domenica 17 dicembre 2017

APPROVATA LA LEGGE DI FINE VITA

PIANGONO DI GIOIA PERCHE’ HANNO LEGALIZZATO LA MORTE

 Maurizio Blondet  15 dicembre 2017  

 


E’ passata la legge sull’eutanasia. Emma Bonino e gli altri radicali nelle tribune al Senato  piangono di gioia: hanno adempiuto alla loro missione, dare la morte all’inizio, dare la morte alla fine della vita.
 
  L’approvazione della legge sul fine vita (n. 219 “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”) è avvenuta il 22 dicembre 2017 e la sua entrata in vigore è datata il 31 gennaio 2018. Il testo di legge è disponibile al seguente link: 

RIGUARDA IL CONSENSO INFORMATO e guarda caso e la stessa legge che hanno usato per l'inoculazione durante il periodo del pandemonio(2020- 2022- aggiornamento)
 
 




Le persone non si rivolteranno. Non alzeranno gli occhi dai loro schermi, non abbastanza per notare cosa sta accadendo”
“1984” – George Orwell
Il partito Radicale non  riesce ad arrivare nemmeno a 3 mila iscritti. Eppure  riceve ogni anno  dallo Stato 20 milioni di euro per la sua radio.  


TUTTAVIA IL BRAVO MARCO PANNELLA GIA' MALATO DA TEMPO :

DI FRONTE AL GRAVE MALE ORMAI IRREVERSIBILE HA PREFERITO NON AVVALERSI DI UNA CLINICA SVIZZERA OVE CI SI AFFIDA ALLE CAREZZE DELLA "DOLCE MORTE"(COME IL SUO PARTITO TRANSNAZIONALE PROPONE),HA INVECE PREFERITO VIVERE FINO IN FONDO LA SUA MALATTIA.
TUTTO CIO' CHE PANNELLA HA PREDICATO A FAVORE DELL'EUTANASIA,CONTRO LA FEDE CATTOLICA E LA CHIESA E' STATO SMENTITO DALLA SUA ULTIMA SCELTA:QUELLA DI MORIRE IN MODO NATURALE NELLA CLINICA ROMANA "NOSTRA SIGNORA DELLA MERCEDE" ASSISTITO AMOREVOLMENTE SINO ALLA FINE DALLE SUORE DELLA CONGREGAZIONE.


martedì 28 novembre 2017

FIRENZE,VERSO LA DISSOLUZIONE FINALE

FIRENZE,ABBATTIMENTO DELLE ALBERATURE STORICHE


A Firenze non vengono abbattute alberature storiche, viene abbattuto un Patrimonio Culturale e Civile di grande valore storico; è sufficiente recarsi in Viale Belfiore per constatarlo.
Il tunnel sotto al Centro Storico, come sappiamo, è stato per ora cassato da Unesco, (sottolineo per ora) ma ciò è avvenuto perché il progetto è stato per tempo scoperto, pubblicato e denunciato da un manipolo di cittadini: non credo che diversamente si sarebbe raggiunto lo stesso risultato, a mio avviso avrebbero proseguito ben oltre lo studio di fattibilità, sarebbero andati avanti con l’avallo del prestigioso ente tutorio.
Detto prestigioso consorzio, a ben leggere il Report recentemente pubblicato, infatti, avalla la prosecuzione di quanto prima denunciato: la tramvia proseguirà su tutti i Viali : in tal modo si completerà la distruzione  di un prodotto della cultura Italiana divenuto Patrimonio comune. Questa affermazione può essere fatta veramente a ragione perché chiunque ne esamini il progetto può comprendere la portata dell’affronto, ma non solo: può comprendere che sta marciando un “progetto distruttivo, un programma di impoverimento civile e culturale”. Per cortesia non si dica più che “non hanno un progetto”: lo hanno.


Progetto Poggi pianta generale:notare l'equilibrio fra gli spazi verdi e la dimensione urbana

Si tratta della cancellazione del Progetto non solo architettonico urbanistico, ma anche civile che Giuseppe Poggi realizzò fra il 1864 e il 1877. Si trattava di un complesso imponente di opere nell’ambito di Firenze nuova Capitale del Regno d’Italia che rompeva , sì, le mura medioevali, ma organizzava una città civile del XIX secolo e il suo territorio.
Per ciò che interessa questo Convegno si deve dire che il proposito illuminato di Giuseppe Poggi fu raggiunto e palesato dal complesso di interventi progettati e realizzati proprio a partire dall’abbattimento delle mura: sui suoli recuperati e sulle campagne circostanti fu conferito alla città un bene prima inesistente, il verde pubblico, patrimonio della cittadinanza intera, per il Popolo di Firenze senza distinzione di classe. Un circuito di Viali e di Giardini che si insinuavano anche entro la città antica e la collegavano con i nuovi quartieri. Firenze era abbracciata dagli alberi che passavano l’Arno e creavano il Viale dei Colli.

Progetto Poggi realizzato: viali con alberi di alto fusto

Un progetto su cui si innestavano i nuovi tracciati viari che raccoglievano gli antichi percorsi urbani verso il territorio, tecnica di urbanistica classica, in cui però si rivelava il nuovo pensiero urbanistico secondo cui le alberature delle strade e dei Pubblici Giardini erano apportatori di salute.
Pensiamo che fino a poco prima il bestiame si macellava all’aperto, vicino a Porta Pinti e Porta al Prato, e che la città, priva di fognature, era piena di miasmi per i liquami che si riversavano nelle strade e che dai pozzi scavati in quello stesso sottosuolo urbano si traeva l’acqua da bere.  Il Marchese De Sade nelle sue Memorie scriveva che Firenze era la città più maleodorante e sporca che avesse mai visitato.
I giardini in città esistevano, ma erano chiusi da mura e appartenevano a nobili o a Conventi, quindi privati,  e si ricordi che un editto lorenese aveva imposto che tutte le proprietà extraurbane fossero murate, rese quindi inaccessibili a chiunque, così come avveniva in Inghilterra allo scopo di affamare i contadini poveri e indurli a riversarsi nelle città dove  forza lavoro a basso prezzo era necessaria per l’industria.
Ebbene, il Progetto che Giuseppe Poggi realizzò, diede a Firenze ciò che prima non era mai stato concepito, e ne affermava l’impellente necessità; fu il primo Piano Urbanistico dell’ Italia Unita, uno dei primi atti  con cui si delineava l’opera di uno Stato moderno e costituì un esempio per tutto il territorio nazionale.
Non mi voglio dilungare con esempi di altre città, è sufficiente pensare ai Parchi privati che furono, come le Cascine, aperti alla popolazione: cittadini in carrozza, popolani a piedi trovarono “ il passeggio dei fiorentini” a loro disposizione. Alcuni pensatori di parte malinformata e faziosa attribuiscono ancora a Poggi la paternità della distruzione del centro Antico, non fu lui, fu il Comune  che in seguito, con i propri maldestri progettisti  ricostruì su quei suoli sgomberati, portando “ a nuova vita”; a Giuseppe Poggi si deve la distruzione delle  antiche Mura, ma è evidente che Firenze ebbe qualcosa in cambio: Viali e Giardini pubblici, nella disponibilità di tutti quelli che prima non avevano mai avuto nulla del genere ( oltre a fognature e acqua potabile, oltre ad argini su fiume e torrenti, nuovi quartieri delineati, strade, mercati e macelli pubblici, aria respirabile, ed esatta rendicontazione pubblica e in ordine).

alberature in viale Lavagnini

A me pare riduttivo restringere la perdita di questo patrimonio nell'ottica della perdita delle alberature, perché si sta distruggendo un Patrimonio ben maggiore senza avere  in cambio nulla che sia quanto meno paragonabile, non solo: si sta procedendo a deprivare la popolazione di un bene acquisito,  è un regresso.
Tolto di mezzo il “Passeggio dei fiorentini”, isolate dalla città, togliendo di mezzo il disegno dei Viali, le Cascine sono degradate a sede di “servizi Pubblici”, degradato il famosissimo Piazzale, assediata da ferro e tunnel la Fortezza da Basso ed i residuali giardini imbruttiti, scomparsi i Viali, ai fiorentini  cosa si da in cambio? La Tramvia per andare alla Stazione.
Ma era nei desideri dei fiorentini?
No, ma era nei desideri, e nel  progetto in atto, di coloro che hanno investito e stanno investendo ingenti capitali ancora e sempre nella rendita di posizione: turismo di massa e sempre più alberghi. E’ evidente lo scopo della Tramvia, quello di far pervenire verso il centro sempre più persone per quel tipo di turismo e le attività connesse ( le uniche in cui trovare posti di lavoro), affinché gli investimenti immobiliari siano redditizi.  E rendono sempre “agli stessi di prima”……..
In cambio, ai fiorentini, cosa si dà? Binari, asfalto e ridicoli alberelli, improprii, incoerenti, esotici, ridicoli alberelli ed arbusti che mai avranno la funzione delle storiche alberature e non porteranno mai quei benefici, e  avranno la funzione di rendere palese il furto perpetrato ai danni dei cittadini.
Tutto con l’approvazione di Unesco Icomos, beninteso uffici sempre più pro partes, che si rendono responsabili anche della cancellazione di un Prodotto Culturale di prima grandezza, quello di Giuseppe Poggi, che resta ormai solo sui libri, sulla carta e nella memoria di pochi. Era un’operazione culturale fatta città e storia comune, Patrimonio Comune senza tutela, cancellato, sparito.

E’ bene che si sappia che tale Patrimonio Culturale, Storico e Civile viene ancora definito “bene paesaggistico” e come tale è ancora “tutelato”. Una vera ridicolaggine.

Porta al Prato com'era stata realizzata dal Poggi
GDB
P.S.  Il convegno di Italia Nostra, che di nuovo affronterà la questione degli abbattimenti delle alberature storiche di Firenze,si terrà il 2 dicembre prossimo alle ore 16 in Palazzo Ricasoli, via delle Mantellate 2 FIRENZE.




martedì 21 novembre 2017

ICOMOS-UNESCO- STILA IL SUO RAPPORTO SU FIRENZE

ALCUNE CONSIDERAZIONI DA TENERE PRESENTIRisultato immagine per logo unesco


La missione Unesco-Icomos del 22- 25 maggio u.s ha accolto molte criticità segnalate in due esposti inviati a Parigi da cittadini, docenti ed esponenti della cultura di Firenze, inerenti i molti progetti in realizzazione nella città, In particolare interventi a carico del centro monumentale Patrimonio dell'Umanità.
I giudizi  negativi riguardano gli interventi nel sottosuolo, sia per la realizzazione di parcheggi, sia per la realizzazione del tunnel tramviario che avrebbe dovuto sottopassare l'intero centro storico.
Tale bocciatura mette in crisi l'intero progetto delle tramvie a schema radiale convergente sulla stazione di S. M. Novella che resta così senza sbocco utile ad est, e si rivela in tutta la sua errata concezione.
Infatti lo schema delle linee convergenti , prive di altra interconnessione, avrebbe dovuto nei piani dell'Amministrazione Comunale, trovare continuità solo ed esclusivamente sotto passando in tunnel il Centro Storico; evidentemente una tale soluzione sottovalutava  il rischio intrinseco che lo scavo rappresentava per la salvaguardia della geomorfologia del sottosuolo, e la modalità tecnica dell'esecuzione : scavare a "mano"per non compromettere la stabilità degli edifici? Scavare con una trivella e far vibrare e lesionare interi isolati e monumenti ? Far collassare le fondamenta della città antica?
Fortunatamente la missione ha accolto le segnalazioni inviate, ma già dal 2015 aveva posto in mora il Comune protestando che per alcuni progetti non era stata data neppure informazione. I cittadini promotori degli esposti si augurano che per il futuro l'Ente internazionale ponga maggiore e severa attenzione a quanto avviene silenziosamente in questa città e che gli Enti statali italiani, che pure dovrebbero garantire tutela e salvaguardia del patrimonio storico culturale , esercitino con rigore e autonomia le proprie funzioni, senza riguardo per indirizzi di "opportunità politica" che nulla hanno a che vedere con lo spirito e la lettera del Codice dei Beni Culturali.
Primopopolodiflorentia.blogspot.it  aveva pubblicato gli esposti il giorno stesso dell'invio a Parigi e a Cherenton le Pont, e ne aveva dato dato notizia alla stampa, e chi li volesse leggere li trova ancora sul sito del blog.
Il rammarico è che tuttora nessuno è stato in grado di comprendere la portata dei giudizi espressi da Unesco, salvo questo sito, e nessuno  trae le sconcertanti dovute conclusioni su un'opera mastodontica che non raggiunge l'obbiettivo dichiarato. Ciò conferma i giudizi più volte espressi sulle responsabilità di chi amministra Firenze, ma anche di chi tace e tacendo approva e sottoscrive.

PRIMO POPOLO PROPONE UNA SINTESI DELLA TRADUZIONE DEL DOCMENTO UNESCO-ICOMOS limitata al temuto TUNNEL SOTTO AL CENTRO STORICO:

" La Missione ha espresso il parere che mentre sembra logico realizzare un anello di tram attorno ad una zona compatta, dove i mezzi non possono girare ( Centro Storico) i rischi che derivano da tunnel poco profondi escavati attraverso i depositi umidi della Valle dell’Arno, proprio sotto al cuore della Città e dei suoi Monumenti sarebbero evidentemente troppo grandi. Inoltre la costruzione di stazioni di accesso ai tunnel sarebbe nel caso migliore dirompente se operata in spazi aperti ( piazze) e distruttiva se fossero necessarie demolizioni; in particolare per gli strati archeologici le conseguenze sarebbero gravissime.
Questa è un’idea circolata per qualche tempo ma ora secondo l’opinione della Missione deve essere decisamente abbandonata."

A mio avviso questo è un risultato molto positivo di cui ci dobbiamo rallegrare. Devo aggiungere alcune considerazioni che fino ad ora nessuno ha espresso: senza il tratto in sotterranea l'intero progetto delle Tramvie è in crisi perché prevedeva uno sbocco verso est 
( Oltrarno- Bagno a Ripoli) proprio attraverso il tunnel. Resterà monco se non procederà lungo la linea dei Viali compromettendo  la maggiore e fondamentale viabilità e  il disegno dei Viali ottocenteschi. Quindi è un dichiarato fallimento della politica urbanistica  del genio renziano e dei suoi accoliti e sostenitori. Devo aggiungere tuttavia che Unesco Icomos, da quello che fin'ora ho potuto leggere, sposa in pieno  il progetto programmatico  circa la vocazione della Città: incremento e  massima facilitazione a che masse turistiche, e non, convergano verso il Centro,  con ogni mezzo possibile,  con tram, treni, taxi, minibus elettrici (?!), biciclette (?!), mettiamoci anche  i cavalli..... 


Il link su cui trovare il Report Unesco è il seguente:



I PROGETTI ESISTONO ECCOME! GLI EFFETTI DEVASTANTI SONO SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI.

Si sta promuovendo un Convegno sugli Alberi di Firenze, alberi abbattuti in serie continua nel corso dell'ultimo decennio, alberi storici e tutelati, alberi sani, alberi "vecchi", alberi malati, alberi scomodi, tutti  ridotti a montagne di  segatura.
Non sembrano affatto utili ormai convegni di questo tipo, perché ai convenuti ( sempre gli stessi) non si comunica niente di nuovo;  se l’intento fosse quello di promuovere davvero qualcosa di organizzativo, certo non lo si potrebbe  fare  con un parterre di  relatori qualificati in storia e cultura dei parchi, degli alberi, delle foreste urbane. Si  leggono nel programma di invito, con vero stupore e sconcerto alcune  frasi che vorrebbero denunciare lo scempio in atto a Firenze, quali:
“....... azioni che rivelano l'assenza di un progetto d'insieme “  (attribuite al Comune di Firenze)
“ l’apertura di un dibattito pubblico e di un processo realmente partecipativo che individui obiettivi, modalità e priorità attuative di un piano organico e coerente di gestione del verde urbano.”( come prospettiva su cui mobilitare la cittadinanza più sensibile).
Abbiamo sempre dissentito su queste impostazioni ripetute fino alla noia in tante istanze e tanti dibattiti da cui tanti si sono allontanati, avendo perso pazienza e  speranza, ma soprattutto perché:
- non è vero che  non esiste un progetto d'insieme  “ a carico di Firenze”, che  sta deformando la città;
- con i dibattiti pubblici e i "reali processi partecipativi" si illudono i cittadini perché gli stessi non hanno il potere di proporre e far accettare piani di gestione del verde o di altra cosa pubblica agli amministratori, atteso che abbiano la capacità di elaborare qualcosa del genere. Manca lo strumento giuridico perché i cittadini possano imporre qualcosa agli eletti, oltre al voto non abbiamo altro, tuttalpiù li possiamo denunciare, ma sono cose fra loro diversissime.
Sul secondo punto non vale la pena dilungarsi oltre, mentre sul primo, che è  molto importante, cercheremo di farci capire, perché se qualcuno lo capisse saremmo un passo avanti.
Il Progetto d’insieme esiste, eccome, è sotto agli occhi di tutti, basta connettere e far combaciare tutti i tasselli. Menti sopraffine, come diceva qualcuno tanto tempo fa……… che hanno in mente un preciso modello di città e lo stanno realizzando, non solo a Firenze ma ovunque sia possibile. Le menti di cui sopra sono tuttavia cafone e il loro modello li rispecchia pienamente, per cui le persone normali non possono credere che lo scempio corrisponda ad un programma, ad un progetto, e cascano nel tranello:
“ Non c’è un progetto d’insieme, vanno avanti a vanvera, improvvisano!”  E magari fanno il secondo clamoroso errore:
 “ Facciamo noi un progetto, il vero progetto, facciamogli vedere come si fa, quanto si risparmia, quanto sarebbe meglio e più facile! Quanto  si risparmierebbe in alberi, terra, aria, acqua! Quanti soldi! Quanto bene si potrebbe fare alla collettività, e poi facciamo un Progetto Partecipato, realmente Partecipato!! Sottinteso: facciamogli vedere che noi siamo più bravi”.
A noi interessa dire che il progetto c’è ed è sotto agli occhi di tutti,  è visibile. E’ quello della città a cui si appioppa una vocazione allineata  ad una  scelta economica, tutto il resto è azzerato, ma si mettono in cantiere le relative strutture e infrastrutture atte a realizzarlo. Le strutture sono le vendite dei beni immobili pubblici e/o privati col relativo binario agevolato dei cambi di destinazione per uso ricettivo, le infrastrutture sono tramvie, aeroporto, AV: tutto il resto è sovrastruttura, dai direttori dei Musei,  agli stadi, alle schifezze di “arte contemporanea” appese o variamente esposte o accasciate, programmi, vetrine, ricevimenti, iniziative, concerti,  tutto qualitativamente alla dimensione, alla scala qualitativa di chi li organizza e se ne giova. A questo disegno tutto viene subordinato e sacrificato.  Tutto sotto gli occhi di una stampa serva e pronta all’uso.




ZONA STATUTO PRIMA DEI LAVORI TRAMVIA

Gli Alberi: se si affida un progetto come quello della Tramvia ad un discutibilissimo studio di Messina ( che ha trovato a Firenze una vera miniera d’oro),  se la cartografia di cui dispone e si serve fa schifo, se i progettisti sono meri esecutori di un’idea folle di cui non è mai stata scientificamente verificata la fattibilità e le conseguenze, se le Valutazioni di Impatto Ambientale non sono  mai state  lette,   gli Alberi sono un mero intralcio e come si dice,” s’hanno a togliere”.



ZONA STATUTO DURANTE I LAVORI DELLA TRAMVIA

Non hanno verificato l’ampiezza delle strade!!!!
 Figuriamoci cosa gliene importa degli alberi!!!
Non si sono mai posti il problema di dove passeranno le ambulanze per il Policlinico di Careggi!!!
Figuriamoci cosa gliene importa degli alberi!!!
Non si sono mai domandati perché mai tutte le linee della Tramvia devono convergere a S.M. Novella senza avere altre connessioni, figuriamoci se si preoccupano degli alberi…..
Hanno pensato di connettere le tramvie ovest alle future tramvie est PASSANDO CON UN TUNNEL SOTTO AL CENTRO STORICO!!!! COSA GLIENE IMPORTA A LORO DEGLI ALBERI !!!
Spendiamo due parole sul concetto un po’ ermetico di vocazione allineata: chiuse le fabbriche nel giro di pochissimi decenni, chiusi gli indotti, chiusa la classica speculazione edilizia stile ‘900 ( non ci sono più terreni ) dove andrà il denaro? Andrà in quel che resta:
In un turismo governato come le catene di montaggio di una fabbrica, e in un turismo progettato per ceti più abbienti fino ai livelli più alti. Servono quindi i Palazzi, le architetture nobili, le residenze di prestigio, sacre o profane, preferibilmente con garages nel sottosuolo. La rendita di posizione è il criterio sovrano.
Che Firenze fosse vocata ad un turismo di tipo culturale e quindi selettivo e discreto, è noto e risaputo, perciò per fare il salto era necessario  un allineamento ad un altro standard, che consentisse agli investitori rendite pari o superiori a quelle d’una volta col meccanismo ben oliato e collaudato del magico “cambio di destinazione d’uso” ( da agricolo a industriale, da agricolo a commerciale e abitativo, da industriale a pubblico servizo, e anche da Parco Storico a parco di servizi  eccetera, ogni possibile combinazione è stata giocata anche quella della privatizzazione dei beni pubblici) che aveva in passato  reso molto bene in termini di profitto senza mai dover faticare molto a convincere i “guardiani della cosa pubblica”. Sempre lo stesso meccanismo applicato al turistico ricettivo d’alto bordo, senza trascurare la genialata dell’Urbanistica pubblica contrattata con i privati!
La città che quei soggetti hanno in mente è una sorta di monocoltura, una città che si regge esclusivamente su un solo tipo di risorsa, su un afflusso di denaro che arriva solo da un rubinetto, un insieme di edifici, molto vasto, pieno di gente che arriva, resta per un po’e poi parte. Servono mezzi per farla arrivare e muovere a piedi su un percorso dotato di mangiatoie, sedili, rinfrescatoi, cose da vedere e fotografare, luoghi per divertirsi, dormitori, poi aerei, navi e mezzi veloci per farla ripartire. A prezzi ben differenziati, e se possibile su percorsi poco intersecantisi. Distinguiamo sempre un po’ le classi di appartenenza, prego. Tutto il resto non conta e va sacrificato.
Il pericolo è quello delle monocolture, arriva un piccolo, minuscolo parassita, e la sterminata coltivazione muore. E il coltivatore pure. Per fare un esempio: una crisi come una epidemia, una “guerricciola” e un po’ di terrorismo e qui non viene più nessuno, e muore la monocoltura turistica, cioè muore l’economia della città. E non sono restate altre fonti di reddito, le hanno chiuse tutte(è importante ricordare che FIRENZE-PRATO PISTOIA ERANO IL TERZO POLO INDUSTRIALE DELL’ITALIA CON L’ESISTENZA DELLA BORSA MERCI A FIRENZE-DI TUTTO QUESTO NON ESISTE PIU’ NIENTE-).
Resta infine un altro esito, di tipo  sociologico, una conseguenza letale: la mutazione  della struttura sociale, forse addirittura antropologica. Scompare la tradizionale stratificazione in classi, ognuna con una propria forte identità di gruppo, con propri valori, attitudini, capacità e saperi,  che variamente si uniscono per un comune senso di appartenenza, o si contrappongono, riuscendo però sempre a ristrutturarsi  e rimodellarsi in base a processi vitali .
Nel nefando progetto in atto, ripetiamo, tutto ciò va a scomparire: se si riprogramma e si riprogetta la base economica fondamentale in senso univoco, la monocoltura turistica, cambia il lavoro ma cambiano anche i “lavoratori”, i cittadini. Il lavoro non è produttivo di beni e merci ma consiste solo nel fornire cibo, alloggio, svaghi, transiti, spostamenti, attrazioni spettacolari ( V. Nerone Rock a Roma), shopping, e i cittadini lavoratori trovano impiego solo in questo schema.  Non è un caso che in televisione si trovino sempre più programmi in cui si cucina, si assaggia, si mangia, in cui i cuochi sono addirittura maitres à penser, vere star mediatiche, che gareggiano, si sfidano cucinando autentiche porcherie che alcuni di noi non mangerebbero mai, però questo è quello che viene proposto e  scodellato. Una società di camerieri, di cuochi, di affittacamere, di sommelier, insomma di osti(IN QUASI TUTTI GLI ATENEI ITALIANI SONO STATI ISTITUITI CORSI DI LAUREA IN "SCIENZE GASTRONOMICHE", aggiungendo una  ulteriore scamorza  alla lunga lista di pseudo scienze e pseudo lauree, inventate per fare cassetta). 
. Chi possiede i pacchetti di azioni, di viaggi, di soggiorni, guadagna quello che vuole, ai restanti non resta che trottare e sorridere. Ma che società è ? Che società vogliono sfornare? Che cittadini ci saranno? Obbedienti e servizievoli, certo.

Perciò non si dica mai più che non c’è un progetto d’insieme. C’è un progetto che considera tutto come commestibile, pure noi, dal momento che siamo già stati intortati e spennati a dovere.

GDB

giovedì 12 ottobre 2017

A proposito di Ius Soli.

IN PARLAMENTO SI DIBATTE DI "JUS SOLI" E I GIORNALI NE DISCUTONO IN VARIO MODO MA NESSUNO AFFRONTA IL TORO PER LE CORNA ;PER QUESTO MOTIVO  PUBBLICHIAMO UNA SINTESI DELLE PROBLEMATICHE INERENTI ALLA NUOVA BOZZA DI LEGGE . 
  
Ha destato interesse la recente presa di posizione di Ernesto Galli Della Loggia in merito alla nuova bozza di legge che vuolle introdurre solo lo "jus soli" per ottenere la cittadinanza italiana per gli immigrati.

- vi sono fra i cittadini immigrati residenti in Italia alcuni che possono considerare inaccettabile la condizione proposta da Galli Della Loggia, ovvero, chi  fra gli immigrati avanzerebbe obiezioni a riconoscere che il Diritto e le Leggi Italiane, su questo Suolo, sono l’unico Diritto e le uniche Leggi ( civili e penali) a cui riferirsi SONO QUELLE da rispettare?  Ad esempio fra gli Indiani, i Filippini, i Peruviani, gli Ucraini vi sarebbe qualcuno che avrebbe qualcosa da obiettare? Sicuramente no. E allora chi? Di quale nazionalità?
Infatti  la nazionalità ha poca rilevanza.
E’ questione invece che  riguarda solo ed esclusivamente la Religione, ma
Benedetto Croce aveva ragione: solidarietà, obblighi reciproci, rispetto dei diritti altrui e delle libertà personali, struttura della società, discende tutto da quanto sopra e certamente

La seconda e fondamentale questione è quella che segue:

- ma queste persone vogliono integrarsi? Non parliamo per carità di assimilazione ma solo di integrazione.
Ci sono problemi di integrazione con Indiani, Filippini, Peruviani o Ucraini? Ma neppure uno. Altrettanto non si può dire per coloro che per essere buoni fedeli hanno come Legge prevalente, ovunque si trovino, la Legge Coranica e su questa base devono regolare la propria vita ed i propri rapporti con tutto ciò che li circonda. Tutto è prescritto e normato su basi assolutamente diverse e in contrasto con ciò che noi conosciamo e pratichiamo e siamo tenuti a rispettare da secoli.
Integrare chi non vuole minimamente integrarsi , chi non ci pensa neppure lontanamente perché  ha nel proprio Sacro Codice  la DHIMMA, il SAGHIR, la JIZA, è pura follia. Noi siamo i dhimmi: chi vuole

Terza domanda a cui nessuno risponde:

Nel momento in cui milioni di Italiani sono disoccupati ed anzi si verifica l’ emigrazione di Italiani qualificati e formati verso l’estero, nel momento in cui questo fenomeno è causato da una irrisolta ed acuta crisi dell’economia e dell’industria, quest’ultima ultra decennale, se in ogni settore c’è esubero di forza lavoro  e gli italiani vanno a cercarlo all’estero,  agli immigrati che cosa si offre? Che lavoro, se non c’è? Dove e come integrarli? La domanda non ha risposte ma è anche inutile: tutti sanno che L’ITALIA è stata deindustrializzata!      È invece evidente come il conferimento della cittadinanza automatica ai figli dei tantissimi immigrati già residenti in Italia accelererebbe in maniera cruciale la già costante e sostenuta crescita demografica della popolazione musulmana nel nostro paese, rendendo realtà quanto profetizzato da Houari Boumediene nel 1974 dagli scranni delle Nazioni Unite: «Un giorno milioni di uomini lasceranno l'emisfero sud per fare irruzione nell'emisfero nord. E non in modo amichevole. Verranno per conquistarlo, e lo conquisteranno popolandolo con i loro figli. È il ventre delle nostre donne che ci darà la vittoria».
Ed è proprio in questa prospettiva che recentemente l'Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia (UCOII), la più diffusa e radicata organizzazione islamica presente in Italia, ha dato vita alla "Assemblea Costituente islamica" come strumento finalizzato a «dare ai musulmani una rappresentanza eletta», ovvero a costituire un partito politico islamico che possa un domani non così lontano rappresentare le istanze del Corano nel nostro Parlamento, Scrittura Sacra per l’islam che entrerebbe immediatamente in conflitto con la Costituzione Italiana nata dal sacrificio di milioni di persone nate in Italia. La nostra Costituzione oltre ai Diritti pone l’obbligo di alcuni Doveri per chi acquisisce la cittadinanza italiana: art.52 “La difesa della Patria come sacro dovere” e art. 54” L’obbligo di giurare fedeltà alla Repubblica e alle sue Leggi”, cosa che un minore evidentemente non può fare con piena coscienza. Oltretutto ad un Mussulmano è consentito di “dissimulare” nei confronti degli “infedeli” come è previsto dalla Legge Coranica, ovvero rilasciare un falso giuramento.


S.D.G.


giovedì 27 luglio 2017

FIRENZE-PERETOLA :ATTERRAGGI DIROTTATI CON ARTE

PUBBLICHIAMO LETTERA INVIATA AL SOTTOSEGRETARIO ALL’ ISTRUZIONE ON.TOCCAFONDI SUI PROBABILI O IMPROBABILI ATTERRAGGI AEROPORTO DI FIRENZE-PERETOLA


Illustrissimo Sottosegretario Toccafondi,

Letta la sua lamentazione sui disagi che coinvolgono chi vorrebbe atterrare a Peretola ma viene dirottato a Pisa, e leggendo che l'atterraggio, a suo dire, non è stato possibile per forte vento da nord, trasecolo perché a Firenze nessuno si è accorto del grave fenomeno metereologico. Pare strano che un esperto pilota Vueling non se la sia sentita a causa di quel vento perché di solito si atterra col vento di prua  forte, medio e leggero. Il problema di  Peretola attualmente  semmai è rappresentato dal vento da sud ovest, libeccio per intendersi, perché è un vento al traverso, e questo lo sanno tutti coloro che capiscono un po' di vento. 

AEREI IN VOLO VICINO A PERETOLA SOPRA AUTOSTRADE

 Il sospetto, scusi, è che si sia trattato di un dirottamento cascato a fagiolo ( a pensar male ci si azzecca il più delle volte) così si può    dire ancora ancora una volta che manca la nuova pista. Non si lamenti, via!
Si immagini dunque se un vento forte di tramontana o grecale dovesse traversare un atterraggio sulla tanto desiderata pista parallela all'autostrada, vento traverso da dritta: aereo sull'autostrada; vento da sud ovest, sempre traverso, non c'è scampo : aereo negli stagni del Parco della Piana o sul Polo Scientifico. A meno che per far posto si spostino Polo, laghi, stagni, canali su Monte Morello, Carabinieri a Fiesole, lo stadio sulla Calvana, il Tribunale in una buca profonda così finalmente non lo si vedrà più.
Veda Sottosegretario, il problema è che a Firenze , e lei lo sa bene come tutti, non c'e' proprio posto per fare un aeroporto degno di questo nome. A ridosso della città,in quel poco di terra che resta in mezzo a tutto l'edificato  che c'è, è una malsana mania , un protervo desiderio di grandeur voler fare un aeroporto in uno spazio di risulta tanto risicato, oltretutto radente una autostrada, a ridosso di quartieri densamente abitati e pieni di traffico.
Sia gentile e rifletta un attimo, se lei proveniente da Catania o da Londra, fosse atterrato a Pisa, in tutta tranquillità, senza lo stress di passare fra le antenne e la biancheria stesa sui tetti di Scandicci per due volte, e uscito dall'aeroporto Galilei fosse salito, valigie alla mano, sul treno in partenza da Pisa Aeroporto ( come una volta, tempi beati...) e in poco più di una mezz'ora fosse sceso a Santa Maria Novella, non si sarebbe sentito come un qualsiasi cittadino europeo che putacaso atterra a Bruxelles e prende il suo bravo treno per il centro città ? Come chi atterra a Gatwich? Ad Atene?


PISTA con LAGO PROTETTO.


Non so lei, ma io mi sarei sentita benissimo, niente di strano. Servita e riverita.
E naturalmente viceversa: check-in a Santa Maria Novella e imbarco al Galilei.
A Firenze qualsiasi vento risulta essere pericoloso perché lo spazio semplicemente non c'è , esattamente come per la tramvia , che è stata infilata come il piede di uno Hobbit in una scarpa 37 tacco 12.
È' pericoloso ora, sarà più pericoloso in futuro, e la responsabilità ricadrà sulle vostre teste, mentre su Firenze e dintorni  ricadrà solo tanto kerosene. Bene, bravi, bis, diceva Petrolini, ma non ci sarà da ridere per nessuno e tanto meno per chi ne morirà.
Con tanti saluti a chi ha una ferrea vocazione al giornalismo deferente, mentre a Lei l'invito a meditare sulle onerose responsabilità connesse al suo ruolo.

 




martedì 18 luglio 2017

L'ITALIA COME GLI ULTIMI GIORNI DI COSTANTINOPOLI

PUBBLICHIAMO QUESTO ARTICOLO SIGNIFICATIVO COME MEZZO DI RIFLESSIONE SULLA SITUAZIONE ATTUALE DEL NOSTRO PAESE ......

Gli ultimi giorni di Costantinopoli
Di Luigi Pecchioli dal blog di Maurizio Blondet  12 luglio 2017  
Narrano le storie che i dotti teologi bizantini amassero discettare del sesso degli angeli. Tale attitudine non cessò, sembra, neppure durante l’assedio di Costantinopoli da parte di Maometto II, che pose fine al millenario impero romano d’Oriente nel 1453. Poi entrò il nemico, celebrò il suo trionfo, consumò le sue vendette e la superba Bisanzio cambiò pelle, ed è ora Istanbul, culla del mondo turco e antica capitale ottomana.



assedio di costantinopoli: i cannoni turchi provenivano dalla germania

Nulla di insolito, dopotutto: già Tito Livio commentò così la fine e la distruzione di Sagunto, storica alleata dei Romani accerchiata da Annibale: dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur, mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata. Sono gli ultimi giorni di Costantinopoli, la situazione è grave, ma non seria, come direbbe Ennio Flaiano. 
L’Italia sta per esalare gli ultimi respiri, già rantola, ma tutto prosegue come prima: il governo regala 17 miliardi al sistema bancario, Renzi fa il finto gradasso con le istituzioni europee, Minniti e Gentiloni non sanno che fare dinanzi all’invasione africana. Con acuta intelligenza, anzi, un professorone liberal come Luca Ricolfi nega che si tratti di invasione: siamo noi stessi che li portiamo a riva e li accogliamo sul territorio nazionale, di che cosa stiamo parlando?

Frattanto, Renzi, dopo aver probabilmente accollato all’Italia l’ondata migratoria dalla quale siamo travolti in cambio di qualche indulgenza dei gerarchi europoidi sulle questioni di bilancio, deve per forza dire o fare “qualcosa di sinistra”.

A che servono, altrimenti, i film di Nanni Moretti? Ha scelto lo ius soli, ovvero l’offerta della cittadinanza a chiunque nasca in Italia. La nazionalità, come l’abbiamo conosciuta e vissuta da secoli, forse millenni, è finita. Caracalla insegna, la concessione generalizzata della cittadinanza romana determinò la fine dell’Impero Romano, una istituzione ben più seria, potente e strutturata del fragile Stato italiano, figlio gracile dell’Ottocento massonico e liberale.
Costantinopoli cede all’invasione, in tanti si affannano ad aprire le porte, agevolare gli assedianti. Lo ha detto Matteo Renzi: lo ius soli è un gesto di civiltà. Tutte le peggiori porcherie alle quali abbiamo assistito e che- ammettiamolo- non siamo riusciti a contrastare, vengono definite “civiltà”. Una magnifica inversione di significati, degna dei chierici bizantini impegnati a determinare il gender dell’epoca, ovvero il sesso di cherubini e serafini. Diritti e civiltà: paroline magiche credute per coazione a ripetere e svuotamento progressivo dei cervelli. Anche l’aborto fu “civiltà”. Può essere una triste necessità, un male da opporre a situazioni limite, ma uccidere non è mai un gesto di civiltà.

si discuteva e si discute ancora sul sesso degli angeli

Probabilmente, quest’affermazione verrà contestata da almeno un esponente della Pontificia Accademia per la Vita (sì, per la vita) fresco di nomina, per il quale l’aborto è lecito sino al quarto mese. Tuttavia, comunque la si pensi, gettare via la vita come un rifiuto da smaltire è segno di degrado, non di civiltà. La medesima civiltà da settembre, porterà nelle scuole la sessualità deviata che chiamiamo teoria del gender, un nuovo traguardo che fa impallidire l’egiziana Semiramide, colei che secondo Dante, un italiano del passato remoto, “libito fé lìcito in sua legge”. Nuova confusione, una bomba in più nel cuore di una tardo modernità giunta ai tempi supplementari. La ruota gira, basta sesso degli angeli, ora trattiamo quello dei bambini, e non osiamo immaginare chi salirà in cattedra. Qualcuno ha già istruito i ragazzini delle medie inferiori su come indossare, o calzare (i verbi sono certo imperfetti) un profilattico, con l’aiuto di una carota. Tombola.
Comunque, amiamo tanto i bambini che non mettiamo al mondo da imporre vaccinazioni a iosa, ben più di nazioni notoriamente arretrate ed insensibili all’infanzia come Germania ed Inghilterra. Un aiutino a Big Pharma insieme con l’attacco sempre più duro alla patria potestà, anzi alla potestà genitoriale, che è il nuovo sintagma politicamente corretto.
E Matteo Renzi, assediato da più parti, deve dire e fare compulsivamente qualcosa di sinistra. Per questo, mentre Costantinopoli soccombe sotto mille colpi, ecco pronta una legge che inasprirà le pene per la “propaganda fascista”. Sarà reato possedere gadget del deprecato ventennio, forse dovremo autodenunciarci e fare pubblica autocritica se possediamo un busto del Duce in salotto, e guai se, salutando un amico, alzeremo troppo il braccio destro. E’ in agguato la psicopolizia guidata dalla signora Boldrini. Anzi, per lei dovrebbero essere abbattuti monumenti e manufatti attribuiti al fosco regime del trapassato remoto. Addio camionale Genova Serravalle, ruspa sull’ altare della patria, su ponti, edifici pubblici ed intere città. Distruggiamo Fertilia e Torviscosa, Sabaudia e l’Eur. Aboliamo, incidentalmente, anche l’INPS ed espungiamo dai codici ogni legge promulgata dal 1922 al 1945. Ci salveranno, a differenza delle vecchie zie democristiane di Longanesi, i bagnini di Chioggia, nei cui stabilimenti verranno organizzate sacche di resistenza (ohibò!) alla legge in nome dell’ordine, della disciplina e dei produttori di zippi e portachiavi con l’effigie del defunto dittatore.
I BAGNINI
Magnifica e quasi commovente è stata una coraggiosa dichiarazione di uno dei fautori della nuova legge: il fascismo non è un’idea, è un crimine!Oplà, neppure Norberto Bobbio aveva osato tanto, ed è comunque tragico che le idee- anche le peggiori – vengano giudicate con tali criteri. Va da sé che l’islamismo più radicale ha diritto a valutazioni più serene e riflessive. Colpire chi è debole o non esiste è sempre più facile che opporsi a chi è forte ed arrogante. Una bella battaglia contro il fascismo che non c’è non è diversa dalle infinite discussioni del Senato romano su Sagunto. Intanto, Annibale avanzava e distruggeva la città sull’Ebro.
INTANTO L'ITALIA BRUCIA
Divisione più diversione, il tutto approfittando della calura estiva e della propensione di quel che resta del nostro popolo alla vita di spiaggia. Del tutto casualmente – il Fato è un visitatore molto frequente dello Stivale- gli incendi estivi che flagellano varie zone d’Italia potrebbero essere opera della criminalità organizzata, la quale, evidentemente, dell’educazione alla legalità e delle dispute romane se ne stropiccia. Per di più, a Palermo vengono sfregiate e distrutte statue ed immagini di uno degli ultimi eroi civili italiani, Giovanni Falcone. Non importa, le urgenze italiane sono due: lo ius soli e nuove leggi contro i simpatizzanti postumi, veri o presunti, di un governo caduto irrimediabilmente 72 anni fa. Madama Boldrini dice che i partigiani sono infastiditi dai monumenti di quell’epoca. Strano davvero che non se ne siano accorti quando erano giovani, vigorosi e numerosi: adesso i più giovani tra loro hanno almeno 90 anni e non crediamo che la loro priorità sia Piazza della Vittoria a Genova o la Stazione Centrale di Milano.
 Ogni tanto, fastidiosi segnali richiamerebbero alla realtà: la disoccupazione non scende, anzi c’è chi dice che sia ben più grave delle statistiche, le banche italiane sono quello che sappiamo, gli ergastolani evadono non dal carcere, ma dai permessi premio loro attribuiti, e tanto altro ancora. In questi giorni ad un conoscente, pensionato di 66 anni, ex impiegato di una banca il manager di turno gli ha sottratto il fondo di previdenza Per la propria salute il pensionato ha poi  effettuato la prenotazione per una colonscopia, che gli verrà praticata nel maggio 2018. La stessa persona, il cui reddito è di 1.500 euro mensili, è preoccupata per l’affitto di casa, pagare il quale lo rende praticamente povero, e sa che è del tutto vano fare domanda per un alloggio popolare. Non è straniero, non è abbastanza povero, non è neppure un ex detenuto in difficoltà o un tossicodipendente.
In compenso, potrà denunciare i possessori di calendari con il faccione di Mussolini e impedire che la suoneria di qualche telefonino diffonda canzonacce d’epoca. Quanto al merito, perseguitare le idee non è l’anticamera della dittatura, è già dittatura, per cui, usando il loro vocabolario, fascisti sono quelli del governo. Anche in questo ebbe ragione Longanesi in tempi non sospetti, quando affermò che esistevano due tipi di fascisti: quelli propriamente detti, e gli antifascisti. Il dramma è che il polemista romagnolo osservava l’Italia dei primi anni Cinquanta del secolo scorso. Il passato non passa, evidentemente. La querelle sul sesso degli angeli era in fondo più interessante, mentre i voucher adesso si chiameranno libretto famiglia e gli stranieri saranno concittadini.
Peggio per loro: non potranno beneficiare degli aiuti previsti da Confindustria, delle corsie preferenziali alle ASL, dovranno pagare per intero i trasporti pubblici e avranno l’opportunità di partecipare a concorsi per duecento posti di infermiere con decine di migliaia di partecipanti. L’alternativa è fare i portapizza con motorino proprio, i portalettere privati e, per i più fortunati, un posto da commesso o cassiere in qualche centro commerciale, con orari incredibili e paghe che la generazione precedente avrebbe rifiutato con tumulti di piazza. Chissà come fu la vita quotidiana nella Costantinopoli dei tempi ultimi. Probabilmente, non pochi avranno accolto con sollievo l’arrivo di un potere straniero e violento, ma almeno deciso a mettere ordine. Vedete, signori dello ius soli, dei regali miliardari alle banche, del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, dell’incapacità di gestire l’ordine pubblico e di dare lavoro e giustizia alla propria gente: comunque vada, avete perduto

Se, come è assai probabile, Costantinopoli sarà conquistata, verrete spazzati via. Se invece i vostri mandanti, a Francoforte, Bruxelles, Washington o Vattelapesca, ne avranno abbastanza di voi- i segnali ci sono tutti- verrete sostituiti senza troppi complimenti. La terza eventualità è la più remota, e riguarda un soprassalto di orgoglio e dignità del popolo italiano. E’ assai improbabile, hanno lavorato bene alla distruzione i vostri padroni, e voi stessi siete stati abili a togliere carne, sangue e cervello alla nostra gente. Tuttavia, la storia, a differenza della natura, talora fa il salto e ribalta il tavolo.
A noi resta una sola via: cavalcare la tigre, lavorare affinché questa lunga decadenza giunta all’agonia termini il più presto possibile. Costantinopoli non può durare, non sappiamo se entrerà un nuovo Maometto II o qualcun altro, ma certamente qualcuno interromperà il dibattito sul sesso degli angeli, sui decimali del fiscal compact, sui saluti romani e sulle magnifiche sorti e progressive della società aperta, multiculturale, quella delle nozze invertite, dei genitori multipli, delle madri surrogate , delle igieniche iniezioni letali per i malati , la stessa che insegna ai bambini l’uso del preservativo e li mette in guardia dall’essere maschi o femmine. Magari qualcuno un giorno, probabilmente di pelle più scura degli antichi italiani, saprà anche fermare i barconi, gli scafisti e i loro armatori.
Che Dio ci perdoni, ma, ad occhio e croce, nell’anno di grazia 2017, sembra più seria e “nomale” Istanbul rispetto alle mille Costantinopoli del degrado ribattezzato società aperta, libertà, democrazia, diritti. E’ lunga la notte degli esperti del sesso degli angeli. Eppure, in un modo o nell’altro, avrà fine, tornerà un’alba: la civilizzazione della morte si spegnerà inevitabilmente, e come gli ultimi uomini di Nietzsche, anche i pazzi si avvieranno al manicomio spontaneamente.
ROBERTO PECCHIOLI