Il
ponte Morandi prima dell’implosione
I l Governo gialloverde voleva revocare le concessioni ai Benetton e non si poteva fare. Ma adesso che è al governo il Partito Democratico, il tema è definitivamente stato sdoganato ed è entrato nell’agenda dei media ora. Siccome i Benetton sono sempre gli stessi, è evidente che nell’equazione dev’essere entrata una variabile nuova. Anzi, forse non propriamente una variabile, ma un cetriolo. Tutti con le spalle al muro!
Autostrade: revoca sì, ma a favore di
chi?
Le vittime del ponte Morandi attendono ancora
giustizia, ma il caso Atlantia dal giorno del crollo è diventato un caso
politico e persino ideologico: il Movimento 5 Stelle, col ministro Toninelli,
si è battuto per la nazionalizzazione della rete autostradale; la Lega ha
invece fatto resistenza, forse contro un concetto poco “liberista” o forse per
tutelare Atlantia. Tutto ciò mentre i media esitavano persino a pronunciare la
parola “Benetton”. Fatto sta però che ora il governo è cambiato, e
improvvisamente è cambiata l’intera narrazione: si parla ormai ogni giorno
di “revoca”
della concessione, e nelle prime pagine escono rivelazioni sconcertanti su
pastette e falsi report relativi alla manutenzione. Insomma un quadro
rovesciato: cosa è successo? Eppure nessuno menziona più la nazionalizzazione
delle autostrade: d’altronde, si sa, non è una cosa facile né dal punto di
vista legale, né economico. E anche l’Unione Europea non gradisce queste
soluzioni “pubbliche”, preferendo magari una gara europea tra imprese. Tra le
quali, ad esempio, c’è la francese Vinci, il più grande gestore autostradale
d’Europa, che anche La Voce un paio di mesi fa menzionava come soggetto
potenziale di “un assorbimento completo” della nostra rete autostradale. Tutto
è ancora in alto mare, insomma, ma chissà che non ci tocchi di nuovo cedere ai
“cugini francesi” un altro pezzettino d’Italia…
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