martedì 3 settembre 2019

J'ACCUSE


L'impossibile denuncia
 
 
Jean-Jacques Rousseau

Mi rivolgo a codesto eccellentissimo Tribunale del Popolo, espressione
della volontà rivoluzionaria della Nazione, sottoponendo la presente
accusa per abuso del mio nome e per l'uso improprio che ne viene
fatto da parte di una privata associazione, ancorché legalmente costituita.
Risulta, ed è accertato, che alcuni soggetti esercitanti attività politica
abbiano associato il mio nome ad un meccanismo, ignoto all'epoca in
cui sono vissuto, atto a conferire un potere pressoché sovrano ad un
ridotto numero di individui.
 


 
 



Tale associazione sta usando il mio nome impropriamente e senza il mio consenso .Tale sopruso mi risulta intollerabile poiché come questo Tribunale sa, io Jean Jacques Rousseau sono l'autore de 
" Il contratto sociale" opera di capitale importanza ed in sè rivoluzionaria, opera in cui io, per primo in epoca moderna, affermavo che il potere appartiene al popolo ed è il solo detentore del potere legislativo; inoltre il popolo, dicevo, è suddito solo di se stesso.
 Sorvolo sui perfezionamenti successivi alla mia intuizione intervenuti dopo la mia dipartita da questo mondo, perché molti di questi perfezionamenti appaiono largamente discutibili, rivendico invece il mio diritto a chiedere severissima sanzione riguardo all'inaudito spregio che al mio nome viene fatto da cotali soggetti.
 Risulta infatti che cotale minuscola associazione di individui dispone di un meccanismo, opera d'arte elettronica- informatica, a cui un
ulteriore gruppo di cittadini invia il proprio parere circa
l'esistenza o la dissoluzione del governo di una nazione, il loro
favore , la loro contrarietà. La chiave del citato meccanismo è nella
disponibilità esclusiva di coloro che, usurpando il mio nome , hanno
costituito la propria associazione e sono proprietari del
meccanismo elettronico- informatico stesso.
 

LA MODALITA' CHE VIENE USATA E' SOLO UNA FARSA DELLA DEMOCRAZIA IN QUANTO 60.OOO VOTI NON POSSONO SOSTITUIRE LA VOLONTA' DI 33.000.000 DI CITTADINI VOTANTI.GIA' PRIMA DEL SECOLO IN CUI HO VISSUTO QUESTO VENIVA DEFINITO UN ESCAMOTAGE TRUFFALDINO.IL RISULTATO DEGLI INGRANAGGI DI QUESTA MACCHINA ERA SCONTATO E PREVEDIBILE(TANTO CHE I BANCHIERI DELLA MIA EPOCA CI AVREBBERO SCOMMESSO SOPRA E VINTO)

Risulta pertanto chiaro che servendosi del mio nome onorato e famoso nei secoli, si porta oltraggio gravissimo ed immondo alla volontà di un intero popolo che non viene convocato, consultato, fatto esprimere: tali oltraggi sono perpetrati dai citati individui, tuttavia deve forzatamente esistere una qualche autorità, che nel mio presente stato non riesco ad individuare e neppure ad immaginare, che permette tale nefandezza MA POTREBBE ESSERE UN MONARCA SOTTO MENTITE SPOGLIE.
Pertanto nell'impossibilità di impedire ogni illegittimità, data dalla
mia condizione di trapassato, chiedo  all'eccellentissimo tribunale popolare di sanzionare con condanna capitale, questa volta pare indispensabile, chi si è appropriato del mio nome per sottrarre al popolo sovrano il potere che solo al popolo compete e nel popolo risiede.
Mi viene detto che spiriti immondi stanno indirizzandomi insulti e
ingiurie, digrignando vuote mandibole, sibilando :" Rousseau
populistaaaa!"
Certo che sono populista, nessuno è più populista di me....che storie sono queste, per me è un vero merito e me lo ascrivo. Piuttosto loro sono usurpatori della volontà popolare e veri autocrati. 


Jeans Jaques Rousseau

giovedì 29 agosto 2019

FINALMENTE SOROS CI HA REGALATO IL SUO GOVERNO


TIMEO SOROS ET DONA FERENTES   


Dopo mesi di duri scontri all'interno del governo giallo-verde siamo arrivati alla conclusione:Salvini di fatto è stato costretto ad abbandonare perchè la sua politica interveniva sui nodi fondamentali di uno Stato,crescita economica, sicurezza e controllo del territorio interventi che avrebbero vanificato la decrescita cosidetta felice voluta dalle élites globaliste guarda caso solo per il nostro Paese.



Così grazie ai 5stelle e al grilloparlante avremo il governo delle élites globaliste(PD-5STELLE e cespugli vari).In tal modo la Francia insieme alla Germania può permettersi  di dettare le regole all’Italia  e avviare il nostro paese sulla via della Grecia. Ciò comporta la svendita degli ultimi gioielli della nostra industria cosa che fa gola soprattutto alla Francia.
Non dimentichiamo che il voto dei pentastellati  ha salvato la nomina alla Presidenza della Commissione Europea della von Der Leyen, VOLUTA, dalla Merkel  da Macron e Soros.
I pentastellati hanno quindi permesso di creare un cordone sanitario intorno alla LEGA  per limitare il virus “sovranista”. Questo era un piano già pronto nel cassetto da usare nel caso che le forze popolari e sovraniste potessero insidiare il potere dell’OLIGARCHIA. Infatti l’attacco a Salvini è partito da lontano in quanto la sua azione poteva raccogliere il massimo consenso popolare e ciò dava estremamentte fastidio ai fautori della”Società Aperta”che ha come riferimento il testo base di KARL POPPER (open society - SCUOLA DI FRANCOFORTE) che contiene una  riproposizione travestita di Praktischer Idealismus il libro di Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi che prevedeva l’invasione dell’Europa da parte di masse di africani per creare una nuova società senza radici culturali e senza identità pronti ad obbedire al potere oligarchico e a trasformare la società mutando la funzione centrale della famiglia rendendola inefficace per la riproduzione sociale che avviene attraverso la nascita di figli e la propria trasmissione culturale identitaria.
 Con questo capovolgimento di governo SOROS ci invia un caloroso augurio alla greca. Saranno capaci di reagire e proteggersi le forze sane del nostro Paese?





mercoledì 14 agosto 2019

CONSIDERAZIONI SUL DISASTRO DEL PONTE MORANDI


14 Agosto un anno dopo.

Ai cittadini italiani ancora non è stata resa relazione nel merito degli eventi che hanno causato il crollo del Ponte Morandi, ad un anno dall’evento. Ai primi d’agosto il Ministro Di Maio ha dichiarato che esiste ed è “terrificante”: non si può commentare.  Da parte di tutte le Istituzioni era ed è obbligo pubblicare, nel minor tempo possibile, lo studio scientifico e la dimostrazione della dinamica con la quale era avvenuto il crollo della struttura. Solo così è possibile pervenire alle cause e quindi alle responsabilità. Le stesse Istituzioni avrebbero avuto anche l’obbligo immediato di verificare il reale stato della rimanente struttura con le tecnologie oggi disponibili e normalmente usate, al fine di decidere nel minor tempo possibile quale tipo di opere fosse necessario compiere nel pubblico interesse, con l’obbligo di pubblicarne i risultati al fine di permettere ai cittadini di giudicare se le decisioni prese DALLE ISITUZIONI PREPOSTE fossero razionali, ponderate o, come è successo, l’esatto contrario. Il tutto col dovuto rilievo e con la pubblicazione di tutto il materiale e la documentazione a corredo. Queste procedure che si spera siano state compiute prima della totale demolizione, non sono state pubblicate, e ciò ha generato molte e forse fondate critiche verso tutte le Istituzioni e le varie parti coinvolte. Perciò ai cittadini e al popolo italiano non può essere negato il diritto di procedere in autonomia, sulla base del materiale disponibile, che è quello che ci si dispone a fare.




Foto 1
Questa immagine mostra come la stabilità della maggior luce della campata fosse indipendente dai tiranti, diversamente dal ponte (Foto 2) in cui l’impalcato è portato esclusivamente dai tiranti poiché privo del castelletto di base. Una struttura completamente diversa: questo è davvero un “ponte strallato”.


Foto 2 Una struttura completamente diversa: questo è davvero un “ponte strallato”.

Infatti, il 28 giugno 2019 per demolire con l’esplosivo tutto ciò che restava del Ponte sul Polcevera le cariche non sono state posizionate in alto o sugli “stralli”, ma sulla struttura bassa e portante, sui puntoni e le travi del castelletto.

Foto 3
Esplosione: prima crolla l’impalcato spezzato a metà mentre le antenne e i tiranti, ben attaccati e aperti, cadono in piedi. La sequenza sulla pila 10: prima esplodono le cariche in corrispondenza della freccia destra, i puntoni sono  distrutti e l’impalcato si spezza e cade. La freccia sinistra segnala invece che l’esplosione sta avvenendo: l’impalcato è ancora orizzontale. Non un tirante si deforma: A QUALI SOLLECITAZIONI HANNO RETTO I TANTO VITUPERATI E DEGRADATI “STRALLI” dell’Ing. Morandi!
Ma osserviamo la freccia verticale: indica che il tirante non si spezza bensì vola con la piastra perché non è più vincolato e libera tutta l’energia. Ancor più solidale la pila 11 che cade sbilanciata, ma intera. Questa considerazione per ora non interessa, interessa invece dire che forse è stato distrutto un Bene Pubblico ben conservato e per mero pregiudizio. 
Ora si consideri che non si dispone di immagini che non abbiano subito “elaborazioni” e che si possano considerare autentiche, non manipolate, ad eccezione di una: quel video di Davide di Giorgio. Ne riproponiamo il fermo immagine iniziale (disponibile in rete) in cui è stato solo aumentato il contrasto, allo scopo di vedere bene, in quell’istante, cosa stava avvenendo e cosa era già avvenuto.

Foto 4
E ’il primo fotogramma del video di Davide Di Giorgio.  Non è stata fatta manipolazione, solo accentuato il contrasto. Le 2 antenne del cavalletto della pila 9 del Ponte Morandi sono ancora in piedi, unite all’architrave, è una vista prospettica: il “cavalletto” è verticale, c’è luce al centro e si avvertono i tiranti, ma l’impalcato è già caduto. Corrisponde ad una fase avanzata ma il cavalletto pare integro. Segue l’originale con la massima risoluzione possibile. 

Foto 5 Di seguito un fotogramma successivo con accentuazione del contrasto.

Foto 6
Questa immagine riprende anche un bagliore proveniente dal basso: è presente anche nell’originale. Il cavalletto sta crollando, ne resta una immagine “triangolare”, è evidente che cade per prima l’antenna a monte, quella a mare è ancora verticale, le immagini ufficiali ricevute il 1 luglio sono contraddette. In controluce un tirante ancora teso. L’impalcato non esiste più, è scomparso ben prima, ciò significa anche che l’evento non si è originato a partire dalla sommità della struttura. Ecco l’originale alla massima risoluzione possibile.

Foto 7 da sinistra: angolo fra la verticale e l’antenna a monte; spazio vuoto fra antenna e viadotto, manca la trave Gerber di circa 38 metri (diagonale blu) ma manca già anche l’impalcato che era in linea con il viadotto.

Ora vediamo l’immagine UFFICIALE diffusa il primo luglio, fermo immagine sulle prime fasi accreditate:

Foto 8 Non si percepisce dal fermo immagine, ma il tirante comincia a flettere, entra in compressione, mentre viene superato dal camion.
 Successiva immagine, di seguito:
Foto 9
Questa immagine racconta che molti eventi si manifestano conseguenti al cedimento del tirante, anche la caduta dell’impalcato, a partire dalla trave Gerber: singolare che tutto l’impalcato venga coinvolto nonostante tutta la struttura portante, e indipendente, sia intatta. Singolare anche la caduta dell’impalcato  verso Genova nonostante si liberi l’energia dei tiranti opposti, tutti armati di cavi d’acciaio passanti. 
La crisi dell’architrave alla sommità e della cima dell’antenna a mare, qui è a destra, assume valore determinante. Nell’immagine successiva si vedrà che il secondo a cedere sarà proprio il tirante corrispondente alla freccia blu, mentre l’asterisco segnala la strana forma a freccia coricata che dovrebbe essere la sommità dell’antenna spezzata, a cui NON erano “attaccati” i tiranti perché aveva quasi funzione di “passacavi”, ma che tuttavia si vede precipitare verso ovest. 

Foto 10.
Dopo 4 secondi di filmato non si capisce che cosa stia avvenendo nella parte portante, l’immagine è molto confusa (freccia orizzontale), sembra indicare la crisi dei 4 enormi puntoni est, fatto inspiegabile, dal momento che fino a pochi istanti prima avevano portato carichi e sollecitazioni molto grandi. Soprattutto la parte mediana dell’impalcato, compresa fra 4 puntoni a est e 4 a ovest e retta anche dalle travi trasverse avrebbe dovuto rimanere in sito, invece nelle immagini si mostra come l’impalcato si sia spezzato a metà. Ma una cosa è molto chiara: nell’immagine si vede cadere l’antenna a mare (asterisco), mentre nel filmato di Di Giorgio cade prima quella a monte. Come si spiega questa contraddizione?

Foto 11. Dopo 9 secondi di filmato la struttura ha completamente ceduto. Si rivedano le immagini seguenti.

Foto 12 Trave Gerber caduta, antenne ancora verticali. La freccia blu indica la continuità del piano mancante, si avverte nel cavalletto la probabile presenza delle travi trasverse.

Foto 13

Foto 14 Immagine di poco successiva, compressa e contrastata: si vede bene l’antenna a monte crollare con il tirante infisso. Si può utilizzare lo zoom.

Foto 15 (immagine tratta da “Cinematica di un crollo”; studio Ing. Carmelo Russo su sito “il Timoleonte” 2018)
Dalle immagini dovremmo credere che si è spezzato il tratto E’- E’’: possibile, ma non per cause endogene. A questo punto ogni dubbio è lecito. C’eravamo cimentati in tanti, mesi e mesi fa, analizzando la posizione delle macerie e provando da quelle immagini certe a ricostruire la dinamica del crollo, ma a nessuno era mai venuto di pensare che il cedimento dell’intera struttura potesse essere avvenuto dall’alto per i riscontri dati dalla posizione dei reperti, e per il video Di Giorgio, e perché dal punto di vista statico non ha senso; tanto più inspiegabile appare la sorte delle due travi Gerber, mentre ha senso dire che i tavoli cadono se gli si tolgono due gambe, non perché si rompe il gancio che regge il lampadario. Così restano inevase alcune fondamentali domande: perché I PUNTONI, struttura portante principale, hanno ceduto e con modalità così diverse; perché l’impalcato si è spezzato a metà, lì sotto; perché la parte ovest è precipitata sui puntoni“ sbriciolati”; perché la parte est HA SPEZZATO I PUNTONI TRASCINANDONE UNA PARTE CON SE; PERCHE’ SI E’ CAPOVOLTA DI 180°; PERCHE’ LA TRAVE GERBER fra la pila 9 e la 10 (semplicemente appoggiata) non è caduta perpendicolarmente ma E’ VOLATA ORIZZONTALMENTE SULLA FERROVIA PER 40 METRI, FINENDO SOTTO ALLA PILA 10; da cosa ha tratto l’energia necessaria? Non certo dall’interno della struttura.

Foto 16
Le responsabilità si possono attribuire solo cercando la Verità, ma per ora questa strada non pare essere stata percorsa e ci si chiede perché. Oltretutto al problema iniziale, la vera dinamica del crollo, se ne aggiunge un altro più grave se possibile: perché dal primo momento proprio dalle Istituzioni sono arrivate dichiarazioni non comprovate come la cattiva manutenzione, come il cedimento degli stralli, di uno, di due, il calcestruzzo marcio, l’armatura corrosa, e avanti così. E ’stata una recita a soggetto, un canovaccio con una serie di colpevoli precostituiti, anzitutto con la denigrazione postuma dell’Ingegner Morandi, prima che qualsiasi cosa fosse provata. Anzitutto è sempre stata denegata l’ipotesi “esplosione”, come se in Italia non ce ne fosse mai stata una: certamente, se non si cerca, l’esplosivo non si trova. Ma almeno cercare si poteva, si doveva, almeno per escludere l’ipotesi.
Ora il “corpus delicti” è stato rimosso senza che ai cittadini italiani sia stato consegnato quanto di dovere. Intanto gli stessi cittadini pagano, a cominciare dalla perdita totale di un Bene Pubblico, dallo sperpero del Pubblico Patrimonio, dalla rimozione e collocamento (dove?) di quante tonnellate di detriti e macerie, dallo scavo di 43 nuove fondazioni (a lato di quelle esistenti!) sulla roccia che si trova a 45 metri di profondità. Il resto a seguire. Restano le immagini a cui non si è data alcuna risposta:

Foto 17 L’antenna a monte è caduta per ultima su quanto era già caduto PRIMA, compresi i puntoni ridotti in frantumi (freccia blu).

Foto 18 
Le macerie sono cadute SOPRA l’impalcato della campata principale retta dai puntoni del castelletto: e la sequenza non può che essere: 1) cedimento dei puntoni; 2) cedimento della campata; 3) solo dopo si può depositare qualsiasi altro materiale proveniente dall’alto. La successione stratigrafica indica l’ordine temporale, come in archeologia.

Foto 19   Sotto all’impalcato si vede il frammento di un puntone.


Foto 20 Puntoni est troncati di netto, tondini d’acciaio tesati nella direzione del vettore.

Foto 21Carreggiata verso Genova ribaltata a 180°, trave Gerber sotto alla pila 10, fuori asse longitudinale. 
In queste immagini è racchiusa gran parte della verità, ma forse l’Italia è troppo debole perché le possa essere detta; comunque è opportuno specificare la dimensione della sezione di ogni “puntone”: m. 2,00 x m 1,20 e ricordare che è stata necessaria una grande fatica, un gran lavoro durato mesi e mesi per demolire il solidissimo castelletto di base della pila 9, in ottimo stato di conservazione, manufatto solidissimo, tutt’altro che fatiscente, e poi il tritolo. Tutto ciò mentre mancano di manutenzione le ex strade statali, le ferrovie, manca il raddoppio di binari su linee strategiche, mancano piattaforme di scambio intermodale; abbiamo tracciati ferroviari e relativi ponti risalenti all’Unità d’Italia, quartieri disastrati da alluvioni perché sorti dove non dovevano, città e borghi terremotati ancora a terra. L’elenco potrebbe continuare ma non dimentichiamo che qualcuno aveva detto che in un anno il Ponte sul Polcevera sarebbe stato ricostruito: oltretutto sarebbe stato possibile se i “maiores” avessero la serietà e le capacità di quelli viventi 2000 anni fa che ricostruivano sulle fondamenta esistenti e non buttavano un’opera pubblica per rifarla a pochi metri di distanza. Ci si consenta di concludere che l’ipotesi che il crollo dell’intera struttura sia stato originato dalla perdita del carico d’acciaio, prima di essere avanzata, avrebbe dovuto e potuto essere verificata, calcolata: avrebbe avuto gli effetti che sappiamo? Nel filmato divulgato ufficialmente comunque l’ipotesi è smentita: il tirante a mare si flette, non si tende. La verità è lontana ma pare non interessare più a nessuno.


Giovanna Nicoletta Delbuono architetto 




venerdì 19 luglio 2019

LA DEMOCRAZIA EUROPEA E’ UNA MONOCRAZIA A DUE TESTE, UN MOSTRO


HANNO VINTO GLI INTERESSI GLOBALISTI CONTRO I POPOLI

E’ stata eletta Ursula von der Leyen come presidente della Commissione europea, svolgerà in pratica il ruolo di premier dell’Unione.
Il suo nome è uscito fuori dal Consiglio Europeo, dove i capi di governo dei 28 Paesi membri hanno prima affossato il candidato ufficiale dei Popolari e poi quello dei Socialisti, proponendo infine un pacchetto di nomine voluto soprattutto da Emmanuel Macron con il placet di Angela Merkel e dei paesi di Visegrad.
La tedesca è una Popolare di ferro, a lungo ministro della difesa(è stata anche ministro della famiglia) del governo Merkel ,è quindi espressione del patto di Aquisgrana riguardante l’asse Parigi-Berlino. Nonostante questo il Movimento 5 Stelle, che a Strasburgo non fa parte di nessun gruppo, ha votato a favore della linea dettata dalla premier tedesca(voti determinanti per l'elezione della neo-Presidente).
Incredibile il voltafaccia pentastellato! Nei 5stelle apparentemente non esistono direttive e gerarchie di partito, in realtà il loro progetto politico è quello della decrescita del nostro paese del tutto simile a quello del club di Roma con qualche lieve sfumatura .

Con l’elezione di Ursula Von Der Leyen , la Germania , superando vecchi preconcetti, potrà nutrire l’ambizione di assumere le redini  militari e non solo economiche dell’ Europa.
La Lega invece in un primo momento aveva fatto trapelare l’intenzione di un voto favorevole perchè volevano un loro rappresentante in Commissione, ma poi si è espressa contro così come tutto il proprio gruppo Identità e Democrazia dove ci sono anche la Le Pen e i tedeschi di AfD.
Come possono i 5stelle aver votato la Von Der Leyen? Una candidata ultraeuropeista che così si esprime sull’immigrazione: -le vite si salvano … ma in Italia- .
Ursula Von Der Leyen ce l’ha fatta:  con 383 voti, su un totale di 747 parlamentari, l’Europarlamento ha sostenuto la sua candidatura e dal primo novembre prossimo per la prima volta nella storia della Ue una donna assumerà la presidenza della Commissione europea.
Voti contrari 327, astenuti 22, alla fine, comunque, anche i polacchi del Pis al governo a Varsavia hanno votato a favore, così come il partito del premier ungherese Orban.

Il commento di Paolo Savona:
Il presidente della Consob così commenta un passaggio della prima intervista di Ursula Von der Leyen, neo presidente della Commissione europea, in cui afferma che monitorerà attentamente i conti pubblici italiani “Non mi piace quella frase, dovrebbe essere in positivo”.
Monitorare per i tedeschi(un loro chiodo fisso) significa attuare riforme attraverso cui drenare i risparmi dei  sacrifici operati dalle famiglie italiane.
L’ITALIA sarà così continuamente sotto il controllo dalla neo-commissaria tedesca con l’avallo pentastellato! Così quei voti dati alla Presidente proposta dall’asse è stato un voto contro gli italiani. Aprendosi in tal modo la possibilità di una futura alleanza fra PD-5Stelle. IL PROGETTO DA LORO PORTATO AVANTI HA COME OBIETTIVO ELIMINARE OGNI SPERANZA DI UN VERO”GOVERNO DEL CAMBIAMENTO”.


Ecco uno che voleva il cambiamento!





lunedì 8 luglio 2019

Lettera aperta all'Assessore del Re(Comune di Firenze)


Gentilissima, la invito ad esprimere discontinuità rispetto al consueto atteggiamento " dell'Amministrazione perdurante", e cioè di ritenere che un gran numero di cittadini Vs amministrati acconsenta a ricevere messaggi come quello su alberi e pini pubblicato su La Repubblica; Le spiego i motivi per cui quei messaggi risultano irricevibili, quanto meno irriguardosi:
* La memoria di persone care attraverso la piantumazione di un albero: fu una iniziativa del Sottosegretario alla Pubblica Istruzione Dario Lupi attuata con grande successo  in Italia nel 1923, segnatamente Firenze  fu la prima città italiana a costituire Viali e Parchi della Rimembranza (26 febbraio 1923); citandone uno fra 12 come  Viale Morgagni raso al suolo dai suoi Colleghi senza alcun motivo che un progetto minimamente decente di tramvia potesse giustificare. 

Per cui dato che esistevano, ed esistono ancora sebbene innominati, alberi tutelati con D.M. del 1925 e ritutelati  come "vestigia storiche" dal Codice dei Beni Culturali nel 2004, ciononostante abbattuti fra il 2007 e il 2008, per cortesia non tocchi quell'argomento, si astenga. Nell'Archivio Storico de La Nazione esistono le copie del giornale con gli elenchi delle PERSONE CARE di cui l'Amministrazione perdurante ha cancellato il ricordo con le motoseghe, sotto gli occhi dei discendenti. In  A.S.C.F. esiste copia della Delibera di spesa di L. 25.000 fatta dalla Giunta e giustificata "Viali della Rimembranza".


** Pini di Piazza della Vittoria: purtroppo anche in questo caso verifichiamo costernati ( ma non stupiti) come funziona la Giustizia in Italia. La Procura di Firenze ha ricevuto parecchi esposti sull'argomento e pure la Soprintendenza ha ormai un faldone di corrispondenza ricevuta da molti cittadini e Associazioni, ma anche il Ministero B. C.
Veda, Assessore, se il Comune di Firenze nelle Norme Urbanistiche dice che Piazza della Vittoria è "tessuto storico zona A", ipso facto il Giardino piantumato a Pinus Pinea fra il 1923 e il 1925 diventa automaticamente di INTERESSE STORICO CULTURALE ai sensi Art. 10 del Codice B.C. Per questo motivo il Giardino deve essere oggetto di Restauro Conservativo, ovvero di ripristino dello stato storico dei luoghi. Non può essere oggetto di alcuna "Riqualificazione", operazione ben diversa, anche se autorizzata dalla Soprintendenza, che compie un madornale errore di interpretazione della Legge. Per cui, se la Legge in Italia è ancora Legge (ce lo domandiamo ) nel Giardino di Piazza della Vittoria dovrebbero essere:
*** ripiantumati esclusivamente "Pinus Pinea" secondo i segni lasciati dalle ceppe degli alberi abbattuti, stesso raggio, ovvero ripristinando il disegno, rifatte le cordonature in pietra, riseminata l'erbetta, estirpati tutti i manufatti < in contrasto> come cartelli, casotti, asfaltature, ripristinata la ghiaia, riposizionate panchine in ghisa
**** per favore si astenga, e con Lei chiunque altro, dal dire che il Giardino versa in condizione di DEGRADO perché tale dichiarazione diventa ammissione di colpa per mancata conservazione di un Bene di interesse culturale, credo non convenga a nessuno, e ciò non giustifica COMUNQUE un progetto di Riqualificazione su tale Bene.
***** Lei è fresca di nomina e non sa tutta la storia, per questo mi sono permessa di esporla: tenga presente che fra i cittadini da lei amministrati ce ne sono alcuni competenti in materia; l'unica differenza fra questi e gli amministratori è forse proprio questa, scusi la battuta finale ma talvolta è necessaria per ristabilire il reciproco rispetto, anche per chi da più di 10 anni, impotente e inascoltato, vede abbattere con rabbia gli alberi adulti e vincolati di Firenze. 

Giovanna Nicoletta Delbuono architetto 


questo è già accaduto-ora basta!

martedì 2 luglio 2019

LA GUERRA DIFFORME


L’ITALIA IN UN CONTINUO CONFLITTO MISCONOSCIUTO
LA FIRMA DELLA COSTITUZIONE DEL '48

Lo Stato italiano esiste ancora come lo conoscevamo? La nostra Costituzione è sempre quella entrata in vigore nel 1948, firmata da Enrico De Nicola e controfirmata da Umberto Terracini, Alcide De Gasperi e vistata dal guardasigilli Giuseppe Grassi? Oppure le variazioni apportate in questi ultimi decenni, vedi riforma del Titolo V del 2001 l’hanno profondamente deformata e messa in subordine nella scala della gerarchia delle fonti normative?
L’Italia dal crollo del muro di Berlino(1989) e di conseguenza dell’Unione Sovietica non è più uno Stato che gode di una certa autonomia: le sue leggi sono sempre in subordine alle norme internazionali ed europee (vedi I comma art. 117 Cost. variazione apportata con la riforma del titolo V)già perché i governi italiani hanno firmato diversi trattati: quello di Maastrct, di Lisbona, di Shengen, di Dublino, Basilea 1 e 2 ….Una sfilza infinita di trattati come se ci fosse stato un conflitto; una guerra durata parecchi decenni che va dalle stragi, della banca dell’Agricoltura, dell’Italicus, della stazione di Bologna, di Ustica e a vari omicidi di uomini politici ed imprenditori come Enrico Mattei presidente dell’ENI, Aldo Moro mente della politica italiana degli anni ’70 e perfino ad essere sottoposta all’attacco di una banda militarizzata che voleva colpire il cuore dello Stato. La Nazione ha resistito, ma con il crollo del muro di Berlino la guerra all’Italia prende un’altra via meno leggibile e più virulenta di prima: quella del problema “morale” contro la corruzione. Gli artefici di questo nuovo attacco volevano il crollo della prima repubblica e l’eliminazione di chi si opponeva alla svendita dell’industria italiana e alla sua privatizzazione.
Il gioco si compie con l’operazione di “mani pulite” , inizia così la seconda fase quella della disgregazione e lo smantellamento dello stato sociale, dei diritti sindacali, della previdenza sociale, del sistema pensionistico. Così il gioco è fatto. 

ENRICO MATTEI

L’Italia viene gettata come una prostituta alla mercè del mercato globale, smembrata e svenduta nei settori strategici della sua attività produttiva e industriale: ENI,IRI,ENEL,INA,TELECOM…….Ma tutto questo non era ancora sufficiente a gettare sul lastrico la quarta/quinta potenza industriale a livello mondiale: inventano lo spread-il differenziale fra il valore dei bond tedeschi e quelli italiani legati al debito e al rifinanziamento dello stesso. 

ALDO MORO
Già perché l’Italia non ha più la sua sovranità monetaria in quanto con il trattato di Maastrict dipende dalla BCE.


FEDERAZIONE DELLE REPUBBLICHE SOCIALISTE JUGOSLAVE

Negli stessi anni avviene la frantumazione della Jugoslavia iniziata nel ‘91 causata da movimenti separatisti creati ad arte in Slovenia e Croazia e sfociati poi in una vera e propria guerra: prima fra l’esercito federale e l’armata slovena ( armata da chi?)conclusasi in favore della Slovenia. Poi dal ’91 al ’95 inizia un altro conflitto fra Serbia e Croazia finita con la vittoria degli indipendentisti. UN conflitto infinito che mette in moto forze estranee quando il conflitto arriva in Kossovo nel 98/99. Così la dissoluzione della Jugoslavia giunge alla fine con il bombardamento di Belgrado a cui parteciparono, grazie al governo in carica all’epoca, anche gli aerei italiani.

L'IRAK  DURANTE IL CONFLITTO

Nel’91 inizia anche la prima guerra del golfo contro l’Irak di Saddam Hussein e si configura come anomala rispetto alle altre in realtà essa rientra nella ricollocazione geopolitica nell’area controllata dalle forze della NATO in quanto non era consentito a nessun paese di quelle zone avere una politica autonoma. Durante il conflitto vengono abbattuti due aerei italiani e i piloti sono fatti prigionieri. E’ una guerra senza storia ed ad un certo punto le forze della coalizione cessano lo stato di belligeranza lasciandosi dietro una scia di morti e uno Stato semi paralizzato. La guerra verrà ripresa dagli USA e coalizione nel 2003 distruggendo il paese e lasciandolo in una guerra civile fra bande armate che hanno come obiettivo la creazione dello Stato islamico. La destabilizzazione di questa regione (Irak) viene a formare il perno di una gigantesca tenaglia la cui morsa si dirama da una parte nei Balcani e dall’altra nel Magreb, per l’Italia costituisce un ulteriore problema  in quanto si trova nel mezzo di questa morsa che alimenta il caos nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo.



La destabilizzazione dei Balcani e la fine della federazione jugoslavia comportò di fatto anche la destabilizzazione dell’area mediterranea magrebina con le “primavere arabe”a vantaggio di quelle forze che si erano adoperate per distruggere i potenziali mercati naturali dell’italia e nello stesso tempo creare il caos nel magreb ostacolato guarda caso dalla Libia di Gheddafi è da questa situazione che parte il dictat : necare( uccidere a tutti i costi)  Gheddafi necesse est. Detto fatto. Da questi fatti prende corpo in maniera invasiva lo spostamento forzato di centinaia di migliaia di nativi africani sospinti in Italia dalla forza preponderante delle multinazionali insediate in quei luoghi per lo sfruttamento delle materie prime e dai governi africani “fantoccio” legati a doppio filo all’uso della moneta africana ( CFA) stabilita al valore dell’EURO e gestita dalle banche francesi che ne traggono lauti profitti e attraverso leggi capestro tutta l’economia dell’Africa finisce a vantaggio della Francia . Altra causa è data dalla potenza emergente della Cina che si appropria d’interi territori ove costruiscono città modello per il momento disabitate, facendo sloggiare da quei territori le popolazioni native.
Dopo aver gettato nel caos i paesi africani del mediterraneo con guerre “umanitarie” gestite dalle potenze del petrolio e da interessi che miravano all’eliminazione fisica di Gheddafi, le forze del caos costruite ad hoc, partendo dalla Libia passando dall’Egitto per arrivare alla Siria, hanno infiammato il bacino del Mediterraneo in una guerra permanente. Permettendo cosi l’intervento di ONG che si autodefiniscono umanitarie; queste non aspettavano altro per intervenire e favorire lo smistamento di grandi masse di esseri umani con lo scopo di attuare un esperimento d’ingegneria sociale da tempo progettato.


Questi benefattori hanno utilizzato mezzi messi a punto in decenni di studio fatti dalla Scuola di Francoforte e messi in pratica dall’ISTITUTO TAVISTOCK. La parte interessante di questi studi riguarda l’ingegneria sociale: la scomposizione e la ricomposizione di una società umana secondo la volontà del suo demiurgo.
La trasformazione della storia di un popolo è attuabile riproponendo e attuando meccanismi legislativi , economici, finanziari, sociologici , antropologici, urbanistici, psicologici, medico sanitari ,culturali…ecc  indirizzati per attuare volontà che non provengono da organismi democratici ma da organizzazioni  estranee alla volontà espressa da cittadini attraverso i loro organi legislativi.
Come funziona l’ingegneria sociale: essa si avvale di forze dialettiche contrapposte controllate dalla stessa elite ,ove nessuna delle due prevale sull’altra ma sono in eterno conflitto. Ed è a questo punto che viene messa in campo la soluzione, quella voluta e progettata dall’ elite mondiale.
In breve prima si crea il problema che può essere di varia natura poi si propone ovvero s’impone la soluzione voluta da questi benefattori e filantropi dell’umanità.
Le Ong e altre società umanitarie in tutto questo giocano un ruolo fondamentale, quello di spostare il caos da un paese  ad un altro affinchè venga prospettata la soluzione voluta dalle varie congreghe elitarie come il club di Roma, il Bilderberg, la Trilateral ed altre associazioni simili che sono i portavoce al servizio di chi comanda sopra di loro.
 Il conflitto in cui siamo non è di carattere giuridico o filosofico ma BELLICO: Siamo in una guerra anomala. Questa non è una guerra classica è senza forma ma è sempre una guerra e le guerre non si vincono perchè hai ragione ma attraverso la strategia , l'astuzia e il coraggio.





lunedì 24 giugno 2019

A FIRENZE DI COSA CI LAMENTIAMO?


QUESTE SONO LE HIGHWAY, da noi passano sul piano stradale ma sono la stessa cosa.




Lo scopo è identico. Ad un livello ( sotto LA HIGHWAY ) è situata la città storica con le sue strade e la sua vita. Ad un certo punto della storia accade che si vogliano connettere velocemente alcuni punti ( poli ) esterni  ma strategici,  rispetto alla città con uno o due punti ( poli o nodalità ) interni alla città  di certo interesse. La soluzione economica e facile consiste nel salire al livello superiore con una sopraelevata. Da  un punto di vista estetico il risultato è orrendo ma oggi hanno trovato la soluzione tramite sedicenti architetti paesaggisti: mettono l’erba e le panchine e la pista ciclabile. Sono livelli non comunicanti, come mondi diversi, totalmente estranei, soluzione ugualmente orrenda ma ad alcune anime belle piace, la apprezzano perché “ ecologicamente compatibile”.
La tramvia, mettiamocelo bene in testa , è stata concepita allo stesso identico scopo, è la stessa operazione: mettere  in comunicazione fra di loro poli esterni, eccentrici, e valorizzati dal percorso  interno alla città. La sola differenza consiste nell’invasione del piano stradale attuale da parte di un mezzo ferroviario, non la separazione fra i due piani, ma la coesistenza. Però è la stessa cosa: per questo viene male, viene percepita proprio come l’introduzione di un corpo estraneo, alieno. 


Da specificare che i poli eccentrici di grande interesse sono la nuova espansione urbana di Scandicci con un nuovo polo in gestazione a Bagno a Ripoli, Firenze è nel mezzo e viene usata come l’erba e le panchine di cui sopra e non dimentichiamo la pista per le bici. Da considerare subito dopo i vari poli di Sesto – Prato –Pistoia, tutta l’intersezione con agglomerati  “industriali”, e altre direttrici di interesse verso Empoli – Pontedera, e Valdarno Superiore. Si aggiungano i parcheggi scambiatori ad uso autobus turistici collocati su Scandicci - Bagno a Ripoli - uscite autostradali. Firenze è sempre nel mezzo: una sorta di spartitraffico fra le rotaie con il grande “store” artistico centrale.
Dato che il territorio comunale di Firenze è praticamente finito, l’espansione urbana di Scandicci è di valore strategico:  anche se è un altro comune, tuttavia partecipa alla città Metropolitana ed è gestito dallo stesso tipo di amministrazione. Vi primeggia un certo senatore, ormai inviso chissà perché, forse per interessi concorrenti, ma l’accordo verrà trovato e non ci si deve preoccupare anche se ora sono botte da orbi.

GDB