando un  progetto che nel tempo si è dimostrato realistico. In realtà è  Brigitte palesemente il suo consigliere,  la sua guida, il suo alter ego : un rapporto interdipendente perfetto.

 

Perfetto per la coppia, ma lo sarà anche  per il popolo francese ? La storia di quel paese d’altra parte conta numerosi ed illustri precedenti in fatto di consiglieri che contavano più del re; ma la Trogneux non è la sola a muoversi, dato che ben più insidiosi e determinanti sono e saranno gli stretti legami passati e presenti di Macron con il sistema di potere bancario dei Rothschild. Il nuovo rottamatore transalpino è già stato ministro  dell’innovazione nel governo di Hollande fino al 2016. Successivamente si è dimesso per partecipare alle elezioni presidenziali senza un partito formale ma a capo di un movimento formato dalle iniziali del suo nome e cognome: EM ,”EN MARCHE”.


 A seggi chiusi Macron è in vantaggio seguito a ruota da Marine Le Pen e dietro tutti gli altri per cui il ballotaggio se lo giocheranno in modo contrapposto le forze della globalizzazione e dei poteri finanziari che la gestiscono rappresentati dal glabro Macron contro le forze popolari escluse e private del proprio lavoro senza più diritti e con redditi sempre più risicati difesi da Marine Le Pen. 



Analizzando il voto espresso si nota subito che i grandi centri urbani hanno dato la maggioranza a Macron : questo voto è rappresentato da quella ricca borghesia ex nazionalista di speculatori che una volta si appoggiava allo Stato francese; uno Stato che cedendo la propria sovranità ai poteri dell’UNIONE EUROPEA ha perso forza , prestigio e attrazione per quella stessa borghesia che ora si arricchisce appoggiando le forze della globalizzazione. Durante la mutazione dello STATO sono stati eliminati i diritti legati alla dignità del lavoro e ridotti i salari: ciò ha generato solo miseria nella popolazione . Nei loro confronti è stato perpetrato il più grande crimine della storia umana: il tradimento della fiducia verso lo Stato e la conseguente distruzione del proprio futuro .La Francia è di fronte ad una decisione importante : continuare ad eseguire le politiche economiche e sociali dettate dagli  organi di comando europeo e in definitiva della finanza, o riprendere in mano il proprio destino di nazione sovrana guidata dalla RAGIONE e non dalle  oscillazioni pilotate dal cosiddetto libero mercato. Non a caso, solo per il piccolo margine di voti in più presi da Macron al primo turno rispetto all’altra candidata alla presidenza  Marine Le Pen, le borse quest’oggi sono volate ed il marco, pardon, l’euro è in rialzo rispetto al dollaro.

Elezioni presidenziali francesi - risultati del primo turno - 23 aprile 2017
Iscritti
46.891.594
% degli iscritti
% dei voti validi
Votanti
36.681.113
78,23

Voti validi
35.737.724
76,21

Emmanuel MACRON
8.528.585
18,19
23,86
Marine LE PEN (FN)
7.658.990
16,33
21,43
François FILLON (PR)
7.126.632
15,20
19,94
Jean-Luc MÉLENCHON
7.011.856
14,95
19,62
Benoît HAMON (PS)
2.268.838
4,84
6,35
Nicolas DUPONT-AIGNAN
1.689.686
3,60
4,73
Jean LASSALLE
433.996
0,93
1,21
Philippe POUTOU
392.454
0,84
1,10
François ASSELINEAU
329.951
0,70
0,92
Nathalie ARTHAUD
231.660
0,49
0,65
Jacques CHEMINADE
65.076
0,14
0,18



lunedì 13 marzo 2017

LINGOTTO e PD

IL PD di RENZI TENTA DI RINASCERE AL LINGOTTO.


COS’E’ IL LINGOTTO OGGI? SAPPIAMO COS’ERA IL LINGOTTO DIVERSI DECENNI FA,OGGI INVECE RAPPRESENTA LA DEINDUSTRIALIZZAZIONE DELL’ITALIA. IL PD VUOLE RITORNARE A PRIMEGGIARE MA SU QUALI BASI POGGIA IL PRIMATO DI QUESTO PARTITO? –SUL NIENTE-


L’ITALIA NON HA PIU’ LA FORZA ECONOMICA DI PRIMA,CI HANNO PENSATO POLITICI CONSUMATI IN POLITICHE ESTEROFILE A FAR CHIUDERE INTERI SETTORI DELL’INDUSTRIA ITALIANA.


IL LINGOTTO COME REALTA’ E SIMBOLO DELLA STORICA INDUSTRIA DELL’AUTO “FIAT”, GIA’ PASSATA DOPO L’ACCORDO CON “CHRISLER” A SEDI LEGALI E QUOTAZIONI DI BORSA PIU’ CONFACENTI, RAPPRESENTA VERAMENTE LA LINEA POLITICA ATTUATA DAI VARI GOVERNI "MONTI" IN POI: QUELLA DELLA DISGREGAZIONE ECONOMICA E SOCIALE DELLA POPOLAZIONE ITALIANA.

Il vuoto del Lingotto

COME POSSIAMO FIDARCI DI UN PARTITO CHE NON E’ STATO NEPPURE CAPACE DI TROVARE UNA SEDE MATERIALE E SIMBOLICA GIUSTA PER RINASCERE?





domenica 26 febbraio 2017

L' URBANISTICA CONTRATTATA DI ROMA E' NATA A FIRENZE

ROMA: QUALI NOVITA’! SIAMO ALLA SOLITA URBANISTICA CONTRATTATA



Nel giugno 1989, 60 fra i maggiori urbanisti  italiani,  scrissero un accorato appello ad Achille Occhetto perché intervenisse a bloccare quella che consideravano una sciagura, per Firenze e per il Paese, cioè che una  contrattazione, fra la giunta PCI-PSI-PSDI- PLI e gli interessi di Fiat e Fondiaria, portasse un vulnus alle leggi vigenti in fatto di urbanistica, e aprisse la porta ad operazioni simili ovunque.
Il progetto di Fondiaria collideva con il disposto del PRG vigente e contrastava con tutti gli indirizzi del nuovo PRG in fase di faticosissima ed ostacolata elaborazione, quindi non poteva che essere respinto, ma stava per essere approvato.
Questa è la premessa storica al nuovo stadio di Roma e alla rinuncia di un principio: chi ha il dovere ed ha il potere di amministrare, ha il dovere  di progettare l’urbanistica della città; se sceglie invece di contrattare con progetti privati non garantisce assolutamente il rispetto del pubblico interesse. Diceva il Prof. Campos Venuti ( non un pericoloso estremista) a proposito di quello che era avvenuto a Firenze:
  "Assieme ad Astengo avevo sempre detto che con i privati si può certo lavorare,  ma non li si può servire dallo stesso piatto se non si serve la collettività”, cioè prima viene il progetto urbanistico al servizio della collettività, poi vediamo.

 LAVORI IN CORSO PER TRAMVIE A FIRENZE.


Con quali mezzi e con quali strumenti? Con quelli di una pianificazione dello sviluppo urbano fatta dalla mano pubblica , senza guardare in faccia gli interessi di chi si è accaparrato terreni, di chi ha sfacciati interessi da promuovere,  ed ha in mente solo la rendita, quella dei propri investimenti. Invece, con il grimaldello delle Varianti al Piano, la garanzia che le Amministrazioni preposte al governo delle città  devono tutelare salta, viene annullata. Ma come? Semplicemente  accogliendo un progetto di urbanizzazione ed edificazione privato e dandogli dignità di Piano, inserendolo come norma di legge nel Piano stesso. E’ chiaro che in questo modo tutto si ribalta.


Tor di Valle non è un francobollo, è un’area vasta su cui le norme di Piano sono state contrattate, non è vero che l’ambiente è stato salvaguardato diminuendo l’impatto del costruito, non si fa così, doveva essere fatto diversamente. A parere di chi scrive e di “qualche” urbanista l’ambiente viene salvaguardato a prescindere dall’esame e dalla contrattazione di fronte ad  un progetto privato bell’e fatto e scodellato ancorché deliberato dalla giunta precedente: si prende la delibera e la si annulla. Hanno la maggioranza, potevano farlo, potevano e dovevano ripristinare le regole cardine che sono la base del buon governo.


La tutela dell’ambiente appare in tutta la sua vacuità, parole vuote come tutti  i cosiddetti “temi ambientali”; al contrario se in questo povero paese venisse ripristinata la regola del Pubblico interesse, con  scrupolosa osservanza del suo senso, non ci sarebbe bisogno di caterve di leggi e leggine e norme che vengono invariabilmente eluse. Se questo principio si stabilisse nelle teste dei pubblici amministratori, prima ancora che nelle carte, e che il territorio  è nel suo insieme indisponibile per la rendita ma serve a far vivere, bene, gli esseri  umani, non ci sarebbe bisogno d’altro.  Non ci sarebbe affatto bisogno di invocare città a misura di anziani, donne, bambini, cagnolini e altre categorie di utenti, di città che vogliamo, di progetti “partecipati”, inutili beffe alla credulità dei semplici.
Il M5S e la giunta romana hanno ampiamente dimostrato di non disporre ne’ del tipo di competenze  ne’ del tipo di maturità di pensiero  necessaria;  se voleva, il Prof. Berdini doveva dimettersi su questi punti.  


      OLTRE LO STADIO

GDB