PANNELLA GIACINTO,DETTO MARCO,CI HA LASCIATO OGGI.
E' MORTO SERENO FRA LE CURE AMOREVOLI DELLE SUORE.
ABILE POLITICO NEL GIOCARE LA CARTA DEI DIRITTI, COSTRUITI PIU' PER ABBATTERE IL SISTEMA DI POTERE CHE PER GARANTIRE DIRITTI ATTI A COSTRUIRE UNA NUOVA SOCIETA'. CIOE' UNA CIVITAS PER GLI UOMINI E NON UN INSIEME DI FALSE LIBERTA' DIPENDENTI DA DESIDERI E PASSIONI INDIVIDUALI SENZA NESSUNA RESPONSABILITA' NEI CONFRONTI DEGLI ALTRI:SOLO DIRTTI E NESSUN DOVERE.
DI FRONTE AL GRAVE MALE ORMAI IRREVERSIBILE HA PREFERITO NON AVVALERSI DI UNA CLINICA SVIZZERA OVE CI SI AFFIDA ALLE CAREZZE DELLA "DOLCE MORTE"(COME IL SUO PARTITO TRANSNAZIONALE PROPONE),HA INVECE PREFERITO VIVERE FINO IN FONDO LA SUA MALATTIA.
TUTTO CIO' CHE PANNELLA HA PREDICATO A FAVORE DELL'EUTANASIA,CONTRO LA FEDE CATTOLICA E LA CHIESA E' STATO SMENTITO DALLA SUA ULTIMA SCELTA:QUELLA DI MORIRE IN MODO NATURALE NELLA CLINICA ROMANA "NOSTRA SIGNORA DELLA MERCEDE" ASSISTITO AMOREVOLMENTE SINO ALLA FINE DALLE SUORE DELLA CONGREGAZIONE.
COME DIRIGENTE DEL SUO PARTITO,PER GLI ALTRI ABITANTI DI QUESTA TERRA, HA SEMPRE VOLUTO PROPINARE COME DIRITTI INALIENABILI DROGA LIBERA, EUTANASIA, MATERNITA' SURROGATA E SESSO LIBERO DA OGNI VINCOLO NATURALE.
VA COMUNQUE RICORDATO PER LE BATTAGLIE A FAVORE DEL DIVORZIO E DELL'ABORTO CHE MUTARONO IN MODO IRREVESIBILE I COSTUMI DEGLI ITALIANI;E SOPRATTUTTO PER L'ABORTO DIVENUTO IN BREVE TEMPO UNA PRATICA CONTRACCETTIVA E NON TERAPEUTICA.
UN REQUIEM.
Il nome che è stato dato alla autonoma aggregazione di liberi cittadini di "Primo Popolo di Florentia" nasce dal primo esperimento di democrazia popolare a Firenze nel 1292. Da questo blog partono idee ed iniziative per l'instaurarsi di una vera RES PUBLICA a Firenze.
venerdì 20 maggio 2016
domenica 1 maggio 2016
UNESCO, NUOVO APPELLO
Educational Scientific and Cultural Organization
Place de Fontenoy 75352 Paris 07 SP
France
* I .C.O.M.O.S Conseil International des
Monuments/ Sites
Commissione Italiana UNESCO Piazza Firenze27 Roma 00186
Firenze
4 aprile 2016
Oggetto: Florence World Heritage. Rif. Appello del 10
marzo 2015. Richiesta di iscrizione nella Lista dei siti in pericolo ( Suivi réactif. IV A).
I sottoscritti
dichiarano che il 18/11/2015 hanno reperito in rete copia dell’Esame Tecnico
ICOMOS inviato da Voi al Comune di
Firenze nel maggio 2015 e di aver preso atto che quanto segnalatovi il 10 marzo
era stato giudicato attendibile ed era
stata avviata di conseguenza la procedura prevista.
Tuttavia, nonostante
i rilievi mossi da ICOMOS al Comune di Firenze per la discutibile gestione del
Patrimonio, segnaliamo che a nostro avviso non sono state attuate misure di
cautela o di maggior tutela, ma anzi vi sono fatti ancora più preoccupanti su
cui siamo documentati e che Vi
trasmettiamo.
Così come nel Piano
di Gestione 2006-2008 l’Ufficio Unesco di Firenze faceva solo un accenno ai progetti delle nuove
infrastrutture nascondendone i rischi, così ancora nel Rapporto Periodico del gennaio 2015 (“State of Conservation for
Unesco site n. 174 <Historic Center of Florence> “) lo stesso Ufficio di Firenze definiva la
costruzione delle linee 2 e 3 della Tramvia come compatibile con la
salvaguardia e la sicurezza del Patrimonio; altrettanto viene ora fatto nel
Piano di Gestione del 2016: viene omessa la comunicazione di un processo di
MUTAMENTO IRREVERSIBILE A CARICO DEL PATRIMONIO, ovvero la messa in vendita di
39 edifici o complessi monumentali nel solo Centro Storico ( Allegato 1). Alle vendite
viene garantito il cambio di destinazione per usi alberghieri o
residenze di lusso e si garantisce la realizzazione di garages sotterranei,
situati nella falda freatica. Si vedano i siti della Regione e del Comune (www.investintuscany),(www.investinflorence) ed anche il sito ufficiale http://www.investinitalyrealestate.com/en/properties/firenze/?orderby=post_title&order=as.....
E’ evidentemente in atto l’attuazione di un disegno di
alienazione del patrimonio edilizio
storico monumentale pubblico/privato, che oltretutto non viene reso noto a
termini di Legge (Dlgs 42/2004 e succ. int, e mod., Capo IV, Sez. I, Art. 53
ss), e che si configura pericolosamente come
un processo incontrollato di "gentryfication” che cancella quelle
caratteristiche che sono parte
integrante del "Historic Centre of Florence, World Heritage". Non risulta esistere neppure una traccia di analisi e proiezioni di tipo economico e
urbanistico, ne’ sociologico/politico, ne' storico-critico ne’ una
programmazione dei tempi in presenza di un qualsiasi studio del processo in atto, ne’ degli effetti
– duraturi e indelebili - che si
produrranno sulla città, sui suoi abitanti, sul Patrimonio da voi tutelato.
Tantomeno risulta che i cambi di destinazione d’uso dei singoli edifici,
nonostante siano collocati nel Centro Storico,
siano inseriti in Piani di Recupero Urbanistico come le leggi
prescriverebbero. La concessione di cambio di destinazione d’uso viene
garantita sui siti ufficiali sia del Comune di Firenze www.investinflorence sia della regione Toscana www.investintuscany .
Riteniamo che tale disegno volto a trasformare Firenze in città di
alberghi e shopping rappresenti perfettamente i Criteri IV°B.a.xii,xiii;
IV°B.b. xiv, xvii. Perdita dell’Identità del Sito. Inoltre nel Capitolo 4 del
Piano di Gestione 2016 gli Strumenti
Normativi Urbanistici vigenti vengono riferiti come capaci di garantire la
tutela del Patrimonio; a tale riguardo domandiamo:
quale garanzia possono costituire se, come già detto, per ben 39
grandi e storici edifici o complessi monumentali è garantito il cambio di
destinazione d’uso a prescindere da un preventivo esame dei progetti e della
loro compatibilità, da parte degli uffici comunali o Enti Statali preposti ?
Oltretutto il Piano Strutturale non
contiene uno strumento normativo
lontanamente paragonabile, per scienza ed operatività, ad un Piano
Particolareggiato del Centro Storico di cui pure il Comune di Firenze si era
dotato ma non ha poi applicato. Esiste la certezza, ormai, che le Norme non
siano più lo strumento di verifica della compatibilità delle opere con il
contesto.
Non ci si vuole addentrare nell’esame del Piano di Gestione per
brevità, pur considerandolo un condensato di banalità, tuttavia non è possibile
sorvolare su alcune “perle” come
<APPROCCIO OLISTICO ALLA CULTURA, FIRENZE VETRINA, CITTA’ DELLO
SHOPPING E DELLA GASTRONOMIA>. Prendiamo in esame solo alcuni punti,
come la cosiddetta “Buffer Zone”, la
Zona di salvaguardia del Centro Storico, e
gli strumenti indicati a tale scopo:
“PUNTI BELVEDERE”.
Qualsiasi architetto urbanista allibisce di fronte a tale assurdità;
in tutta la pratica e la letteratura tecnica degna di questo nome non esiste
uno strumento urbanistico come quello proposto dai Punti Belvedere. Gli scriventi ne chiedono una immediata
censura.
Chiunque si sarebbe aspettato di veder considerata degna di
assurgere a tale ruolo la fascia ottocentesca progettata da Giuseppe Poggi per
l’ampliamento urbano attuato fra il 1864 e il 1877, per Firenze Capitale del Regno d’Italia, che è area
vitale per la sussistenza del Centro Storico; in tal modo anche l’ampliamento
ottocentesco sarebbe stato tutelato in futuro, impedendo che l’attuale scempio
vada oltre la zona Fortezza-
Vittoria-Statuto.
Per ciò che riguarda le vedute che si hanno dall’alto del paesaggio
urbano, basta guardare da qualsiasi
punto per vedere emergere l’incongruo oggetto denominato
“nuovo Palazzo di Giustizia”, definito in un reportage di viaggio da Christian
Campiche ( www.lameduse.ch) sulla
rivista Sept.info in data 11/11/2015:
“... une succession de
flèches noires dressées vers le ciel ...” (www.Sept.info) articolo ( Allegato 2), e le future torri alte 57
metri che sorgeranno nella ex Manifattura Tabacchi che fu un progetto di Pier
Luigi Nervi.
Riguardo alle “Minacce”, a
pag. 30 del Piano di Gestione: nulla si dice circa i rischi idraulici
introdotti con le nuove infrastrutture, che vi avevamo segnalato nel 2015. In
realtà i Cittadini avevano appreso da notizie di stampa dell’esistenza di un
“piano” contro le esondazioni, in particolare del Mugnone: un sistema di
paratie da apporre sulle sponde dei torrenti in piena. La notizia era stata
accolta con ilarità dai fiorentini che hanno cominciato a supporre che tale
sistema possa essere pensato anche per
fermare una esondazione dell’Arno,
visto che dal 1966 ad oggi la
struttura, la dislocazione e dimensione delle spallette urbane dell'Arno e le
sue sponde, e le casse di espansione a monte della città, tutto è rimasto
esattamente come stava, ma è stata istituita una nuova “ Autorità
competente”, l’Autorità di Bacino.
Paratie sui fiumi, esercitazione nel
Mugnone: ok al piano
...www.firenzetoday.it/cronaca/piano-contro-alluvioni-paratie-fiumi.html
06 mag 2015 - Paratie sui fiumi, esercitazione nel Mugnone:
ok al piano contro le ... Maltempo Firenze, piena del Mugnone: la reazione dei
residenti | VIDEO.
Riguardo allo stato di
conservazione del Patrimonio Vi invitiamo a consultare in particolare la documentazione
sul Complesso Monumentale di Sant’Orsola, e Vi preghiamo di voler considerare
la gravità dello SCORPORO DELL’EREDITA’ BARDINI ( Allegato 1. N° 37 ); si veda la documentazione sul Complesso di
Sant’Orsola ( Allegato 3).
TRANSITO DELLE TRAMVIE
NEL CENTRO STORICO-WORLD HERITAGE.
Transito in superficie
E’ in corso la realizzazione del transito attorno alla
Stazione Centrale di Santa Maria Novella-Fortezza da Basso. Un capolinea verrà
posto in Piazza dell’Unità ( per questo scopo verrà spostato l’obelisco ) e da
questo punto si dipartirà la linea sotterranea verso la Chiesa di Santa Maria
Novella-Piazza della Repubblica-San Firenze- Santa Croce. Per questo scopo il
centro di Piazza dell’Unità verrà scavato
e destinato a stazione Metro.
Il complesso di
interventi del nodo “Santa Maria Novella- Fortezza da Basso” costituisce un
vulnus gravissimo al Patrimonio, ai principi e alle condizioni stabilite fra
Unesco e Comune di Firenze:
-Nel sottosuolo intorno
alla Fortezza da Basso vengono scavati tunnel veicolari e tunnel ferroviari: è
il punto più basso della città, con un grande afflusso di acque sotterranee e
di superficie; tale assetto viene
irreversibilmente modificato senza che vi siano adeguati studi su come e dove
le acque verranno fatte defluire, sulle conseguenti mutate condizioni delle
fondazioni della Fortezza, sulla
sicurezza delle persone, sulla ulteriore modificazione delle aree circostanti
già abbondantemente sfigurate.
-Nella stessa
documentazione tecnica del Comune di Firenze le modificazioni introdotte dal
Progetto Tramvia vengono giudicate come contrastanti con le Norme:
-“
-“Variante Valfonda. Studio di inserimento urbanistico” del
6/06/ 2013”, redatto da Comune di Firenze – Direzione Nuove Infrastrutture- Ufficio Tramvia e Società
Tram di Firenze s.p.a.
( Variante Valfonda). A pag. 5 riga 6 si legge: “ Le ipotesi
progettuali previste dalla Variante in analisi (ovvero le variazioni del
percorso della tramvia con transito Stazione S.M. Novella- via Valfonda ed illustrate nel progetto che viene proposto.
ndr) contrastano con gli strumenti di pianificazione urbanistica attualmente
vigenti”.
L’introduzione delle
linee tramviarie che investivano anche il Centro Storico ed i suoi immediati
intorni, nel 2013 contrastava con strumenti di pianificazione urbanistica già
modificati nel 2010 onde poter accogliere tali progetti ( il progetto Tramvia
data dal 2000 ).
Appare in tutta la
sua evidenza un inaccettabile modo di procedere: ancora una volta le Norme
vengono mutate per poter realizzare i progetti ( e sempre prescindendo da una
Vostra informazione e dal Vostro parere), ancora e sempre le Norme non sono uno
strumento di verifica della compatibilità delle opere: se le infrastrutture
sono incompatibili con il contesto e con le tutele si cambiano le Norme e si
altera il contesto con assoluta indifferenza.
Ciò genera la
perdita dei significati storici ed identitari del Sito. (VI°B.a, b.xv, xvi).
Centro Storico:
Transito in sotterranea, segnalazione di grandi rischi. (Allegato 4)
Si segnalano i rischi
contenuti nello studio:
Geotecnica.dicea.unifi.it/micrometro_2004.pdf. Sistema di micrometropoliana per Firenze. Studio di fattibilità 2° fase.
Studio geotecnico. Rapporto finale. Prof. Ing. Vannuchi, Ing. Severi, Ing. Narcisi. Progettare per
Firenze.
Anzitutto è
necessario segnalare che attualmente il
suddetto studio viene ancora considerato
come la base scientifica per la fattibilità
del tunnel che si intende scavare sotto al Centro Storico, come si può
verificare in un recentissimo documento:
www.comune.campi-bisenzio.fi.it/flex/cm/pages/...php/L/IT/D/.../pdf .Firenze e la redazione di studi di fattibilità svolti dalla
Regione Toscana con la ... studio di fattibilità dell'estensione verso Sesto
Fiorentino, Campi Bisenzio e Bagno a Ripoli. ..... sostenibile completando la
rete tranviaria dell'area fiorentina”.
Nello studio del
Sistema di micrometropolitana vengono simulati gli effetti che lo scavo
provocherebbe su “facciate tipo”, ma è
inaccettabile che si possa studiare come scavare un tunnel con una fresa sotto
ad un Patrimonio Mondiale e proporne la
fattibilità simulandone gli effetti
virtuali su singole facciatine, come se
fossero quinte teatrali. Si può leggere a pag. 147-148: :
“La campagna di
monitoraggio degli edifici esistenti lungo il tracciato dovrà prevedere una
valutazione dello stato di conservazione ante operam, che permetta di
distinguere gli edifici sani, in termini di stato di conservazione delle
strutture portanti e delle parti architettoniche, da quelli danneggiati”.
Chi ha scritto questa
frase evidentemente non si è mai
confrontato con un restauro architettonico, o anche solo un
consolidamento di parti storiche di un edificio fiorentino, e ignora quanto sia
complesso e articolato il tessuto di un isolato del Centro Storico.
Un dato importantissimo per chi abbia praticato il
Restauro Conservativo degli edifici di Firenze
è la disomogeneità delle murature; nello studio sopracitato le murature
vengono considerate come oggetti “rigidi”. Nulla di più scorretto poiché
l’esatta definizione è “ MURATURE CONTINUE” e, tenendo conto della vetustà
generale e delle modalità costruttive,
l’esatta definizione è “ MURATURE
CONTINUE A BASSA COERENZA”: la buona pietra da taglio è stato materiale
scarsamente impiegato e in generale è
presente come rivestimento nelle
facciate di palazzi, o solo per legare angoli, o per architravi, mentre la
quasi totalità delle pareti è costituita da pietrame misto di risulta, di pezzatura medio piccola, mattoni di
recupero, anche legno, il tutto legato con calce di qualità mediocre. Solo gli edifici
borghesi ottocenteschi, e non tutti,
videro l’impiego del mattone pieno di buona qualità alternato a filari
di pietra.
Quindi, a parere
degli scriventi, i presupposti su cui sono state fatte le simulazioni dei danni
sono inadeguati, e la misura precauzionale proposta, di fare valutazioni “ante
operam” per distinguere un edificio sano da uno
“danneggiato”(sic!) è risibile in quanto i cosiddetti “danni” negli
edifici secolari sono lo stato di fatto,
e poi perché valutare il rischio di
danno su UN EDIFICIO ISOLATO DAL CONTESTO, è solo una elaborazione virtuale, ben lontana dalla realtà.
Gli edifici del
Centro Storico sono aggregati sia sul fronte strada e sia nel senso della
profondità dell’isolato. Oltre alle aggregazioni vi sono rifusioni in linea di edifici di varie epoche,
attuate in epoche diverse, ed è presente grande quantità di edilizia di intasamento nelle aree di pertinenza dei
lotti originari; tutto ciò è chiamato tessuto urbano, schiere e aggregazioni di edifici molto
articolati che apparentemente
sul fronte stradale possono presentare
distinte facciate, anche del tipo “a
palazzo”, mentre frequentemente non sono
EDIFICI UNITARI, è raro poter distinguere a prima vista la cosiddetta “unità
edilizia”. (Allegato 5).
I danni alle
fondazioni NON SARANNO MAI relative ad
una sola parete, alla facciata di un solo edificio, ad un solo edificio identificabile in quanto tale, ma
coinvolgeranno le strutture di molteplici edifici ed è un inutile palliativo
proporre rilevatori di lesioni o tensioni
anche se ne fossero posizionati migliaia. Se si dovesse rilevare che le
fondazioni di un isolato intero, di una intera porzione di tessuto del Centro Storico di Firenze stanno cedendo, come si potrebbe rimediare?
Riempendo il tunnel con la terra? Se si provocassero sprofondamenti in corso di
scavo come vi si rimedierebbe negli ambiti del Centro Storico?
Non è stato poi
considerato davvero il problema della falda freatica se non come un dato
isolato: nelle simulazioni si vede che il tunnel è inserito proprio nelle
ghiaie acquifere ma l’effetto che potrebbe produrre SULLE FONDAZIONI
alterandone i livelli stagionali, una volta che fosse costruito, non desta mai
alcun allarme e non viene mai preso in considerazione. Si segnala infine che il problema della
creazione di vuoti è stato affrontato marginalmente proponendo il sistema “ Compensation grouting” che si è
dimostrato del tutto insufficiente come a Colonia ( danni ingentissimi allo
storico Archivio con una vittima civile) e a Karlsruhe come riportato dalla
stampa tedesca il 17/04/2015).
Si veda su questi
argomenti la Relazione della Ing. Teresa Crespellani, Professore Ordinario di
Ingegneria Geotecnica Sismica dell’Università di Firenze presentata ad un
Convegno sui rischi connessi alla realizzazione del tunnel A.V. (Allegato 6).
LA FORTEZZA DA BASSO
La tormentata storia
della Fortezza da Basso e dei numerosi progetti di recupero concepiti nel corso
del XX secolo avrebbe potuto tradursi in un positivo risarcimento per quel Monumento se fosse stato attuato il progetto
concepito nei primi anni ’90 con la creazione di un polo congressuale
articolato fra la Fortezza stessa, la ex Dogana ed l’attuale Palazzo dei
Congressi, collegati da un percorso pedonale; a tale scopo era stato interrato
il Viale Strozzi che doveva essere percorso dalla tramvia, e creata la Piazza
antistante l’ingresso principale della Fortezza (Piazza di Beslan). La recente
acquisizione del Monumento da parte di Comune di Firenze, Regione e Città
Metropolitana ha invece confermato l’attuazione di una diversa destinazione, da
Polo congressuale a Polo fieristico, il tutto aggravato dal transito delle
linee tramviarie che scorrendo in superficie attorno al Monumento ne
determinano l’isolamento dalla città, dalla costruzione di un parcheggio
parzialmente sotterraneo a ridosso delle mura, dall’aumento cronico della
congestione da traffico che tende ad estendersi a tutta la Città. La collocazione
della Fortezza in un punto cardine in cui l’orditura della città antica
incrocia l ”agro centuriato” ed i più irregolari sviluppi moderni, avrebbe
obbligato a dover escludere per la Fortezza destinazioni attrattive di
traffico, in particolare traffico pesante,
per soluzioni qualificate e
compatibili.
LA VARIANTE VALFONDA
La variante di
progetto della Linea tramviaria 3.1 denominata “Variante Valfonda” aggrava
l’isolamento del monumento. La tramvia infatti traverserà Piazza di Beslan, per
portarsi sul bordo settentrionale del viale Strozzi.
In particolare la
Linea 3.1 proveniente da Porta al Prato, dopo il bivio con via Alamanni, e la
fermata “Alamanni-Stazione”, condivide i binari con la Linea 2, il cui
capolinea è “provvisoriamente” situato in piazza dell’Unità, per poi proseguire
fino alla fermata “Valfonda –Stazione”. Da qui, oltrepassata piazza Adua,
costeggia il muro di recinzione del Parco di Villa Vittoria in via Valfonda.
Per mantenere una corsia stradale per i frontalieri dell’altro lato e curvare
su viale Strozzi si dovrà far arretrare il muro di recinzione del Parco,
abbattendo decine di alberi e riducendo la sua superficie. La fermata
“Fortezza” sarà collocata al centro della piazza “pedonale”.
I binari entreranno
poi nello stretto controviale compreso tra il sottopasso stradale e il fossato
delle mura attraversando un varco di appena 11 m., in corrispondenza del
bastione sud est, rendendo problematico l’accesso pedonale alla Fortezza dal
giardino. Costeggiando quest’ultimo, la tramvia si affianca al traforo stradale
proveniente da viale Lavagnini e intercetta quello proveniente da viale Milton,
correndo in parte sulla piattaforma di copertura dei due tunnel. E’ difficile
credere al colore verde che compare in quella zona nel progetto esecutivo.
Si tenga conto del
fatto che il futuro sviluppo della rete tranviaria prevede la prosecuzione
della Linea 2 lungo il viale Lavagnini fino a Piazza della Libertà,
immettendosi poi in via Cavour per raggiungere piazza S. Marco. Da qui
rientrando da via La Pira/Lamarmora i binari ritornano sul viale Matteotti e,
dopo aver circoscritto piazza della Libertà, rientrano in senso inverso sul
viale Lavagnini. Nel bivio Lavagnini/Strozzi si formerà così un consistente
nodo di binari e linee elettriche palificate. Va anche detto che, una volta
realizzato il proseguimento della tramvia fino a piazza della Libertà, non sarà
semplice la coesistenza dei convogli delle due linee tra bivio
Diacceto/Alamanni e bivio Lavagnini/Strozzi, compresa l’area “pedonale” di
piazza Beslan. Si vedano le planimetrie
in Allegato 7.
LE TRANVIE E LA
CITTA’
L’osservazione dei
progetti delle tranvie di Firenze, il dettaglio del progetto preliminare della
cosiddetta “Variante Valfonda” e quanto già realizzato all’interno del Centro
storico rivelano che i progettisti non tengono nel dovuto conto la fragilità e
l’importanza del contesto nel quale operano. Anzi sembrano ignorare l’esistenza
stessa di un contesto storico.
Considerando i danni
che la Linea 1, entrata in servizio nel 2010, ha già prodotto nel monumentale
Parco delle Cascine e nel tratto dei Viali tra piazza Vittorio Veneto e via
Jacopo da Diacceto (errato sottopasso stradale, abbattimento di decine di
piante e mancato ripristino del paesaggio urbano), il raggiungimento di piazza
della Libertà produrrà la rovina di metà dell’opera urbanistica di Giuseppe
Poggi sulla riva destra: il Viale Lungo le Mura (oggi Viali di
Circonvallazione). I Viali saranno definitivamente convertiti in
banale infrastruttura stradale, cancellando ogni possibilità di recuperare la grande idea urbanistica
del Poggi che negli anni di Firenze Capitale (1865 - 70), li intese come fascia
urbana di riequilibrio rispetto al denso Centro storico e anche come
compensazione per la perdita delle mura.
Da decenni gli
amministratori locali si propongono di ridurre la motorizzazione privata
promettendo tramvie e “tanto ferro”, ma Firenze è da anni al vertice degli
indici per la motorizzazione e per l’inquinamento ambientale in Italia: se
necessario la rete tramviaria si realizza a scapito della città fisica, occupando
i sedimi stradali a disposizione senza offrire valide alternative per il
movimento dei cittadini e delle merci. Il sistema di veicoli “Sirio” adottato
si è rivelato poco adatto per una Città come Firenze, trattandosi di una
tramvia classica su ferro, che corre in sede riservata e priorità semaforica
agli incroci: si tratta di un ibrido fra un tram classico ed un tram veloce
(LTR), e si sono scartate soluzioni più leggere e duttili che non mancano
nell’offerta di sistemi per la mobilità urbana.
STUDI TRASPORTISTICI
E TRAFFICO
Da tempo gli autisti
dell’Azienda di trasporto urbano (ATAF) denunciano i disservizi del trasporto
pubblico in città, aggravatisi negli ultimi mesi: ritardi di oltre 40/50 minuti
anche su linee non interessate dai cantieri delle tramvie, ricorrenti
difficoltà attorno alla Stazione di S. M. Novella, interferenze con il
parcheggio sotterraneo, con i bus extraurbani e con la Linea 1, incolonnamenti
che tendono spesso ad estendersi a tutta la città. All’origine di questa
pesante situazione c’è la pedonalizzazione del Duomo, attuata nel 2009 senza un
contestuale ripensamento della rete del trasporto pubblico urbano.
Lo studio
trasportistico su cui si basa il progetto sembra sottovalutare la circolazione
privata e l’ influenza attrattiva del parcheggio sotterraneo di fronte a S.M.
Novella, contando sulla riduzione delle sezioni stradali anziché su una
adeguata offerta di mezzi pubblici, per scoraggiare l’uso dell’auto. Nello
stesso studio si sopravvaluta poi la portata di via Nazionale, unica via di
accesso (o di uscita) alla Stazione per tutti i veicoli. Che succederà quando,
con il procedere dei cantieri, saranno chiuse via Valfonda e via Guido Monaco o
quando i lavori interesseranno il viale Belfiore ? Insomma ci si prepara a
croniche paralisi del traffico e a misure improvvisate (come la imminente
riapertura al transito veicolare di piazza Beslan) per realizzare il project
financing di due linee tranviarie radiali che, andando a convergere nella zona
Stazione, aumenteranno la congestione, destrutturando il servizio di trasporto
pubblico e cambiando i connotati di una zona cruciale
SOLUZIONI SOTTERRANEE
PER IL CENTRO STORICO
Poiché il sistema
“Sirio” adottato per la tramvia di Firenze non è adatto ad inserirsi nel
tessuto compatto ed irregolare del Centro storico, riemerge periodicamente la
tentazione di attraversarlo in galleria per soddisfare “a posteriori” quello
che doveva essere l’obbiettivo della prima ora: realizzare una linea diametrale
da est a ovest con frequenze e velocità adeguate, servendo il centro e
collegandolo alle espansioni moderne. Il più recente di questi studi di tram
sotterraneo presentato nel 2014 dalla “Prometeo Engeneering” consisterebbe in
un percorso sotterraneo di 3,5 km che scendendo lungo via Circondaria, sottopassa
il torrente Mugnone all’altezza della futura stazione dell’Alta Velocità nella
zona degli ex Macelli, prosegue per Fortezza, Unità, Repubblica, S. Croce risalendo poi in superficie sul Lungarno
Pecori-Giraldi. Il vettore sarebbe sempre il “Sirio” adattato in parte per uso sotterraneo; tale tracciato
compare anche nel Piano Strutturale, dove si prevede una diramazione (in
sotterraneo) dalla fermata di Piazza
della Repubblica per Piazza della Libertà, Viale Don Minzoni, Campo di Marte e
Rovezzano.
A fine aprile 2015 è
uscito il bando per lo studio di progettazione preliminare del sotto
attraversamento del Centro storico, il cui impegno economico dovrebbe essere
attualmente all’esame del Cipe (Comitato Interministeriale Programmazione
Economica) per la valutazione preliminare. 100 milioni di euro sono stati messi
a disposizione dal decreto “Sblocca Italia” (gran parte dei quali destinati
alla Linea 4) per coprire le spese di progettazione dell’infrastruttura
sotterranea. C’è anche un’ipotesi B, che correrebbe al di sotto dei Viali,
raggiungendo piazza della Libertà tramite il percorso
Valfonda-Strozzi-Lavagnini, per poi unirsi alla linea 3.2 (Rovezzano-Bagno a
Ripoli). Tecnicamente si seguirebbe in questo caso il modello Karlsruhe, la
città tedesca, “con un meccanismo di scavo molto meno impattante, senza
chiudere al traffico”, come in passato aveva dichiarato il sindaco Nardella. Al
momento però non è stata presa alcune decisione e l’incertezza domina sovrana.
Occorre infatti
considerare la complessità tecnica, i costi e i tempi di costruzione,
soprattutto considerando la difficoltà di scavare a deformazione zero sotto i
monumenti di Firenze, per non parlare della compatibilità con gli altri scavi
programmati: il tunnel ferroviario per l’Alta velocità e la stazione Foster
nell’area degli ex Macelli. Nel Piano Strutturale di Firenze in sostanza
coesistono soluzioni tranviarie tra loro
alternative visto che la Linea 2 di superficie (T2.0.SU) convive con quella
sotterranea (T2.2.SO).
Facendo di necessità
virtù i tecnici del Comune dichiarano infatti di poter utilizzare lo
sdoppiamento della Linea 2 all’altezza della stazione Foster dell’AV per
procurarsi un collegamento rapido con la stazione di S.M. Novella. In altre
parole la tramvia urbana sostituirebbe il “people mover”, costringendo i
passeggeri in transito ad un avventuroso trasbordo. Anche il proseguimento di
superficie della Linea 2 fino a piazza S. Marco coesiste nelle previsioni di
piano con il percorso sotterraneo, rivelando grande indeterminatezza e
sovrapporsi di programmi tutte a spese dell’area tutelata da UNESCO.
Gli scriventi
dichiarano di non perseguire fini politici o vantaggi personali ma di agire ai
sensi del Capo IV° A (Le suivi réactif n°172 <Informations reçues d’autres sources>), e chiedono di
poter ricevere comunicazioni in merito alla Vs. iniziative, ai sensi delle
norme sul Diritto all’Accesso e alla Trasparenza, avendone titolo come
cittadini di Firenze e come tecnici qualificati chiedono di poter essere Vostri
referenti ed interlocutori in questa specifica questione.
Chiedono infine che
si dia seguito alle procedure previste per l’iscrizione del Sito di Firenze fra
quelli in pericolo.
mercoledì 20 aprile 2016
116 GLI INDAGATI PER IL CENTRO ROTTAMAZIONE FERRALE DI FIRENZE
http://firenze.repubblica.it/cronaca/2016/04/19/news/a_firenze_maxi_inchiesta_sui_rifiuti_116_indagati_per_il_centro_di_rottamazione_modello_-137991650/
Tra gli indagati compaiono anche i vertici di partecipate comunali come Quadrifoglio spa, con i legali rappresentanti Giorgio Moretti e Livio Giannotti - per aver conferito a EcoFirenze almeno 35 veicoli a motore da rottamare -, e come Silfi spa con il legale rappresentante Andrea Bacci, per il conferimento di due veicoli in disuso. Indagati anche responsabili della società Scaf, che svolge pure attività di custodia giudiziaria - come evidenzia la procura - e un vigile urbano di Fucecchio. Alcuni indagati sono accusati di aver organizzato trasporti via nave in Africa di rifiuti speciali: uno di 26 tonnellate di rottami da autodemolizione dal porto di La Spezia a Casablanca (Marocco); un altro di 11 tonnellate di rifiuti speciali da Livorno a Dakar, in questo caso con documenti falsi che li facevano passare per ricambi di auto (invece erano materiali acquistati dalla società Pianigiani Rottami di Siena).
L'avviso di conclusione indagini è stato notificato agli interessati. A fine inchiesta, condotta da Forestale, Polizia provinciale e Arpat, sette responsabili della Ecofirenze devono rispondere di associazione per delinquere e falso: la società - afferma in buona sostanza la procura - era provvista di autorizzazioni delle Province di Firenze e di Prato ma al di là di questo le persone indagate, con ruoli-chiave all'interno di EcoFirenze, avrebbero costituito una struttura stabile e organizzata per la gestione integrale abusiva di ingenti quantitativi di rifiuti di vario tipo così da avere il maggior numero di clienti possibile, abbattendo i costi di smaltimento e trattamento. Tra i rifiuti, i veicoli a fine uso da demolire e loro componenti meccaniche inquinanti tra cui motori, organi di trasmissione, coppe dell'olio e ricambi.
Tra gli indagati compaiono anche i vertici di partecipate comunali come Quadrifoglio spa, con i legali rappresentanti Giorgio Moretti e Livio Giannotti - per aver conferito a EcoFirenze almeno 35 veicoli a motore da rottamare -, e come Silfi spa con il legale rappresentante Andrea Bacci, per il conferimento di due veicoli in disuso. Indagati anche responsabili della società Scaf, che svolge pure attività di custodia giudiziaria - come evidenzia la procura - e un vigile urbano di Fucecchio. Alcuni indagati sono accusati di aver organizzato trasporti via nave in Africa di rifiuti speciali: uno di 26 tonnellate di rottami da autodemolizione dal porto di La Spezia a Casablanca (Marocco); un altro di 11 tonnellate di rifiuti speciali da Livorno a Dakar, in questo caso con documenti falsi che li facevano passare per ricambi di auto (invece erano materiali acquistati dalla società Pianigiani Rottami di Siena).
L'avviso di conclusione indagini è stato notificato agli interessati. A fine inchiesta, condotta da Forestale, Polizia provinciale e Arpat, sette responsabili della Ecofirenze devono rispondere di associazione per delinquere e falso: la società - afferma in buona sostanza la procura - era provvista di autorizzazioni delle Province di Firenze e di Prato ma al di là di questo le persone indagate, con ruoli-chiave all'interno di EcoFirenze, avrebbero costituito una struttura stabile e organizzata per la gestione integrale abusiva di ingenti quantitativi di rifiuti di vario tipo così da avere il maggior numero di clienti possibile, abbattendo i costi di smaltimento e trattamento. Tra i rifiuti, i veicoli a fine uso da demolire e loro componenti meccaniche inquinanti tra cui motori, organi di trasmissione, coppe dell'olio e ricambi.
giovedì 25 febbraio 2016
IDA PER L'ITALIA
-
È morta Ida Magli, qualche giorno fa
La sua somparsa
lascia un vuoto nel mondo dell'antropologia culturale e della filosofia
italiana
Ida Magli è stata la più grande antropologa italiana,femminista, studiosa di
fama mondiale, una mente da premio Nobel e pubblicazioni tradotte in molte
lingue. Però si era macchiata di una grave colpa. A partire dagli anni Novanta,
aveva infatti osato imboccare la strada del “non politicamente corretto”
I media hanno passato sotto
silenzio la morte di Ida Magli. Quasi un ordine impartito dal quel potere mondialista che lei
aveva definito “laboratorio per la
distruzione”. Una sorta di “damnatio
memoriae” nell’era della comunicazione di massa.
IERI è stata celebrata la
morte di Umberto Eco un uomo “politicamente e culturalmente
corretto” .Ai suoi funerali erano
presenti cariche dello STATO, il tutto è stato trasmesso dalle tv nazionali con
una gran folla accalcata nel cortile del castello sforzesco con tanti abbracci
e strette di mano; un giorno quella massa di gente potrà dire:- sì lì c’ero anch’io-.
La sua eredità politica e culturale si srotola tutta all’interno dell’ editoria italiana e nell’università.Una delle sue
scelte più importanti è stata quella di lasciare il gruppo
editoriale della famiglia Berlusconi; questa decisione ha probabilmente origine nelle
posizioni che Eco prese durante il ventennio del Cavaliere. Come garante di Libertà
e Giustizia,UMBERTO ECO fu sempre in prima fila nel denunciare gli eccessi politici e
personali del premier. "Noi credevamo che il nostro presidente del
Consiglio avesse con Mubarak in comune solo una nipote, ma invece ha anche il
vizietto di non voler dare le dimissioni" diceva nel 2011 a Firenze.
INTUITO GENIALE, INFATTI DI Lì A POCO
ECCO ARRIVARE MARIO MONTI AL GOVERNO……..
IDA MAGLI
INVECE COSA CI LASCIA? L’AMORE PER L’ITALIA E GLI ITALIANI ED E’ PER QUESTO CHE
METTEVA IL CUORE IN OGNI RIGA CHE SCRIVEVA
e in ogni frase che pronunciava. Le sue indagini rigorose, un coraggio da
leone, l’arma acuminata della parola, e un amore sconfinato per la civiltà
italiana, per il nostro genio creativo: così
ha combattuto il regime oscuro che ci domina tutti. Per gli
italiani, progettava la fuga dalle carceri orwelliane. In fondo, non ha mai
smesso di credere che prima o poi qualcosa di buono sarebbe accaduto.
Nonostante sia rimasta delusa prima dalla sinistra, poi dalla destra, infine
dai 5 stelle. Avrebbe imbracciato
volentieri il fucile, se ancora ne avesse avuto la forza. E
forse, seppure anziana, quella forza l’avrebbe trovata davvero. Perché, da
antropologa, si rendeva conto che la nostra cultura era un dono troppo prezioso
per non preoccuparsi di tutelarlo. Millenni di splendore intellettuale arenato
sulle secche dell’usura, e del malaffare: un epilogo tanto tragico non poteva
accettarlo. Allora correva ai ripari, a caccia di argomentazioni affilate e
immagini efficaci, per spiegare la tempesta che le attraversava l’anima. Sin dall’inizio strenua avversaria di
Maastricht, aveva ravvisato nelle scelte sciagurate ad opera
dei governanti europei e dei loro cloni seduti al Parlamento italiano, il pericolo più grave per l’integrità di un
popolo. Considerava infatti demenziale, autolesionista, e contro-natura la rinuncia alla
sovranità territoriale e monetaria, condannava la perdita di
identità culturale, guardava con diffidenza e sospetto alle ondate migratorie
che soffocano il Vecchio Continente, era contraria al melting-pot globale e,
per lei, “le missioni di pace” erano semplicemente guerre. E ora i suoi
ragionamenti lucidissimi brillano come stelle che indicano ai naviganti la via
per non sfracellarsi contro gli scogli.
giovedì 18 febbraio 2016
ADDIO MARE NOSTRUM
L’ITALIA CONTINUA A PERDERE, GRAZIE AI SUOI
GOVERNANTI, PEZZI DI SOVRANITA’. CEDERE
AD ALTRI “IL POTERE SOVRANO” DEL POPOLO ITALIANO E’ DIVENTATO IL NUOVO SPORT .TUTTO E’ INIZIATO CON LA DEINDUSTRALIZZAZIONE
FORZATA PER ARRIVARE ALLA SVENDITA E PRIVATIZZAZIONE DELLE ATTIVITA’ ECONOMICHE
PUBBLICHE E SERVIZI DI STATO. LA PERDITA DELLA SOVRANITA’ MONETARIA E’ STATA
LA BOTTA FINALE, COSI’ SEMBRAVA. INVECE……” LA COSA” NON E’
FINITA…..
Il 21 marzo 2015, i Ministri degli Esteri di
Italia e Francia hanno concluso un clamoroso accordo che prevede la cessione di
enormi porzioni di territorio marittimo a nord della Sardegna. Gli incontri
bilaterali erano iniziati nel 2006 con Prodi e si sono svolti nel completo
segreto dei media e del Parlamento. A farlo venire alla luce è stata la vicenda
dei pescatori sardi e liguri, fermati dalle autorità francesi per sconfinamento
marittimo, i quali ora si lamentano di aver perso una zona redditizia per la
loro attività ittica. Per il Parlamento italiano l'accordo però non è ancora
entrato in vigore, perché non ancora ratificato a Roma
Di segreto c’è
ben poco, visto che le foto della firma del trattato e la cartina dei nuovi
confini sono stati pubblicati sul sito del Service hydrographique et océanographique de la Marine (Shom), che si
occupa della materia per conto del ministero degli esteri francese, e che il
Parlamento francese lo ha già ratificato. Il problema è che il trattato di Caen
al Parlamento italiano non ha nemmeno iniziato l’iter di ratifica e che nessun
parlamentare italiano si era preso la briga di capire cosa avessero firmato
quasi un anno fa Fabius e Gentiloni in Bassa Normandia, almeno fino a che non è
stato fermato il peschereccio ligure e poi rimandati indietro quelli sardi. I pescatori liguri avevano accusato la Gendarmerie francese di
comportamento piratesco e anche la Guardia Costiera e la Regione Liguria dicono
di non essere state informate del trattato sui nuovi confini marittimi. E’ quindi scoppiato un caso
diplomatico e politico sulla cessione di questa porzione di Mar Ligure, ricca
di risorse ittiche, alla Francia. L’eurodeputata del PD Renata Briano( anche
essa all’oscuro del trattato), ex assessore all’ambiente della Liguria e facente
parte della commissione pesca a Strasburgo, ha portato il caso fino al
Parlamento europeo.
ECCO COME SI SONO SVOLTI I FATTI :
Le autorità
francesi, nel mese di gennaio, non ci hanno pensato due volte a fermare e
sequestrare il peschereccio italiano “Mina” con tutti i danni economici per i
proprietari della barca, diretti ed indiretti, derivanti da questa vicenda, sia
per la cauzione che è stata pagata per il rilascio, sia per il mancato incasso
del pescato.
A seguito dell'accaduto, ci sono state delle
interrogazioni parlamentari che hanno fatto scoprire l'esistenza di un accordo
internazionale bilaterale, tra Italia e Francia, già ratificato da Parigi,ma
non ancora da Roma, tenuto fino ad ieri segreto all'opinione pubblica italiana,
siglato il 21 marzo 2015 all'Abbaye aux Dames de Caen, in Basse – Normandie,
dal Ministro degli esteri francese Fabius e da quello italiano Gentiloni per la
cessione di porzioni di mare alla Francia al largo della costa sarda, verso la
Corsica, guarda caso, proprio quelle aree notoriamente più pescose.
Precisamente, l'accordo per la ridefinizione dei
confini marini fra Italia e Francia, prevede la cessione di mare ai Transalpini
in cambio di altre aree marine. In particolare, la “Fossa del Cimitero”, (dove
è stato fermato il peschereccio ligure) e un pezzo di mare al Nord della
Sardegna, vanno alla Francia (sul versante settentrionale della Sardegna, il
limite della Corsica passa, addirittura, dalle 12 miglia ad oltre 40 miglia),
e, in compenso, l'Italia amplia la sua sovranità marittima nel Canale di Corsica,
al largo delle isole d'Elba e di Capraia.
Tutto ciò è avvenuto senza la necessaria approvazione
del Parlamento italiano e senza consultare le Regioni interessate.
I nostri confini sono cambiati,
abbiamo perso decine di miglia di acque territoriali al largo delle coste della
Liguria e della Sardegna. E forse anche in altre coste di cui ancora non
sappiamo nulla. Non per un fenomeno geologico o per un atto ostile da uno Stato
straniero. Della cessione di acque territoriali non è stato informato il Parlamento.
E questo è un vulnus gravissimo per le nostre regole democratiche. L’Italia non
è un PAESE con un uomo solo al comando, quanto meno non ancora nella situazione
dove un dittatore può decidere di cedere ad un altro Stato un pezzo del proprio
territorio. E una cosa del genere non avverrebbe neppure in nessuna delle
monarchie occidentali, dove il re o la regina informerebbero certamente il
primo ministro e il Parlamento chiedendo loro di esprimersi in proposito.
STRANA QUESTA EUROPA CHE PRIMA ELIMINA LE BARRIERE
FRA GLI STATI CON IL PRETESTO DEL LIBERO COMMERCIO E LA LIBERA CIRCOLAZIONE
DELLE MERCI E DELLE GENTI E NEL CONTEMPO PERMETTE ALLA FRANCIA IL CONTROLLO
SULLE ACQUE MARINE PROLUNGANDO I CONFINI
DELLE ACQUE TERRITORIALI A DANNO DEL NOSTRO BEL PAESE. CHISSA’ SE POI
FARANNO PAGARE UN BIGLIETTO D’INGRESSO ALLE NAVI CHE DOVRANNO TRANSITARE PER QUELLE ACQUE?
venerdì 1 gennaio 2016
Il messaggio di buon anno CHE GLI ITALIANI AVREBBERO VOLUTO RICEVERE.
QUESTO E' IL MESSAGGIO CHE GLI ITALIANI AVREBBERO VOLUTO RICEVERE.
Il messaggio di buon anno del
presidente Putin ai cittadini della Federazione Russa

© Sputnik.
Alexei Druzhinin
31. 12.2015
Allo scoccare della mezzanotte di Mosca il presidente
Putin ha rivolto ai cittadini russi il tradizionale messaggio di auguri.
Cittadini
della Russia! Cari amici!
Tra pochi
minuti incontreremo il Nuovo Anno, il 2016. L'avvicinarsi di questo momento
meraviglioso, tra passato e futuro, ci è familiare sin dall'infanzia. Lo
aspettiamo con gioia, speranza ed entusiasmo; crediamo in un futuro
migliore e più chiaro. Come da tradizione, celebriamo questa festa
in famiglia, con le persone più care. Naturalmente, non tutti riescono a
festeggiare il Nuovo Anno con le proprie famiglie. Occorre lavorare negli
ospedali e nelle fabbriche, adempiere il servizio militare e civile,
sorvegliare i confini e vigilare per garantire la nostra sicurezza
in terra, in mare e nell' aria. Siamo grati a tutti coloro che,
giorno e notte, nei giorni feriali e nei giorni festivi, sono sempre
in servizio. Soprattutto oggi desidero congratularmi con i nostri soldati
che stanno combattendo contro il terrorismo internazionale, che difendono gli
interessi nazionali della Russia all'estero, dimostrando volontà,
determinazione e carattere. Di queste qualità abbiamo bisogno noi tutti,
sempre, ovunque e in ogni caso. Il successo di tutto il Paese dipende dal
lavoro proficuo e dai risultati di ciascuno di noi. Condividiamo gli stessi
obiettivi, il desiderio di fare del bene per la patria e di reggere la
responsabilità del suo destino.
Nel 2015 che
sta per terminare abbiamo celebrato il 70° anniversario della Vittoria nella
Grande Guerra Patriottica. La nostra storia, l'esperienza dei padri e dei
nonni, la loro unità in tempi difficili e la forza di spirito sono un
grande esempio per noi. Ci hanno aiutato e ci aiuteranno a rispondere
in modo adeguato alle sfide moderne. Cari amici! Ora nella notte di
Capodanno sentiamo molto chiaramente quanto per noi siano preziosi i nostri
cari, come è importante che ogni cosa vada bene per tutti loro, che siano
in salute, che la cura e le attenzioni dei figli riscaldino i genitori e
che a loro ritorni ciò che di buono ci hanno insegnato e ci insegnano. Che i
nostri figli crescano intelligenti e attivi, che l'amore e la compassione, la
generosità e la bontà d'animo siano la nostra guida negli affari di tutti i
giorni!
Allo
scoccare del Nuovo Anno restano pochi secondi. Auguriamoci il successo, la
gioia e la felicità, ringraziamoci a vicenda per la comprensione e il sostegno,
per la partecipazione e la sensibilità e brindiamo alla prosperità e al
benessere della Russia!
Buone Feste!
Buon 2016!
Leggi tutto: http://it.sputniknews.com/politica/20151231/1817898/Putin-messaggio-mezzanotte.html#ixzz3w21t1jOU
domenica 13 dicembre 2015
L' ASCESA DI MATTEO
LA RESISTIBILE ASCESA DI MATTEO UI.
Ma chi lo
avrebbe mai detto!…………………………………però, fin dal liceo arruolava i compagni di
scuola per lavoretti serali ( distribuzione giornali, materiale pubblicitario
alle edicole), per l’azienda di papà; poi una volta cresciuto e in carriera
sempre compagni di scuola convocati per avere ispirazioni innovative con cui
infarcire i suoi prolissi programmi politici. Poi una volta eletto……..
ELETTO? Ma dove,
ma da chi? Ma nelle liste Pd!
Certo,
quelli da quando la politica è uscita dalle sezioni e dalle case del popolo (
quanti decenni fa?) devono raccattare quello che trovano, o vengono raccattati.
Questo è
appunto un caso, uno fra i tantissimi ormai, di come sono stati raccattati e
involtolati per bene, da uno fra i tanti che s’era fatto “du’ conti” col babbo
e ha raccattato tutto il pacco. Ci sono poi quelli che lo hanno seguito ,come
l’amico Dario che aveva scritto: “Mi sono laureato, ma non avendo alle viste
uno sbocco professionale decente mi do alla politica, vediamo se ho più
fortuna. Me lo date il voto?” E CI AVEVA PURE MESSO LA FOTO, e lo avevano
votato……
Ma dove, ma da chi? Ma nelle liste Pd! E ora fa il Sindaco.
Vabbé,
parliamo d’altro, parliamo del Comunale e della NIKILA INVEST LDT. Già, di chi
ha comperato un Teatro glorioso, destinato alla demolizione. ( Macchè, chi se
ne frega, facciamone uno novo in uno scatolone di plastica grigia,” che gliè
meglio!” Accanto al puzzo del Fosso Macinante, “du’ panche, du’ sordi d’arberi e ciccia”!).
Domanda alla Cassa Depositi e Prestiti: se ad un Ente Statale, si presenta
una tale e si fa ricevere da Claudio Costamagna e dice: “Buon giorno, sono la Nikila
Invest LTD, società costituita a Londra < dove con 50.000 euro si
costituisce qualsiasi cosa in qualsiasi modo> e le porto 25 milioni di euro
e compro il demolendo Teatro Comunale di Firenze”, l’Ente Statale che maneggia enormi patrimoni
pubblici non fa la seguente domandina:….”Scusi, Signora Nikila, ma lei dove li
ha presi? Me lo fa vedere?”
No, alla
Signora Nikila, nessuno ha fatto domande del genere. EVIDENTEMENTE NON ERA IL
CASO, PROPRIO NON ERA IL CASO, DEL TUTTO FUORI LUOGO.
Però
perfino una casalinga di Compiobbi avrebbe voluto vedere cosa bolle
in pentola. Ma Cassa depositi e Prestiti, Claudio Costamagna, ha valutato che le
credenziali presentate fossero più che sufficienti, anzi abbondanti: una
Società molto brillante registrata in Victory House 99-101 Regent Street
W1B4EZ, diretta da Ilaria Niccolai (
business woman, Company Director), che
ha come collaboratori nell’area di interesse due Società ( Società, non
persone):
London
Corporate Consultants Limited, con ruolo dirigenziale, nazionalità sconosciuta,
costituita il 28/10/2013;
London
Corporate Consultants LTD, con ruolo secondario, nazionalità sconosciuta costituita il
5/08/2013;
Una scatola
con dentro due scatole, questo tanto per cominciare, poi quello che sta
venendo
fuori lo stiamo leggendo. Per ora la casalinga di Compiobbi ha alzato un solo coperchio e basta, però che fumo e che
puzzo! Pure il Casamonti! “Ma un si poteano pigliare”un geometra incensurato,
uno sconosciuto, una Niccolai, “ma la sarà ingegnere? icché tu dici? Boh?"
IL TEATRO COMUNALE DI FIRENZE venduto alla NIKILA Invest LDT
ALL'INTERNO DELL'EX STAZIONE LEOPOLDA DI FIRENZE OGGI 13 DICEMBRE SI RIUNISCONO GLI APPARTENENTI AL GIGLIO MAGICO E BRINDANO AI LORO AFFARI;HA BRINDATO PERFINO IL MINISTRO BOSCHI.....ALL'ESTERNO IN PIAZZA MANIFESTANO I PENSIONATI RIDOTTI IN POVERTA' DA BANCA ETRURIA CHE HA PORTATO VIA TUTTI I LORO RISPARMI.
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