lunedì 8 luglio 2019

Lettera aperta all'Assessore del Re(Comune di Firenze)


Gentilissima, la invito ad esprimere discontinuità rispetto al consueto atteggiamento " dell'Amministrazione perdurante", e cioè di ritenere che un gran numero di cittadini Vs amministrati acconsenta a ricevere messaggi come quello su alberi e pini pubblicato su La Repubblica; Le spiego i motivi per cui quei messaggi risultano irricevibili, quanto meno irriguardosi:
* La memoria di persone care attraverso la piantumazione di un albero: fu una iniziativa del Sottosegretario alla Pubblica Istruzione Dario Lupi attuata con grande successo  in Italia nel 1923, segnatamente Firenze  fu la prima città italiana a costituire Viali e Parchi della Rimembranza (26 febbraio 1923); citandone uno fra 12 come  Viale Morgagni raso al suolo dai suoi Colleghi senza alcun motivo che un progetto minimamente decente di tramvia potesse giustificare. 

Per cui dato che esistevano, ed esistono ancora sebbene innominati, alberi tutelati con D.M. del 1925 e ritutelati  come "vestigia storiche" dal Codice dei Beni Culturali nel 2004, ciononostante abbattuti fra il 2007 e il 2008, per cortesia non tocchi quell'argomento, si astenga. Nell'Archivio Storico de La Nazione esistono le copie del giornale con gli elenchi delle PERSONE CARE di cui l'Amministrazione perdurante ha cancellato il ricordo con le motoseghe, sotto gli occhi dei discendenti. In  A.S.C.F. esiste copia della Delibera di spesa di L. 25.000 fatta dalla Giunta e giustificata "Viali della Rimembranza".


** Pini di Piazza della Vittoria: purtroppo anche in questo caso verifichiamo costernati ( ma non stupiti) come funziona la Giustizia in Italia. La Procura di Firenze ha ricevuto parecchi esposti sull'argomento e pure la Soprintendenza ha ormai un faldone di corrispondenza ricevuta da molti cittadini e Associazioni, ma anche il Ministero B. C.
Veda, Assessore, se il Comune di Firenze nelle Norme Urbanistiche dice che Piazza della Vittoria è "tessuto storico zona A", ipso facto il Giardino piantumato a Pinus Pinea fra il 1923 e il 1925 diventa automaticamente di INTERESSE STORICO CULTURALE ai sensi Art. 10 del Codice B.C. Per questo motivo il Giardino deve essere oggetto di Restauro Conservativo, ovvero di ripristino dello stato storico dei luoghi. Non può essere oggetto di alcuna "Riqualificazione", operazione ben diversa, anche se autorizzata dalla Soprintendenza, che compie un madornale errore di interpretazione della Legge. Per cui, se la Legge in Italia è ancora Legge (ce lo domandiamo ) nel Giardino di Piazza della Vittoria dovrebbero essere:
*** ripiantumati esclusivamente "Pinus Pinea" secondo i segni lasciati dalle ceppe degli alberi abbattuti, stesso raggio, ovvero ripristinando il disegno, rifatte le cordonature in pietra, riseminata l'erbetta, estirpati tutti i manufatti < in contrasto> come cartelli, casotti, asfaltature, ripristinata la ghiaia, riposizionate panchine in ghisa
**** per favore si astenga, e con Lei chiunque altro, dal dire che il Giardino versa in condizione di DEGRADO perché tale dichiarazione diventa ammissione di colpa per mancata conservazione di un Bene di interesse culturale, credo non convenga a nessuno, e ciò non giustifica COMUNQUE un progetto di Riqualificazione su tale Bene.
***** Lei è fresca di nomina e non sa tutta la storia, per questo mi sono permessa di esporla: tenga presente che fra i cittadini da lei amministrati ce ne sono alcuni competenti in materia; l'unica differenza fra questi e gli amministratori è forse proprio questa, scusi la battuta finale ma talvolta è necessaria per ristabilire il reciproco rispetto, anche per chi da più di 10 anni, impotente e inascoltato, vede abbattere con rabbia gli alberi adulti e vincolati di Firenze. 

Giovanna Nicoletta Delbuono architetto 


questo è già accaduto-ora basta!

martedì 2 luglio 2019

LA GUERRA DIFFORME


L’ITALIA IN UN CONTINUO CONFLITTO MISCONOSCIUTO
LA FIRMA DELLA COSTITUZIONE DEL '48

Lo Stato italiano esiste ancora come lo conoscevamo? La nostra Costituzione è sempre quella entrata in vigore nel 1948, firmata da Enrico De Nicola e controfirmata da Umberto Terracini, Alcide De Gasperi e vistata dal guardasigilli Giuseppe Grassi? Oppure le variazioni apportate in questi ultimi decenni, vedi riforma del Titolo V del 2001 l’hanno profondamente deformata e messa in subordine nella scala della gerarchia delle fonti normative?
L’Italia dal crollo del muro di Berlino(1989) e di conseguenza dell’Unione Sovietica non è più uno Stato che gode di una certa autonomia: le sue leggi sono sempre in subordine alle norme internazionali ed europee (vedi I comma art. 117 Cost. variazione apportata con la riforma del titolo V)già perché i governi italiani hanno firmato diversi trattati: quello di Maastrct, di Lisbona, di Shengen, di Dublino, Basilea 1 e 2 ….Una sfilza infinita di trattati come se ci fosse stato un conflitto; una guerra durata parecchi decenni che va dalle stragi, della banca dell’Agricoltura, dell’Italicus, della stazione di Bologna, di Ustica e a vari omicidi di uomini politici ed imprenditori come Enrico Mattei presidente dell’ENI, Aldo Moro mente della politica italiana degli anni ’70 e perfino ad essere sottoposta all’attacco di una banda militarizzata che voleva colpire il cuore dello Stato. La Nazione ha resistito, ma con il crollo del muro di Berlino la guerra all’Italia prende un’altra via meno leggibile e più virulenta di prima: quella del problema “morale” contro la corruzione. Gli artefici di questo nuovo attacco volevano il crollo della prima repubblica e l’eliminazione di chi si opponeva alla svendita dell’industria italiana e alla sua privatizzazione.
Il gioco si compie con l’operazione di “mani pulite” , inizia così la seconda fase quella della disgregazione e lo smantellamento dello stato sociale, dei diritti sindacali, della previdenza sociale, del sistema pensionistico. Così il gioco è fatto. 

ENRICO MATTEI

L’Italia viene gettata come una prostituta alla mercè del mercato globale, smembrata e svenduta nei settori strategici della sua attività produttiva e industriale: ENI,IRI,ENEL,INA,TELECOM…….Ma tutto questo non era ancora sufficiente a gettare sul lastrico la quarta/quinta potenza industriale a livello mondiale: inventano lo spread-il differenziale fra il valore dei bond tedeschi e quelli italiani legati al debito e al rifinanziamento dello stesso. 

ALDO MORO
Già perché l’Italia non ha più la sua sovranità monetaria in quanto con il trattato di Maastrict dipende dalla BCE.


FEDERAZIONE DELLE REPUBBLICHE SOCIALISTE JUGOSLAVE

Negli stessi anni avviene la frantumazione della Jugoslavia iniziata nel ‘91 causata da movimenti separatisti creati ad arte in Slovenia e Croazia e sfociati poi in una vera e propria guerra: prima fra l’esercito federale e l’armata slovena ( armata da chi?)conclusasi in favore della Slovenia. Poi dal ’91 al ’95 inizia un altro conflitto fra Serbia e Croazia finita con la vittoria degli indipendentisti. UN conflitto infinito che mette in moto forze estranee quando il conflitto arriva in Kossovo nel 98/99. Così la dissoluzione della Jugoslavia giunge alla fine con il bombardamento di Belgrado a cui parteciparono, grazie al governo in carica all’epoca, anche gli aerei italiani.

L'IRAK  DURANTE IL CONFLITTO

Nel’91 inizia anche la prima guerra del golfo contro l’Irak di Saddam Hussein e si configura come anomala rispetto alle altre in realtà essa rientra nella ricollocazione geopolitica nell’area controllata dalle forze della NATO in quanto non era consentito a nessun paese di quelle zone avere una politica autonoma. Durante il conflitto vengono abbattuti due aerei italiani e i piloti sono fatti prigionieri. E’ una guerra senza storia ed ad un certo punto le forze della coalizione cessano lo stato di belligeranza lasciandosi dietro una scia di morti e uno Stato semi paralizzato. La guerra verrà ripresa dagli USA e coalizione nel 2003 distruggendo il paese e lasciandolo in una guerra civile fra bande armate che hanno come obiettivo la creazione dello Stato islamico. La destabilizzazione di questa regione (Irak) viene a formare il perno di una gigantesca tenaglia la cui morsa si dirama da una parte nei Balcani e dall’altra nel Magreb, per l’Italia costituisce un ulteriore problema  in quanto si trova nel mezzo di questa morsa che alimenta il caos nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo.



La destabilizzazione dei Balcani e la fine della federazione jugoslavia comportò di fatto anche la destabilizzazione dell’area mediterranea magrebina con le “primavere arabe”a vantaggio di quelle forze che si erano adoperate per distruggere i potenziali mercati naturali dell’italia e nello stesso tempo creare il caos nel magreb ostacolato guarda caso dalla Libia di Gheddafi è da questa situazione che parte il dictat : necare( uccidere a tutti i costi)  Gheddafi necesse est. Detto fatto. Da questi fatti prende corpo in maniera invasiva lo spostamento forzato di centinaia di migliaia di nativi africani sospinti in Italia dalla forza preponderante delle multinazionali insediate in quei luoghi per lo sfruttamento delle materie prime e dai governi africani “fantoccio” legati a doppio filo all’uso della moneta africana ( CFA) stabilita al valore dell’EURO e gestita dalle banche francesi che ne traggono lauti profitti e attraverso leggi capestro tutta l’economia dell’Africa finisce a vantaggio della Francia . Altra causa è data dalla potenza emergente della Cina che si appropria d’interi territori ove costruiscono città modello per il momento disabitate, facendo sloggiare da quei territori le popolazioni native.
Dopo aver gettato nel caos i paesi africani del mediterraneo con guerre “umanitarie” gestite dalle potenze del petrolio e da interessi che miravano all’eliminazione fisica di Gheddafi, le forze del caos costruite ad hoc, partendo dalla Libia passando dall’Egitto per arrivare alla Siria, hanno infiammato il bacino del Mediterraneo in una guerra permanente. Permettendo cosi l’intervento di ONG che si autodefiniscono umanitarie; queste non aspettavano altro per intervenire e favorire lo smistamento di grandi masse di esseri umani con lo scopo di attuare un esperimento d’ingegneria sociale da tempo progettato.


Questi benefattori hanno utilizzato mezzi messi a punto in decenni di studio fatti dalla Scuola di Francoforte e messi in pratica dall’ISTITUTO TAVISTOCK. La parte interessante di questi studi riguarda l’ingegneria sociale: la scomposizione e la ricomposizione di una società umana secondo la volontà del suo demiurgo.
La trasformazione della storia di un popolo è attuabile riproponendo e attuando meccanismi legislativi , economici, finanziari, sociologici , antropologici, urbanistici, psicologici, medico sanitari ,culturali…ecc  indirizzati per attuare volontà che non provengono da organismi democratici ma da organizzazioni  estranee alla volontà espressa da cittadini attraverso i loro organi legislativi.
Come funziona l’ingegneria sociale: essa si avvale di forze dialettiche contrapposte controllate dalla stessa elite ,ove nessuna delle due prevale sull’altra ma sono in eterno conflitto. Ed è a questo punto che viene messa in campo la soluzione, quella voluta e progettata dall’ elite mondiale.
In breve prima si crea il problema che può essere di varia natura poi si propone ovvero s’impone la soluzione voluta da questi benefattori e filantropi dell’umanità.
Le Ong e altre società umanitarie in tutto questo giocano un ruolo fondamentale, quello di spostare il caos da un paese  ad un altro affinchè venga prospettata la soluzione voluta dalle varie congreghe elitarie come il club di Roma, il Bilderberg, la Trilateral ed altre associazioni simili che sono i portavoce al servizio di chi comanda sopra di loro.
 Il conflitto in cui siamo non è di carattere giuridico o filosofico ma BELLICO: Siamo in una guerra anomala. Questa non è una guerra classica è senza forma ma è sempre una guerra e le guerre non si vincono perchè hai ragione ma attraverso la strategia , l'astuzia e il coraggio.





lunedì 24 giugno 2019

A FIRENZE DI COSA CI LAMENTIAMO?


QUESTE SONO LE HIGHWAY, da noi passano sul piano stradale ma sono la stessa cosa.




Lo scopo è identico. Ad un livello ( sotto LA HIGHWAY ) è situata la città storica con le sue strade e la sua vita. Ad un certo punto della storia accade che si vogliano connettere velocemente alcuni punti ( poli ) esterni  ma strategici,  rispetto alla città con uno o due punti ( poli o nodalità ) interni alla città  di certo interesse. La soluzione economica e facile consiste nel salire al livello superiore con una sopraelevata. Da  un punto di vista estetico il risultato è orrendo ma oggi hanno trovato la soluzione tramite sedicenti architetti paesaggisti: mettono l’erba e le panchine e la pista ciclabile. Sono livelli non comunicanti, come mondi diversi, totalmente estranei, soluzione ugualmente orrenda ma ad alcune anime belle piace, la apprezzano perché “ ecologicamente compatibile”.
La tramvia, mettiamocelo bene in testa , è stata concepita allo stesso identico scopo, è la stessa operazione: mettere  in comunicazione fra di loro poli esterni, eccentrici, e valorizzati dal percorso  interno alla città. La sola differenza consiste nell’invasione del piano stradale attuale da parte di un mezzo ferroviario, non la separazione fra i due piani, ma la coesistenza. Però è la stessa cosa: per questo viene male, viene percepita proprio come l’introduzione di un corpo estraneo, alieno. 


Da specificare che i poli eccentrici di grande interesse sono la nuova espansione urbana di Scandicci con un nuovo polo in gestazione a Bagno a Ripoli, Firenze è nel mezzo e viene usata come l’erba e le panchine di cui sopra e non dimentichiamo la pista per le bici. Da considerare subito dopo i vari poli di Sesto – Prato –Pistoia, tutta l’intersezione con agglomerati  “industriali”, e altre direttrici di interesse verso Empoli – Pontedera, e Valdarno Superiore. Si aggiungano i parcheggi scambiatori ad uso autobus turistici collocati su Scandicci - Bagno a Ripoli - uscite autostradali. Firenze è sempre nel mezzo: una sorta di spartitraffico fra le rotaie con il grande “store” artistico centrale.
Dato che il territorio comunale di Firenze è praticamente finito, l’espansione urbana di Scandicci è di valore strategico:  anche se è un altro comune, tuttavia partecipa alla città Metropolitana ed è gestito dallo stesso tipo di amministrazione. Vi primeggia un certo senatore, ormai inviso chissà perché, forse per interessi concorrenti, ma l’accordo verrà trovato e non ci si deve preoccupare anche se ora sono botte da orbi.

GDB




venerdì 24 maggio 2019

ELEZIONI AMMINISTRATIVE a FIRENZE e LA TUTELA DEL PATRIMONIO STORICO CULTURALE


RICORRERE AI TRIBUNALI PER FARE VALERE LE LEGGI DELLO STATO E' UN ATTO DI CIVILTA'
di Giovanna Delbuono

UN SIGNIFICATIVO PASSO PER LA TUTELA DEL TESSUTO STORICO DI FIRENZE, GRAZIE AD UN RICORSO DI ITALIA NOSTRA: CAMBIO DI DESTINAZIONE D'USO, FRAZIONAMENTI IN PIU' UNITA EDILIZIE. Sentenza del Consiglio di Stato sulle varianti al regolamento Urbanistico introdotte dal Comune. Riporto di seguito uno stralcio:


(DIRE) Roma, 23 mag. - La Quarta Sezione del Consiglio di Stato, con l'ordinanza cautelare n. 2590, pronunciata oggi, ha accolto l'appello cautelare proposto dall'associazione Italia Nostra, avente a oggetto la variante al regolamento urbanistico del Comune di Firenze che consente, nel centro storico, la ristrutturazione edilizia di immobili (sia pur con limitazioni) e il mutamento di destinazione d'uso, in luogo del precedente restauro conservativo.
Secondo il Consiglio di Stato vanno approfonditi, alla lettera:

a) il rapporto tra la variante al vigente regolamento urbanistico comunale (che ha aggiornato e definito il limite dell’intervento da applicare al patrimonio edilizio esistente, classificato di interesse storico-architettonico), e la natura dell’intervento edilizio effettivamente consentito, sotto il profilo della persistenza e dell’entità dei limiti: al divieto di demolizione dell’edificio; al divieto di aumento del volume lordo complessivo; alla modificazione della sagoma; all’apporto delle modifiche funzionali alle coperture dell’edificio; al mantenimento degli apparati decorativi; alla modificazione della destinazione d’uso; al frazionamento dell’unità immobiliare in più unità;

b) il valore degli edifici che formano il tessuto urbano del centro storico, anche alla luce della disciplina protettiva e vincolistica di cui al D.lgs. n. 42 del 2004 (codice dei beni culturali) e di cui alla Convenzione UNESCO del 2005, considerata anche la peculiarità della città di Firenze; N. 03370/2019 REG.RIC.

Da notare perché importantissimo: la sentenza si riferisce,  ben distinguendo, sia al Codice dei Beni Culturali, sia alla convenzione Unesco, PERCHE' la Convenzione Unesco è limitata al Centro Storico "entro le antiche mura", mentre il Codice Beni Culturali estende l'interesse culturale a TUTTO IL TESSUTO STORICO DI FIRENZE COSI' COME APPARE NEL PRG DEL 1993 ! OVVERO A TUTTO IL TESSUTO '800/'900 DI FIRENZE! Ciò vuol dire che è FINALMENTE affermata l'evidenza di quanto avevo ESPOSTO il 1 febbraio  nel Rapporto al Ministro Bonisoli e nell'Integrazione successiva ( a cui non sono state date risposte, grazie Signor Ministro ), circa l'infedele rappresentazione dello stato dei luoghi in cui si sviluppa la tramvia, ovvero l'omissione del valore storico, e quindi culturale di quei luoghi, rappresentati solo come aventi  " interesse paesaggistico".
E' chiarissima l'importanza della sentenza, direttamente utile a fermare il cambio d'uso, da abitativo ad alberghiero/ricettivo degli immobili e gli indiscriminati frazionamenti, causa prima dell'abbandono del Centro di Firenze da parte dei cittadini residenti, calati al n° di 8000 mentre il carico urbanistico è alle stelle , della scomparsa del piccolo commercio utile alla residenza. Questa è stata la politica del Pd per " tutelare la cultura, tutelare il centro storico, la residenza", TUTTA FUFFA, TUTTE BALLE, LA REALTA' E' QUELLA CHE VEDIAMO: una popolazione fluttuante di milioni di persone che consumano la città, sulle spalle dei residenti a cui la città  è sfuggita di mano, una trasformazione catastrofica in gran parte già irreversibile. FERMIAMOLI  ANCHE  COL  VOTO.
NARDELLA & C: A CASA !                                   

Grazie a tutti,

Giovanna Delbuono candidata nelle liste di Fratelli 

d’ITALIA(GIORGIA MELONI) per il CONSIGLIO comunale 

di FIRENZE


giovedì 16 maggio 2019

ELEZIONI COMUNALI DI FIRENZE, CHI LA SALVERA'?

FINALMENTE QUALCUNO SI ACCORGE CHE IL GIGLIO E’ SFIORITO:  

QUESTO E' IL DEGRADO

Da più di dieci anni c’era la consegna del silenzio, anche se i dossier erano pieni zeppi nessuno pubblicava; in Consiglio Comunale opposizione fortemente minoritaria, a livello nazionale tutto taceva, come se qui non accadesse mai nulla, oppure ERA OMERTA’? Ora pare che il quadro sia cambiato e qualcosa si sia svegliato anche nella stampa. Quella che qui è opposizione di centro destra ha un candidato per Palazzo Vecchio e sembra voler puntare a sollevare gli argomenti forti, le contraddizioni più che evidenti: farà suoi gli argomenti che hanno suscitato vasto malcontento fra i cittadini? L’elenco è infinito, così come è infinito il numero di comitati cittadini che da più di dieci anni si sono organizzati contro la politica dell’amministrazione comunale; sorti, organizzati, ignorati, lasciati senza risposte, illusi, disciolti, riorganizzati e così via: questa è stata  però in tanti  anni la vera opposizione civica alla politica del Pd ma ancora non si sa se  troverà rappresentanza adeguata.



Tramvia: non è il suo vero nome. In verità si chiama “Sistema di trasporto integrato a guida vincolata”, ed è “un progetto complessivo che consiste nella realizzazione di una rete di linee tramviarie per il trasporto rapido di massa che colleghi direttamente fra loro le principali centralità urbane dei vari Comuni dell’area metropolitana (Firenze e la sua cintura) e stabilisce che l’estensione della rete tramviaria nell’ambito metropolitano costituisce interesse strategico regionale”. Cosa abbia a che vedere tutto ciò con un servizio di trasporto pubblico URBANO, PER LA CITTA’, nessuno finora lo ha spiegato, perché la cosiddetta tramvia di Firenze che invade il centro della Città NON E’ DESTINATA AL TRASPORTO URBANO, MA LO OSTACOLA, ne  deturpa e trasforma irreversibilmente il tessuto storico.
Trasporto ferroviario AV.AC. e tramvia: sono un unico progetto che solo la mala fede di alcuni personaggi in “liste civetta Pd” ha voluto considerare a pezzi. I treni AV per il trasporto veloce nazionale avrebbero dovuto transitare sotto alla Città in tunnel; la rete ferroviaria di superficie avrebbe dovuto essere destinata alla percorrenza regionale; la rete tramviaria ( attraversando la città di Firenze) sarebbe stata a servizio della pendolarità metropolitana e le tre reti, in teoria, sarebbero state interconnesse con opportune stazioni.





Teoria, tutta teoria, un progetto con tre livelli di scala che per funzionare necessariamente avrebbe dovuto essere organico e di fattibilità dimostrata. Chi si avventura a leggere le carte scopre invece tante parole, tanto fumo, e non trova nulla di dimostrato, trova invece OMISSIONI e infedele rappresentazione dello stato di fatto dei luoghi. infatti la Stazione Belfiore non è stata costruita, al suo posto il buco detto “Stazione Foster” che non galleggia sulla falda solo perché ancorato a 70 metri sulla roccia a “fondo lago”; doppio tunnel irrealizzato perché la fresa certamente non lavora nell’acqua; i binari di superficie che potrebbero essere aumentati  restano transitati da treni regionali e AV. L’unico progetto portato avanti è la tramvia per alcuni pendolari, gabellata come servizio urbano, e per fortuna che gli autobus girano ancora anche se alcuni sono stati soppressi e altri lo saranno.
Nel frattempo Firenze E’ CAMBIATA ! non più Firenze,  ma FIRENZEGRAD ! La città è stata danneggiata: vogliono proseguire nello scempio. Vanno fermati.
Centro Storico: < a destinazione turistica >. Scomparse le attività produttive, in genere manifatturiere, il turismo di massa è l’unica risorsa economica della Città e proprio per questo motivo la Città Antica e tutto ciò che esiste attorno al suo  nucleo è asservito alla soddisfazione di quell’ unica risorsa. I Beni Artistici accumulati negli edifici monumentali, civili e religiosi, museificati, non richiedono alcun investimento ( se non in occasione di restauri ) e rendono benissimo soprattutto a chi esercita attività connesse al soggiorno turistico: alberghi, affittacamere, B&B, affitti brevi, ristoranti, bar, tavole fredde, calde, panini, pizzerie, pizze a taglio, commercio di oggetti “tipici” prodotti altrove, tutti uguali e sempre quelli.
Residenza nel C.S. : scompare, con il piccolo commercio di quartiere e l’artigianato vero. L’affermarsi del turismo di massa come unica risorsa economica ha privato di vivibilità il nucleo storico ed ha spinto i residenti ad allontanarsi, a vivere altrove. Non si può vivere dove non si riesce a dormire, dove non si trovano più i calzolai, gli idraulici, gli imbianchini, le lavanderie, le cartolerie, le latterie, le ferramenta, un elettricista, un falegname, un sarto, dove abbondano ubriachi in vacanza, risse, spaccio e sudiciume appena voltato l’angolo. Come può vivere una famiglia, 
come si possono far crescere i bambini?





Perciò, via le famiglie, via gli anziani. Ad interi stabili ( NON SOLO AI PALAZZI) si può cambiare la destinazione d’uso: da abitativi a ricettivi;  aumenta il carico urbanistico? In teoria no, sono dichiarate residenze temporanee, ma in realtà sì,  perché sono  occupati tutto l’anno e avvengono anche in base a frazionamenti: da un appartamento si tirano fuori 2/3/4/…bilocali o tutte camere con bagno.  Sono trasformazioni compatibili con il contesto storico urbano? Il regolamento Urbanistico dice che sono compatibili, in verità sono trasformazioni irreversibili degli edifici: non saranno mai più CASE d’abitazione per residenti, mai più, possono anche essere sventrati, basta che rimanga la facciata: RISTRUTTURAZIONE = RESTAURO CONSERVATIVO. Tanto valga per il Patrimonio Pubblico di tipo monumentale messo in vendita all’estero: certamente i nuovi proprietari non smantelleranno gli immobili per portarli via, ma li modificheranno internamente e saranno sempre e solo alberghi, alberghi, alberghi. In termine tecnico si chiama “trasformazione irreversibile del patrimonio abitativo di una città”.
Firenze come una monocultura: al posto del giglio ormai sfiorito una distesa di alberghi di ogni dimensione e categoria, una popolazione dedita solo alle attività utili alla ricezione, alla somministrazione, al soggiorno breve. Anche i pregevoli quartieri attorno al Centro Antico sono ormai a servizio di quell’unica attività che produce ricchezza ( non per tutti! ): sia quelli residenziali, sia quelli popolari, possono essere spogliati dei propri alberi, dei propri giardini, possono essere transitati da treni, trasformati in parcheggi, transennati, scavati, omologati ad uso e consumo della piovra che si è installata al centro della Città che si nutre dei tesori artistici accumulati dagli avi, e si serve di tutto ciò che i suoi tentacoli riescono a raggiungere tutt’attorno. Una signora mi dice: “ Bisogna rifare le fognature! Nelle strade  c’è puzzo!”
Cara signora, dicevo appunto dell’aumento del carico urbanistico, un tempo non consentito. Le fognature di Firenze sono state dimensionate per i residenti, non per i bisogni di altri 14/16 milioni ( e oltre, non ufficializzati ) : oltre a ciò non è affatto detto che chi sta dotando di un bagno ogni camera metta in opera correttamente gli scarichi, si fa prima a mandare tutto nei pluviali, i pluviali portano acque nere anziché piovane, dai tombini lungo i marciapiedi esala il puzzo. Non è un problema di fognature, è sempre un problema di norme cambiate, alterate, non osservate, di una presenza esorbitante e non compatibile, e di chi se ne avvale, mentre le spese sono e saranno sempre a carico nostro, dei residenti,  CHI DA QUALCHE PARTE SI ARRICCHISCE   SUL NOSTRO PATRIMONIO ARTISTICO NON PAGA,  SE NON INEZIE! 
Turismo di massa, turismo di lusso o turismo culturale? C’è una bella differenza: quale dei tre è compatibile con la Città?





Aeroporto: ancora più grande, prego. Certamente le attuali presenze turistiche non sono sufficienti, gli attuali ed ufficiali 14/16 milioni all’anno non bastano ad una piovra  bulimica.  Certamente per un fiorentino è “disdicevole” salire su un aereo a Pisa, per carità, dal momento che i collegamenti un tempo esistenti con quell’aeroporto sono stati smantellati: bisogna avere l’aereo sotto casa, bisogna avere più voli, magari intercontinentali. E’ facilissimo, CHE CI VUOLE? E’ come far girare la tramvia in Piazza Dalmazia, come mettere il piede 45 in una scarpa 37, questa è proprio la logica ignorante di Renzi : “col cemento armato si fa tutto!”  E poi la pioggia di kerosene e altre sostanze fanno bene alla campagna, l’aria se ne giova,  i nostri polmoni se ne avvantaggiano.  Se si dice che la nuova pista sarà monodirezionale,  la direzione dei venti prevalenti  diventa  una roba sorpassata! Le manovre di decollo e atterraggio sono giochini da play station!  Già che ci siamo  mettiamo  sulla Cupola un radar tutto dorato a foglia, che ci sta proprio bene e servirà,  e diciamo che ancor più kerosene nell’aria ci farà stare meglio.
Basta andare a Montorsoli ( Via Bolognese) una sera d’inverno serena e senza vento e vedere cosa evidenzia l’inversione termica: Fiesole è nell’aria pulita e tersa; sotto Fiesole si stende una cappa marrone che sarebbe il cielo di Firenze, l’aria avvelenata che respiriamo. Ci pensi e ci rifletta bene chi proclama che l’aeroporto si deve fare, anche perché ne dovrebbe discutere con i cittadini dell’area metropolitana ! Lo direbbe anche a loro? O si troverebbe in difficoltà?
Nuovo Stadio: ai tifosi quello di Pierluigi Nervi non basta, il Calzaturiero benefattore ha bisogno di ampliare il giro d’affari, e Firenze ha, giusto giusto, l’ultimo scampolo di territorio per favorirlo. Si deve buttare via anche l’ultimo lembo ? Il Comune di Firenze deve continuare a farsi dettare la propria politica urbanistica, a farsi fare da qualcun altro i progetti urbanistici, varianti su varianti di favore, deve continuare ad anteporre l’interesse privato all’interesse pubblico? Quando finirà “  l’ Urbanistica contrattata” ?  

Queste le mie ragioni, questa la mia posizione che vorrò rappresentare.
Giovanna Nicoletta Delbuono candidata al consiglio comunale di Firenze nella lista Fratelli d’Italia.

martedì 7 maggio 2019

CAMPAGNA ELETTORALE COMUNE di FIRENZE 2019

NUOVE PROSPETTIVE SI APRONO:  RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO da Giovanna Nicoletta Delbuono

Come forse ricordate ho accettato di candidarmi al Consiglio Comunale di Firenze nella lista di Fratelli d’Italia,  e quanto vi sto scrivendo è tutta la mia “campagna elettorale”, anche se chi mi conosce bene  sa chi sono, cosa penso, cosa faccio. Preciso che ho accettato la proposta solo perché mi sarebbe dispiaciuto che potesse essere eletto qualcuno estraneo alla protesta civile in atto a Firenze da 15 anni, e quindi non conoscesse a fondo i problemi, o ne sapesse solo per sentito dire, mentre i problemi sono  tanti e gravi e sinceramente ne  abbiamo abbastanza. Firenze non ha bisogno di programmi generici, di slogan, di schieramenti d’opinione e voti preconcetti : è una città danneggiata, va detto chiaro, vanno nominati i danni inferti, e su questo, sì, va fatto un programma: come fermare il danneggiamento,  come rimediare ai danni, sono solo 2 punti ma pesanti.

Per parlare chiaro i progetti finora realizzati dalle amministrazioni in capo al Pd hanno inferto colpi durissimi alla Città, e a dire la verità non sono neppure stati ben studiati e capiti da chi vi si doveva opporre, salvo dai cittadini che ne avevano avvertito i rischi e li vedevano procedere in maniera prepotente, arrogante, ignorante; la cosiddetta Tramvia ha ufficialmente un altro nome: “ Sistema di trasporto integrato a guida vincolata dell’ambito metropolitano”, il che vuol dire che non è un mezzo per il trasporto urbano, che non risolve affatto le esigenze di trasporto pubblico dei cittadini di Firenze, e che ancora significa, come  documentato, che il “sistema” è un servizio alla pendolarità, una ferrovia  a sostituzione del servizio di RFI,  che è stata  insinuata nel cuore della Città  nella più totale indifferenza per i valori storici e culturali.

lo scempio dell'arte e della bellezza

Come ci sono riusciti? Come è possibile che sia stato approvato un treno che percorre le Cascine, i Viali, le Piazze e i giardini realizzati da Giuseppe Poggi?  Che sconcia la Stazione di Michelucci, l’abside di Santa Maria Novella, i prospetti della Palazzina Reale, che ha tranciato il Giardino di Villa Vittoria, che ha prodotto la circonvallazione della Fortezza di San Giovanni? Come è possibile che sia approvato il percorso fino a Piazza San Marco, alla Torre della Zecca?
Nardella straparla quando proclama di voler sottopassare Piazza della Libertà  e Piazza Beccaria?  E’ un delirio di onnipotenza oppure ha delle carte in mano? Certo che se non lo fermiamo lui, il Pd partito padrone di Firenze, ci proveranno eccome, col solito sistema usato finora: sul percorso del treno esistono solo vincoli paesaggistici, quindi basta una autorizzazione paesaggistica fatta in casa e tutto va a posto. Questo è il mezzuccio che ha permesso che la Città fosse danneggiata, è la piccola, trascurabile inesattezza su cui è stato fondato il castello di carte chiamato Tramvia.
Io ci sto provando, chiedo al candidato Sindaco Bocci di farsi carico delle “ piccole trascurabili inesattezze”  e di tutto ciò che resta: rimediare ai danni  procurati con un programma di Restauro Urbanistico, promuovere un servizio di trasporto urbano ( per la Città ! ) con mezzi su gomma elettrici a ricarica rapida, interrompere con le misure opportune la sostituzione “turistica” della residenza nella Città ( Norme ), totale revisione dei programmi infrastrutturali. La città non è “un’opera d’arte” in pericolo, purtroppo il male è molto più serio e in fase avanzata, e gran parte del male è rappresentato dalla disapplicazione o dall’aggiramento delle Leggi vigenti. Perciò se concordate Vi chiedo sostegno.

Grazie.  Giovanna Del Buono 

 
 lo scempio degli alberi






venerdì 12 aprile 2019

FIRENZE IN CAMPAGNA ELETTORALE


FIRENZE CITTA’ APOLIDE

Da più di dieci anni c’era la consegna del silenzio, anche se i dossier erano pieni zeppi nessuno pubblicava; in Consiglio Comunale opposizione fortemente minoritaria, a livello nazionale di Firenze non si parlava, come se qui non accadesse mai nulla. Ora pare che il quadro sia cambiato e qualcosa si sia svegliato anche nella stampa. Quella che qui è opposizione di centro destra ha un candidato per Palazzo Vecchio e sembra voler puntare a sollevare gli argomenti forti, le contraddizioni più che evidenti: farà suoi gli argomenti che hanno suscitato vasto malcontento fra i cittadini? L’elenco è infinito, così come è infinito il numero di comitati cittadini che da più di dieci anni si sono organizzati contro la politica dell’amministrazione comunale; sorti, organizzati, ignorati, lasciati senza risposte, illusi, disciolti, riorganizzati e così via: questa è stata in tanti anni vera opposizione civica alla politica del Pd ma ancora non si sa se e dove potrà trovare rappresentanza adeguata.

Tramvia: non è il suo vero nome. In verità si chiama “Sistema di trasporto integrato a guida vincolata”, ed è “un progetto complessivo che consiste nella realizzazione di una rete di linee tramviarie per il trasporto rapido di massa che colleghi direttamente fra loro le principali centralità urbane dei vari Comuni dell’area metropolitana (Firenze e la sua cintura) e stabilisce che l’estensione della rete tramviaria nell’ambito metropolitano costituisce interesse strategico regionale”. Cosa abbia a che vedere tutto ciò con un servizio di trasporto pubblico URBANO, PER LA CITTA’, nessuno finora lo ha detto, perché la cosiddetta tramvia di Firenze che invade il centro della Città NON E’ DESTINATA AL TRASPORTO URBANO, MA LO OSTACOLA, e deturpa e trasforma irreversibilmente il tessuto storico della Città.

Trasporto ferroviario AV.AC. e tramvia: un unico progetto. I treni AV per il trasporto veloce nazionale avrebbero dovuto transitare sotto alla Città in tunnel; la rete ferroviaria di superficie avrebbe dovuto essere destinata alla percorrenza regionale; la rete tramviaria (attraversando la città di Firenze) sarebbe stata a servizio della pendolarità metropolitana e le tre reti, in teoria, sarebbero state interconnesse con opportune stazioni. Teoria, tutta teoria, un progetto con tre livelli di scala che per funzionare necessariamente avrebbe dovuto essere organico e di fattibilità dimostrata. Chi si avventura a leggere le carte scopre invece tante parole, tanto fumo, e non trova nulla di dimostrato, infatti la Stazione Belfiore non è stata costruita, al suo posto il buco detto “Stazione Foster” che non galleggia sulla falda solo perché ancorato a 70 metri sulla roccia a “fondo lago”; doppio tunnel irrealizzato perché la fresa certamente non lavora nell’acqua; i binari di superficie restano transitati da treni regionali e AV. L’unico progetto portato avanti è la tramvia per alcuni pendolari, gabellata come servizio urbano, e per fortuna che gli autobus girano ancora anche se alcuni sono stati soppressi e altri lo saranno.

Centro Storico: destinazione turismo. Scomparse le attività produttive, in genere manifatturiere, il turismo di massa è l’unica risorsa economica della Città e proprio per questo motivo tutto ciò che esiste attorno al nucleo storico antico è asservito alla soddisfazione dell’unica risorsa. I Beni Artistici accumulati negli edifici monumentali, civili e religiosi, museificati, non richiedono alcun investimento ( se non in occasione di restauri) e rendono benissimo soprattutto a chi esercita attività connesse al soggiorno turistico, alberghi, affittacamere, B&B, affitti brevi, ristoranti, bar, tavole fredde, calde, panini, pizzerie, pizze a taglio, commercio di oggetti “tipici” prodotti altrove, tutti uguali.
Residenza nel C.S. : tendente a scomparire con il piccolo commercio di quartiere e l’artigianato vero. L’affermarsi del turismo di massa come unica risorsa economica ha privato di vivibilità il nucleo storico ed ha spinto i residenti ad allontanarsi, a vivere altrove. Non si può vivere dove non si riesce a dormire, dove non si trovano più i calzolai, gli idraulici, gli imbianchini, le lavanderie, le cartolerie, le latterie, le ferramenta, un elettricista, un falegname, un sarto, dove abbondano ubriachi in vacanza, risse, spaccio e sudiciume appena voltato l’angolo. Come può vivere un famiglia, come si possono far crescere i bambini.
Perciò, via le famiglie, via gli anziani, ad interi stabili si può cambiare la destinazione d’uso: da abitativi a ricettivi; aumenta il carico urbanistico? In teoria no, sono dichiarate residenze temporanee, in realtà sì perché sono occupati tutto l’anno. Sono trasformazioni compatibili con il contesto storico urbano? Il regolamento Urbanistico dice che sono compatibili, in verità sono trasformazioni irreversibili degli edifici: non saranno mai più CASE d’abitazione per residenti, mai più, possono anche essere sventrati, basta che rimangano gli esterni. Tanto valga per il Patrimonio Pubblico di tipo monumentale messo in vendita a favore di speculatori venuti dall’estero: certamente i nuovi proprietari non smantelleranno gli immobili per portarli via, ma li modificheranno internamente e saranno sempre e solo alberghi, alberghi, alberghi.
Firenze come una monocultura: al posto del giglio ormai sfiorito una distesa di alberghi di ogni dimensione e categoria, una popolazione dedita solo a quelle attività utili alla ricezione, alla somministrazione, all’accompagnamento. I quartieri attorno al Centro Antico sono destinati a servizio di quell’unica attività che produce ricchezza ( non per tutti! ): sia quelli residenziali, sia quelli popolari, possono essere spogliati dei propri alberi, dei propri giardini, possono essere transitati da treni, trasformati in parcheggi, transennati, scavati, omologati ad uso e consumo della piovra che si è installata al centro della Città che si nutre dei tesori artistici accumulati dagli avi, e si serve di ciò che i suoi tentacoli riescono a raggiungere tutt’attorno.

Aeroporto: più grande, prego. Certamente le attuali presenze turistiche non sono sufficienti, la piovra è bulimica. Certamente per un fiorentino è disdicevole salire su un aereo a Pisa, certamente, dal momento che i collegamenti un tempo esistenti con quell’aeroporto sono stati smantellati: bisogna avere l’aereo sotto casa, bisogna avere più voli, magari intercontinentali. E’ facilissimo, come far girare la tramvia in Piazza Dalmazia, come mettere il piede 45 in una scarpa 37. Oltretutto la pioggia di kerosene e altre sostanze fanno bene alla campagna, l’aria se ne giova, e la monodirezionalità della pista è ottenuta per decreto. Perché non mettere un radiofaro sulla Cupola?  Un radar tutto dorato a foglia?

Nuovo Stadio: ai tifosi quello di Pierluigi Nervi non basta, il Calzaturiero benefattore ha bisogno di ampliare il giro d’affari, e Firenze ha, giusto giusto, l’ultimo scampolo di territorio per favorirlo. Perché no? 

Chi capirà, chi raccoglierà e vorrà rappresentare l’opposizione dei cittadini?
Altrimenti i politici che si presentano alla prossima tornata elettorale proseguiranno per la via già tracciata dai precedenti partiti politici che hanno portato al disfacimento del tessuto sociale e urbano fiorentino.