Illustrissimo Signor Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Gen. Sergio Costa
ROMA
Illustrissimo Signor Ministro,
a partire
dalla seconda metà del 2015 l’attuale Amministrazione comunale di Firenze ha
dato il via ad un vasto e consistente programma di interventi, eseguiti per lo
più con procedure di urgenza, improntato all'abbattimento di importanti
esemplari di alberature inserite nel tessuto urbano storico.
Gli
interventi hanno portato, a partire dal 2015 e solo fino ad oggi,
all’abbattimento di diverse migliaia di alberi adulti di pregio, spesso a
carattere monumentale, che hanno inciso in misura considerevole sulla
consistenza complessiva del patrimonio arboreo pubblico, con giustificazioni
per la verità poco credibili, riportate negli atti amministrativi e progettuali,
come segue: “interventi di
riqualificazione urbana”, “interventi
di miglioramento urbano”, “sostituzione
di alcuni tigli adulti ma in precario stato di conservazione”, “abbattimenti per procedere a nuova
piantagione”, “abbattimenti di piante
in filare accompagnati da sostituzione”, “completa ricostituzione della situazione preesistente, senza alterazioni
dello stato dei luoghi e dell’aspetto esteriore dei beni”, “interventi necessari per rimuovere uno stato
di pregiudizio per l’incolumità pubblica”, “piantagione di nuovi esemplari”, “alberi selezionati per la sostituzione in precario stato di conservazione
o comunque senescenti”, “alberi con vigoria
scarsa o solo sufficiente o malformati”, etc. etc..
Tali
interventi riguardano spesso alberate in filari soggette, non solo a vincolo paesaggistico,
ma anche a vincolo come beni culturali, soggetti a tutela ai sensi delle
disposizioni di cui alla parte II del codice dei beni culturali e del paesaggio,
sulla base del combinato disposto di cui all’art.10, co.1 e co.4 punto f) e g)
ed all’art.12, co.1 del d.lgs. 42/2004.
A quanto ci risulta, la prevista autorizzazione
preventiva del Soprintendente, necessaria ai sensi dell’art.21, co.4 del
codice, viene spesso superata dall’invocazione dell’art.27del codice medesimo, applicabile ai casi di assoluta urgenza, riconosciuti e comprovati.
Esempio
tipico di questo modo di procedere è quanto si sta verificando per i filari di
alberature dei Viali di circonvallazione di Firenze, il cui disegno
architettonico e urbanistico risale all’Arch. Poggi, nella seconda metà dell’ 800.
Per le suddette alberature è già stato dato avvio, con delibera di giunta
comunale n.2018/G/00652 del 18/12/2018[1],ad una serie di interventi urgenti che porteranno all’abbattimento di n.145
esemplari arborei, in gran parte a carattere monumentale, costituenti – appunto
– i filari delle alberature dei Viali. Un vero e proprio scempio, con
abbattimenti sistematici di alberature secolari privi – e qui veniamo al punto
centrale della questione che desideriamo sottoporLe – di alcuna reale
giustificazione connessa con lo stato vegetativo, fitosanitario e di stabilità
delle piante ossia con la reale condizione di pericolosità e di sicurezza delle
stesse.
Abbiamo
fondatissime ragioni per temere che l’approccio dell’Amministrazione comunale
di Firenze al tema della sicurezza delle alberature sia affetto da una forte
distorsione interpretativa e da un vizio di fondo costituito da una divergenza
fra l’effettivo grado di rischio connesso con la presenza delle alberate, il “rischio reale”, ed il “rischio percepito”, derivante invece da
un atteggiamento meramente emotivo indotto dal fatto che le piante insistono in
un contesto cittadino. E questa divergenza sta provocando danni ingentissimi ed
irreparabili a carico del patrimonio arboreo, culturale, ambientale e
paesaggistico della città, con effetti fortemente negativi, già chiaramente
percepibili, indotti dalla perdita delle alberature sulla qualità dell’aria, sulla
vivibilità e la salubrità ambientale, sugli equilibri ecosistemici, ecologici,
faunistici, etc. etc..
Riteniamo di
avere motivi concreti per affermare questa tesi e ci riferiamo ad una serie di
indagini ed esperienze di cittadini ed, in particolare, ai risultati di una verifica
agronomica specialistica a carattere privato commissionata dal sottoscritto e
da altri cittadini che ha permesso di dimostrare come, in almeno alcuni casi campione
sottoposti ad esame, le decretazioni di abbattimento in via di urgenza eseguite
dall’amministrazione comunale siano state completamente fuori luogo[2].
Il vero motivo
degli abbattimenti, in base a quanto si può rilevare dalla analisi comparata delle
perizie agronomiche, risiede in sostanza in una applicazione distorta di un
metodo di valutazione del rischio connesso con la presenza delle alberature;
metodo che, seppur potenzialmente sofisticato ed evoluto, nella pratica tecnica
attuativa adottata dal Comune di Firenze, porta a delle conclusioni affrettate
approssimative e inadeguate, da cui derivano danni potenziali enormi all’intero
patrimonio arboreo pubblico.
Avviandomi
alla conclusione sono a chiederLe, a nome di numerosi cittadini di Firenze
allarmati per la situazione, un Suo autorevole intervento sulla Amministrazione
comunale di Firenze, teso a sensibilizzare sul tema altrettanto importante rispetto
a quello della sicurezza, che è quello della corretta “conservazione e gestione del patrimonio arboreo”, al fine di
evitare ulteriori danni irreversibili, quanto meno nell’arco di una vita umana.
Le perizie
agronomiche e tutta la documentazione in nostro possesso è già disponibile
presso il Comando dei Carabinieri Forestali di Firenze, oltre che presso il mio
Studio ed è a Sua completa disposizione.
Con
osservanza.
Firenze, 8
marzo 2019
Ing. Nicola Andreozzi
Dott. Ing. Nicola Andreozzi
Lungarno del Tempio n.34 –
50121 Firenze
tel./fax 055_665615 –
cell. 339_1231413
[1]
al momento irreperibile sul sito del Comune.
[2]
Ci riferiamo ad una autorevole perizia agronomica commissionata su n.8 esemplari
di tiglio ubicati lungo il filare di Lungarno del Tempio a Firenze, designati
per l’abbattimento urgente da parte della Amministrazione comunale. Tale
perizia indipendente ha avuto ad oggetto n.4 esemplari di tiglio designati per
l’abbattimento urgente ed altri n.4 già abbattuti. Ebbene, le risultanze di
tale esame tecnico hanno portato alla conclusione che per nessuno dei n.4
esemplari in abbattimento era in realtà giustificato questo tipo di intervento
e che per gli altri n.4 esemplari già abbattuti, tale intervento è stato
eseguito in maniera quanto meno discutibile (in base a valutazioni condotte sui
soli documenti resi disponibili dalla Amministrazione comunale).