E’ stato dato il via libera alla riforma
costituzionale sul voto ai diciottenni al Senato: tutti gli elettori, a
prescindere dall'età, se maggiorenni, potranno eleggere i senatori. Cade così
il vincolo stabilito dall'articolo 58 della Costituzione che dava il voto solo agli
elettori che avevano superato il venticinquesimo anno di età per eleggere i
senatori.
Si conclude così l’iter parlamentare della riforma
costituzionale che attribuisce ai 18enni il voto per eleggere il Senato.
In favore della riforma hanno votato 178 senatori, 15 hanno votato
contro e 30 si sono astenuti. Con questo voto il Parlamento ha approvato
definitivamente la riforma che sarà promulgata tra tre mesi per consentire di
chiedere un eventuale referendum confermativo, dato che alla Camera sono
mancati i due terzi. In base all’articolo 138 della Costituzione, il
referendum costituzionale sul voto ai 18enni potrà essere chiesto
nei prossimi tre mesi o da 500mila elettori o da 5 Consigli regionali o da un
quinto dei membri di una Camera. Se confermato dall’eventuale referendum, dalle
prossime elezioni, circa quattro milioni di giovani elettori potranno
votare anche per il Senato.
Continua il percorso di trasformazione della
nostra Costituzione già iniziato con il taglio dei parlamentari voluto dal
Movimento 5 Stelle: con questa ulteriore modifica Costituzionale i
pentastellati e soci si assicurano la loro sopravvivenza in parlamento in
quanto con la chiusura di migliaia di attività commerciali e di piccole industrie fatte
fallire da una pandemia procurata ad hoc e gestita nella confusione più
completa e devastante, questi nuovi elettori del Senato modificheranno gli equilibri
politici pre-esistenti. Se si considera poi che a ottobre inizia lo sblocco dei
licenziamenti il ricorso al reddito di cittadinanza sarà una manna per i partiti
di governo che si assicureranno il loro voto.
Inoltre il processo di deformazione
costituzionale, portato avanti da quei partiti che consapevoli o inconsapevoli avvallano
i desiderata dei poteri finanziari di rendere inefficace la Costituzione, avrà
tutte le carte da giocare per l’abolizione del Senato e avviarsi ad un monocameralismo
ridotto nel numero dei parlamentari attuato con il precedente taglio e avviarsi
a costituire un Repubblica Presidenziale senza quei giusti contrappesi che
controllano l’operato del Presidente(come avviene negli Stati Uniti).Così si elimina
del tutto la democrazia. Infatti tutto questo è ottenuto da modifiche di
articoli e non da una riforma organica della Costituzione.
I poteri operano a piccoli passi: un
passaggio alla volta per arrivare ad azzerare i diritti costituzionali i quali già con la riduzione numerica dei parlamentari
il rapporto della rappresentanza si è esteso a un senatore ogni 233 mila
elettori che con il voto ai diciottenni si dilata ulteriormente a 260 mila(mentre
prima del taglio dei parlamentari il rapporto era di circa un senatore ogni
120mila elettori) , affievolendo quel legame fra eletto ed elettore che incide
sulla responsabilità politica, così diminuisce il rapporto di rappresentanza
fra cittadino ed elettore allargando sempre di più il divario con la società
civile tanto da eliminare del tutto il legame fra cittadini e parlamentari che
non saranno più liberi di rappresentare il cittadino elettore ma saranno
stretti nelle spire delle segreterie dei partiti con i loro interessi di
sopravvivenza politica svincolandosi dagli interessi dei cittadini.
In sostanza questa riforma costituzionale
è un grande inganno: serve per
accentrare il potere istituzionale politico nelle mani di pochi e dare così via
libera a vere e proprie ulteriori mutazioni della COSTITUZIONE secondo il
progetto dichiarato apertamente dalle oligarchie mondialiste: eliminazione
degli STATI e delle loro COSTITUZIONI IN QUANTO INTRALCIANO IL MODELLO
NEOLIBERISTA CENTRATO SULLO STRAPOTERE DELLE MULTINAZIONALI CHE IMPORRANNO LE
LORO LEGGI FATTE DAI CONSIGLI DI AMMINISTRAZIONE E da DELEGATI GESTITI DA LORO.
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